Davis Italia, il cuore non basta. La “foto” di una stagione (di Marco Mazzoni)
“Un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso”. Nelson Mandela aveva maledettamente ragione. Per vincere è necessario sognare e non arrendersi mai. Purtroppo a volte sognare, lottare fino all’ultima palla mettendoci cuore, testa e gamba non basta. È quello che è accaduto al nostro team azzurro di Davis a Malaga ieri contro il Canada. Un Canada fortissimo, ricco di talento e qualità, che con merito è arrivato a giocarsi la Coppa Davis 2022 contro l’Australia. Non è più la “Insalatiera” di un tempo, questo formato rinnovato continua a non convincere appieno, ma quando si gioca per il proprio paese e i giocatori ce la mettono tutta, beh, la magia e il pathos sono assicurati e ti regalano tra le emozioni più forti una stagione.
Tre grandi partite anche ieri, nelle quali è spiccato un Sonego monumentale, bravissimo e vincente. Il nostro tennis ha ritrovato un vero gladiatore, un tennista a dir poco sottovalutato che quando sta bene fisicamente gioca con coraggio e supera limiti, esaltando tutto e tutti. Un dieci è un voto persino basso per descrivere che razza di prestazioni è riuscito a produrre. Ha sovvertito pronostici, ha spostato montagne. “Sonny” spettacolare. Musetti ha affrontato il tennista più forte della sfida, poco da dire. Questo Felix Auger-Aliassime è ormai un top 10 forte, solido, davvero difficile da affrontare e scardinare. Era necessaria una prestazione super, al limite della perfezione, Lorenzo non c’è riuscito. Viene da un periodo molto intenso, nel quale è cresciuto moltissimo e ha imparato tanto. Con questa sconfitta avrà altro materiale sul quale lavorare e ripresentarsi in futuro più pronto per sfide così impegnative. Il doppio… è stato un film nel film. Un cambio di formazione last minute, con una coppia non collaudata che nonostante tutto se l’è giocata sino alla fine, con un vantaggio con concretizzato. Delusissimo Fognini dopo la sconfitta. Ha ragione. Fabio è un Campione di razza come spirito, è uno che vuole vincere, che fiuta le occasioni e che riesce anche a coglierle. Questa era una partita da vincere, i complimenti fanno solo male. È stato bravissimo a non cercare alcuna scusa, sanguinando sportivamente perché se qualche fase si gioco fossa andata diversamente, oggi sarebbe stata finale e contro i “canguri” partivamo alla pari, forse anche un filo favoriti. Fognini è un Patrimonio del nostro tennis, non ce lo dimentichiamo e conserviamolo ancora finché avrà voglia, perché ne abbiamo maledettamente bisogno. Berrettini è solo da applaudire. Lontano anni luce dalla sua miglior versione, e poi il doppio non lo gioca con frequenza, ma ha dato quel che aveva, c’ha provato da campione con testa e cuore. Non è bastato.
Testa e cuore. Più di un pizzico di sfortuna. Infortuni. Sconfitta. Delusione ma anche una spinta per il futuro, che deve essere azzurro. Che sarà sempre più azzurro. “La sconfitta brucia e sarebbe stupido dire il contrario. Deve bruciare e questo deve servirci per il futuro”. Lucide e perfette le parole di Filippo Volandri, per nulla fortunato capitano di questo bel gruppo. L’amara conclusione dell’avventura in Davis 2022 per il team azzurro non è altro che una foto un po’ crudele ma realistica di quel che è stato il 2022 per i giocatori italiani. Una stagione molto importante, di costruzione, di consolidamento, di crescita, con risultati buoni ma non buonissimi perché segnata da troppi intoppi e problemi per essere davvero vincente e superlativa. Infortuni a non finire, qualche sconfitta difficile da digerire, alti e bassi che non ci hanno portato ai risultati che sognavamo.
Non giriamoci intorno. Molti sognavano che nel 2022 avremmo vinto uno Slam. Dopo la fantastica cavalcata di Matteo a Wimbledon l’asticella si è alzata. I sogni sono diventati obiettivi. Berrettini, Sinner, Musetti, tutto il gruppo come squadra. Solo se si è ambiziosi si arriva a toccare il cielo. Basta stucchevoli maniavantismi, abbiamo talento e qualità, un sistema che funziona, una base solidissima, dirigenti validi, coach eccezionali, talento diffuso. Siamo forti. Dobbiamo crederci e puntare al massimo.
Ambiziosi, ma dobbiamo anche essere realisti: la competizione è massima, vincere deve essere un obiettivo ma non è per niente facile. Serve sempre un pizzico di buona sorte che fornisce la spinta ulteriore a farcela. Anzi, più che buona sorte, sarebbe utile che la “malasorte passasse da altre parti”... diciamola così. Alla fine non abbiamo vinto lo Slam, non abbiamo vinto la Davis, ma per la somma di tutti questi motivi, sarebbe sbagliato considerare il 2022 una stagione non positiva per il nostro tennis. Abbiamo vinto tornei. Abbiamo avuto per la prima volta un semifinalista agli Australian Open. Musetti ha vinto un 500 battendo il futuro n.1 più giovane della storia e in autunno è esploso giocando un tennis così bello che tutto il mondo ce lo invidia. Sinner ha portato l’immenso Djokovic al limite a Wimbledon e a US Open è arrivato ad un passo dal battere nei quarti il futuro campione; se avesse vinto, chissà… Il tutto in una stagione a dir poco martoriata per Jannik, tra il cambio di rotta tecnico e troppi stop fisici; come per il Matteo Nazionale, che non ha giocato metà stagione e quando l’ha fatto è stato sempre super competitivo. Abbiamo una piccola valanga azzurra di giovani NextGen pronti ad entrare nella top 100 e crescere ancora. Abbiamo un team di Davis che ha maturato esperienze importanti e pur non avendo vinto si presenterà il prossimo anno ancor più esperto, agguerrito e affamato.
Questi sono solo alcuni elementi un primissimo bilancio a caldo di una stagione a dir poco particolare, che da domani andremo ad analizzare nel dettaglio, con le pagelle dei vari giocatori, interviste esclusive, bilanci statistici e molto altro ancora, proiettandoci verso un 2023 tutto da vivere insieme. Una stagione 2022 segnata da alti e bassi, picchi straordinari e qualche crollo. Un’annata sportiva ricchissima, indimenticabile nel bene e nel male. Contraddittoria, che ci ha esaltato e, sì, fatto anche parecchio incazzare… Ma teniamo ben in mente il mantra di Nelson Mandela: “Un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso”. I nostri ragazzi in Davis, dall’infortunato Berrettini alla grinta e carattere infinito di Fognini, dalla lucida fermezza di Volandri all’indomabile volontà di Sonego e via dicendo, hanno dimostrato in questa settimana che non si arrenderanno. Mai.
Marco Mazzoni
TAG: 2022, Coppa Davis Italia, Davis Cup 2022, Editoriale, Filippo Volandri, Lorenzo Musetti, Lorenzo Sonego, Marco Mazzoni, Matteo Berrettini
Lei non ha capito la differenza fra esprimere un’opinione, alimentando il dibattito e gettare fango, dire cose oggettivamente false, alimentando la rissa
E vuole anche dirmi quanto tempo devo passare io a fare o non fare cosa o cos’altro?
E vuole fare lezioni a me?
Ah, per quanto riguarda la citazione di Eco la informo che la sua casa è piena di specchi e probabilmente stava osservando se stesso senza nemmeno saperlo
Scusa visto ora bene. Per abitudine consolidata, Bolelli inoltre ha colpi più equilibrati tra loro. Aggiungo che, con un infortunio di Fabio ad esempio, il problema sarebbe stato ancora più complicato perché nessuno degli altri ha un rovescio assolutamente solido. Sarei stato curioso di vedere come si sarebbe sbrogliata la matassa in quel caso… Forse chiamavano Sinner
Perche da sinistra Matteo può rispondere con quel dritto ai servizi centrali ad esempio. Diventando un problema l’avversario di turno potrebbe optare maggiormente per un servizio ad uscire aprendo però angoli alla risposta. Fabio invece risponde bene ovunque.
C’era anche il posto lasciato libero da Sonego…
a parte le battute, vai un po’ a vedere i peana a favore di Berrettini contro il traditore “austriacante” Sinner per aver scelto di accompagnare la squadra… è proprio vero che sic transit gloria mundi..
sai, questi vogliono insegnare a due top ten come Fognini e Berrettini come si gioca un doppio…sono quelli che insegnano ai gatti a salire sugli alberi!
esatto
@ Giulio (#3391449)
Osservazioni giuste in generale,ma nello specifico della nostra squadra mi dovete spiegare perché fognini e bolelli giocano rispettivamente a sinistra e a destra
E quindi una volta terminati giocatori di livello sani si convocano quelli infortunati. E magari li si fa anche giocare. Non fa una piega. Spero solo che a differenza vostra Volandri in cuor suo riconosca la cagata fatta e non ripeta orrori del genere in futuro
Ah vedremo ….. magari ho capito male io …… Saluti a te che ti distingui per pacatezza civiltà e competenza
Potrei sbagliare ma credo che la wild card ci esonera dallo spareggio con le vincenti della “serie b” (o non so come si chiama).
I gironi a 16 (surrogato degli ottavi di finale) li dobbiamo fare
Chiaramente. Non è che nel tennis vero si fa come nel doppio sociale: vado a sinistra io che ho un buon rovescio… Mettendosi con Matteo a Sinistra c’era la migliore copertura di campo. Ad esempio, anche quando c’è un mancino si gioca mettendolo a destra per coprire meglio la rete. In due non c’è quasi mai la volée in allungo all’esterno
Quoto entrambi. Il tono saccente, sprezzante, a volte denigratorio, usato dall’utente @Detuqueridapresencia nei confronti di chiunque non la pensi come lui, è inaccettabile.
Gli innumerevoli interventi ( oltre 6300 commenti da febbraio di quest’anno!) e le “spolliciate” seriali, praticamente in ogni post di LT, non gli conferiscono nessun titolo per giudicare “stimabili” o meno gli altri utenti.
PS. @Detuqueridapresencia:
nel riportare le parole di Umberto Eco lei si è descritto perfettamente
Guarda che il tennis del dopolavoro non è quello professionistico. Se vuoi ridurre gli angoli servì essenzialmente al centro è Matteo da sinistra diventa pericoloso in quel caso, costringendo inoltre il battitore a valutare soluzioni meno sicure.
Non me la prenderei con Volandri. E’ Berrettini che avrebbe dovuto chiamarsi fuori, ammettere di non essere pronto. Se Berrettini mi dice che se la sente, io da capitano non giocatore, nelle condizioni date, lo schiero. Peraltro contro un doppio improvvisato. E sicuramente glielo ha detto, che se la sentiva. Poi, purtroppo, ha dimostrato di non riuscire a tenere due colpi di seguito in campo.. Assolutamente insufficiente in risposta… Insomma, un disastro. Lo dico da tifoso di Berrettini: era meglio se rimaneva a Roma o andava alle Maldive.
Gironi che nel 2023 non faremo per wild card….
Ma il tuo suggerimento era assolutamente corretto anche perché i chicchi sono a fine corsa purtroppo per età e un ricambio ci vuole
E siccome Vava non è di primissimo pelo magari occorre anche pensare più in là (che so, Maestrelli Sonego o Passaro Gigante …. giusto due esempi ….)
Comunque, al di là dei toni a volte esagerati visto che si parla di uno sport che prevederebbe un certo “stile”,noto molta passione per quella che alla vigilia pareva essere una passerella di fine stagione, un’esibizione succeduta alla vera Davis (peraltro io stesso rimpiango quella vecchia che però proprio in buona salute non era).
Credo che una squadra che arriva senza Berrettini e Sinner alke fasi finali e con il doppista titolare infortunato sia a dir poco scalognata ma i ragazzi tutti ci hanno provato, ci sono andati vicini (con l’Australia li vedevo nettamente favoriti).
Tanto rammarico ci sta, mi sarebbe piaciuto “diventare” campione del mondo proprio durante i Mondiali di calcio in cui non ci siamo. Amen.
Volandri ha sbagliato, non si è messo in condizione di schierare l’opzione migliore nella partita decisiva.
L’errore non è stato non schierare Sonego. Dopo oltre 3 ore di partita e 2 di pausa, con i muscoli fredda e l’adrenalina scesa non era lui l’opzione migliore.
L’errore è stato non convocare Vav ed occupare un posto con un giocatore infortunato. Vav secondo me era l’opzione migliore per affiancare Fognini.
Detto questo, Volandri ha fatto benissimo per il tennis italiano e non diventa un brocco per questo errore.
Però se si vuole vincere questo surrogato di Davis il capitano deve capire che il suo compito è attrezzare un doppio competitivo e con opzioni valide in caso di infortuni. A schierare Sinner e Berrettini e se ne manca uno Musetti e se ne mancano 2 Sonego non ci vuole molto. Il lavoro sul doppio è quello più delicato e dove il capitano deve fare la differenza in positivo, tenendo anche conto che i nostri doppisti di punta sono in là con gli anni. Occorre costruire un doppio credibile futuribile.
Allo stato l’opzione migliore è Sonego – Vavassori. Serve però convocarli e provarli… Questo possibilmente dovrebbe avvenire nei gironi, dove si giocano i doppi anche a risultato acquisto
Bolelli era infortunato altrimenti avrebbe giocato. Questo è ovvio e, a parer mio, assurdo discuterlo
Sei un grande!!! Ti quoto in pieno su tutto!!!!!
Leggo in commenti di amici appassionati.. Ieri sera lo avevo detto.. Scelta tecnica.. Spinta dall amico di Binaghi Santo Padre.. E finisco qui il commento
Una domanda al giornalista Mazzoni.. Ma come mai se Berrettini era pronto nn ha giocato in singolare? E Bolelli cosa si fatto che nessuno parla del suo infortunio? E perche nn nn sonego?
Comunque Giambi ti dico una cosa. Viste le faccie scure del Bole e di Sonego durante il match di doppio (non c’era da parte loro lo stesso tifo partecipe delle altre partite) s0econdo me c’è qualcosa che può non essere andata giù a loro come a noi “tifosi”. Ovvero il fatto di far giocare Berrettini. Loro sono giocatori e sanno benissimo che non competere e allenarsi pochissimo per un mese significa presentarsi in condizioni non competitive per la sfida che lo attendeva. Sanno benissimo che le scelte dovevano andare da un’altra parte.
Detto questo sarà difficilissimo che qualcuno parli anche all’interno del gruppo davis perchè ovviamente possono sentirsi a rischio per le prossime convocazione (vedi Bolelli) e probabilmente ognuno vorrà parare il suo posteriore.
Detto questo, per il bene della squadra e del prossimo futuro spero che invece 1si parlino tra di loro e dicano quello che pensano face to face perchè altrimenti il gruppo si deteriorerà fisiologicamente nei rapporti perchè queste sono cose che rimangono nell’inconscio.
Matteo è stato bravissimo ad accettare di fare gruppo ed era quello il suo ruolo. L’ho visto molto carico, molto energetico, ha fatto mille esperienze positive che lo hanno fortificato e reso consapevole di se stesso. Mi è arrivata una cosa però, più di una sensazione ovvero che Matteo proprio in forza di questa enorme carica e convinzione si è sentito piò forte di tutto e tutti, oltre la ragione e oltre agli allenamenti che non aveva sulle gambe e sulla racchetta. Si è illuso di potere giocare con il cuore e gli attributi e che questo potesse bastare.
Ma credo che purtroppo è stata un’illusione che lui e il selezionatore si sono creati che nello scontro con la realtà si è frantumata miseramente.
Questa “brutta botta” deve fare capire a Matteo che bisogna mantenere la lucidità e l’equilibrio di capire che un giocatore nel suo stato non poteva essere competitivo. A volte il sottile passaggio dall’equilibrio mentale all’espressione egoica che offusca la mente è un attimo. Quindi Matteo, ok essere convinti di se ma occhio al realismo da mantenere con sana umiltà che non va mai persa. perchè l’umiltà è una dota tanto importante e rara che perderla è un attimo.
Detto questo, in quegli occhi e quei visi cupi del Bole e di Sonny credo ci sia anche il dispiacere di vedere Matteo che era stato apprezzzato tantissimo perchè era andato a fare gruppo e che invece in fondo in fondo aveva anche altri pensieri.
@ Giambi (#3391300)
Ogni tanto la Tv inquadrava Bolelli e, così a naso, la sua espressione corrucciata era li a dimostrare che non è stato d’accordo con la sostituzione; poi vai a sapere cosa è realmente successo! Comunque sia, Volandri l’ha combinata grossa. Se la sua è stata una scelta tecnica, glie la faranno pagare. enzo
L’Italia e la sua federazione tennis è la più fulgida interprete del motto decoubertiano “importante è partecipare”…addirittura, noi, perdiamo apposta!!!
mi raccomando, partecipazione, nel mondo FIT, significa affiliazione..
Affiliati!!
@ NonSenePuòPiù (#3391344)
Correggo
*@Detuqueridapresencia
La mia richiesta non vuole essere provocatoria. Se fosse stata una scelta tecnica, saremmo ai livelli di Fish con Ram. Cambierebbe ogni giudizio e Volandri sarebbe da licenziare in tronco. Però se è solo una tua convinzione che Bolelli non fosse infortunato, allora torniamo all’ipotesi della scelta fatta in buona fede risultata alla prova dei fatti fallimentare.
Leggo qua è la che la scelta di mettere Berrettini zoppo nella partita più importante dopo quella di Santiago sia stata tecnica. Io non voglio credere che una persona sana di mente, e Volandri lo è, abbia scientemente sfasciato una delle coppie di doppio più affiatata che giocano tra loro ad occhi chiusi per mettere uno che non giocava da 2 mesi nella partita della vita. Chi sa citi le fonti sarebbe un fatto di una gravità e stupidita inaudita.Mi rifiuto di crederlo. Bolelli stava male ,solo così potrò digerire la grande inca…ura.