I successi della scuola tennistica spagnola
Stavo osservando, con un certo disagio, il match tra Zverev e Musetti.
A prescindere dal ritiro dell’ italiano, il “certo disagio”, veniva dal fatto di vedere il tedesco giocare un match perfetto, sui livelli delle ATP-Finals dello scorso anno, dove è stato praticamente ingiocabile.
Solo una settimana fa, lo stesso giocatore, giocava una partita sinceramente stucchevole contro il norvegese Rune, in cui non teneva una palla in campo.
Cosa è successo in questa settimana al buon Zverev?
E’ successo che ha cambiato coach, rivolgendosi al due volte campione del Rolan Garros, Sergi Bruguera.
Ora, non è che Bruguera abbia la bacchetta magica in grado di trasformare un brocco in un campione in una sola settimana, di sicuro ci sono state altre componenti: le condizioni di Madrid, che favoriscono il gioco del tedesco, le motivazioni, la posta in gioco etcetera, etcertera…Tuttavia questo episodio è stato lo spunto per fare una riflessione più generale sul momento del tennis.
Se scorriamo la lista dei primi 10 giocatori del mondo, ci accorgiamo che, includendo Zverev, ben 6 di essi(6 su 10, avete capito bene), hanno coach spagnolo o vengono da accademie spagnole(il caso di Ruud).
E’ un dato abbastanza impressionante, che dovrebbe far riflettere e che mi porta a due conclusioni:
1) Gli spagnoli sono gli allenatori che costano di più
2) Gli spagnoli sono gli allenatori più preparati
Diciamo che la prima conclusione è strettamente connessa alla seconda, che è poi il punto focale sul quale vorrei insistere.
La scuola spagnola negli ultimi 30 anni sta dominando il tennis: la Spagna è il paese che negli ultimi 30 anni ha portato il maggior numero di giocatori tra i top 10 e domina negli slam grazie ai ventuno successi d Rafa Nadal. Già, Rafa Nadal.
E’ lui che ha rivoluzionato il tennis moderno, portando all’ estremo la preparazione fisica e mentale dei giocatori, togliendo(ahimè) spazio al talento e alla fantasia, ma alzando nettamente il livello prestazionale del tennis. Carlos Alcaraz è il prodotto finale di questa rivoluzione. Un giocatore completo tecnicamente e mostruoso dal punto di vista fisico e mentale, con una continuità di rendimento impressionante per la sua giovane età.
Alcaraz ha sicuramente delle doti naturali, ma la sua vera forza, sta nel lavoro che stanno facendo dietro di lui Ferrero e tutto il suo team, lavoro che è iniziato tanti anni fa nella accademy del “Mosquito”, e continua ogni giorno con progressi di una celerità spaventosa.
Ma allora qual’ è il segreto della scuola spagnola?
Molti parlano di aiutini per migliorare le prestazioni atletiche, ma onestamente, fino a che non si trovano prove in merito, queste sono solo chiacchiere da bar. E’ evidente che il lavoro fisico che fanno gli spagnoli è nettamente migliore rispetto agli altri. Non si potevano produrre altrimenti fisici come quelli di Nadal e Alcaraz. Ma non c’ è solo quello.
L’ organizzazione sportiva spagnola è al momento la migliore del mondo e non solo per il tennis.
Innanzi tutto lo sport è una componente fondamentale nella scuola, i bambini perciò hanno accesso ad ottime strutture sportive fin dall’ infanzia, senza che le famiglie debbano svenarsi economicamente, il che stimola ovviamente l’ interesse dei bambini verso lo sport.
E poi, quando i bambini crescono, quelli più bravi entrano nella accademy.
La scuola tennistica spagnola, in particolare, si basa sulle accademy fondate dagli ex giocatori, che mettono a disposizione la loro esperienza ai maestri e di conseguenza ai ragazzi.
Le accademy hanno strutture di primissimo livello, con metodi di allenamento all’ avanguardia, che portano allo sviluppo fisico e mentale del giocatore. C’ è poi grande collaborazione inter-accademy, favorita dalla federtennis spagnola, che agevola il lavoro grazie alla condivisione delle conoscenze.
In italia l’ unica accademy degna di questo nome è quella d Riccardo Piatti a Bordighera, ma per il resto la preparazione dei ragazzi è affidata ancora ai circoli. Guardate Musetti: è ancora seguito dal maestro che aveva da bambino, Simone Tartarini, che, pur bravissimo, non poteva avere le strutture per garantire a Lorenzo una preparazione adeguata. Infatti dal punto di vista fisico, mentale, ma anche tecnico (la ricerca della palla, pur migliorata, è ancora nettamente insufficiente per questi livelli) è molto indietro rispetto ad Alcaraz che non ha più talento tennistico di Musetti, ma è stato costruito decisamente meglio. Il problema è che costruire un giocatore a 15 anni è un conto, a 20 è un altro. Chissà se Musetti fosse stato seguito da un accademy spagnola, magari in futuro ci sarebbe stato un bel dualismo che, almeno per il momento, possiamo solo sognare.
E qui si viene a Sinner.
Non mi ha mai convinto la sua decisione di lasciare Piatti. A Bordighera con Sinner è stato fatto un ottimo lavoro, sono stati costruiti dei fondamentali straordinari ed una solidità mentale che non ha eguali tra i tennisti italiani. Dal punto di vista fisico avrei da ridire, visti i continui acciacchi di Jannik, ma tutto sommato è ancora molto giovane e fisiciamente ognuno ha i suoi tempi d sviluppo. E allora perché lasciare Piatti?
Rivolgendosi altresì ad un coach, bravo, ma non con tutta questa esperienza ad alto livello?
E’ stata una decisione che sinceramente mi ha lasciato perplesso. Avrebbe avuto più senso rivolgersi ad un coach spagnolo, magari di esperienza, oppure ad un ex giocatore, ma onestamente non so che valore aggiunto possa dare Vagnozzi rispetto a Piatti. Anche perché tutto sommato, vengono dalla stessa scuola di pensiero. La differenza è che le strutture e le conoscenze di Piatti, sono decisamente maggiori rispetto a quelle di Vagnozzi(almeno sulla carta, poi non conoscendo personalmente entrambi, non posso giudicare).
Il futuro ci dirà, è ancora presto per giudicare, ma al momento il processo evoluivo d Jannik forse si è un po’ fermato.
La cosa certa è che adesso i campioni non nascono, ma si costruiscono e gli spagnoli, almeno al momento, li sanno costruire meglio di noi.
Massimiliano Cacurri
TAG: Carlos Alcaraz, Jannik Sinner, Lorenzo Musetti
Anche per me, aldilà dei miglioramenti tecnici ancora in corso,il nostro giocatore deve irrobustirsi, ed anche al galoppo, se vuole aspirare ai vertici.
@ Tennista da strapazzo (#3167825)
Non bastano le accademie a sfornare campioni, ma sono condizione necessaria per formarli.
Finalmente un articolo che mette a fuoco il nocciolo della questione.
Ci pensavo anche io. 6 top 10 sono allenati da spagnoli.
I numero parlano chiaro.
Questi non vuol dire che in Italia stiamo lavorando peggio di 20 anni fa. Le cose sono decisamente migliorate e i frutti si vedono, dopodiché siamo anni luce lontani dalla Spagna ed era perfettamente logico che il nuovo maestro nascesse li.
È smettiamola di dire che Alcaraz è lì perché ha doti naturali superiori agli altri. Troppo semplice. È il lavoro che hanno fatto su di lui(tanto e fatto bene) a creare il fenomeno che è.
@ enzolabarbera1938@libero.it (#3167117)
Ah sì? E Djokovic allora come lo classifichiamo? E Federer?
Certamente una cosa si può affermare: per sopperire ad una mancata strapotenza fisica si deve eccellere in altre caratteristiche.
Se poi si trovano fenomeni come NadalParera (e, a quanto sembra, anche AlcarazGarfia) che sommano queste altre caratteristiche, di estro istintivo e di concentrazione ferocemente vincente, allo strapotere espresso dai loro fisici allora per tutti gli altri restano solo le briciole.
La scuola spagnola deve essere un esempio
“La gallina ha fatto l’uovo” la premessa dell’articolo è disarmante. Bastasse rivolgersi alle grandi accademie o ai nomi altisonanti per creare campioni. Certamente lo sport in Italia potrebbe essere meglio organizzato, ma se ci lamentiamo del sistema tennis com’è attualmente improntato in Italia, con altre discipline stiamo freschi-freschi
La Spagna come l’Italia, è un paese complesso, ci sono differenze estreme fra i Paesi Baschi o la Catalogna e l’Andalusia, come da noi ci sono fra Sud Tirolo, Lombardia e Sicilia. Ci sono regioni come l’Emilia ed il Veneto, ma anche l’Umbria o le Marche dove le strutture sportive sono diffuse sul territorio e producono atleti. Purtroppo in Italia il grosso problema è il calcio, che assorbe troppe risorse, ma sappiamo tutti che è stato, anche prima dell’avvento di Berlusconi, un veicolo di consenso politico (anche in Spagna, ma meno). Peraltro, mi sembra che la Spagna, come scrivevo prima, sta puntando, almeno nel tennis, a creare delle eccellenze, come nel caso di Alcaraz che emerge in un quasi deserto (dopo di lui il primo next gen è Alvarez Varona 211 e Gimeno Valero 305) a scapito della diffusione. Nulla a che vedere con l’Italia che ha 4 fra i primi 10 next gen.
sul discorso allenatore, alcaraz circa un mese fa, in un’intervista, ha detto una cosa che mi frulla da allora nella testa.
parlando di sinner e berrettini, rispondendo ad una domanda, ha detto di avere, più di loro, un coach che è stato anche campione.
pensavo che la cosa non contasse tanto però dopo che l’ha detto ci sto riflettendo
A mio parere non bisogna confondere l’organizzazione con i risultati, soprattutto nel breve periodo. La Spagna è stato fino a pochi decenni fa un paese emergente, tranne che per calcio, pallacanestro, ciclismo, alcune specialità dell’atletica (marcia), e, come, e forse più dell’Italia, non ha potuto contare sulla massiccia presenza di immigrati, che costituiscano ormai la maggioranza degli atleti in paesi come Francia, UK ed ultimamente anche Germania. Ma questo non significa che nei prossimi decenni il gap verrà coperto. Qui stiamo ancora da anni a discutere su le leggi per la cittadinanza.
per tutti gli allergici di Alcaraz, vi do una notizia che forse non sapete e che vi rovinerà il weekend:
Carlos ha un fratello minore, di 10 anni, che, dicono, sia un futuro campione 😛
Si ma in quel laboratorio catalano dei Sanchez, che è stato il luogo da dove è partita la rinascita del tennis spagnolo.
Forse si riferivano alla tecnica pura, peraltro Ferrer era il primo a definirsi, con un’invidiabile autoironia “il peggior tennista al mondo”. Ma i risultati sono stati di ben altro livello! Rispetto a Fognini, comunque, penso che da parte del nostro ci sia stata una certa sudditanza che ha contributo a fargli perdere molte delle partite con il Catalano, un po’ come è capitato a lungo con Carreno, o spesso con Delbonis, giocatore sicuramente non di primo piano.
Armada
La Squola ispanica è come la Invincible Armanda che i mar dominava.
Articolo scritto il giorno successivo alla prima sconfitta con punteggio pesante subita da Sinner nel 2022, un tempismo perfetto per ricevere consensi!!
Nel 2022 ha giocato uno slam, un 500 e gli altri erano dei 1000, nel 2021 a questo punto aveva un titolo in bacheca giocando diversi 250.
L’anno scorso quando perdeva con Duckworth, O’Connel e Ridercnech era tutto ok??
Ora, con tutto che esiste la fortuna, davvero pensi che tutti i fenomeni nascano in Spagna per puro caso?
Ho letto alcuni tuoi commenti e credo tu sia una persona preparata e competente, per questo non puoi davvero pensare una cosa del genere.
Tomba è un esempio abbastanza fuori luogo. In primis la scuola sciistica italiana all’ epoca era fortissima(tutti si ricordano di Tomba, ma non so perchè nessuno si ricorda di Deborah Compagnoni,che dominava con la stessa naturalezza). Secondo stiamo parlando di 30 anni fa, quando non c’ erano le strutture moderne e quindi il talento risaltava molto di più.
Se Alcaraz fosse nato a Sezze Romano, non sarebbe il fenomeno che è adesso, chiaro che non può esserci prova contraria, ma l’ imprinting di Ferrero su Carlos si vede eccome.
Anche per me ma Atp fa come gli struzzi e non controlla!!!
La lotta al doping è persa in partenza, pur con tanto di testionianze, confessioni ecc… ecc …il tutto non interessa the show must go on
La lotta al doping è persa in partenza, pur con tanto di testionianze, confessioni ecc… ecc …il tutto non interessa show must go on
Gli spagnoli sono un popolo piuttosto diverso dagli italiani. È vero che il comune sostrato latino, e l’analoga latitudine, inducono a delle comparazioni, ma le nostre storie si sono separate dalle invasioni gotiche in poi. I temperamenti, forse, sono simili, ma il carattere nazionale si è formato in modo diverso. Per farla breve, gli spagnoli sono un popolo forse meno sofisticato, ma più disciplinato e meno individualista del nostro.
La maggior parte della popolazione vive in caseggiati o gruppi di caseggiati (le “urbanizaciones”) che non eccellono per bellezza architettonica, ma che spesso sono dotati di utilissime infrastrutture comuni per il tempo libero: palestre (o per lo meno attrezzi ginnici installati negli spazi comuni), sale riunioni (“salas de comunidad”), campi da tennis, padel, basket e minibasket, campetti di minicalcio ecc., spesso anche piscine. E vi si organizzano feste e tornei e vari tipi di riunioni e manifestazioni. In Italia tutto questo lo si vede in rari casi, forse solo nei centri di villeggiatura, difficilmente i nostri condomini sono dotati di simili infrastrutture, al massimo hanno un parco giochi per l’infanzia. Ciò si deve, un po’, alla mancanza di spazio edificabile, ma anche quando lo spazio c’è aleggia quello spirito di individualismo e diffidenza reciproca che rende difficili i rapporti condominiali, e quindi le iniziative comuni, persino quando si tratta di pulizia delle scale, figuriamoci per la manutenzione di infrastrutture come quelle che ho citato.
Tornando al modello spagnolo, un bambino sin dalla più tenera età, già all’interno della sua “urbanización”, ha nodo di capire a che sport si dedicherà quando sarà più grandicello. A volte si vedono ragazzi che sembrano nati con la racchetta in mano, ed è perché effettivamente quando cominciano a frequentare le scuole di tennis (numerosissime e mai troppo esclusive) hanno già una discreta infarinatura della disciplina, acquisita magari per passatempo all’interno delle loro agglomerazioni. La quantità di sportivi in Spagna è, di conseguenza, impressionante. Lo spirito di comunità, presente sin dalla tenera infanzia, fa da traino con il suo effetto di emulazione. Gli sportivi non sono quegli individualisti un po’ matti che di punto in bianco decidono di fare maratone o cose strane, ma gente che segue modelli comportamentali interiorizzati dall’infanzia.
Ultimamente in Spagna si era cominciato a parlare di crisi del tennis riconducibile alla tendenza attuale alle strutture coperte e centralizzate. Il modello comunitario, democratico e diffuso dello sport comincia a risentirne e a far posto a quello selettivo e specialistico. Anche qui, la nuova tendenza sono i campi veloci e indoor (questi ultimi sono ancora rari in Spagna, almeno in quella parte soleggiata che ha prodotto i maggiori campioni, la Catalogna e la Costa Mediterranea). Vedremo quali saranno gli sviluppi. Per il momento, il crollo che si temeva per il dopo Nadal non sembra probabile, del resto è tale la moltitudine di praticanti non occasionali di questo sport, e di scuole altamente qualificate, che il trapasso dal modello terraiolo non sembra ancora così grave.
Dimenticavo gli acciacchi.. covid e influenza non sono acciacchi non hanno nulla a che vedere con la preparazione, la struttura alle spalle e tantomeno le vesciche che peraltro gli sono venute pure quando stava con Piatti. In ogni caso gli infortuni nello sport sono frequenti a prescindere dal centro superefficiente.
È così…oggi è uscito fuori Alcaraz ma se fosse nato in Croazia o in Bielorussia sarebbe uscito fuori lo stesso. Tomba, un fenomeno mondiale, non è un prodotto della scuola altoatesina ma un “indolente” sciatore emiliano. Se fosse nato in Spagna sarebbe diventato un campione lo stesso. Nel caso la “scuola” la vedi dal numero di giovani che escono fuori ogni anno. In questo momento in Spagna non c’è quasi niente. Invece le scuole più importanti attualmente sono quella francese, italiana e ceca. Usa, Australia, Germania, Inghilterra poco o niente. Articolo francamente fuori luogo. Poi se l’autore vuole entrare nel merito del cambio allenatore da parte di Sinner, o è informato su come sono andate realmente le cose o fa una valutazione da corriere dello sport (rigorosamente minuscolo). A questo punto chiacchiere x chiacchiere posso dire la mia. Sinner dichiara che entrerà un nuovo membro nello staff, e Piatti semplicemente si è opposto ponendo un aut-aut. Tipo qui comando io e si fa come dico io….e Jannik ne ha tratto le conclusioni….
Come detto da inizio separazione di mesi fa, il problema inizia dal come ha chiuso e dal fatto che Vagnozzi oltre ha non aggiungere nulla dal punto di vista tecnico manca di un complesso team tecnico, un’articolazione di un team professionale che in Italia individuiamo nel team Piatti e quello non lo formi in 3 mesi.
Ottimo che si inizia a formare un dibattito serio.
Musetti e Piatti li vedo bene invece, almeno una collaborazione stretta.
Più che altro è COME si perde… è non è la prima volta.
Il senso di impotenza cosmico…
Sicuramente interessante questo articolo di Massimiliano Cacurri. Molte argomentazioni sono interessanti e acute! Tuttavia non sono d’accordo su un aspetto. Innanzitutto quando scrive che Jannik avrebbe dovuto rivolgersi a un coach spagnolo o a un ex giocatore! In realtà Vagnozzi è un ex giocatore, tra l’altro anche molto intelligente, dote che sta usando magnificamente come coach!
Quanto alle ragioni per cui ha lasciato Piatti, queste sono puramente caratteriali. La mia sensazione è che quando il coach lombardo ha di fronte un giocatore dalla personalità molto spiccata, inizino i problemi. Lo si è visto con la Samsonova, adesso anche con Sinner!. Tra l’altro mi sembra che anche con la Sharapova non abbia funzionato. La ex tennista russa aveva deciso di affidarsi a Piatti come ultimo tentativo. Dopo pochi mesi ha deciso di abbandonare definitivamente il tennis professionistico!
Concordo semmai che Jannik abbia bisogno di continuare a essere seguito da una struttura all’altezza come quella di Bordighera. Non so come siano le strutture di allenamento su cui Sinner può contare ora. Certo è che queste non valgono quanto quelle di Bordighera, lui e coach Vagnozzi farebbero bene a trasferirsi in Spagna!
E’ un approccio proprio culturale. In molti Paesi europei lo sport è seriamente integrato nella società a partire dalla scuola, non è un’appendice a parte, e permette a sportivi di punta a non essere costretti ad abbandonare la scuola, potendo portare avanti seriamente entrambi. Le nostre scuole hanno palestre vetuste e un paio di orette buttate lì per fare “ginnastica” esattamente come negli anni ’50. Negli Us, economia molto basata sull’iniziativa privata, i college attraggono giovani che eccellono nello sport con Borse di Studio, da noi le Università anche private non contemplano minimamente possibilità analoghe.
Infatti. Se qualcuno ha occasione di ascoltare i match in lingua anglosassone, quando gioca un italiano è un continuo lodare il sistema italiano (relativamente al tennis), che grazie al meccanismo di supervisione della FIT ma con decentramento locale (a differenza del fallimentare passato con i mega centri di “formazione”) ha prodotto negli ultimi 3/4 anni risultati clamorosi. Che poi la Spagna sia ancora meglio sia in termini di strutture, di coach (d’altronde guardiamo solo quanti ex top 10 degi anni 2000 oggi allenano – noi manco li abbiamo avuti) e di giocatori è evidente. D’altronde un fenomeno come Nadal ha trascinato un movimento che senza una superstar assoluta forse di sarebbe disperso in altre discipline. Ma se guardiamo a un altra scuola storica e prestigiosa come la Francia, per anni non ha prodotto, nonstante investimenti massicci, grandi campioni, aggrppandosi ancora oggi al vecchio Monfils. Forse adesso la generazione under 18 farà meglio ma sono vari anni che i francesini partono bene per perdersi per strada (parlando di livello top10), quindi l’organizzazione aiuta a produrre tanti buoni giocatori – come oggi non si può negare da noi esistano – ma non basta a fare il campione. I fuoriclasse emergono in qualunque condizione, basta vedere Rafa che è stato tirato su dallo zio Toni, un perfetto signor nessuno, mica è andato da Manolo Santana o da Manuel Orantes – tanto per fare due nomi.
L’organizzazione sportiva spagnola NON è certamente la migliore al mondo, stando ai risultati globali! Mi risulta che alle Olimpiadi, evento che certifica la qualità generale di un movimento sportivo assai più di una finale Slam, gli spagnoli non ottengano storicamente grandi risultati (a Tokio 3 medaglie d’oro, contro le 10 di Italia, Francia, Germania e Paesi Bassi, e le 17 dell’Australia!!!) In tutta la sua storia la Spagna ha ottenuto 47 ori olimpici, di cui oltre un quarto nel solo evento casalingo di Barcellona 1992. In sport di base, e molto più seguiti nel mondo, come atletica, nuoto e ginnastica la Spagna conta poco o nulla. Bastano questi dati a confutare l’azzardata affermazione dell’articolo?
@ Lupen (#3167095)
Ma cosa ne sai tu ???
Non sono d’accordo con le affermazioni su Sinner.
Il ragazzo è maturo e se ha preso questa decisione l’ha fatta meditando molto bene.
Faccio notare inoltre che tra lui e Vagnozzi c’è fiducia, sintonia e buona chimica cosa che non c’era con Piatti per quanto riconosco sia il miglior tecnico in Italia e uno dei primi a livello mondiale. Tuttavia se non c’era più il giusto feeling e fiducia bene ha fatto a cambiare. Sinner mi sembra entusiasta del suo nuovo coach , Mi fido di Sinner lasciamo lavorare in pace. Il processo richiede tempo. Fra 6 mesi ne possiamo riparlare
Gli spagnoli la cultura per lo sport l’hanno imparata alle olimpiadi di Barcellona nel 92. Da allora, ne sono convinto, almeno all’inizio hanno avuto degli aiuti extra ( basta vedere la strenua difesa dello stato alla pubblicazione degli esiti delle indagini antidoping dott. Fuentes ecc..) Negli ultimi tempi hanno imparato ed indubbiamente come preparazione generale hanno una marcia in più.Sicuramente ai vari atleti spagnoli va riconosciuta molta serietà e granda attitudine al lavoro.
“Ogni scarrafone è bell’a mamma soja” ma sostenere che Fognini abbia più talento tennistico di Ferrer è roba da TSO. Si sono incontrati 11 volte e lo spagnolo gli ha sempre inflitto delle severe lezioni. Il talento naturale di un tennista è dato dal connubio di elementi tecnici,tattici, atletici, caratteriali e comportamentali e in ognuno di questi elementi Ferrer era di gran lunga superiore.
Tutta l’introduzione sulla scuola spagnola ecc ecc solo per dire quello che pensiamo tutti… Sinner DEVE prendere un allenatore di livello!
Ci sta…
@ AlcarazForever (#3167081
“gli italiani rosicano” quindi pure tu?
Io penso che la grande spinta tennistica ad una nazione la danno i grandi campioni. Loro hanno Nadal. Noi dopo Panatta abbiamo il quasi vuoto assoluto. I ragazzi difficilmente si avvicinano ad uno sport come il tennis se non vengono stimolati. Solo ultimamente si sta vedendo qualcosa con Berrettini e Sinner ma è ancora troppo poco. Speriamo che nel futuro riescano a vincere qualcosa d’importante solo così secondo me il tennis italiano potrà trovare quelle forze per essere rilanciato.
Va bè, vogliamo magari però parlare un attimo dell’Italia di fine anni Novanta??…
Negli ultimi anni sì è visto un livellamento in basso del tennis top 30.Quanti incontri tra un top 10 e un top 50 si è visto arrivare al tie break del terzo . Voglio dire che un rune, zverev, Alcaratz o Tsitsi non hanno una superiorità netta su i top 100 .
Complimenti agli spagnoli! Noi come atleti e coach dobbiamo imparare, …poi la FIT DÀ UN PESSIMO ESEMPIO!
Ottimo articolo. Siamo lontani anni luce, come anche rispetto ad altre culture sportive. I risultati quindi, nonostante le ultime delusioni, sono ottimi e di più difficile aspettarsi. Tranne qualche super campione che può nascere dovunque
D’accordissimo
La Spagna all’inizio degli anni 80 era messa molto peggio dell’Italia (faccio questo paragone perche si tratta di paesi con caratteristiche simili: cultura latina, mediterranee, con una tradizione tennistica di tutto rispetto, soprattutto sulla terra battuta, paesi dove lo Stato ha un notevole peso). L’Italia vedeva il tramonto di una delle migliori generazioni di tennisti (la migliore resta, ad oggi, quella di Pietrangeli, Sirola, Merlo a Gardini) la Spagna vedeva la fine di alcuni grandi come Orantes e Higueras. L’Italia vide nei decenni seguenti una costante decadenza, con qualche acuto di giocatori come Cancellotti, Camporese, Canè (questi ultimi due avrebbero potuto fare di più, ma come storicamente succedeva in Italia, c’è stata poca cura sul piano atletico), Caratti, Furlan, Pozzi, Gaudenzi, Sanguinetti (mi sembra di non dimenticare nessuno). La Spagna nel frattempo, partendo anch’essa da (quasi) zero, praticamente la Famiglia Sanchez, riusciva piano piano a costrursi un’eccellenza nella formazione di talenti: Nadal ed Alcarz non vengono dal nulla, essendo stati preceduti da ottimi tennisti, che riuscirono, come nel caso di Moya e Ferrero, ad essere numero 1. Nel frattempo i tennisti italiano dovevano un po’ cavarsela da soli: Fognini ad un certo punto si rivolse ad un allenatore spagnolo, Josè Perlas e successivamente ad uno Argentino, Franco Davin, per uscire dalla mediocrità che aveva caratterizzato i suoi inizi e la carriera dei suoi predecessori (anche Gaudenzi era stato allenato dal coach di Muster). In Italia non si è ancora sviluppata una rete di scuole tennististiche per, a mio parere, 3 ragioni: mancanza di materia prima, ossia allenatori che possano vantare carriere così ad alto livello (Nadal ed Alcaraz sono stati allenati da Moya e Ferrero, ex numeri 1), approccio “artigianale” rispetto a quello “industriale” (Nadal e soprattutto Alcaraz sono atleti costruiti con il lavoro di anni) e qui veniamo alla terza causa, ossia il fatto che in Italia è abbastanza strano che un bambino venga “allevato” per fare il tennista. In Italia questo approccio è riservato al calcio (ed in certe zone ad altri sport di squadra, come basket, pallavolo, Rugby o pallanuoto) ma difficilmente ad uno sport individuale come il tennis. Infine la carenza di strutture, non solo di Scuole (o Academy, all’americana) ma anche di circoli che facciano una seria attività di sviluppo e promozione dei piccoli tennisti. La cosa strana è che, se guardiamo la classifica dei primi 1000 tennisti al Mondo, l’Italia è la terza con 84 atleti (USA e Francia ne hanno rispettivamente 94 e 93) con la Spagna molto lontana a 57: ma questo non ci deve stupire, perchè ormai da decenni l’approccio di questo paese è “scientifico”: pratica sportiva diffusa, selezione accurata dei migliori talenti ed investimento massiccio su pochi che effettivamnete emergeranno: al momento la Spagna ha fra i primi 10 next gen 1 solo atleta, Alcaraz mentre l’Italia ne ha 4: Sinner (2°) Musetti (4°) Nardi (8°) e Cobolli (9°). Ma Alcaraz da solo assomma più punti di tutti e 4 messi assieme.
Commento pacato e condivisibile.
Sul discorso talento credo che l’ articolo intenda dire che gli spagnoli sappiano valorizzare il talento meglio degli altri, non che rendano i brocchi fenomeni.
Premesso che essendo il talento qualcosa di non tangibile e parlandone si scrive sempre qualcosa di opinabile, mi sembra abbastanza lampante che Alcaraz abbia più talento di Medvedev, Rublev o Zverev, ma non più di Tsitsipas ad esempio(senza voler citar per forza giocatori italiani). Eppure Alcaraz farà scorpacciate di slams, mentre il greco farà fatica a vincerne uno. Questo è senz’ altro merito della miglior preparazione che offrono in Spagna.
Verissimo, infatti Nadal è un giocatore di tocco.
Come esistono categorie tra i giocatori, esistono categorie anche tra i maestri.
Se Sinner vuole diventare un top player e vuole competere con i migliori deve affidarsi a un maestro top con esperienza ai massimi livelli.
Quando Sinner ha lasciato Piatti pensavo che si affidava a uno super e invece ha scelto un maestro medio. Secondo me deve capire che deve affidarsi ai migliori
@ enzolabarbera1938@libero.it (#3167108)
Si se Nadal avesse avuto un figlio quando aveva 16 anni poteva essere il padre… Ma chi ha figli a 16 anni, non diciamo…
Ancora con ‘sta caxxata che l’avvento di Nadal ha tolto spazio a talento e fantasia! Ma datevi all’ippica!
La Spagna ha una grande tradizione, ma in questo caso non ne farei una questione di superiorità della scuola spagnola.
A parte quel fenomeno di Alcaraz, per il resto tra i nostri giovani e i loro non c’è lotta, siamo messi molto molto meglio noi.
Anche da noi ci sono le accademie, e il livello dei tecnici e dei coach è migliorato molto.
E mi fanno sorridere quelli che parlano di superiorità dei loro metodi di preparazione fisica. Musetti non mi pare fragile, Sinner ha le vesciche e ha avuto una indisposizione a Indian Wells, non è che siccome abbiamo Berrettini che ha un fisico particolare allora dobbiamo desumere che tutti i nostri preparatori fisici sono scarsi.
L’articolo offre molti spunti e ne condivido parecchi.
Ho dubbi su alcune affermazioni, tuttavia.
ad esempio, Bruguera non ha reso migliore Zverev. Il tedesco era già fortissimo ed a Madrid, viste le condizioni, si trova bene. Tuttavia, penso che lo scopo dell’articolo in questo caso fosse di evidenziare che i giocatori forti si rivolgono ad allenatori molto spesso spagnoli perché considerati più bravi e/o efficaci.
Concordo che un campione si costruisce (ormai fisico e mentalità sono importantissime al pari della tecnica), ma la base rimane il talento. se non sei portato per il tennis, puoi stare in tutte le accademy che vuoi, ma campione non lo diventi.
Comunque, il punto centrale di tutto sono le strutture di allenamento. queste Accademy sono davvero importanti e ammiro molto la Spagna per aver saputo organizzare una struttura cosi efficiente e integrata. bravi loro. e speriamo prenderemo spunto e che l’Accademia di Piatti non rimanga un fatto isolato, anche se virtuosissimo.
La struttura che c’é dietro a un giocatore é fondamentale, altrimenti si rischia di fare la fine di Camila Giorgi che insiste a farsi allenare dal padre…speriamo che Sinner&Co. riescano a raddrizzare il tiro prima che sia troppo tardi….
Zverev si è dimostrato spesso ingiocabile anche prima di cambiare allenatore, affermare una cosa simile solo dopo pochi giorni è ridicolo. Poi che la Spagna detti legge nel tennis è indiscutibile.
E pensare che molti parlavano di scuola italiana come modello da imitare…
Tutto giusto sulla scuola spagnola però questo articolo 2 giorni fa non sarebbe mai stato scritto, perchè avevamo 2 azzurri agli ottavi che avevano vinto bene contro discreti avversari. Abbandonarsi al disfattismo dopo una sconfitta non ha alcun senso. Sinner è passato in poche ore da “ora finalmente sembra piú solido” a “è tutto un disastro”. I progressi del tennis italiano, costanti negli ultimi anni, sono visibili a tutti. E sono visibili soprattutto a chi era abituato ad avere come numeri 1 Simone Colombo o Massimiliano Narducci, con tutto il rispetto. Abbiamo avuto ben 3 top 10 ultimamente e un movimento che cresce e offre buone alternative. Non siamo ai livelli mostruosi del tennis spagnolo, ma non vedo molti altri movimenti tennistici migliori del nostro. Non abbandoniamoci allo sconforto per una partita, è un atteggiamento troppo calcistico per essere tennis.
Beh il problema è ben più profondo e non riguarda solo il tennis.
La Spagna sta dimostrando una cultura sportiva che noi ci sognamo, nel tennis, nel calcio, nel ciclismo, ma anche nel basket e in molte altre discipline hanno dimostrato di avere delle strutture che aiutando i giovani a praticare sport permetteono poi di individuare i migliori e investire su di loro fino a portarli all’apice.
Da noi la platea di bambini e soprattutto ragazzi che non pratica nessuno sport è amplisisma e quelli che lo fanno si ritrovano a frquentare strutture vetuste costretta dalla cronica mancanza di fondi ad essere più interessate all’incasso della quota di iscrizione che alla vera crescita degli atleti.
Aggiungerei anche,a favore degli spagnoli,la mentalita’ oltre a tutto il resto riportato in questo,giustissimo,articolo
La Spagna sta dettando legge,oltre che nel tennis, anche nel calcio e nel motociclismo….
Nulla da dire riguardo la scuola spagnola, ma la Svizzera con Federer e Wawrinka hanno vinto di più. La scuola serve, ma il DNA non si smentisce.
Gli spagnoli nel tennis, nel calcio, nel basket hanno una grande organizzazione. Curano la preparazione dei giovanissimi con grande capacità tecnica, ma anche negli aspetti non strettamente tecnici sono all’avanguardia. Aggiungiamoci anche la naturale propensione all’agonismo che di solito caratterizza gli spagnoli e, oltre a quanto precisamente evidenziato nell’articolo, ci spieghiamo il loro mantenersi al vertice in questi sport da quindici- vent’anni a questa parte.
L’altra faccia della medaglia è che negli sport minori, quelli olimpici, sono poca cosa. Tutte le loro migliori forze sono concentrate sugli sport di grande seguito e ritorno economico.
Ottimo articolo che quoto particamente in tutto e riflette i miei commenti da molti mesi a questa parte: Musetti, Sinner per non parlare di Sonego e Berrettini a mio parere stanno perdendo il treno: troppo tempo con i loro coasch storici, quando si ha la fortuna e le capacità di arrivare a certi livelli occorre dare un boost e affidarsi a campioni e strutture di massimo livello: i vari Lendl, Massu, Nalbandiam(l’artefice dell’esplosione di Kecmanovic) solo per citarne alcune e tutta la scuola spagnola.Ma bisogna comprendeere che occorre investire su se stessi e sostenerne i relativi costi.Se non si ha la maturità per fare queste scelte (e consiglieri adeguati vedi famiglia ecc,ecc.) è un guaio vuol dire che non c’è l’ambizione giusta per avvicinare il ranking che conta ma semplicemente ci si “accontenta” di una buona classifica.Tutt’altro che da buttare,beninteso.
Sinceramente penso che Sonego abbia già fatto miracoli nella sua carriera rispetto al suo potenziale. Gipo Arbino dovrebbe avere un monumento per questo…
Io spero che migliorino anche per Jannik…Yannik non so chi sia.
Comunque sono molto fiducioso per Musetti…ha solo bisogno di più tempo per mettere a posto tutti i componenti del suo tennis, e una preparazione “alla spagnola” potrebbe snaturarlo troppo…un po’ come se Federer avesse cercato di copiare il metodo Nadal
Tutto condivisibile tranne il fatto che i campioni si costruiscono e non nascano tali. Poi non basta nascere dotati per diventare campioni, ma se non si è MOLTO dotati, campioni non si diventa. Sicuramente facilitare l’accesso dei bambini aumenta il numero dei praticanti e, di conseguenza, la probabilità che all’interno del gruppo ci sia un campione.
Ma è il talento che a un certo punto fa la differenza tra un buon giocatore e un fenomeno, a livelli simili di serietà professionale.
Se no non si spiegherebbero casi di giocatori che vengono da Paesi non così evoluti sul piano tennistico come Federer, Djokovic, Tsitsipas o la Jabeur.
Infine lo spunto iniziale dell’articolo per me è un’assurdità: Bruguera sarà bravissimo, ma anche l’anno scorso Zverev a Madrid giocò benissimo…
Quindi tirando le somme dell’articolo sinner non ha scelto per il momento il coach per fare il salto di qualità sia a livello fisico che tecnico Musetti e sonego devono affidarsi a gente più preparata se vogliono salire di classifica!
@ Lupen (#3167095)
Pagherà cosa? A Sinner serve un coatch a tempo pieno, Piatti ha una scuola da mandare avanti. Non vedo in nessun modo responsabilità di Vannozzi per la scarsa forma di Yannik, piuttosto mi meraviglia come nessuno citi la sua magrezza, ha le gambe come due stecchini. Magro vuol dire debole! enzo
Fondamentalmente, mi sembra che i nostri siano molto indietro nella preparazione fisica rispetto agli spagnoli….poi ci sono in subordine
gli aspetti tecnici e mentali.
Sinner non ha un piano B e anche quello A, comincia a scricchiolare, vedi le partite vinte all’ultimo minuto e le stese epiche con Titsipas e Felix…
Direi che se non cambia qualcosa, ci troveremo con discreti giocatori, ma fuori dalle posizioni che contano.
tutto pieno vero a parte la struttura e preparazione fisica………per me ce dellaltro…certi sviluppi muscolari in breve tempo certi recuperi tra una partita e altra sono molto strani e chissa perche succedono solo a loro
Apro e chiudo parentesi, il futuro del tennis femminile italiano si chiama Cocciaretto e Alvisi . Due tipe toste fisicamente !!!
Accingiamoci a vedere la partita dell’anno fra padre e figlio. In teoria Nadal per età potrebbe benissimo essere il padre di Carlos. Dimentichiamo per un paio di ore i nostri talenti inespressi. Se le daranno di santa ragione. Pronostico? Nadal! enzo
“i bambini perciò hanno accesso ad ottime strutture sportive fin dall’ infanzia, senza che le famiglie debbano svenarsi economicamente”
Per me questo è un punto fondamentale. E non vale solo per il tennis. Chi ha figli lo sa quanto sia difficile ed economicamente pesante gestire le attività sportive dei ragazzi.
Penso abbia qualcosa di miracoloso il fatto che comunque riusciamo a avere un buon numero di sportivi di alto livello nelle discipline olimpiche e non solo.
diciamoci la verità: avere un campione come Nadal che da quasi 20anni va in giro vincendo ovunque ha sicuramente aiutato a far diventare il tennis uno degli sport più richiesti dalle persone in Spagna e quindi le strutture sono sicuramente migliorate. Nadal iniziava a vincere nel 2003 se non ricordo male e Alcaraz ancora doveva nascere! In Italia sono 40 anni che si “pensa a campare”. Il tennis è stato e rimane (parzialmente) uno sport per “ricchi” nel senso che è stato visto uno sport per pochi amanti visti i pochi successi dagli anni 70 tranne qualche breve fiammata (soprattutto tra gli uomini). Quindi: da una parte un paese come la Spagna che sono decenni che è vincente e dall’altra un paese come l’Italia che ha trovato 2-3 giocatori di ottimo livello ma con una struttura sportiva semi-amatoriale (sempre facendo riferimento alla Spagna sia chiaro). Insomma c’è uno storico completamente diverso e che non è confrontabile. Se oggi i giocatori italiani iniziassero seriamente a vincere tornei importanti, probabilmente tra 10 anni vedremmo i frutti a livello di strutture, preparatori etc…non sono cose che si improvvisano. Credo che, per come siamo messi, i circoli stiano facendo il massimo possibile. Oltre questo è necessaria una rivoluzione strutturale ma è una cosa che vedo piuttosto difficile per il momento e soprattutto ci vorrà molto tempo.
Tutto giusto, per quanto riguarda il divorzio Sinner-Piatti , lo addebito all’ immaturità di Sinner, una decisione infantile che purtroppo pagherà’ in termini di carriera. Mal consigliato !!!!
Allora, in ordine sparso.
1) Jannik non ha avuto acciacchi in senso stretto ma vesciche. Buttarla in caciara non ha senso e fa confusione perche da l’idea di un tennista debole fisicamente. Si parlasse di Berrettini allora avrebbe senso;
2) Credo sia ora di finirla con la solita semplificazione del concetto di talento che porta a valutazioni puramente personali come “Musetti a livello di talento vale piu di Alcaraz o comunque uguale”. Ma che? Per la manualità e le palle corte? Oh, tutto puo essere e credo anche io che Musetti talento ne abbia da vendere. Ma confondere il talento con l’estro porta a valutazioni errate. Come quando Fulvio Fognini ebbe a dire che come talento Fabio fosse molto superiore a Ferrer. Solo perche quest’ultimo toppasse di piu. Ma sono cose inesistenti.
3) Opinione personalissima ma Musetti come postura e come tutto mi sembra avviato sulla stessa scia di Gasquet. Ex n.7 ATP ed uno potrebbe dire “Avercene” o ” Grasso che cola”. Ma da uno con un talento simile, fisico prestante ed ex n.1 ATP junior ci si aspetta molto di piu. Io lo vedo invece molto smaliziato e furbo tatticamente ma gioca fondamentalmente da junior, palle alte e recuperi pur di portare a casa il match. A volte gli va bene ma molto spesso no. E quindi continuando cosi non riesco a vederlo top10 per inerzia, cioe affidandosi solo all’esperienza sul circuito. Si adagia troppo e ha poco coraggio. Fossi in lui penserei meno, molto meno, a fare il pugnetto verso il suo angolo al primo 15 del match (giuro, al primo 15 del match) e oserei di piu in campo. I colpi, volendo, li ha eccome
Oggi Nadal e Alcaraz si scontrano nella partita che puo essere il passaggio del testimone che avverrà prima o dopo, intanto gli italiani guardano da casa e rosicano, per i loro insuccessi possono solo accisare gli spagnoli … quando Nadal è il ragazzo più corretto e naturale del mondo e Alcaraz gli somiglia tantissimo non tanto nel gioco ma quanto nell atteggiamento, sono entrambi bravissime e onestissime persone
analisi interessante,che si puo condividere facilmente. Poi speriamo che per Muso e Yannik le cose migliorino
E non c’è solo il maschile… Nel femminile hanno:
2 Top 10 (Badosa e Muguruza)
2 Top 50 (Sorribes Tormo e Parrizas Dias)
7 Top 300
Nel femminile, però, al momento non si vedono grandi ricambi a livello giovanile
Vi sembra una cosa seria?
amen!
Correggo.. l’allenatore che costa di piu’ al momento è Piatti..seguito da Mouratoglou , per la precisione
Saluti
Condivisibilissimo
Articolo con imprecisioni e portatore di tesi quantomeno opinabili, non l’ ho letto per intero e a giudicars dall’ inizio non imvidio chi dovesse averlo letto invece tutto