Godsick: “Laver Cup nei nostri piani resterà un evento indoor con l’iconica superficie nera”
A margine degli eventi promozionali per l’edizione 2022 della Laver Cup, è stato chiesto al Manager Tony Godsick sull’ipotesi di far diventare la Laver Cup un evento su diverse superfici, e magari più di un appuntamento all’anno. Rispondendo alle domande, il manager di Roger Federer e factotum della ricca esibizione ha tagliato corto, confermando che queste novità non rientrano nei loro piani per il prossimo futuro.
“Non puoi mai dire mai, ma al momento non ci sono queste idee sul tavolo. Vorrei pensare che una delle cose che ci rende unici e una delle cose che mettiamo insieme dal punto di vista della costruzione del brand sia questo campo di colore nero, diventato iconico”.
“Il nostro obiettivo è quando le persone vedono le immagini o alcuni contenuti sui social media, quando accendono la TV, vedono il ‘Black Court’ con gli spalti al completo, e pensino ecco, questo è la Laver Cup. Per questo immagino che rimarremo un evento con campo in sintetico. Anche perché dove siamo collocati nel calendario è esattamente nella stagione sui campi veloci. Non ci sono idee di spostare l’evento in un altro periodo dell’anno tennistico, così è ok”.
“Avremo sempre bisogno di un tetto, perché abbiamo la disponibilità di questi ragazzi per un periodo di tempo molto limitato, solo tre giorni. Non possiamo correre il rischio di maltempo e cose del genere. Quindi probabilmente rimarrà così”.
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Forse la Laver Cup, che ad oggi non ha nessun reale senso – e ancora meno nell’attuale clima da guerra fredda/mondiale – potrebbe reinventarsi come il grande evento “senior”, riservato a giocatori over 35. Cosi’ i Fab 4 potrebbero continuare a giocare contro/assieme all’infinito, e a riempire palazzetti con gli appassionati della domenica.
In una interpretazione più religiosa potrebbe essere anche il letterale: malato di Dio ad evidenziare l’inevitabile dipendenza dal Divino. In una certa interpretazione teologica l’ateo è un nonsenso: chiunque crede in qualcosa anche il materialista storico!
@ pablito (#3345364)
Un tempo alcune esibizioni Dallas Anversa erano significative per i contendenti per il ricco montepremi, poi Dallas era il master del circuito wct ,i tornei poi furono inglobati nel grand prix e quindi anche le finals forse attribuivano punti i tornei due o tre penso di si,ma questi che guadagnano mezzo milione di euro se fanno semifinale a uno Slam non penso siano stimolati aĺl’agonismo e per questa ragione di conseguenza rendano attraente il torneo per giunta con la formula a squadre
Esibizione-business dall’interesse relativo. 🙁
Fra un paio d’anni superficie diventerà rossa perché chiameranno il torneo RF Cup
iconico? 🙄
Non mi piacciono le amichevoli della Nazionale e queste esibizioni mi entusiasmano quanto il Festival di Sanremo! Forse se giocassero con la mano debole o i piedi legati, allora…
Sai cosa ci vuole a preparare un terrennero alla Oxigen Arena, dove comunque limitazioni del passato agli accessi a parte credo che i Masters fossero molto più sentiti che al palaisozaki – Alpitour
Pecunia non olet.
Cè chi paga fino a 15.000 euro un biglietto per l’ultima di Roger Federer. Sicuramente è contro il Rdc enzo
Che nome figo “Godsick”, stanco di dio.
io proporrei un ulteriore singolare, tra i capitani