Medvedev, qualcosa “si è rotto”
3 partite, 3 sconfitte. Daniil Medvedev saluta mestamente con zero punti le ATP Finals 2022, chiudendo così una stagione che possiamo definire non proprio esaltante. Vero che il russo è diventato n.1 in estate, ma c’è arrivato grazie ai risultati della seconda parte del 2021 (vittoria a US Open) e con un discreto inizio di stagione, oltre ad altre note situazioni di classifica (vedi i punti mancati a Djokovic in due Slam). Daniil alla fine ha vinto due tornei, il 250 di Los Cabos e il 500 di Vienna. Non molto se pensiamo al suo valore tecnico e alle aspettative riposte su di lui. Ha avuto un problema alla schiena, che l’ha bloccato e limitato, ma andando a scavare più in profondità nel suo gioco e nella sua stagione possiamo trovare alcuni elementi che spiegano come mai il russo abbia deluso, ponendo qualche interrogativo sul prossimo futuro.
Cattiva gestione della tensione in momenti chiave – Oggi contro Djokovic è stato protagonista di una grande battaglia durata tre ore, con un ottimo livello di gioco prodotto affrontando il rivale che possiamo considerare ancora il più forte su piazza. Tuttavia… Daniil si è portato avanti nel terzo set, ha servizio per il match ed ha giocato un game pessimo. Non è prima volta che gli capita di arrivare vicino al successo e smarrirsi, anche in questo torneo contro Tsitsipas nel girone. Grandi match contro grandi avversari, certamente, ma il modo in cui ha perso queste chance – ed era capitato anche nel corso della stagione – sono dovute più a suoi demeriti che a picchi di gioco clamorosi e irresistibili dell’avversario. È un fatto non banale perché se ripensiamo al miglior Medvedev, una delle sue qualità principali era proprio quella di lottare, resistere, reggere in momenti difficili e quindi ribaltare gli scambi, le negatività, cogliendo l’occasione e quindi chiudendo in bellezza forte del proprio servizio e di quel tennis di difficile lettura e comprensione per i rivali. Qualcosa è evidentemente cambiato. Cosa? Sembra che nella sua testa giri vorticosamente qualche dubbio di troppo, qualcosa che gli impedisce come un tempo di reggere la pressione e calare l’asso (e gli Ace) nei momenti decisivi. Qualche scatto d’ira eccessivo, fuori controllo e soprattutto in momenti delicati, è da tempo un campanello d’allarme non indifferente. Qualche partita un po’ buttata via, o una litigiosità con il proprio angolo (ricordate quando Cervara se ne andò nel bel mezzo di un match, stufo di sorbirsi continui improperi dal proprio assistito?) che mettono in luce una tensione eccessiva, sfociata in momenti autodistruttivi in campo. Dove è nato questo? Forse… dalla finale persa agli Australian Open 2022.
Già, quella che poteva essere la sua seconda coppa Slam in carriera, si è trasformata in incubo. Senza nulla togliere alla pugnacità gladiatoria di Nadal, il più irriducibile dei lottatori nell’arena tennistica, la finale di Melbourne di quest’anno è andata all’iberico anche per gentile concessione di Medvedev. Daniil aveva il match in pugno. Non solo per i due set di vantaggio. Era in totale controllo del match. A metà del terzo set ha giocato malissimo un game. Ha improvvisamente cambiato tattica, se l’è presa per una sciocchezza con il mondo intero e lì tutto è cambiato. Rafa non aspettava altro che una scintilla per accendere la miccia e buttare l’incontro sulla rissa agonistica. Daniil c’è cascato e nonostante abbia lottato ed avuto altre chance, non ce l’ha fatta a vincere quel match. Una sconfitta terribile, che ha pagato a carissimo prezzo sul piano mentale. Deve aver sofferto molto, perso certezze, scioltezza, perché dopo quella per lui maledetta finale qualcosa è cambiato. Non si è più visto quel tennista durissimo nella lotta nei momenti chiave. Lotta ancora, anche oggi. Ma è in chiara difficoltà a tirare la giocata nei momenti chiave. L’Ace non arriva, è diventato troppo conservativo. Oggi Djokovic è stato bravo a contro breakkarlo rispondendo bene, ma… Medvedev ha giocato un game senza punti col servizio, stazionando 3 metri fuori, aspettando gli eventi, non prendendo di petto la situazione e sparando accelerazioni importanti. L’anno scorso sempre a Torino Daniil giocava sì in modo tattico, ma serviva come un treno nei momenti chiave e cambiava ritmo con grande sicurezza. Quella sicurezza pare smarrita, forse “down under”. Ma c’è anche dell’altro, sul piano squisitamente tecnico.
Mancanza di ritmo e chiusure dei suoi avversari – Oltre a questa difficoltà mentale, c’è qualcosa sul piano del gioco che pare cambiato. Molti avverarsi hanno imparato un po’ come “giocargli contro”. Il vero punto di forza di Daniil è sempre stato quello di riuscire a giocare un tennis lentissimo, profondo, senza ritmo, e quindi improvvisamente accelerare con una mazzata che taglia le gambe all’avversario. Preso il vantaggio, serviva come un treno e addio, il break non glielo facevi più. Questo Medvedev, terrificante difensore e poi pronto a cambiare passo, s’è visto assai raramente. I suoi numeri complessivamente al servizio sono un po’ calati in stagione. Ma è sul piano tattico che la faccenda forse per lui è più “grave”. I tennisti forti – contro i più deboli vince con buon margine – hanno iniziato a giocar contro il russo a loro volta più “piano”. Non dando nemmeno loro ritmo, beh, Daniil non ha forza per appoggiarsi sulla palla in arrivo. Questo, abbinato al fatto che staziona ben dietro la riga di fondo, fa sì che nello scambio finisce per essere spesso lui troppo corto, tanto che allora è l’avversario pronto a fare due passi in avanti, anticipare e scaricare una bordata che diventa difficile da difendere anche per lui, avendo tanto campo aperto vista la sua posizione arretrata. E quando è costretto a spingere di più, tende a sbagliare qualcosa, soprattutto col diritto, il colpo meno stabile del suo repertorio. Inoltre vari rivali – vedi Djokovic oggi – avanzano spesso a rete. Il passante del russo è micidiale, ma tirarne tanti da molto dietro è comunque difficile; infatti un eccellente Tsitsipas l’ha battuto con questa tattica molto offensiva. Ripeto: servono i migliori e grandi qualità per battere Medvedev, ma mentre fino pochi mesi fa era Daniil lo spauracchio dal punto di vista tattico, ore forse è lui a pagare dazio. Abbinando queste difficoltà a meno sicurezza, ecco che si spiegano troppe sconfitte nei momenti decisivi dei grandi tornei, dove non riesce più a fare la differenza come in passato.
Medvedev resta uno dei migliori tennisti al mondo, un vero “animale da campo” pronto a regalare spettacolo e un gioco diverso. Ha vissuto un 2022 sotto le aspettative, con qualche tarlo da eliminare per rilanciare la sua carriera al vertice. La concorrenza spinge e qualcuno l’ha già superato. Ora tocca a lui rilanciare.
Marco Mazzoni
TAG: analisi tecnica, ATP Finals 2022, Daniil Medvedev, Novak Djokovic
La penso come te.
A me non piace ma non è uno di quelli da dar per finito.
Non dimentichiamoci poi che non deve essere il massimo essere un tennista con passaporto russo da febbraio in avanti.. non è escluso che questo possa aver influito.
esatto, lo ha detto chiaramente
aggiungi che poi sono subentrati i problemi fisici e la guerra,
Tatticamente non credo sia cambiato molto, tanto che alla fine ha perso 7-6 al terzo al Master contro i top, a fare la differenza sono i punti chiave persi con la testa
Quindi quest anni ha vinto gli stessi tornei di Musetti…un 250 e un 500
ma anche no
Parabola di Medvedev in discesa? Non credo, ma posso sbagliare
Fuori dai 100 era un calembour ovviamente: lo si diceva di Musetti pochi mesi fa, ricordi?
Probabilmente non frequenti molto questo forum perché altrimenti sapresti bene a cosa mi riferisco. I denigratori di Musetti che lo vedevano fuori dai 100 e lo invitavano a fare i challenger hanno ammorbato con i loro messaggi deliranti per mesi, zittendosi solo dopo che ha vinto Amburgo.
Pertanto ho semplicemente usato un calembour per stigamtizzare chi critica Medvedev per un’annata non proprio esaltante. Ho l’impressione pertanto che tu non sappia cosa sia un calembour
Consiglio pertanto più prudenza e meno arroganza. Perché le figure meschine le stai facendo tu. Ti lascio alla tua pregiatissima cricca
PS: si dice orecchie, in lingua italiana, non orecchi. Magari un ripasso alla nostra lingua ti gioverebbe
Colpa della guerra..come sempre..
Resta sempre la kriptonite di sinner, perché jannik a tirare piano non ci pensa proprio
Senti ,che dei poveri, cosa mi consigli? Visto la tua propensione agli erori a partita in corso, via su dimmi ,sei una sicurezza,,come antonio
Medvedev ha evidenti limiti tecnici compensati da una tattica unica che inizialmente ha pagato ma ora gli avversari gli hanno trovato le misure e lui non ha piani di riserva, ci vorrebbe molta umiltà e lavorare sodo, dubito…..
Ero a Torino a vedere la partita contro Tsitsipas. Vero tutto ciò che ho letto, in più a me è sembrato triste, trasmetteva una certa apatia.
Forse non sta bene sul piano emotivo.
E chi se l’aspettava il controbreak…settimana amara
Ero a Torino a vedere la partita contro Tsitsipas. Vero tutto ciò che ho letto, in più a me è sembrato triste, trasmetteva una certa apatia.
Forse non sta bene sul piano emotivo.
E chi se l’aspettava il controbreak…settimana amara
Fino ad un anno fa poteva condire le sue vittorie con siparietti antipatici (il passo sbruffone del conquistatore in terra ostile) contro il pubblico ostile degli “occidentali” che fischiavano ma più in là non andavano. Se oggi ripetesse questa cosa verrebbe interpretata un atto provocatorio quasi guerresco di un popolo comunque prepotente e invasore e magari verrebbe bannato. Dovendo limitare la sua personalità è normale che abbia perso sicurezze e carica psicologica imperial-nostalgico soviet-malata ma allora fruttuosa! La storia che la Russia lo faccia per autodifesa è magari sostenibile in astratto ma in concreto assai meno con migliaia di morti civili sul groppone per “difesa” in paese estero! Ci si difende nel proprio (certo non piccolo) territorio se attaccati senza strappare territori cuscinetto di forza!
Tre sconfitte al tiè break del terzo, in un periodo poco brillante
Medvedev è un giocatore molto forte, punto
non penso davvero che sia questo
Ma queste , sono tue fantasie da apocalisse , o sono suffragate da messaggi precedenti? Caro tu hai un po’ perso la bussola, bene ha fatto walden ha tirarti un po’ gli orecchi , amichevolmente. Fare parte della stessa cricca, solo che lui non si espone e tu fai figure tre abbastanza meschine . Che tenerezza
Qualcosa si è incrinato post finale AO 2022: “il bambino che sognava di diventare n1, adesso ha smesso di sognare”, questa è la causa, quando perdi motivazione tutto diventa più difficile
@ Detuqueridapresencia (#3386440)
Fuori dal 100 no, peró c’è da pensare che la sua parabola sportiva sia ormai in discesa. Potrei sbagliare,niente è certo, peró per la mia esperienza…..enzo
Anno difficile per tanti motivi: problemi fisici (vedi operazione all ernia), problemi extra campo come la guerra che sicuramente hanno pesato mentalmente pur non essendo coinvolto in prima persona e la pressione di essere sempre o quasi il favorito numero 1 dopo la vittoria in America. E come thiem, anche se meno, da quella vittoria slam daniil sembra aver perso cattiveria soprattutto nelle finali. Già a fine 2021 ne ha perse due, poi il dramma sportivo in Australia ha fatto il resto. Già da lì, quindi prima di infortuni e inizio guerra, è iniziato il calo di medvedev. E anche le due finali perse su erba non hanno aiutato. In generale è sempre apparso nervoso o demotivato. Poi è pur vero che in queste finals ha sempre perso di pochissimo.
È presto per dire se questo calo è definitivo, ma nel 2023 servirà un cambio di marcia, anche perché i giovani affamati sono sempre più numerosi.
una serie di ragioni:
la guerra
la schiena
un figlio
la finale slam persa
mi fermo perché credo che bastino ad atterrare un elefante
tutto sommato non è una macchina
Marco mi sembra un’analisi puntuale. Forse non è tranquillo mentalmente anche se è appena diventato papà, perché sta soffrendo il clima generale a livello socio politico. Andare in giro con il passaporto russo in questo momento non è facile.
Per quanto riguarda le tensioni con il suo allenatore è storia vecchia, anche di quando vinceva. Era anche arrivato a dire che lui si nutriva dei fischi
La sconfitta in Australia ha avuto sicuramente un peso negativo nella stagione, ma ormai è anche passato molto tempo.
Credo anch’io che lo abbiano iniziato a studiare molto e a trovare delle controffensive efficaci. Ciao
@ marcauro (#3386435)
Beh, non ho la sfera di cristallo e non faccio previsioni neanche per domani perché il tennis è strano, è troppo soggetto a variabili: comunque Musetti e Jannik come età sono assimilabili a Alcaraz o Rune quindi hanno davvero “tutta la vita davanti” per capire meglio quello che vogliono e cosa devono fare per ottenerlo, compresa una giusta attenzione al fisico e alla testa, intesa come convinzione e fiducia in sé stessi..hai sentito l’intervista a Rune, non ci sperava neanche lui poi la vittoria a Bercy contro Nole gli ha aperto orizzonti, gli ha dato la dimensione della sua forza: ecco, anche Lorenzo e Jannik dovrebbero rompere il ghiaccio in un torneo importante, con i mezzi tecnici che hanno e con altre circostanze favorevoli ce la possono fare.
Eh la madonna, che esagerati!
Se qualcosa si é rotto piuttosto é in Nadal, che farebbe bene a salutare in questa stagione per raggiunti limiti di età, non ha la classe di Federer per poter reggere ancora 2/3 anni basandosi sul fisico
Secondo me non è questione di forma fisica o mentale, Daniil ha un limite strutturale che è la sua prevedibilità tattica.
Pur rimanendo un giocatore complicatissimo da affrontare alcuni avversari stanno imparando a prendergli le misure, ovviamente parlo di top players, per gli altri è sempre ingiocabile.
La novità è che non solo i guastatori Nadal o Djokovic, ma anche altri top ten non sembrano più di tanto esasperati dalle sue ragnatele (che sono geometriche e precise ma non violentissime) e in un giorno di grazia possono fargli lo sgambetto (vedi Rublev, Tstsipas e Zverev) o almeno continuare a crederci e giocarsela alla pari fino all’ultimo (come Sinner e FAA, che ci andarono vicinissimo)
È possibile, ma io non credo.
Non so, ma credo che Medvedev subisca un po’ il contesto esterno, si trova a giocare in un ambiente che non ritiene più il suo, la maggior parte dei tornei si giocano in paesi che si sono schierati contro il suo paese.
Ma infatti. Manca solo qualche troll che predica Medvedev fuori dai 100 e che torni ai challenger, come si diceva di Musetti
Le mezze misure queste sconosciute
La finale persa in Australia da 2 set a 0 contro nadal è stato lo spartiacque della sua carriera…il viale del tramonto è stato già imboccato quando rafa ha convertito quel match point..
Secondo te Annie Musetti oppure Sinner possono sperare in almeno uno Slam e un paio di mille oppure faranno una fine ancora più magra di tsitsipas o Medvedev?
Alla fine ha perso tre partite 76 al terzo, non facciamo drammi. Non ha giocato benissimo e chiude la stagione con soli 2 titoli senza Slam e senza mille. Ma rimane sempre un top 5 e nel 2023 sarà protagonista. Concordo che mentalmente paga la sconfitta agli AO 2022 quando è andato ad un passo dal secondo Slam.
Beh, Medvedev ha un po’ firmato la condanna della generazione di mezzo, quella da cui doveva uscire il macinatore di Slam subentrando ai “soliti 3”..ma è già passato qualche annetto e tutti questi molteplici risultati non si sono visti, e dubito che, con l’irruzione a sorpresa dei 19enni alimentati al Plasmon, i fratelli maggiori riescano a sfondare con i grossi numeri: vediamo se la precocità dei fratellini minori Alcaraz e Rune e il loro giovanile entusiasmo ancora alleggerito, soprattutto in Rune, da una forma di incoscienza, resisterà all’urto della continuità e della responsabilizzazione, quando anche la mamma avrà esaurito il suo potere rassicurante
Ci sono i migliori a parte Alcaraz. Statisticamente ci sta di perderne 3 su 3 senza che sia un dramma
dopo aver vinto lo us open 2021 non è riuscito a confermarsi, nonostante sulla carta non avesse avversari o, meglio, c’era solo djokovic.
a quel punto, tutta l’arroganza di questo ragazzo è uscita fuori e nonostante due belle batoste – le finali perse a bercy 2021 contro djokovic e alle finals contro zverer (dopo che il russo aveva battuto il tedesco nel round robin) – ha continuato a fare lo sbruffone.
tuttavia quando è mancato djokovic al’australian open (e con zverev suicidatosi contro shapovalov) aveva un nuovo slam in tasca ma non ha retto l’onda d’urto inaspettata del resuscitato nadal.
Quello deve essere stato il punto di non ritorno per lui, tuttavia l’arroganza non si è trasformata in sana umiltà ma in malessere e in una crisi.
l’intervista post AO è stata davvero cringe.
possiamo dargli l’attenuante della guerra, non voglio escluderla a priori.
sincermante, mi meraviglio che sia riuscito alle finals ma si è visto che gli manca proprio uno step mentale per essere di nuovo top!
potrebbe farcela ma ci vuole umiltà
“Sindrome di Mager” ?
Baby un arrivo: flessione 🙂
Ci sta un periodo di flessione. Ha comunque giocato le Finals. Pochi riescono a mantenere un standard di gioco costante ed elevato per tutta la stagione. Non è che abbia preso delle stese epocali. Non è riuscito a programmare il picco di forma per questo evento, oppure gli altri ci sono riusciti meglio di lui. Niente di drammatico, a mio parere. Sicuramente qui ha deluso per l’eliminazione, ma può capitare di fallire gli obiettivi. Qualcuno li deve fallire e questa volta è toccato a lui. Stiamo sempre parlando di un torneo con gli 8 giocatori più forti del mondo. Perdere è più facile che altrove.
L’ho scritto l’altro giorno, più le cose diventano difficili più si intestardisce su alcune scelte di colpi e si affretta a servire o chiudere gli scambi che puntualmente poi perde.
E’ la sindrome da aver vinto il primo slam
Gli manca forse un background familiare, ad esempio Petros Tsitsi oggi ha vinto un bel match di doppio da sfavorito al challenger di Helsinki, forse Daniil comunque ha patito ancor più di Rublev ed Azarenka lo scoppio della guerra…
Direi dal bel recupero fatto contro Shapo a Vienna…