Musetti: “Avere molte soluzioni tecniche è una benedizione, ma può diventare anche una maledizione”
Lorenzo Musetti ha rilasciato un’intervista al magazine tedesco Tennis Magazin, in cui spazia su vari temi. Molto interessante la parte relativa al suo gioco, in particolare le parole sul suo rovescio. È il colpo più spettacolare e amato dal pubblico, e anche il suo preferito, visto che l’ha sempre sentito in modo totalmente naturale. Conferma il suo amore per Roger Federer, ma se si parla di rovescio il suo cuore batte per quello (strepitoso) di David Nalbandian, anche se a due mani. Riportiamo alcuni passaggi dell’intervista.
“Il mio idolo d’infanzia è sempre stato Roger Federer, ma quando si parla del miglior rovescio, penso a Nalbandian” rivela Lorenzo. “È vero che gioco il rovescio a una mano, ma il rovescio che mi è piaciuto di più è stato quello di Nalbandian, anche se era a due mani. Secondo me il suo rovescio è stato uno dei più belli del circuito. Ho avuto anche modo di conoscerlo, attualmente è l’allenatore di Miomir Kecmanovic. Siamo amici, ci alleniamo spesso insieme. A volte, quando colpisco un rovescio vincente lungo la linea, immagino di essere David”.
Ecco la storia del suo rovescio a una mano, in campo arma letale soprattutto quando accelera all’improvviso col lungo linea. Eppure per Lorenzo, non è il rovescio in sé il suo vero punto di forza. “Nessuno mi ha insegnato a colpire il rovescio a una mano, è stata una scelta naturale. Ricordo che la prima volta che ho preso in mano una racchetta ho iniziato a colpire il rovescio a una mano, penso di aver preso la decisione giusta fin dai primi colpi della mia vita e non ho mai voluto cambiarla. A volte, per il gusto di farlo, ho provato a fare il rovescio a due mani in qualche allenamento, ma non ho mai capito come farlo correttamente. Mi piace giocare a sinistra con una sola mano, non cambierei mai. Pro e contro? Penso che con una mano si senta meglio la palla, si abbia più tocco, si può variare molto le giocate, sia cercando il lungo linea che con il cross. Puoi anche giocare con topspin o slice. Non è un colpo facile, non basta il braccio, ci vuole anche grande capacità fisica, stabilità ed equilibrio per giocare il rovescio a una mano, ma credo sia meglio del rovescio a due mani. Quando si è risposta non è facile, soprattutto sui campi veloci, ma io ho sempre fatto così e sono contento. Se è la mia arma più grande? Non direi, credo che il mio punto di forza sia la varietà di gioco, quando cerco di fare più colpi possibili, anche se non sempre funziona per me”.
Il seguente passaggio è molto interessante, poiché conferma quello che abbiamo osservato sul campo negli ultimi mesi e che ci aveva confessato lo scorso autunno il suo coach Tartarini: il vantaggio dell’avere un bagaglio tecnico enorme può diventare uno svantaggio se non ben gestito. L’aver migliorato e soprattutto razionalizzato molte fasi di gioco è stata la chiave per l’importante scatto in avanti del toscano compiuto negli ultimi mesi. “Avere tutti i colpi può essere una maledizione o una benedizione, ma in questo momento la vedo più come una benedizione. Alla fine, se sai gestire e indirizzare negli scambi tutte le tue abilità puoi ottenere risultati importanti. Sono cose innate, se non ce l’hai naturalmente sono difficili da imparare. Io sono molto felice di avere questa diversità di gioco in campo, anche se a volte può essere una maledizione se la non gestisco bene, ma fa parte del gioco, quindi lo accetto“.
Tartarini è il suo coach da sempre, Musetti è estremamente felice di averlo a fianco: “Sono cresciuto con lui, abbiamo un rapporto molto speciale che dura da moltissimi anni. Per me è importantissimo averlo al mio fianco, recentemente abbiamo iniziato a lavorare anche con Umberto Rianna. Sento che siamo una grande squadra, siamo preparati per giocare ai massimi livelli”.
Marco Mazzoni
TAG: Intervista, Lorenzo Musetti, Simone Tartarini
LOL-lissimo 😎
Che sorpresa… C’è gente che derubrica i top3! 😀
Ci sono tante riflessioni bellissime, una su tutte a proposito della rivalità con Alcaraz “non sono nella condizione di confrontarmi con Carlos con quello che ha vinto, mentre io non ho vinto praticamente nulla..” con tutti gli arroganti che girano nel circuito, tutti pronti a dichiararsi prossimi numeri uno, un ragazzo così fantastico…non a caso il coach usa Fish lo scorso anno diceva di lui “è un unicum, tra tanti giovani pieni di boria e presunzione uno così non l’ho mai visto”…
Se è per questo su sky stanno diventando peggio dei commentatori nazionalpopolari di Italia ’90, tipo spezzeremo le reni agli Usa e Musetti viene annunciato in una forma che definire spaziale sarebbe un eufemismo..va bene che bisogna vendere il prodotto ma il tutto confrontato alla umiltà, alla profondità, alla serenità di Jannik nella lunga intervista che va in onda in questi giorni sempre su sky fa impressione….
Non se cricca, Cerchia dei poeti estinti, o gruppo ambientalista “i Panda mi stavano più simpatici prima”, ciò che so è che oggi ,in un forum in cui si discuteva di tassazione sulla seconda casa, un utente è intervenuto dicendo ” È chiaro che tali imposte sono contro Nole ma lui soldi ne ha, e non piange come lo svizzero perché non vende scarpe o il grattamutanda che perde capelli”. Io non ci faccio più caso.
Gli effetti dell’ultima seduta d’ipnosi collettiva iniziano a farsi vedere nei commenti di giornata.
Sono iniziati i peana fuori luogo. Musetti non è n.1 non solo della classifica ATP ma neppure tra i tennisti italiani.
E Il Capitano …. anche lui della nostra “cricca”
Walden e Pier: ottima memoria. Del resto come dice un tizio qui dentro siamo della “stessa cricca” 😎 😀
Esatto, il brano “Amico fragile”.
A memoria De André, poesia pura.
Non è importante quello che ha detto Lorenzo Musetti ma molto di più…è proprio questa la differenza tra il grande giocatore e il giocatore normale seppur tecnicamente bravi, la capacità cognitiva di scegliere il colpo giusto al momento giusto purtroppo non è cosa facile e non ha neanche grossi margini di allenamento anche se è possibile trovare strategie allenamenti…le neuroscienze sono il futuro dello sport…
@ Detuqueridapresencia (#3388705)
Non ha stravinto ma carriera stradegna di nota.
L’ultimo versione di Lorenzo è questa, però i punti di rovescio li fa ancora e sono tutti splendidi!
Adesso è un giocatore più “equilibrato” nella produzione dei vincenti.
Il rovescio di Lorenzo fa più share, ma è col dritto che fa i punti, e con i piedi vicini alla riga.
Bella questa, mi ha fatto venire in mente
“Pensavo: è bello che dove finiscono le mie dita debba in qualche modo incominciare una chitarra.” Non dico chi è: chi se lo ricorda non ne ha bisogno, chi non lo conosce magari si sforzerà su Google e conoscerà un gigante
Sostituendo racchetta a chitarra direi citazione perfetta per la tua analisi
Io non sono un tecnico ma credo che Lorenzo abbia tutte le carte in regola per diventare un numero uno di grande impatto… staremo a vedere…
Concordo
E aggiungo che solo pochi giorni fa c’erano i soliti diversamente competenti che derubricavano Nalbandian a semibrocco …. non ricordo nemmeno chi, ma tanto la risma è sempre quella …..
Quando ad un bambino dai una racchettina vedi subito che pochi hanno la forza di polso per gestire la testa dell’attrezzo nel rovescio è quindi usano l’altra mano. Imparano presto a giocare con entrambe le mani, ad eseguire due dritti in sostanza. Chi persevera ad una mano deve superare fasi di autentica frustrazione, nei match tra under o se di fronte si ha un adulto si cerca, di approfittare della, struttura del bambino/ragazzino giocandogli alto sul rovescio, costringendolo solo a difendersi arrampicandosi.
Chi “sopporta” è bravo.
Per me Lorenzo è uno di quei giocatori la cui racchetta da attrezzo diventa strumento: con l’attrezzo colpisci, con lo strumento suoni. Non sempre “le” suoni ma… crei.
Bella l’autoanalisi tecnica di Lorenzo. L’apprezzamento del rovescio di Nalbandian è curiosa, non per il fatto che quel rovescio non fosse formidabile, ma perché credevo che i suoi modelli fossero giocatori che lo eseguono a una mano. Per quanto riguarda l’essere giocatore a tutto campo, la considero una benedizione assoluta. Credo che padroneggiare la tecnica tennistica in tutte le sue declinazioni sia il modo migliore per vincere con continuita’. Djoker, per esempio, e’ un luminare in tale senso: sa far tutto su ogni superficie. Lorenzo sta apportando migliorie strutturali significative al suo gioco che unite alla sua capacita’ di giocare in ogni parte del campo ne faranno sicuramente un vincente ad alto livello. Comunque, anche se non fa palmares, gia’ oggi e’ uno dei piu’ “belli” di tutti da ammirare.