Lorenzo Musetti: “Ho iniziato a lavorare con uno psicologo privato, quindi ora cerco di prendermi cura di tutti i dettagli” (con video della partita)
Lorenzo Musetti al termine della partita vinta questa sera con Daniel Evans nel torneo di Barcellona ha parlato con i colleghi di Punto de Break.
Due buone vittorie per raggiungere gli ottavi di finale.
“Sono state due grandi partite, due grandi vittorie, ma entrambe molto dure. Oggi con Evans, il tiebreak del secondo set è stato davvero duro, molta intenso fino all’ultimo punto. Penso di aver giocato il mio miglior tennis. Mi sto davvero godendo il mio soggiorno a Barcellona.”
Cosa hai imparato dal 2021?
“Dove sono cresciuto di più è stato sul lato mentale. Ho iniziato a lavorare con uno psicologo privato, quindi ora cerco di prendermi cura di tutti i dettagli, le piccole cose su base giornaliera, soprattutto ciò che accade fuori dal campo, perché questo poi influenza ciò che accade dentro. È un lavoro che richiede tempo, ma penso che stia andando nella giusta direzione.”
Hai 20 anni e sei già sopra i 60, soddisfatto?
“Mi piacerebbe essere più in alto, ma non siamo ancora a metà della stagione. I risultati alla fine dell’anno scorso non erano quelli che volevo, la prima parte è stata incredibile e sono stato in grado di vincere diverse partite, ma nella seconda parte della stagione ho perso diverse volte al primo turno, ho perso fiducia nel mio tennis, non ero a mio agio con la mia situazione. È stato allora che ho cominciato ad essere molto più professionale con quello che succedeva intorno a me, quindi sono felice di essere tornato in sintonia poco a poco.”
La scorsa stagione hai sofferto molto di problemi personali, noti che ora li stai gestendo meglio?
Il tennis è come la vita, un insieme di esperienze. È un processo in cui bisogna controllare le proprie emozioni, trovare i giusti sentimenti e imparare a risolvere i problemi che si presentano. Sembra “facile, ma non lo è sempre. È come quando si impara ad andare in bicicletta, all’inizio è normale cadere, ma con il tempo si impara a pedalare e si fanno progressi. Tutto nella vita è così, nel mio caso ho dovuto imparare a lasciare da parte le questioni private in modo che non mi colpissero dentro, anche se a volte ha avuto il suo peso in campo”.
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Dove ti ho mancato di rispetto, di grazia? Se non tolleri l’opinione altrui, quando non è simile alla tua, cambia forum, io esprimo la mia opinione, senza mai offendere nessuno
@ Dad (#3145793)
E vero, Arisa, cantante di successo, ha dichiarazto di essere depressa e di aver avuto tentazioni suicide. Perchè succede? L’eccesso di vita artificiale, essere sempre sotto pressione. Alle persone che vivono una vita semplice non succede! enzo
Avevo già scritto in tempi non sospetti, che Lorenzo aveva problemi di carattere mentale, nel senso più sportivo della parola. Ha fatto benissimo quindi a rivolgersi ad un mental coach, cosa di cui credo avesse davvero bisogno. Bravo!
Quoto.
Pensare che chi è ricco non può avere seri problemi personali è smentito dalla realtà. Sono moltissime le persone, anche famose, che soffrono di depressione o altre patologie psichiatriche. La mente e lo spirito umani non sono riducibili al solo denaro.
Ribadisco: l’apparente successo nella vita può nascondere drammi interiori molto seri e non basta il nome, una partita vinta o la sponsorizzazione della Rolex a decretare che “Musetti non ne ha bisogno”… Ormai quasi ovunque si è capita l’importanza del supporto psicologico e, per fortuna, sono rimasti pochi boomer a pensare che dallo “strizzacervelli” ci debbano andare i “matti”…
Persino nell’Esercito ci sono supporti psicologici per gestire il born-out, così come per i soccorritori dopo grandi e tragiche emergenze o una qualsiasi persona dopo un trauma importante e improvviso. La psicologia è applicata ovunque e questo non può che essere un bene, ovviamente se il professionista sa fare bene il mestiere, altrimenti si rischiano danni più seri e purtroppo a volte irreversibili.
Nello sport (ho fatto l’esempio della Pellegrini, ma potrei portarne altri) è fondamentale associare la psicologia al resto, uno psicologo bravissimo con un pallavolista potrebbe non essere altrettanto capace con un atleta di uno sport non di squadra.
Poi se Musetti ne usufruisce, credo spendendo soldi suoi, e ne trae giovamento a me fa solo che piacere come ha fatto piacere vedere i miglioramenti della Fede nazionale 🙂
A calcio il casino eccita, sprona, nel tennis occorre silenzio per concentrarsi, si richiede ,anche tra i dilettanti, che non ci si muova troppo attorno alla visuale.
Qualcuno li deride per questo, dice che sono montati ma chi conosce questo sport sa che certi elementi sono necessari.
Lo psicologo può servire a molti aspetti, a trovare serenità, implementatare l’attenzione, sopportare lo stress ecc. e lo si fa anche a livelli mediocri perché un ragazzino che non solo non emerge ma che viene schiacciato dalla pressione può avere esiti frustranti per il giovane.
Quante volte abbiamo atleti forti in allenamento che crollano in gara? Come li si aiuta? Semplice, si cura l’aspetto emotivo quanto quello atletico, tecnico, tattico.
Nulla di sorprendente.
Lo psicologo di Lorenzo è un agente segreto e si chiama Court….Hard Court!
Lui soffre quando non ha il controllo e il controllo ce l’ha sulla terra dove è lui a fare la partita e non solo a subire arrabattandosi.
Io spero che non sia l’ennesimo Volandri o Starace, ma i prodromi sono simili..
@ Marco M. (#3145450)
Un conto è avere bisogno, vedi disagio sociale economico periferie orfani ghettizzazione solitudine analfabetismo di fondo disoccupazione lotta per la casa etc
Un conto è Lorenzo Musetti.
Dovresti riflettere anche sul fatto che lo psicologo serve per avere una testa il più vicino pari ai top. Non è un ventenne qualunque, è un ventenne quasi top 50 e quindi per stare e migliorare quei livelli c’è bisogno di tanta testa e di idee chiare.
Al letto di questo fidati che il coach, il councelor servirebbe praticamente a tutti ma non c’è ancora l cultura su questo.
Bravo, ottimo commento!
Forse perché uno psicologo non sa neanche come si tiene una racchetta in mano?
L’ideale sarebbe avere uno psicologo per il tennista e uno per l’allenatore. Per evitare conflitti d’interesse.
Una volta chi usava la sinistra veniva osteggiato come se fosse un handicap. Nel mio settore lavorativo una volta mi dissero che tanti anni prima un bambino che usava la sinistra fu chiamato con l’appellativo “ mancino” per denigrarlo. E a scuola gli fu imposto di usare la mano destra. Questo gli creò disturbi psicologici al punto da avere problemi anche nei riguardi dell’alimentazione. A volte, per i soggetti più fragili, l’equilibrio mentale é molto labile e basta poco per far nascere problemi difficili da risolvere.
Allora domando: a cosa servono gli allenatori, se basta un psicologo?…La mia è solo una domanda….
Per quelli che fanno facile ironia sullo psicologo o sui problemi dei ragazzi: vi ricordate le crisi d’ansia della Pellegrini in gioventù? Io ho assistito dal vivo a una di queste a metà di una gara, c’era ben poco da ridere… Con l’aiuto di un professionista è diventata la più vincente atleta italiana all-time e chissà quando avremo un’altra Pellegrini. Probabilmente qualcuno qua pensa che avrebbe risolto mettendosi in marcia con 40 kg di zaino sulle spalle e scarponi rigidi che altro che le vesciche di Sinner, ma non è così.
Ho passato anni, in gioventù, a chiedermi come mai io destro a pallanuoto e pallamano usassi la sinistra, quei pochi calci dati ad un pallone fossero solo con il sinistro e come mai non riuscissi a tenere bene la racchetta o la chitarra con la destra. Poi mi sono rotto il polso destro, dovevo fare un esame di scuola superiore e scopro che allenandomi a scrivere mancino mi viene tutto naturale e allora tra i ricordi d’infanzia mi spunta la suora (stramaledetta) che a 3-4 anni mi bacchettava perché usassi la destra e non la mano del diavolo e tutto mi è tornato chiaro. Non me ne sono fatto un cruccio e ci scherzo sopra, vi siete persi un erede di Jimi Hendrix :-))) Ma non per questo faccio ironia su chi, invece, ne ha bisogno e non ne faccio una questione di soldi o altro, l’apparente successo nella vita può nascondere drammi interiori che nessuno conosce.
Dimenticavo il Ceck! Per lui due psicologi..
musetti deve mettere a posto prima di tutto il suo gioco, che non c’è, ed iniziare a costruirsi delle certezze tecniche su cui fare affidamento, al fine di non sprecare oceani di energie mentali nell’inventarsi ogni volta il punto da giocare e terminare le partite prosciugato di riserve psicofisiche.
uno psicologo può essere sicuramente d’aiuto, ma solo dopo questo passaggio tecnico.
Musetti è il tennista più emozionante e bello da vedere di tutto il circuito. ancora un po di tempo e batterlo non sarà facile per nessuno
Ciò che ci racconti della tua vita durissima lascia a bocca aperta. Sei un vero uomo, complimenti
Il tennis non è sollevamento pesi.
@ Givaldo Barbosa (#3145233)
Ovvio, mi riferivo alla massa degli psicologi e, di conseguenza, agli psicologi di massa.
É qualcosa che consiglio a tutti. Purtroppo c’è ancora tanta inibizione soprattutto in Italia. Si crede che sia qualcosa di cui vergognarsi invece di capire che è normalissimo. Se ci rompiamo un braccio andiamo dal medico, perché se abbiamo un problema interiore abbiamo timore ad andare dal medico? All‘estero è normale, così come tante cose invece in Italia siamo culturalmente molto indietro.
@ CeroMiedo (#3145121)
Come in giappone
@ Racchetta (#3145224)
Strizzacervelli, altra idiozia mutuata dagli americani, insieme alla festa delle zucche (vuote) e agli innumerevoli e imbarazzanti ok che hanno invaso il linguaggio.
Si pensasse a cambiare la società, e non ad affidarsi ai dottorini difensori della norma e paladini dell’esistente. Esistente che va contrastato, cambiato.
Non mi aspetto che possano comprenderlo gli psicologi, normalizzatori come sono.
Ricordo anche che Freud è stato sepolto da Lacan.
Ma COSA ASPETTANO MAGER, TRAVAGLIA, COBOLLI , ZEPPIERI E NARDI AD ANDARE DA UN BRAVO PSICOLOGO?!….PER GAIO E GIANNESSI PURTROPPO È TARDI…
Sì, è un tuo limite. Il lato mentale è fondamentale nel tennis e anche quello psicologico (che è diverso, anche se molti mental coach sono psicologi): se sei ansioso come Musetti (non so se ricordi l’attacco di ansia alle Next Gen Finals), è chiaro che avrai difficoltà a giocare partite tiratissime, sicuramente più che a fare 500 km a piedi. Quindi è fondamentale affrontare il tema, tanto quanto migliorare il diritto o il servizio. Spero ora ti sia più chiaro.
Ciao ragazzi. La maggior parte di voi mi conosce per le interviste che periodicamente realizzo per il nostro sito. In realtà la mia vera attività è quella di psicologo psicoterapeuta, professione che esercito da circa 30 anni a Roma. Trovo molto interessanti le dichiarazioni di Musetti riportate dalla redazione, perché consentono di fare luce su un aspetto, il disagio psicologico dei giovani, spesso sottovalutato. Musetti intanto fa un affermazione molto precisa ossia dichiara di andare da uno psicologo privato. A mio avviso vuole rimarcare che si tratta di una scelta personale, che non è partita dallo staff o dalla federazione, probabilmente riguardante la sua vita privata, “ciò che che accade fuori dal campo”. Può un ragazzo di 20 anni soffrire di depressione, ansia o attacchi di panico? Certamente. Attualmente il 70% dei miei pazienti ha meno di 30 anni ed ha scelto autonomamente di intraprendere una psicoterapia, spesso contro il parere di familiari e amici che sottovalutano i problemi. Come casi estremi, che per fortuna riguardano una minoranza di giovani, ricordo che nella fascia di età tra i 15 ed i 24 anni il suicidio è la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali. Qualcuno dirà: “Va bene ma di cosa vuoi che muoia un giovane se non di una morte traumatica?” Vero, ma meglio sarebbe che anche questa esigua minoranza non ci fosse. Ho approfondito anni fa la questione con una pubblicazione edita da Alpes: molti suicidi si potrebbero evitare se si prestasse più ascolto al disagio dei giovani e non lo si liquidasse in fretta equiparandolo ad una debolezza d’animo. Tornando a Musetti, che grazie a Dio non ha di questi problemi drammatici, sottolineo che parla di psicologo e non di mental coach o di motivatore. È un argomento questo che sta molto a cuore a molti professionisti tra cui il mio amico Tommaso Iozzo, psicoterapeuta, coach e compagno di Giulia Gatto Monticone. In Italia per conseguire il titolo di psicoterapeuta occorrono 10 anni almeno di studi tra laurea magistrale, scuola di specializzazione e tirocinio. In più anche lo psicologo va dallo psicologo… fa parte del percorso di formazione, perché se non conosci te stesso puoi fare danni frugando nella mente altrui. Chi non è psicologo è giusto che si occupi di ciò che avviene in campo, in gara o allenamento. Ma se i problemi riguardano a 360 gradi la sfera comportamentale o la dimensione inconscia della vita psichica, guai a cimentarsi in avventure per le quali non si hanno titoli. Se Musetti ha qualche problema psicologico che riguarda la sua vita personale è giusto che affronti la cosa con un professionista e, soprattutto, che non venga deriso. Scusate il lungo commento. Ne approfitto per preannunciare che presto manderò in redazione una mia intervista ad una tennista ventenne italiana che parlerà delle cosiddette turiste con la racchetta, delle wc nei resort, dei college, di tutti argomenti cari a qualche nostro utente, senza nascondersi. E parlerà anche di poesia… Un abbraccio.
questo è un forum per esprimere opinioni liberamente ma con rispetto, se non tolleri quelle degli altri cambia forum.
nel mio commento non ho fatto alcun paragone tra l’attività di tennista e il servizio militare che non c’entrano nulla tra di loro, ma l’idea che un ragazzo di 20 anni vada dallo psicologo mi fa riflettere…. chi vuole comprenda, chi non può faccia a meno
Hai fatto una riflessione, condivisibile o meno, molto interessante.
Grazie.
Bravo ti sei risposto da solo, è un tuo limite.
per la marcia tutto il giorno come stavi a vesciche? Chiedo perchè magari potresti dare consigli a Giannino Sinner
@ Voglio uno slam (#3144861)
una buona idea sarebbe far scrivere qualcun altro su lt al posto tuo..
@ morbius (#3145040)
Ma, non mi sembra un esempio molto calzante, uno è (era) obbligatorio, l’altro una scelta professionale. Sono approcci diametralmente opposti e il secondo prevede responsabilità che a 20anni non tutti sono in grado di sostenere, perchè “in fondo è un gioco” nel professionismo non funziona se vuoi eccellere
@ morbius (#3145040)
quindi non comprendere accettalo è basta!
Privato….. e che lo pretendeva dalla usl? Cmq buona iniziativa
Mai sentito parlare di supervisione?
Bravo Lorenzo
Secondo me Lorenzo dovrebbe trovarsi uno psicologo per farsi aiutare a non dipendere troppo dall’altro psicologo.
Aggiungo una cosa, se invece del servizio di leva che non serve a nulla e lascia nulla se non qualche soldo (che onestamente mi hanno fatto comodo a quell’età), rendessero obbligatorio sin da piccoli per tutto l’obbligo scolastico, un servizio nel pomeriggio (per esempio dalle 15.30 alle 18.30) dove i ragazzi praticano sport o attività letterarie/artistiche/artigianali, quello si che sarebbe un modo serio, se fatto in un certo modo, per insegnare fin da piccoli valori importanti come la disciplina, la cooperazione, il rispetto del prossimo ecc
Noto con piacere che l’utente medio di LT da giovane era un incrocio tra Rambo e Terminator.
Tutti non si stancavano mai, atleticamente erano dei fenomeni, dal punto di vista mentale di acciaio.
Strano che nessuno di loro abbia vinto il Grande Slam a 20 anni, ma neanche a 30.
@ correttograppa (#3145110)
sottoscrivo ogni parola
Forse le persone “comuni” pensano che lo psicologo sia utile per i comuni problemi mentali, ma nello sport esiste un uso diverso (e specifico) della psicologia, ormai adottato in tutte le discipline da grandi campioni, in F1 come nei 100m (vero Jacobs?).
Non capisco come poi si possa paragonare una “tappa obbligata della crescita” (servizio militare), con una scelta di tipo “professionale”. Anche fare del volontariato potrebbe fargli bene..per dirne una eh.. Lorenzo aveva già parlato in altre interviste, di come i suoi problemi personali (che per altro non conosciamo e nemmeno dovrebbero interessarci) abbiano avuto una ricaduta sui suoi risultati sportivi. Io apprezzo e rispetto la sua scelta, anche solo parlarne liberamente. Vedo un professionista, che individuato un problema, sta facendo il necessario per migliorarsi. Sappiamo tutti quando l’aspetto mentale, nel tennis come in tutti gli sport, conti quanto quello fisico.. Se poi come risultato di questo percorso, dovessimo iniziare a vedere Lorenzo in campo, con grinta e determinazione (tipo ieri), ben venga elevato all’infinito
@ morbius (#3145040)
Sai che roba marciare sotto il sole, vorrei vedere se invece di marciare fossi stato in competizione con altre 1000 soldati e in quella competizione ogni piccolo errore ti costasse caro (magari pure uno stipendio buono o uno ridicolo). Leva una roba sopravvalutata, che consiste in un po’ di diciplina e neanche tanta fatica. Lo sport serio è 10000000 volte più impegnativo (e infatti non possono farlo tutti)
@ Voglio uno slam (#3144861)
Sì, però con Musetti come allenatore per il tennis.
ma tanto va dallo psicologo per imparare a giocare a tennis…ahah che discorsi assurdi..
@ morbius (#3145040)
a detta del 99% di quelli che ci sono passati, me compreso, l’anno di leva è il periodo più spensierato della vita, hai ragione. non capisco però questo cosa c’entra con Musetti. lui non fa il militare, fa il tennista: a 20 anni si trova a dover dimostrare tutto, ogni giorno, di fronte a migliaia di persone (dal vivo. qualcuna di più in tv), per onorare contratti con parecchi zeri.
non ho idea della pressione che sostenga, ma è molto superiore a quella che io conosco. perciò direi che le ironie sul ricorso a psicologi / motivatori / ecc sono irritanti.
Immagino che quello di cui parla Lorenzo sia più un mental coach, figura sempre più diffusa nello sport (soprattutto in quelli individuali). Per Marcell Jacobs questa figura è stata determinante e ci ha consegnato un fenomeno assoluto.
Sul paragone con il servizio militare (che io non ho fatto perché già abolito) permettimi di dire che c’entra pochino: in primis perché lo si svolgeva con altri che erano nella tua stessa condizione (il che permetteva anche la creazione di amicizie durature) e da questo punto di vista lo paragonerei più ad uno sport di squadra che ad uno sport individuale, se proprio un paragone ci deve essere. In secundis, ritengo che quando si affronta una prova che, per quanto difficile sia, ha comunque una scadenza, è più facile trovare dentro di sé le forze per andare avanti, guardando la luce in fondo al tunnel. Inoltre nel servizio militare manca, come ha già fatto notare qualcun altro, ciò che più logora in uno sport individuale professionistico: l’ansia del risultato.
PS – Da quando seguo il tennis e questo sito, sai quante volte ho sentito utenti invocare uno psicologo per Fognini? xD
Se proprio c’è un’età per affidarsi ad uno psicologo è 20 anni… Poi per i tennisti l’aspetto mentale è di primaria importanza. Scrivi molte banalità, anch’io ho fatto il militare ma questo non mi ha reso più resistente ma proprio per niente
@ morbius (#3145040@ morbius (#3145040)
A 20 anni ho fatto anch’io il militare,marce,campi,guardie e tutto il resto…io me la sono passata benissimo ma non per tutti è stato così.
Non possiamo parametrare le persone sulle nostre sensazioni,forse lui ha bisogno di questo altri no punto.
Ha un gioco estroso e ,come tutti i talenti naturali, può darsi che anche il carattere sia così,esempi ce ne sono molti:
Mcenroe,Nastase,poi in altri sport Tomba,Maradona , Cassano , Gascogne…
@ morbius (#3145040)
Fare il militare non è proprio come giocare (e cercare di vincere) nel circuito professionista del tennis.
Ormai, fra gli sportivi professionisti, è una consuetudine
30 km di corsa alle 5 del mattinoo 4 volte la settimana e a pasto agnolotti allo stufato con nebbiolo
Zaino in spalla in piedi 5 del mattino e 30 di corsa stile MI6
Muso questo e agnolotti allo stufato con un bel rosso
…e quel piede sinistro troppo storto nella preparazione del servizio e il lancio di palla troppo a sinistra non glieli sistema nessuno?
@ morbius (#3145040)
@ morbius (#3145040)
Farebbe bene a molti ragazzi (e ragazze) farsi un anno di militare!!!
Innanzitutto non si sa che tipo di lavoro Musetti stia svolgendo con questo professionista, magari si tratta più di un motivatore, e se anche Lorenzo avesse bisogno di trovare il centro di gravità permanente attraverso uno psicologo, sono scelte personali che vanno rispettate.
Ci andasse il buon Evans dallo psicologo.
Col sistema nervoso a brandelli che si ritrova, più che al CT Eur lo vedrei bene al CTO Neuro.
Clicca qui per visualizzarlo.
Fatico a comprendere come a 20 anni ci si possa affidare ad uno psicologo (ma forse è un mio limite).
A quell’età facevo il militare a 500 km da casa, marciavo tutto il giorno sotto il sole tra urla e insulti, ma tutto sommato ho un bel ricordo di quel periodo e mi sono fatto anche molte risate!
Il lato mentale è importante, ma a mio parere Musetti dovrebbe concentrarsi su altri aspetti, in primis quelle modifiche di impostazione di gioco (servizio, dritto, posizione in campo) su quali ha ancora ampi margini di miglioramento
“La scorsa stagione hai sofferto molto di problemi personali, noti che ora li stai gestendo meglio?”
Ma dai, ma quali grossi problemi personali può avere a 19 anni un ragazzo… Sofferenze d’amore? Non scherziamo.
Ingigantire appesantire e professionalizzare tutto: è questo il vero danno dei nostri giorni.
se ha giocato il suo miglior tennis significa che non ha margini di miglioramento??
dai Lollooooooo, avanti cosi… ❗
O a fare la spesa al suo 😀
Assolutamente d’accordo, ma lo psicologo deve avere il diritto di Sinner e la veronica di Panatta.
Appena prenderà un allenatore liberandosi di quell’impostore avrà la vera esplosione
Ci vorrebbe anche uno psicologo per lo psicologo, altrimenti non funziona
O far andare al supermercato lo psicologo al posto di Markuxo…
la partita contro diego sarà una battaglia…diego ora sa che lore può batterlo agilmente…mentre lore sa che diego può ribaltare in qualunque momento la partita…con la testa e una strategia difensiva… e a mio avviso quindi non si vedrà un episodio spettacolare come a montecarlo…almeno non all’inizio..e lore saprà sicuramente contenere la propria esuberanza…e cinicamente dosare colpi e contraccolpi…da questo torneo sicuramente uscirà un uomo…
Una buona idea potrebbe essere far giocare lo psicologo al suo posto…
Sono d’accordo con Lollo.Senza psicologo io non riuscirei neanche a fare la spesa.