Swiatek: “Imparare a intrattenere il pubblico senza esagerare è stata una grande lezione”
Iga Świątek ha fatto parlare di sé alcuni giorni fa per la sua secca e polemica decisione di non disputare le finali della Billie Jean King Cup in Scozia per via dell’eccessiva vicinanza con le WTA Finals, criticando aspramente la gestione complessiva del calendario stagionale. Una presa di posizione importante, visto che la giovane polacca è la n.1 del tennis femminile, vera dominatrice della stagione dopo il ritiro di Ash Barty. Nonostante la giovane età, Iga sta crescendo molto come personalità, diventando punto di riferimento per il tennis femminile, in un momento storico in cui la maggior parte delle colleghe non “spiccano” per influenza e “peso” nel sistema, ancor più dopo il ritiro di Serena Williams.
Il collega Dominik Senkowski l’ha interpellata per un bilancio della sua annata e altre tematiche sulla propria crescita professionale e umana. Riportiamo parte dell’intervista alla n.1 WTA.
“Il 2022 è stato fantastico, è il risultato degli allenamenti svolti nel corso degli anni, in particolare di tutto il lavoro fatto dopo il Roland Garros 2020. Sono contenta di aver ascoltato la mia squadra allora e di non aver avuto fretta nell’usare la celebrità ottenuta, ma di continuare a concentrarmi unicamente sullo sport”.
Sull’essere diventata il volto e la voce del tennis femminile: “Sto imparando. Cerco di ricordarmi che decido io in cosa voglio essere coinvolta e che uso questa possibilità. Per questo mi trovo bene, non spetta a me giudicare, dato che affronto solo gli argomenti in cui sento che la mia voce sarà preziosa”.
L’avvicinamento a US Open non era stato dei migliori, soprattutto in patria si parlava di un momento difficile dopo l’eccezionale prima parte di stagione. Il successo a NY ha scacciato ogni ombra: “Si parlava troppo, c’era preoccupazione per quello che mi stava succedendo dopo aver perso una sola partita. Sapevo che dopo una prima parte di stagione importante poteva esserci un calo di forma. È un ciclo naturale nello sport, ma è stato comunque difficile. Ho sempre voluto intrattenere il pubblico, ma agli US Open ho dovuto imparare a vincere senza fuochi d’artificio, senza esagerare, di sostanza. E questa è la lezione più preziosa per me”.
Iga crede di aver retto la pressione a New York come mai prima: “Non so se esiste una mentalità vincente innata. Daria mi aiuta in questo, ne vedo gli effetti e non so se un anno fa, in una situazione di pressione simile, avrei superato tante difficoltà quante agli US Open di quest’anno”
Il suo team resta un suo punto di forza: “Lavorare con me non è sempre costante. Ci sono momenti belli, ma ci sono anche momenti difficili. Il periodo passato negli USA è stato impegnativo per me e tutta la squadra lo ha sicuramente sentito. Molta tensione e stress influiscono sulle relazioni, lavorare può essere una sfida. Ma so che la squadra lo capisce, mi sostiene e sa che ci sono momenti di sovraccarico per tutti”.
“Ons è una brava ragazza, una che ha tante classe, mi piace molto. È naturalmente gentile con tutti noi, è fantastico. Si è congratulata con me con grande classe”.
Torna sull’essere diventata n.1 dopo l’addio di Ash Barty: “Ho letto che la decisione di Ash mi ha dato le ali per spiccare il volo e che ho approfittato della situazione. In realtà, i miei obiettivi non sono cambiati dall’inizio della stagione, li stavo costantemente perseguendo. Il fatto che Ash abbia deciso di porre fine alla sua carriera, che sono stata la numero due per meno di una settimana, e poi in un giorno sono diventata la numero uno, significava solo che dovevo trovarmi rapidamente in una nuova, incredibilmente impegnativa situazione”.
Iga aggiorna da sola i propri social, usandoli con moderazione: “Gestisco da sola i miei account sui social media, con un piccolo supporto sostanziale da parte del mio team. Questa è un’opportunità per me di entrare in contatto con i miei fan. Leggo i commenti, ma non tutti, perché sarebbe difficile, c’è semplicemente troppo movimento. Durante i tornei uso meno spesso il telefono. Quando non sono in gara allora lì controllo molto più spesso e più liberamente, ma con un tempo comunque limitato”.
In Polonia c’è grande aspettativa su lei: “Lo sento, ma cerco comunque di giocare per me stessa, divertirmi, perché dipende da quel che faccio io alla fine. Cercare di soddisfare tutte le aspettative può portarti velocemente verso l’esaurimento”.
Conferma che la seconda parte di stagione è stata più difficile da gestire: “È più difficile perché cresce la stanchezza, la nostalgia di casa, il solito sovraccarico legato a una stagione impegnativa come quella del tennis. Non mi concentro sul dover stare al top. Mi concentro sui prossimi passi e sullo sviluppo di me stessa”.
TAG: Dominik Senkowski, Iga Swiatek, Intervista
5 commenti
Credo che abbiamo definizioni diverse di ciò che significa essere carismatici. Hai confuso il carisma con la celebrità. Questo testo parla di campioni di tennis consapevoli di se stessi e dei loro obiettivi. Sulle celebrita c’e un altro articolo, appena sopra.
E chissenefrega.
Il quid usalo in politica. Per tennis conta di più lo smash.
Su Iga non mi pronuncio ma affermare che Ash non ha carisma è vedere il mondo senza la sua reale bellezza…
Un po’ come Barty. Una numero uno senza reale carisma e appeal.
Peccato.
Talento, vittorie, trofei non sempre bastano se non si ha quel “quid” in più che a lei, come a Barty, manca.
Iga è la numero 1. Senza Barty e con Osaka i caduta libera, spero che Ons riesca a crearle qualche grattacapo, in modo da rendere il tennis femminile più interessante.