Parla al Corriere della Sera Darren Cahill il supercoach di Jannik Sinner: “Come mentalità mi ricorda Hewitt: ha la stessa scintilla negli occhi, che non si vede spesso nel circuito”
Dal Corriere della Sera arriva l’intervista di Gaia Piccardi a Darren Cahill.
Sinner sarà in campo sulla terra di Umago (Croazia) dal 25 luglio, diretto verso lo swing canadese e americano (Cincinnati) che conduce all’Open Usa, l’ultimo Slam.
Darren, lei ha portato per mano il giovane Hewitt, l’anziano Agassi e la rumena Halep al numero 1: crede di farcela anche con Sinner?
«Uh, che domanda difficile! Ci crede se le dico che con Jannik non abbiamo mai parlato di classifica in queste settimane? Per me il ranking è irrilevante. Fondamentale è mettere il ragazzo nella condizione di lavorare al meglio, ogni decisione in funzione del suo bene. La classifica, se saremo bravi, seguirà».
Come si dividerà il lavoro con Vagnozzi?
«Faremo settimane da soli con Jannik e periodi insieme: presto ci spartiremo il calendario. Il periodo di prova di Wimbledon è stato molto positivo: conoscevo Jannik come giocatore ma non come persona. Mi ha impressionato. È umile, spiritoso, ben educato e pieno di passione per il tennis. Queste sono le doti umane più importanti per me. Poi viene l’atleta, le cui qualità sono sotto gli occhi di tutti».
Con Vagnozzi vi spartirete anche i campi d’intervento sul giocatore?
«Dal mio punto di vista, un tennista è fatto di tecnica, tattica ed emozioni. Con Simone lavoreremo su tutto insieme, compensando le nostre virtù e debolezze. La condivisione di esperienze produce solo ricchezza».
A proposito di condivisione, ha parlato con Piatti?
«Certo che sì, siamo in contatto: io e Riccardo ci conosciamo da anni, lo stimo molto, Jannik l’ha formato lui. Non potevo non sentirlo».
Qual è la lezione più preziosa che Sinner ha imparato dalla sfida con Djokovic?
«Io vedo solo spunti positivi: martedì Jannik ha capito di poter giocare alla pari con l’ex n.1 del mondo. Non è un’informazione da poco. Ha capito che una partita con i top player è fatta di fasi e che dovrà alzare l’intensità del suo tennis insieme al livello, come ha fatto Novak dal terzo set in poi. Jannik, invece, è rimasto allo stesso livello dei primi due. L’ho visto stanco, alla fine: cinque set sull’erba sono brutali. Avrebbe dovuto dosare meglio le energie per non finire in riserva. Imparerà in fretta».
Quanto è importante dotarlo di più soluzioni?
«Vitale. Immagini Jannik come un arciere: nella sua faretra dovrà avere molte più frecce di quante ne ha ora. Se un piano non funziona, via, si cambia».
Sinner, cosa gli manca ancora per battere Djokovic: una sconfitta che è una promessa
Dopo il k.o., Sinner è stato meno duro del solito con se stesso: ho sbagliato troppo, ha detto, ma posso darmi il permesso di essere felice.
«Ci dice quanto il ragazzo, a 20 anni, abbia voglia di migliorarsi e uscire dalla sua zona di confort. Con Novak ha perso senza mai smettere di provarci, essere creativo. Non può essere triste, proprio no. Con un 3% di maturità in più, già cambia tutto. È una spugna: impara da ogni palla. Ma è già eccezionale».
Djokovic ha detto che vede un po’ di se stesso in Jannik.
«L’ha detto anche a me, ha ragione. Ma vado oltre. Come mentalità mi ricorda Hewitt: ha la stessa scintilla negli occhi, che non si vede spesso nel circuito. Jannik è una tigre in gabbia, aspetta solo di essere liberata in campo».
È stato Sinner in persona a contattarla: le ha detto perché l’ha scelta?
«A dire il vero no. Credo l’abbia fatto per non avere rimpianti in futuro. Oggigiorno avere due coach non è inusuale. Sono felice e onorato che mi abbia chiamato».
La sua migliore qualità?
«La fiducia. La convinzione di poter arrivare al vertice di questo sport. Non è qualcosa che si impara: ci nasci. Forse gli deriva anche dal suo passato di sciatore. Sentii parlare per la prima volta di questo ragazzo italiano proprio qui a Wimbledon, da Riccardo Piatti che all’epoca lo allenava, circa tre anni fa. La stagione dopo era già un top player. Da allora seguo i progressi di Jannik costantemente».
La sua miglior superficie?
«Quella su cui al momento è più pericoloso? Certamente il veloce. All’Open Usa la palla vola, i campi sono rapidi: vedremo di arrivarci preparati».
Chi vince Wimbledon domenica, secondo lei, Darren?
«Djokovic».
E Wimbledon 2023?
«So cosa vorrebbe sentirsi dire: ci stiamo lavorando sodo, fidatevi di noi».
TAG: Darren Cahill, Jannik Sinner
Sinner ha sbagliato troppe prime palle e per questo non ha calcolato tutte le sue forze sui 5 set ma ho fiducia nel suo futuro..vorrei che irrobustisse un pò il suo fisico..winbledon è un campo molto duro perchè arriva ai 5 set e l’erba riduce molto gli sforzi. La tattica è importante!
Contento del contenuto di questa intervista conoscitiva del nuovo collaboratore della preparazione e miglioramento di Jannik ! Spero ovviamente che possano entrambi aiutarlo ad un ulteriore miglioramento e completamento del “SUO” gioco in campo ! FORZA JANNIK !!!!!!!!
@ Markenada 63 (#3259805)
Secondo me il punto chiave è quello che ha anche dichiarato Cahill nell’ intervista, ed è un punto non facile, quello dell’ amministrazione delle energie. Jannik sa ormai essere travolgente, lo aveva già fatto vedere anche in sconfitte come con Tsitsipas e Zverev, a ancor più in tutte le partite a Wimbledon, sciorinando un repertorio a tratti da numero uno al mondo, ma non riesce ancora, come si è visto con Nole a tenere una certa costanza e aumentare il dispendio energetico al momento giusto. È molto confortante che Cahill abbia subito richiamato l’attenzione su questo aspetto, il ché vuol dire che une delle priorità, se non la principale del team sarà questa. Mi attendo grandi progressi forse anche a breve, vedremo il favoloso gioco di Jannik prendere continuità!!
La strada dell aggiunta di variazioni e più tattica nel tennis di Sinner è definitivamente presa, che anche per Jannik è il motivo per il quale ha lasciato Piatti. Non si è parlato del passo decisivo per Sinner che sarebbe il salto di qualità nella prima di servizio. Vagnozzi, credo, si dovrebbe occupare maggiormente della parte tattica con i diversi avversari che incontrerà. Cahill più la parte tecnica, sul servizio tecnicamente vediamo se ci saranno novità su un movimento tecnico che non dá, così com é, molti margini sulla potenza
Ma io non lo nascondo affatto!!!
Lo dichiarò da sempre: sua che vinca, sia che perda …
Sorrido…
E grazie.
La crescita di Sinner come giocatore non è in discussione. A mio giudizio è chiaro che il ragazzo è ormai sbocciato, certo non completamente, ma questo Wimbledon ci lascia un giocatore più consapevole dei propri mezzi e fiducioso di colmare in prospettiva in tempi ragionevoli i propri limiti fisici e tecnici!!
@ Oh, Reilly? (#3259526)
Sì, mi sta bene il confirmation bias. Io lo vedo in un’ altra prospettiva. Quando il tennista ha mostrato anche una sola volta di riuscire a servire in un certo modo e ovviamente lo stesso criterio di applica agli altri colpi, il sistema ha subito una TRASFORMAZIONE IRREVERSIBILE,si è completata una transizione ad un nuovo sistema, di cui non conosciamo ancora esattamente i contorni, conosciamo solo gli elementi che hanno completato la transizione, servizio, smorzate, drop shots, ecc.ecc. certamente il nuovo sistema subirà anche un processo di normalizzazione, vedremo quale sarà la suaconfigurazione nei diversi stadi di questa normalizzazione, ma la transizione irreversibile è stata completata!! Posso anche produrmi in un ” Adoremus”? Grazie.
Ma sì, va bene così, uno parla di variabili nascoste, prendendo per approccio deterministico quello che altro non è se non confirmation bias, prendendo solo i casi che gli piacciono e negando come particolari e marginali gli altri casi, che sono peraltro maggioritari. Impossibile anche prenderlo come trend, perché basato su 3 incontri, con l’ultimo che lo contraddice palesemente. L’altro confronta mele (duro indoor e outdoor) con pere (l’erba) quando si tratta di servizi. Presumo che il numero e le date delle partite giocate su erba da Sinner siano note, quindi il confronto semplicemente non sta in piedi (vedi anche sotto).
Ok, va bene così, avanti, cioè indietro.
Vi state preparando per un risveglio quando Sinner tornerà su altre superfici dove àncora diversamente i piedi.
Poi confrontare un tennista in pieno sviluppo tecnico-tattico, oggi, con uno che pesava meno che non aveva appoggi sicuri, non aveva assicurato una certa consistenza dello swing, fa un po’ ridere (solo a me, mi rendo conto, che il confronto qui dentro è quello che è). Sembra di leggere un’evocazione del tennista “selvaggio” tutto talento* e zero tecnica. Eppure anni di tennis vi avrebbero dovuto schiarire le idee da tempo (Zverev, Federer, Medvedev, Berrettini, etc.. etc.. ): i tennisti vengono “normalizzati” per garantire meno infortuni, più vittorie senza strafare su ogni punto e continuità delle prestazioni in campo (ring a bell??). Tennisti allo stato “brado” non ne esistono. Cioè ci sono eh, sono i Dustin Brown fuori dalla top100 da tempo, le Keys che perdono e perdono anche male appena mettono piede fuori dalla loro zona di comfort. A parte queste teste dure, gli altri si rivolgono a più miti consigli (soprattutto se vuoi carriere anche dopo i 30 anni).
A questo punto preferisco l’ adoremus di Ariforsinner per quanto anacronisticamente proiettato nel futuro come i soli fan sanno fare, almeno ha il pregio di non considerare Sinner come un tennista completo -le risate quando lo leggo su Alcaraz- anche se la storia dello sviluppo osteo-muscolare-sinaptico-contobanchista non completato oramai sa di muffa. A rete con Djokovic (1,88mt) sembrava della sua stessa altezza dalla telecamera a fil di rete. Mettiamoci pure 2-3 cm di proiezione geometrica e Sinner sarà 1,91. Se pensate che arrivi a 1,95- 2 metri avrete un bel risveglio, anche per voi, al grido di “seguitelo… con gli occhi aperti!”.
@ Tafanus (#3259425)
@ Tafanus (#3259425)
Fantastico perché quanto tu ti ostini a non fare è di analizzare la qualità del movimento, in realtà il suo servizio è di gran lunga più potente, si sono visti degli stipendi aces, sia contro Nole che contro Alcaraz. È possibile che in un periodo di modifiche e di INFORTUNI ci possano essere stati dei cali sotto alcuni aspetti, anche dovuti a UNA FASE DI RICERCA (già da Anversa l’esecuzione e la potenza del servizio erano in netto miglioramento)e qui l’ aspetto deterministico vale su quello puramente statistico, perché un fenomeno si verifica, piuttosto che un dato grezzo frutto dell’ applicazione bruta delle formule. Tu conosci la battutina, io ho due bistecche tu ne hai zero, siamo in due, due diviso due abbiamo in media una bistecca. È una battuta banale che prende in giro l’applicazione ” naive” della statistica. A Wimbledon abbiamo un servizio sontuoso da parte di Jannik, il fatto era stato notato ad esempio dal commentatore online del sito spagnolo AS.com tennis ” un saque potentisimo durante todo el torneo” , la cui traduzione è semplice. Che poi il servizio sia calato alla distanza non ha importanza, ciò che importa è che lui sia in grado di servire a quel modo, per renderlo più continuo ha un team con quello specifico obiettivo. La tua cineteca purtroppo deve avere dei campioni da te organizzati in modo da ottenere i risultati che tu ti aspetti, come le statistiche di regime, ne più ne meno. Saluti
Andiamo a vedere. Sul servizio, una rapida scorsa alla mia cineteca mi dice che due anni e un anno fa, la prima di servizio era spesso vicina o superiore ai 200 all’ora, mentre adesso solo a volte raggiunge quella quota.
Nella tanto osannata partita contro No-vacs, ha avuto una percentuale di prime inferiore al 50%.
Dobbiamo considerare questo dato come un progresso fantastico, o fantasioso?
Adoremus
@ enzolabarbera1938@libero.it (#3259047)
Anche Cahill ha parlato di tenuta ma in modo costruttivo, non nel tuo, se fosse per te Jannik farebbe una tale involuzione da finire ai tornei i di circolo, tu l’involuzione totale definitiva la hai già fatta e vorresti che la facessero anche gli altri, ma la vita ti sfugge tra le dita e intanto i grandi campioni crescono, prenditi anche tu un Cahill…
Jannik non ha terminato né la crescita fisico ossea muscolare né, di conseguenza, la preparazione atletica.
Lei è quello che scrive che Jannik è lento mentre invece tutti cronisti sottolineano la sua velocità negli spostamenti.
Lei ha le sue idee, ma mi sembra che lei non tenga conto di molte evidenze che inficiano, secondo me, le sue conclusioni.
Sono stati pochissimi, nella storia del tennis, i ragazzi che sotto i venti anni erano già pronti ai massimi loro livelli.
E, se si va a controllare, erano di corporatura non altissima, come Chung o Alcaraz, per stare ai giorni nostri.
Jannik ha un altro tipo di fisico che richiede una preparazione più lunga..
Questo è un dato di fatto
L’importante è aver visto che lui è in grado di strappare due set a Djokovic
Fra qualche mese , a preparazione atletica più avanzata. I set saranno tre
Mentre Berrettini, per essendo più grande di età, per esempio e Norrie, più grande ancora, oggi, si sono fermato a uno…
La qualità di Sinner è nettamente superiore.
È necessario solo avere la pazienza di lasciarlo arrivare in fondo alla preparazione…
Le tue punzecchiate, almeno stimolano un po’ di dialogo 😉 Perché con un giocatore di vocazione così “internazionale” come Jannik, ormai tra i top15-10, mi vieni a citare come termine di paragone, solo giocatori italiani?
Zverev Sergi Bruguera, Alexander Zverev Sr.
FAA Frederic Fontang, Toni Nadal
La tendenza verso team multidisciplinari è in atto da un pezzo.. Volessimo dire le cose come stanno, non tutti possono permetterseli. Giocatori, non favoriti dalla classifica, che non hanno enormi guadagni, non si possono certo permettere un secondo allenatore, il fisio, il preparatore, il mental coach etc etc.. Di certo non possono portarseli in tour. Sicuramente esisteranno delle gerarchie all’interno di team Sinner, ma certo non possiamo essere noi a saperlo, se proprio possiamo solo fare delle ipotesi.. A sentimento, posso solo dirti che, credo Vagnozzi sia il Santopadre di Sinner, per interderci.
Per quanto riguarda il coaching, ci saranno sei mesi di “prova” e poi atp capirà cosa fare.. però non credo di aver compreso cosa volevi dire in quella parte di discorso. Buon tennis!
Questo continuo ricorrere alle statistiche è buon vero “scam'”. Conosco abbastanza bene la teoria delle probabilità, sia quella classica sia la questione del problema deterministico e il problema stocastico, sia il problema della probabilità del singolo evento, e la teoria delle variabili nascoste, legata in ultima analisi al concetto di probabilità. Ricordo il libro di un polacco tradotto in italiano su come le varie teorie statistiche siano state usate per arrivare a conclusioni non giustificate, dalle diverse istituzioni negli Stati Uniti.voglio arrivare a questo: quando un tennista ha subito un’ evoluzione nella meccanica del servizio. Mettiamo che come Jannik ha fatto vedere che ha migliorato enormemente l’ esecuzione del servizio, anche come potenza, una trasformazione è avvenuta nel suo sistema psicofisico, vuol dire che ora è capace di eseguire quel colpo nel modo sperato, la continuità è solo questione di allenamento ben condotto, lo stesso dicasi per gli altri colpi, il mio approccio è se vogliamo ” deterministico. Se volete quardare su Wikipedia approccio deterministico contrapposto a stocastico. Non rompiamo più con le statistiche, andiamo a vedere i cambiamenti, le evoluzioni del gioco, togliete via la spazzatura statistica (usata malissimo!)sono conclusioni le vostre che avrebbero senso solo su campioni di eventi che tendono all’infinito come numero!
@ simposio (#3258427)
Lecchi perché ti piace avere i numerini verdi
@ AriforJannik (#3258603)
Gli manca la bombola d’ossigeno per fare il quarto e quinto set. Possibile che non vi rendete conto di quello che scrivete? È proprio la limitazione dei mezzi fisici l’handicap di Sinner, troppo mingherlino
Per non parlare delle percentuali delle altre partite. Per non parlare dell’attitudine di voler portare dei cambiamenti come la frequenze delle discese a rete. C’è gente anche di altissimo livello che per anni non modifica nulla e continua a fare le stesse cose…ma di che parliamo…
Piatti: da 13 a 20 anni
Vagnozzi
Da inizio anno a luglio con covid, sindromi varie vesciche, strappo addominale e problema al ginocchio..
Però ottavi o quarti in tutti gli slam e mille…
I tuoi commenti affermano tesi sostenute da dati .inesatti
Questo è il livello che mi piace. La maggior parte dei commenti, tuttavia, sono nella migliore delle ipotesi, impressionistici o apodittici o legati alla singola partita…nella peggiore spazzatura….
piatti lo rimpiangerà sino alla tomba, dove lo trova un’altro Sinner?
Viceversa non si può dire lo stesso, allenatori bravi ce ne stanno a palate
Scusa, quello che non ha visto la partita sei tu.
E scrivi cose inesatte ..
Ti metto il link delle statistiche della partita:
https://www.eurosport.it/tennis/novak-djokovic_prs30062/person.shtml
Come potrai vedere Jannik ha il 63% di successo nelle discese a rete ..
Ma perché, che gusto ci trovate!?!?
E scrivi all’altro utente, ti ergi a maestrino..
E poi…
Ma che squallore…
Ottima Intervista di Cahill, direi risposte quasi impeccabili che danno fiducia su tutti i fronti.
Peró restano colpi di “situazione”: a differenza del servizio dove la posizione è predefinita e la palla è inerte negli scambi, anche se si è piazzati con appoggi solidi, si viene da uno scambio (con relativo battito cardiaco più o meno alto) e dovendo gestire una palla più o meno veloce, alta o bassa o differentemente pesante. Certo i colpi in recupero sono diversi, spesso giocati passivamente o con un’unica alternativa, ma anche quelli interlocutori dipendono dall’avversario che, soprattutto se al servizio, ha già creato uno schema (i professionisti “prevedono” ciò che potrebbe accadere dopo 6/7 colpi).
Piacevole discorso tecnico comunque.
Nella intervista succitata, alla domanda della giornalista: Ha sentito Piatti, Cahill risponde:
Certo che si! Siamo in contatto. Io e Riccardo ci conosciamo da anni. Lo stimo molto, Jannik l’ha formato lui. Non potevo bob sentirlo
Sorprendente, vero??? …Jannik l’ha formato lui…
LUI Piatti. Anche se Sinner non se n’é accorto, o se n’é dimenticato
È un 2001, li compie il 16 agosto. Se vuoi dico 20 per farti contento… Guarda che sono gli anziani che “tirano indietro”.
Dall’assoluta infondatezza di questi numeri sul gioco a rete emergono tutti i pregiudizi nei confronti del giocatore italiano. E inoltre Piatti non ha “portato Sinner al numero 7” dato che Jannik ha best ranking 9 ed è ridicolo porre la questione ranking con cifre volutamente esagerate (lunedì sarà al 10 non più al 13) quando i progressi di Sinner dopo il match con Tsitsipas agli AO sono sotto gli occhi di tutti, nonostante sfortune ed infortuni vari accusati da Jannik in questi mesi.
@ Giampi (#3258622)
Sarà per quello che Sinner dopo Piatti è sceso da 7 A 13… perchè c’è Vagnozzi!
Quindi vuol dire che non vedi i miglioramenti di Jannik in termine psico tattico e tecnico? Le tue ultime due righe rispecchiano un’evidente visione limitata
In genere non rispondo a troll, hater o persone prevenyte che cercano di portare avanti tesi precostituite invece di cercare il dialogo con gli altri. Faccio una eccezione con te. Non c’è stato nessun crollo fisico ma come dice Cahill, Sinner ha continuato con il livello dei primi due set e al limite ha gestito male lo sforzo sui cinque set. Il punto è che Jannik non ha ancora il livello per reggere lo sforzo tecnico, fisico e mentale con giocatori del livello di Diokovic. E ci mancherebbe visto che deve ancora compiere 21 anni. Magari non lo sai, ma il cervello completa in suo sviluppo, anche a livello neuromuscolare, proprio verso i 21 anni. Il 35enne può cominciare ad avere un calo, ma ha raggiunto una tale maturità, una tale esperienza, una tale strutturazione a livello tecnico e motorio che un ragazzo non può avere. Ci sono state naturalmente delle eccezioni vedi Nadal. Ma la normalità è quello per cui un giocatore con 1200 partite e con un livello straordinario proprio sull’erba al 90% le vinca queste partite…
21 tra un mese, dai, non spacchiamo il capello, mica è mia moglie che fino alla notte del compleanno si deve togliere un anno dall’età 😯 🙂
Vero Shupo può tornare (e tornerà) a fare risultati almeno degni del suo talento ma testa e carattere non li alleni. O li hai o non li hai
El peque più di quello che fa con il servizio…Fognini qualcosa in più poteva fare (record mondiale per dispersione dei falli di piede) ma in generale poca voglia di allenarsi sul servizio. Musetti che lo gioca con molto slice, dovrebbe almeno avere percentuali migliori. Sinner ha un problema legato allo sviluppo neuromuscolare. Non essendo ancora molto solido e robusto nella parte superiore del corpo e nelle spalle, al momento di colpire non riesce a scaricare bene il peso sulla palla. Se lo guardate al rallentatore il movimento è un po’ strappato e poco controllato. Non è infrequente che la prima esca di metri. Molto meglio con la seconda più potente e più controllata con lo slice o con il kick..per me l’ideale sarebbe ispirarsi al servizio di Federer che tira in slice anche la prima. Risultato: precisione e potenza controllata.
@ Vesciche e polline!! (#3258625)
Non è un esempio giusto.come potrebbe incrociare questi giocatori di fila,al limite 2.
Bella intervista
Solo una cosa : perché la traducete con il LEI visto che gli aussie non sanno nemmeno lontanamente cosa sia? :-)))
Io Shaguratov non lo sottovaluterei. Un momento negativo può anche essere lungo ma un talento come lui può sempre rifiorire
Vale anche per Musetti
Sisi.. Piatti ha veramente affermato ciò che si legge qui.
Mesi fa, verso marzo, se non erro…
Lo disse chiaramente.
Io allora, scrivevo su un altro sito, sottolineai molto questa fase, dandole tutto il peso negativo che tu pure noti.
Jannik non era più un ragazzino ma era già un top player. Trattarlo a quel modo è stato sbagliato ed umiliante.
Ma, alla fine, chi ci ha rimesso veramente è stato Piatti, perché uno come Jannik non lo troverà mai più.
Mentre invece, Jannik di allenatori come Piatti e meglio di Piatti, ne trova quanti ne vuole.
e anzi, l’ha già fatto…
Aridaje
20 anni non 21
Non dobbiamo applicare la matematica al tennis…e vero che due su 3 magari andava meglio ma hai zero recupero giochi ogni giorno ad un intensità superiore quella che paga sempre contro i top player dopo 1 ora / 2 ,un mille ci vuole pure tanta fortuna nei sorteggi,ma tu credi che possa battere di fila Fritz Aliassime Alcaraz Medvedev per farti un esempio mettendo i primi turni facili…lo slam 3/5 e diverso i primi 3 turni sai che sono sempre comodi e il giorno di riposo conta tantissimo…secondo me farà bene senza altro ma dipende dal sorteggio almeno per quest’ anno…
Ma ve lo ricordate Jannik in giro per il mondo con Volpini o addirittura senza coach ma solo fisio e preparatore atletico. Piatti si faceva vedere agli slam e qualche mille in Europa.. oggi vedo una panchina seria come quella dei più forti..
Eccalla’ …. parlante non poteva manca’
E Jannik ha mezzi illimitati….
Per fortuna Jannik gioca a tennis, caro..
È molto probabile che tu abbia ragione, in barca…
Ma credo che tra la vela d’altura e il tennis ci sia di mezzo…. Il mare!!!;)))
In realtà potremmo dividere i colpi diversi dal servizio in due macrocategorie.
Quelli fatti in totale equilibrio e tempo per preparare il colpo, da quelli in movimento, allungo etc, in cui i tennisti devono deviare dalla tecnica che padroneggiano e creare soluzioni di volta in volta diverse.
I colpi portati in totale equilibrio credo siano circa l’80% di tutti i colpi giocati nella vita di un tennista (non si incontrano sempre giocatori che riescono a prendersi un punto in max 3 colpi), quindi molto, molto allenabili.
Se su due piedi dovessi pensare ai tennisti con più differenziale nella capacità di padroneggiare i colpi portati in totale equilibrio rispetto a quelli in mancanza di equilibrio direi Aliassime e Alcaraz.
Alcaraz non in quelli puramente difensivi, intendiamoci, ma la sua tendenza a “tirare” il colpo, la sua mancanza di esperienza e la sua fiducia in se stesso lo tradiscono e lo portano a sbagliare colpi che lui pensa facili. Tuttavia, fatti senza avere tutti gli appoggi e le distanze giuste…
Qualche mese fa avrei aggiunto a questi due pure Jannik (soprattutto sul dritto).
In italia per anni i media hanno pompato un tale xhe ha vinto in carriera la bellezza di zero tituli e BR nemmeno 60
Questa è l’unica cosa di cui sono d’accordo con i commenti che spesso fa il signor Enzo soprattutto sui campi veloci se hai un grande servizio arrivi se non lo hai fatichi…se Jannick avesse avuto una % maggiore di ace e di prime efficaci avrebbe potuto tranquillamente almeno portare uno dei restanti set Djokovic al tie break e li è poi un 50/50 se Musetti avesse un servizio più performante al di là delle aperture più da terra passerebbe più turbi sul veloce (Ruud ne è l’esempio), se Fognini avesse avuto un servizio più pesante al netto del carattere avrebbe fatto una carriera fissa nei 10, stesso fisvorso anche per atleti stranieri tipo schwartzman con un servizio decente non avrebbe mai perso al 5 quest’anno a Wimbledon con Broady…
Aspetto con impazienza (e un filo – ma solo un filo – di scetticismo) di godere per la sua vittoria nei prossimi mille americani
A Wimbledon si è visto anche qualche elemento non proprio tranquillizzante. Ad esempio un crollo fisico dopo metà partita (a vent’anni), che invece non si è visto nell’avversario (a 35 anni).
Non ho visto alcun miglioramento nelle volées a distanza ravvicinata dalla rete (4 errori su 5 volées), né sulle smorzate (3 errori su 6).
Prestanza e resistenza fisica non arrivano dal cielo, ma si conquistano sudando in palestra, sotto la guida di un buon preparatore atletico
Veramente ha detto qualcosa di diverso. Io sto alle sue parole, e non alle interpretazioni delle sue parole. Eccole:
“Sono contento che abbia preso questa decisione. Io ho la mia filosofia, i miei metodi. Se uno vuole restare qui, deve accettare i metodi della academy. A 20 anni ci sta che si voglia andare a cercare nuove strade, fa parte della vita. Certo, faceva parte della famiglia, ma non è obbligatorio rimanere con la propria famiglia per sempre. I figli a volte decidono di andare a studiare all’estero, e quindi se ne vanno. Ma se restano, devono seguire metodi della academy”.
Totalmente d’accordo con Piatti. E ci mancherebbe solo che in una scuola il Preside adottasse tante filosopfie di formazione per quanti sono gli iscritti!
Io per ora mi limito ad osservare i risultati: con Piatti da 530 a 7, con Vagnozzi da 7 a 13.
@ Tafanus (#3258208)
Avrai fatto anche vela d’altura ma sei rimasto indietro, nell’ultima coppa America Luna rossa si è distinta per avere il doppio Skipper ed è arrivata ad un passo dal vincere la coppa!
Concordo in alcune delle cose da te dette (e comunque è sempre un piacere dialogare con qualcuno che non insulta o diffama subito chi è in disaccordo con lui).
Non dobbiamo confondere magari uno sparring partner con l’allenatore. Molti di sparring ne usano anche setto/otto all’anno, perchè non se lo portano dietro dovunque, ma in ogni sede di tornei importanti ce ne sono decine di bravi a disposizione.
Se fai un giro sui siti ufficiali (atptour per gli uomini, alla sezione players>overview, e wtatwnnis per le donne – alla sezione players>bio, scoprirai che di usual c’è solo UN coach. Questa la situazione attuale per il tennis italiano:
SINNER: Simone Vagnozzi
SONEGO: Arbino
FOGNINI: Gaich
MUSETTI: Tartarini
TREVISAN: Catarsi
GIORGI: Giorgi
BRONZETTI: Piccari
PAOLINI: Furlan
Unica eccezione? Berrettini, che ne mette tre: Santopadre, Giulisano e Rianna. Ma se chiedi a dieci giornalisti di dirti chi sia il coach di Berrettini, in dieci ti diranno che è Santopadre.
Le gerarchie esistono, ed è anche un bene che sia così. Ma sono pronto, come faccio da una vita in rete e fuori, a darti atto che era giusta la tua ipotesi e sbagliata la mia, se nei prossimi sei mesi (specie se autorizzeranno di nuovo – come sembra probabile – il coaching a bordo campo durante i matches) questo verrà effettuato indipendentemente da Cahill o da Vagnozzi.
I contratti da milioni vengono fatti sull’interesse/attrenzione che uno sportivo attira ancor prima che dai risultati (vedi Raducanu). Inoltre gli sponsor sanno che pagare oggi 15 mln anno x 10 anni a un Sinner o un Alcaraz può essere un affare perchè quando cominceranno a vincere a raffica si troverebbero a dover pagare 2/3 volte l’importo odierno per mettere sotto contratto lo stesso giocatore. E’ un investimento come tanti altri, con il suo profilo di rischio
Se Piatti ha veramente detto che i giocatori da lui allenati devono fare quello che vuole lui non potrà mai arrivare ad essere un vero Coach ma solo un ottimo preparatore e scopritore di talenti.
Il Coach e l’atleta devono avere una sorta di simbiosi con totale fiducia l’uno dell’altro e profondo rispetto reciproco, altrimenti la coppia scoppia!
Vi cito un esempio calcistico per rendere l’idea. Sapete chi è il più grande allenatore del mondo in attività? Ancelotti, e sapete perché?
Perché riesce a creare con i giocatori che trova nella squadra che allena di volta in volta (non ha mai richiesto giocatori o fatto spendere follie ai presidenti delle squadre da lui allenate) un rapporto totale di rispetto e fiducia reciproco. Parla a tutti, compresi quelli che staranno sempre in tribuna, in modo sincero e corretto e mantiene quello che promette, instaurando un rapporto unico e forte con tutti.
Nel tennis questo rapporto deve essere ancora maggiore perché le parti sono solo due. Piatti, se ha detto quella frase, ha inconsciamente o volutamente spiegato il motivo per cui tutti i giocatori di livello che erano da lui lo hanno lasciato… cioè che prima di tutto viene Piatti e poi gli atleti…. Niente di più sbagliato! Senza glia atleti Piatti conta quanto il 2 di picche quando briscola è fiori… ahahah
@ Urcaz! (#3258459)
Già 2 Slam sarebbero tanta cosa considerato che da una vita ( oltre 46 anni ) nessun italiano vince Slam
Mentalità da anteguerra, as usual!
@ Lampredotto. Così le sparo . redazione contenta (#3258219)
Magari la prossima volta, anzichè fare battutine, rispondi sul merito, w spiega a noi ignoranti di tennis come immagini che sarà gestito questo rapporto paritario. Comanderanno tutti e due allo stesso modo? Uno nei giorni dispari e l’altro in quelli pari? i tornei per categoria? (due slam a te, due slam a me?). Oppure pensi ad un eventuale sorteggio alla vigilia di ogni torneo? Facci sapere, che siamo curiosi.
@ Oh, Reilly? (#3258216)
Purtroppo, in attesa di verifiche, l’unica somiglianza accertata con Hewitt è l’essere un “pugnetto-man”. Una cosa che detesto con tutte le mie forze.
Le discese a rete molto buone sono, nella migliore delle ipotesi, delle teorie strampalate di chi non ha visto la partita. Se la avesse vista, e guardata senza occhiali distorcenti, si sarebbe accorto che su 5 discese a rete, e disponendo di una volée facile facile da due metri dalla rete, nell’80% dei casi ha buttato la palla in rete.
No quest’anno non fa Washington, fa Amburgo e poi Umago per poi iniziare la trasferta americana a Montreal.
@ Urcaz! (#3258459)
Per ora se ne vince uno è già tanto, due (come Lewitt) tantissimo.
Poi ovvio mai porre limite alla provvidenza, ma Lewitt fino agli infortuni (arrivati purtoppo molto presto) è stato un campionissimo e certo non sarebbe male arrivare a 22 anni con i risultati che aveva Lleyton a quella età.
Sinceramente mi auguro possa vincere più slam di Hewitt
Dopo questa bellissima intervista di Cahill ho capito perché la redazione spesso pubblica articoli che minimizzano Sinner come quello delle sconfitte contro top-5; Lo fa, non per astio verso il nostro atleta, ma perché quegli articoli generano maree di commenti e un sacco di interessa tra i pro e i contro Sinner, questo invece che ne parla in termini positivi solo 12! Forse il problema potrebbero essere proprio i tifosi stessi che alcune cose le prendono troppo sul personale.
Da profano: mi spieghi ?
Dai tempi di Luna Rossa mi par di ricordare che sugli armi esistono diverse figure:
skipper, tattico, navigatore…
Come collaborano e convivono ? 🙂
Ok motivi dalla voglia di farci sapere che sei stato skipper…
Ma qui non siamo in barca se non te ne sei accorto giocano a tennis. Ahhh ahhh
Avresti potuto fare un paragone su quando eri nel circuito Atp…
Ahhhh ahhhh
Credo, ma soprattutto spero, che Cahill (personalmente lo ritengo una persona di grande spessore e grande conoscitore delle dinamiche del tennis) sia la persona giusta per stimolare, “liberare” e migliorare le qualità di Jannik, tecniche e umane.
Cahill sarà il Coach di riferimento mentre Vagnozzi sarà, diciamo con un termine forse non adeguato, il consigliere che avrà il compito di far “aprire” Jannik…
Sono curioso di vederlo all’opera sul veloce
@ maci (#3258407)
Il calo di intensita’ da gestire, e’ un problema che si puo’ presentare solo negli slam ( 3/5 ) e solo contro Djokovic.
In un torneo 2/3 avrebbe battuto velocemente in 2 sia Nole che Alcaraz.
Il Sinner visto a Wimbledon per me e’ favorito n1 nei 2 mille americani, dove la palla gira veloce e lui si muove a meraviglia. ( a wimbledon, per quanto sia cresciuto, si vedeva che aveva ancora problemi con gli appoggi ).
A me invece ricorda uno che ha un contratto da milioni di euro che non merita
Se ha risolto gran parte dei problemi fisici come dimostrato a Wimbledon (mancherebbe solo da gestire il calo di intensità emerso nel match con Djokovic) ne vedremo delle belle al rientro sulle superfici a lui da sempre più congeniali…
Il programma deve essere unico, condiviso e semplice. Non devono farcire Jannik di informazioni, ancora peggio se non univoche. Secondo me in campo, a volte, Jannik pensa ancora troppo.
Se Piatti fosse stato più aperto alle esigenze di Jannik, sicuramente sarebbero ancora insieme. Ma Piatti ha detto che i suoi giocatori fanno quello che vuole lui, cosa che secondo me è inconcepibile per un ragazzo affamato di tennis come Jannik
Jannik ha 21 anni, è giovane ma le basi tecniche sono già consolidate. Un tennista a quell’età già fatica molto ad apportare delle modifiche, nei momenti topici ricorre alla “consuetudine” maturata nel tempo.Resto dell’idea che il movimento del servizio andrà e potrà essere modificato perché è l’unico colpo che puoi preparare, gli altri sono colpi di “situazione” ed è più difficile.
La base però è eccellente, anche a rete i colpi più secchi li sa fare è imparando la transizione potrà bastare per chiudere.
Ricordiamo che più che il numero di coach e chi conduce conta l’entusiasmo: fino a quando Jannik avrà fiducia nello staff, e vista la sua dedizione al lavoro, non potremo che avere un costante miglioramento ed i risultati saranno inevitabili.
Non credo si possa parlare di forma unusual (penso al calcio soprattutto nelle serie minori, ma nel tennis stesso, il doppio allenatore esiste da un pezzo) e per me non è difficile da immaginare.. Certo che, il punto è vedere come possa funzionare il mix nello specifico (bisogna provare, darsi tempo e poi vedere). Io mi immagino che Jannik sia lo skipper, che man mano si sta affiancando altre figure (team building); del resto tutti sono utili ma Jannik è l’unico indispensabile. Cahill, ha ammesso di essere reduce dalla depressione (qui sopra manca lo stralcio iniziale, di introduzione, del Corriere). Penso abbia accettato questa sfida (ovviamente per Sinner!), ma anche perché non sarà solo, ma ci sarà Vagnozzi e il resto del gruppo. Anche solo da questa intervista, posso percepire la grande esperienza che può portare sia come uomo, che come coach. Forza Jannik e forza team Sinner!
Ovviamente non lo conosco di persona, spero sia vero che abbia il fuoco di Hewitt, uno dei più grandi guerrieri insieme a Rafa mai visti su un campo da tennis, arrivato al vertice con mezzi limitati
Il paragone tra “Shupo” e Sinner non sta in piedi. Sinner ha una testa e un carattere decisamente superiori
Quello si, ma manca comunque il riferimento ad Amburgo dove Jannik è iscritto prima di Umago, boh
Un Piatti 2.0 (non nel senso che è meglio, questo vedremo, ma nel senso che ha spessore esperienza e prospettiva). Felice che Sinner abbia scelto di avere una guida oltre che un allenatore pur bravo come Vagnozzi anche perché fra loro cioè Vagnozzi e Sinner si percepisce intesa umana ma non quella simbiosi che lega ad esempio Berrettini e Santopadre che, secondo me, sono uno il sogno dell’altro.
Secondo me lo gestisce Cahill il condominio e a Vagnozzi va da dio così
Un Piatti 2.0 (non nel senso che è meglio, questo vedremo, ma nel senso che ha spessore esperienza e prospettiva). Felice che Sinner abbia scelto di avere una guida oltre che un allenatore pur bravo come Vagnozzi anche perché fra loro cioè Vagnozzi e Sinner si percepisce intesa umana ma non quella simbiosi che lega ad esempio Berrettini e Santopadre che, secondo me, sono uno il sogno dell’altro.
Boh! È come una spugna, impara in fretta! Sarà anche vero, ma allora come mai non ha imparato a servire in modo costante e continuo? Il servizio è l’arma in più del tennista. Fa salire in alto tennisti mediocri enzo
@ Tafanus (#3258208)
Certo,due sport molto simili.
Quasi nessuna novità per me da quest’intervista. Alla domanda sul dotare Sinner di soluzioni, Cahill risponde “vitale” e lo sapevo già che tipo di allenatore è. Che debba dividersi la poltrona per due con Vagnozzi è una necessità, non un’ opzione. Tra l’altro non è nemmeno il primo a farlo ce ne sono almeno una decina, così su due piedi, con più allenatori.
Ma la vera bomba che Cahill ha sganciato è stata a chi somiglia Sinner: a HEWITT.
Kaboom !!!! Colpito e affondato !!
E’ uguale spiccicato, preciso preciso, fatto dello stesso stampino di quello, stessa arroganza, stesso pugnetto-man, ricordo Federer in una intervista “non capivo, quando giocavo contro Hewitt sembrava che ce l’avesse con me, non gli avevo fatto nulla per cui non riuscivo a darmi una spiegazione… poi ho capito che era una cosa tutta sua”.
Kaboom, Cahill, Kaboom !!
Se (per gioco eh, non prendetelo troppo seriamente) guardo le possibilità di Sinner di replicare la carriera di Hewitt, prendendo il palmares dell’australiano vedo: 30 titoli (un po’ tanti per Sinner, al momento), due slam vinti (ci possono stare pure per Sinner): US Open 2001 (sotto Cahill), Wimbledon 2002; due Davis Cup (anche l’Italia può, magari pure 3 dai), 2 ATP Finals (no, qui secondo me Sinner può e deve fare meglio, almeno 4, si giocano indoor, la sua “supermigliorissima” superficie). E stop, le 80 settimane al n.1 secondo me, oggi come oggi, non ce la fa.
Piccola curiosità, Cahill portò Hewitt al n.1, ma non era il suo allenatore quando lo divenne, ruppero poco prima e Hewitt aveva all’epoca la stessa età di Sinner.
L’arrivo di Darren Cahill nel team Sinner ha dato grande fiducia sull’erba al nostro Jannik. La seconda di servizio a Wimbledon è stata un’arma in più insieme a delle discese a rete molto buone. Ora fa paura a tutti e già agli US Open può avere l’obiettivo finale. E poi ha messo sotto Carlito nelle gerarchie tra loro anche se ancora dietro in classifica. Chissa quando li vedremi in una finale slam. Penso già il prossimo anno, Nole e Rafa permettendo. Già Medvedev, Zverev e Tsitsi il prossimo anno soffriranno a stargli avanti. Intanto se Kirghios vincesse a Wimbledon non mi dispiacerebbe. Sarebbe una ventata di aria nuova molto positiva per il tennis. Concludendo senza dimenticare il nostro Matteo berrettini, campione universale , aspettando una sua zampata a New YORK.
Sono molto curioso di sapere come sarà gestito praticamente il condominio fra Cahill e Vagnozzi. E’ una forma unusual, ma è anche difficile da immaginare.
Ho fatto vela d’altura per trent’anni, e una cosa sono certo di averla imparata: in barca non ci possono essere due skipper, e neanche un secondo troppo insistente. Ognuno deve avere un compito ben definito, e quale sia questo compito lo decide lo skipper, e non due che si alternano a targhe alterne.
Niente Washington, non è presente tra gli iscritti.
Va bene tutto ma Umago-Washington-Cincinnati-Toronto in 4 settimane sarebbe stato un po’ troppo.
Oddio..
Ricordo un giocatore che disse “Adesso ho capito che posso battere chiunque”
Lo disse dopo Toronto mi pare
Chi era? Shupo ovviamente (da quel momento non ha battuto quasi nessuno)
No, l’ha scritto erroneamente la giornalista del Corriere che si è dimenticata anche di Washington, torneo che penso Jannik disputerà per difendere punti e titolo dell’anno scorso
“Sinner sarà in campo sulla terra di Umago (Croazia) dal 25 luglio, diretto verso lo swing canadese e americano (Cincinnati) che conduce all’Open Usa, l’ultimo Slam.”
Questa credo sia una vostra osservazione, non una parte dell’intervista, perché manca il 500 di Amburgo a cui è iscritto.