Riccardo Piatti sulla conclusione del rapporto con Jannik Sinner: “Io ho la mia filosofia, i miei metodi”
Riccardo Piatti ha parlato a Radio MonteCarlo del suo rapporto con Jannik Sinner suo ex allievo.
“Sono contento che abbia preso questa decisione. Io ho la mia filosofia, i miei metodi. Se uno vuole restare qui, deve sottostare ai miei metodi. A 20 anni ci sta che si voglia andare a cercare nuove strade, fa parte della vita. Certo, faceva parte della famiglia, ma non è obbligatorio rimanere per la propria famiglia. I figli a volte decidono di andare a studiare all’estero, e quindi se ne vanno. Ma se restano, devono seguire i miei metodi”.
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Cioè??? Devi, magari a sette o a tredici anni, decidere quali siano le scelte tecniche e tattiche giuste, in contrapposizione a chi può sciorinare decine di successi come coach? Siamo seri!
Finora Piatti, coach dall’ego smisurato, può allineare in bacheca molti successi clamorosi. Finora i successi clamorosi di Sinner sono targati Piatti. Quando e se inizieranno quelli targati Vagnozzi, vedremo Sinner entrare in top-seven, e diremo: Barvo Vagnozzi, e bravo Sinner per averlo scelto.
Eppure non è difficile da capire! Un coach non è pagato per fare e disfare le valigie, ma per insegnare ed impostare. Se quel coach non ti sta bene perchè non ne condividi le idee, lo lasci e basta (e vai con tal Vagnozzi). Non pretendi di diventare l’struttore del tuo coach Nelle scuole ci sono due ruoli: quello del corpo docente, e quello degli allievi. Sinner è diventato troppo presto docente di stesso, ma per ora non mi sembra che la nuova scuola stia dando dei frutti. Quali, di grazia?
La sconfitta con Tsitsipas e lo sbadiglio di Medvedev.
Resta da capire il perchè un genio come Vagnozzi sia stato mollato sia da Cecchinato che da Travaglia. Alito pesante?
Ma…molto in crisi non mi sembra…mi sembri molto più in crisi te
E pensare che ero convinto che da uno Zverev non irrewsistibile Sinner avesse perso. Invece apprendo che Vagnozzi gli ha fornito le “giuste soluzioni”, Tremo al pensiero di cosa sarebbe successo se Vagnozzi non gli avesse fornito questo contributo.
Da un errore grave, li difende .
E dicendo queste parole, si dà la zappa sui piedi da solo!!!!
E anche lì Piatti ha sbagliato alla grande .
Se avesse concesso il pieno appoggio ora sarebbe ricco come un nababbo e l’allenatore del numero uno da moltissimi anni…
Si capisce anche da questo quando Piatti sia obnubilato dal proprio ego smisurato
Vero… Jannik c’è rimasto malissimo che Piatti non lo difese, affermando di essere stato lui a decidere.
E lasciando sulle spalle del ragazzo tutta la m…. Venuta da una decisione impopolare.
In quel caso Piatti sbagliò eccome e la fece pagare a Jannik…
Infatti, quando Sinner si è saperato da lui, è stata una delle prime cose che ha detto: a non mandarmi alle olimpiadi fu Riccardo …
Bravissimo, Giampi, è andata proprio così….
Ma che bel commento, profondo intelligente e vetro!!!
Bravissimo, ti quoto in pieno!!!
Ottima analisi di entrambi .
Forse non te ne intendi ma dici cose giuste
@ Italo (#3141548)
Indiano con puntino o con penna?
Le parole di Piatti sono comprensibilmente, quelle di un padre che ha perso il suo figlio preferito, dopo averlo cresciuto e pasciuto come dicono a Bolzano! Da padre lo capisco, ma i figli hanno il diritto delle loro scelte ed dovere di assumersene la responsabilità. Quello che conta è il futuro del giocatore. Al resto penserà il tempo! Comunque lode a Piatti per l ottimo lavoro. E venuto su proprio bene sto ragazzino!!!
Proprio una gran bella coppia assortita…
Porsi delle “scadenza temporali” è pericoloso.. Se Jannik non dovesse migliorare secondo i tuoi tempi, allora avrebbe sbagliato a scegliere Vagnozzi? Non penso si possa affermare una cosa del genere…
Bisognerebbe poi ricordare alcune cose:
– a scendere in campo alla fine è Jannik. Un allenatore potrebbe essere il migliore del mondo, ma poi sei tu “allievo” che devi riuscire a far “fruttare” gli insegnamenti
– Jannik viaggia in top15, migliorarsi ulteriormente non è cosa scontata o matematicata, sarà più difficile di tutto ciò che ha ottenuto fino ad oggi
– c’è un altro abisso tra il provare alcune soluzioni in allenamento e poi avere la fiducia di farle vedere in campo, durante un torneo e con una certa continuità
Secondo me ha già iniziato a fare vedere delle variazioni rispetto a come ricordo un Sinner “prima maniera”.. Non ho idea di quanto tempo ci possa volere. Di certo alla base di tutto questo serve anche riuscire ad allenarsi prima e poi giocare un torneo al meglio della condizione fisica (che da inizio 2022 per Jannik purtroppo è stato impossibile).. Sento che è vicino e ci siamo quasi ma semplicemente non ho pretese, ho tanta fiducia e tante speranze
Ah ah ah! Grande Capitano!:-)
un giornalista pagato dal suo editore non fa gli interessi del suo editore…. non è un suo servo….
un coach viene pagato dal suo allievo ma non è un suo servo… svolge la sua professione con indipendenza e rispetto.. se l’allievo non è d’accordo se ne va… come è giusto che sia nella vita.
molti hanno una cultura dell uomo libero che farebbe invidia ai faraoni…
Non ricordo sotto la gestione Piatti un Sinner ad un passo dal battere il numero 3 del mondo, anzi quando l’asticella si alzava l’allievo subiva regolarmente delle sonore sconfitte, con pochi sbalzi emotivi nel tentativo di ribellarsi all’inferiorita’. Adesso mi sembra che Vagnozzi stia ben lavorando sul piano partita, consigliando Sinner su quale piano B o C utilizzare nei momenti critici. Per traslare il ragionamento all’attualità, ci sono state fasi dei match contro Rublev e Zverev, in cui il vecchio Sinner sarebbe uscito definitivamente dalla partita fino alla sconfitta; adesso invece ha trovato le giuste soluzioni per invertire l’inerzia negativa sia contro Rublev che Zverev, vincendo col primo e perdendo col secondo, per due colpi sbagliati nel tiebreak del terzo. Penso che la netta sconfitta contro Tsitsipas in Australia abbia spinto Sinner a separarsi da Piatti, perché non vedeva la prospettiva di quei margini di crescita verso il top, che lui sente di avere dentro.
Sinner non e’ un genio, e’ un fenomeno come tenuta mentale ma ha ancora LACUNE per le posizioni “top 10”
Con Piatti, anno scorso, si sono visti miglioramenti assai consistenti, soprattutto nel periodo, 8 settimane buone , guadagnato EVITANDO TOKYO, nel momento in cui era precipitato in una certa crisi…
Ora di punto in bianco molla un team che li seguiva, cosa legittima e che poteva non avere altefnative se era divenuto “insostenibile”.
Ora parlare di “top 10” con Vagnozzi e dopo avere lasciato improvvisamente il team che lo segiva… significa illudersi.
Fara’ il top 20 e giu’ di li’ e non morira’ di fame
@ correttograppa (#3141275)
Anche qui sicuramente Piatti non fa scelte per favorire astrattamente l’Italtennis come al tempo delle Pleiadi di Caratti e co. E’ un professionista navigato ed internazionale che sceglie sulla base del talento compatibile con il suo modo di allenare e anzi se può lo sceglie estero! Quindi se scopre qualcuno più che altro ringrazia se stesso ed è un aspetto accidentale se è Italiano!
Ma… mi sembra il classico argomento sul quale ognuno penserà sempre di aver ragione non esistendo e non potendo esistere la controprova.
Anche vincesse un paio di slam nei prossimi 3 anni, qualcuno potrebbe sostenere che ne avrebbe vinti 4 e qualcun altro che non ne avrebbe mai vinti rimanendo dove era.
Piuttosto, questo non è un semplice cambio di coach come ne avvengono molti nel circuito, ma un cambio completo di staff (preparatore, fisio, mental, usi e costumi) che è cosa ben diversa.
Anche la tempistica è tutto sommato anomala, nel bel mezzo della stagione.
Non resta che vedere come si svilupperà il futuro, certo che i meriti di Piatti, Volpini e company lo accompagneranno per sempre.
😆 Appunto in questo caso è andato nell’estero lontano con bacino di utenza infinito se ci ricordiamo la Mirza eroina delle masse Indiane da semplice 27 come BR! Piatti sa quello che fa!
A me onestamente importa ‘na cippa…se a fine 2022 il suo gioco non sarà migliorato sapremo tutti che ha sbagliato, sennò avrà fatto bene, ma tanto poi può cambiare di nuovo.
A me dispiace solo perchè questi cambi di allenatore interrompono un percorso e si perdono sempre dei mesi per riquadrare.
Lo ha lo lasciato da pochissimo eh, non è mica passato chissà quanto tempo. E nonostante i problemi di vesciche ha ottenuto i QF in 2 mille nelle ultime settimane.
Non so nello sport ma nel campo maieutico quanto detto da piatti è abominevole. Quando hai un genio tari i tempi ed i metodi di apprendimento su di lui. Scuola ho avuto un ragazzo geniale ma con peculiarità caratteriali ho impostato un apprendimento individualizzato con risultati eccezionali. Il trucco è non sentirsi più genio del genio che hai davanti
@ Tennisti Friulani (#3141172)
Il nuovo pupillo di Piatti sembra il giovane indiano Manas DHAMNE, classe 2007
Non c’è nulla di male nell’essere molto bravo a scoprire talenti e condurli attraverso le categorie giovanili alla categoria che in atletica chiamano juniores (18-19 anni) appena prima delle promesse (20-22 anni). Colui che porta l’atleta fino a juniores sa bene che la gestione del pro è assai diversa a quel punto perchè alcuni mollano anche se hanno fatto mirabilie nelle giovanili (Quinzi e altri) mentre altri che erano meno attesi cominciano a bruciare le tappe e a volere di più e in atletica in genere vanno in un gruppo sportivo militare che paradossalmente li rende più indipendenti dell’allenatore scopritore ma padre-padrone! In effetti forse è la dinamica parentale padre padrone che stufa ed ha stufato anche Nadal con Toni nonostante lo abbia portato a vincere tutto! Sostanzialmente Piatti va alla scoperta di talenti che si attaglino alla sua filosofia tennistica non disdegnando puntate all’estero vicino (Croazia) con gente diposta a sacrificarsi parecchio e quindi spesso non Italiana! Sinner era atipico in quanto connazionale ma lavoratore indefesso alpino non tipico. Il successo anche mediatico ha però cambiato questa dinamica e Sinner è uscito da un ruolo di ragazzotto alpino scoperto dal fenomeno di allenatore che gli stava a quel punto stretto e si è aperto al mondo con un allenatore che sentiva più a sua misura e che fosse suo dipendente più che suo padre-“padrone”! In questo momento si vedono frammenti del Sinner che vorrebbe essere ma che ancora non mette a regime alternando fasi di gioco molto buone e momenti in cui prevalgono unforced ingenui e giorgeschi che lo portano a perdere anche immeritatamente. Trovo in ogni caso assurdo non avere fiducia di un nuovo allenatore che ha portato un Cecchinato, fino ad allora appena 100 ATP a quasi primeggiare a Parigi battendo uno Djokovic che appena dopo ha vinto Wimbledon! Se fosse un preparatore automobilistico avrebbe portato una Panda truccata a battere una Lamborghini altro che storie sulla sua presunta inadeguatezza ad alti livelli!
Concordo, evidentemente Piatti voleva fare il maestro e non il coach
Maestro = io insegno e fai come dico io
Coach = io ti osservo ti dico in cosa sbagli e come puoi migliorare
In effetti, mi sono espresso male. Non credo che Piatti avesse mai voluto che il ragazzo navigasse intorno alls ventesima posizione, ma al massimo è stato lo stesso Jannik a realizzare che questa sarebbe stata la sua sorte se non avesse lasciato libero sfogo al suo braccio.
Da quando ha lasciato Piatti non mi sembra abbia ottenuto risultati migliori
Ma speriamo di no
ha fatto fare sf al RG a Cecchinato
Non capisco i commenti, ognuno fa le sue scelte, fine. Una volta che non finisce a coltellate va bene cosi. Piatti è stato pagato per il lavoro svolto, sinner aveva bisogno di aria nuova. Fine. Da sempre ogni tennista cambia allenatore.
@ Bibi (#3141231)
E cosa serve essere in un posto dove potresti anche crescere ma rimanere succube dello stesso?:a niente.E’preferibile avere di meno ma in libertà e rilassato nella mente.
Doveva andarsene durante il lock down, nel 2020, adesso avrebbe già migliorato la tecnica nel servizio e gioco di volo.
Piatti è un talent scout (se non hai talento non ti vede proprio), comunque ottimo per l’approccio al tennis pro.
Che un allenatore, possa fare considerazioni del genere, mi sembra alquanto , opinabile ..
In genere un allenatore, che sta a stretto contatto con il suo allievo, cerca di gestirlo in maniera conservativa solo dal punto di vista temporale, capire se è già maturo e pronto per fare il salto di qualità, ma nel caso di Sinner, parliamo già di un atleta che ha acquisito capacità mentali e tecniche tali da essere buttato nella mischia. Le divergenze riguardano solo aspetti di convivenza , caratteriali. Provate ad educare, crescere figli al giorno d’ oggi. Vi accorgerete delle difficoltà .. delle mille variabili ed incognite imponderabili.. dove non potete limitare la personalità e l’ esuberanza di un ragazzo ventenne nella vita privata come nelle attività professionali.. vi garantisco che è veramente faticoso.. stai sempre nell’attesa che un giorno possa dire.. cari genitori ..è arrivato il tempo che cambi aria..
In 5 anni di beach volley ho avuto 5 allenatori.
Carletto mi ha insegnato l’abc: i fondamentali e come stare in campo; Francesco, alto 2 metri e bombardiere, puntava tutto sulla forza dell’attacco; Dario, gran difensore a non far cadere mai la palla per terra mentre Michele, l’ultimo ad esprimere le mie caratteristiche.
Ognuno mi ha dato qualcosa in più.
Cambiare talvolta ci migliora…
Nardi con Piatti, impossibile. Reggere bene una settimana.
@ De vlaeminck (#3140959)
Ehhhh?!!!
Piatti un vero dittatore.
Giusto!
Tutto giusto tranne che Piatti lo volesse lasciare tra la quindicesima e la ventesima posizione. Voleva farlo diventare un Diokovic magari con una palla più pesante. Ma era stato lo stesso Piatti a ricordare con commozione di quando, da piccolo, cercava continuamente la rete prendendo magari delle belle stese. Devo dire che anche io ero d’accordo sul fatto che diventasse più giudizioso, più conservativo, che limitasse i gratuiti per questa voglia di attaccare continuamente la partita. Anche io pensavo bastasse meno, e che come Diokovic riuscisse a “strangolare” lentamente ed inesorabilmente gli avversari. Tutto questo aveva un senso, a dispetto di chi diceva che il gioco di Sinner fosse monocorde ecc. Se vinci e mi diventi un moderno Diokovic…Il punto è che Jannik non è Diokovic ma come approccio alla partita è più vicino a Federer. Nishikori, che qualcosa di tennis credo ci capisca, ha recentemente paragonato Sinner e Alcaraz a Federer mentre ritiene che la filosofia di gioco di Zverev e Medvedev faccia riferimento a quella di Diokovic. Quindi un tenni offensivo versus uno difensivo. Vedendolo ora, capisco che Jannik non ha voglia di porre autolimitazioni al suo gioco ma desidera esplorare anche altre soluzioni e penso che sia la strada giusta.
Sulle dichiarazioni di Piatti concordo non sono cattive, e non esprimono livore, per questo Piatti ha fatto bene però era giusto cambiare, si capiva in tempi non sospetti.
Money is too tight to mention cantavano i Simply Red, secondo me quello è il vero motivo. Faccio una carriera brillante lo stesso spendendo molto meno quindi guadagnando di più.
Ricordate le parole di Sinner? Nella squadra entrerà una nuova figura. La frattura si è consumata lì…appena il ragazzo ha cercato di metterci del suo il padre padrone non ha accettato. Del resto quando un bambino di 13 anni arriva nel tuo centro è difficile considerarlo come un interlocutore autonomo. Guardate Tsisipas che non riesce (non può, non vuole?) a svincolarsi dalla famiglia. Per fortuna Jannik si era già svincolato dai genitori andando da Piatti. Comunque grande dimostrazione di maturità. Solo “uccidendo” i genitori si diventa un uomo.
secondo me, il caso è stato ingiustamente pompato.. Ricorderei anche che Piatti andrebbe ringraziato per ciò che ha fatto in generale per il tennis italiano e soprattutto grazie a lui adesso possiamo goderci un ragazzo fantastico. La scelta di Sinner va semplicemente rispettata.. penso che come sul campo, anche nella vita, Jannik sia in grado di prendere ottime decisioni. Non ci sarà mai un controprova del lavoro che “avrebbe potuto fare con Piatti”.. perché semplicemente Jannik ha scelto con coraggio di cambiare. In tutto questo, vedo molti meno drammi rispetto al tono generale dei commenti qui sul forum. “Come un figlio che va a studiare all’estero”.. ci sta, sono scelte legittime. Forza Jannik sempre e comunque!
Non me ne intendo molto ma il coach non è alle dipendenze del tennista professionista? Cioè viene pagato dal tennista per aiutarlo a raggiungere determinati risultati. Non capisco Piatti che parla di sottostare a regole. Questo va bene quando vai a scuola per imparare, ma un rapporto professionale è diverso. Io coach posso non essere d’accordo con alcune scelte o comportamenti del mio assistito ma vengo retribuito per allenarlo non per decidere io per lui su tutto o quasi. Piatti evidentemente non è coach per tennisti adulti in cerca di evolversi, dirige un’accademia e stop. Capisco benissimo Sinner e la sua scelta di maggior autonomia per avere qualcuno con cui confrontarsi e non che gli imponga le proprie regole e filosofia. È diventato adulto.
Chi ha frequentato lo sport ad alti livelli sa che le parole di Piatti semplificano perfettamente cosa accade tra un allievo ed un coach, forse lui lo fa con parole brusche come gli si addice ma va dritto al punto.
I rapporti alla pari non esistono e se esistessero non si parlerebbe di coach ma di amico, un maestro del tennis deve darti la sua filosofia, puoi certo smussare alcuni angoli acuti ma non puoi permettere di fare altro, altrimenti vorrebbe dire mettere in discussione la professionalità di chi ti allena.
Sei alla fine un esecutore delle volontà di altri, piaccia o no, e quando questo non ti sta più bene ti separi e cerchi una filosofia che ti aggrada.
Ma anche lì smussate le prime divergenze tornerai ad eseguire ciò che vuole il maestro.
Non esistono come giusto che sia le reciprocità di vedute sulle cose importanti altrimenti vorrebbe dire che il tuo maestro non è sicuro dei suoi insegnamenti.
Forse a noi italiani toccano più le questioni morali di quelle tecniche o pratiche e ci sembrano gravi queste parole.
Chi conosce l’ambiente lo trova brutale, brusco ma ovvio e diretto.
Chissà con quale termine di giudizio dici questo… Avresti voluto Sinner “sottostare” ancora per due anni a Piatti? Con Piatti Sinner era ingabbiato, aveva un gioco bloccato e non era libero di esprimere se stesso. Ora per chi ha gli occhi per vedere se lo vedete nello sguardo sembra di nuovo il piccolo Sinner dodicenne che giocava a tennis. Al torneo di Montecarlo si vedeva che giocava con anima ed entusiasmo. Il suo nuovo allenatore lo ha liberato dalle catene. In nostro Giannino è tornato a rispolverare un rovescio lungolinea forte e sicuro come non lo aveva più giocato da molto molto tempo. È segno di serenità. Se vedete la smorzata ora la sta giocando con il cuore. La smorzata è un colpo che devi giocare con sentimento, un po’ come quando abbracci una donna. Prima era rigido nel suo “abbraccio” ora è sensibile nell’accarezzare la pallina. Anche qui la libertà dell’anima sta facendo il suo corso come il suo fisico, sembra meno rigido, più elastico. La bioenergetica ci insegna che l’elasticità corporea non è solo dettata da allenamenti fisici ma dalle catene mentali, dal fatto se tu hai dei nodi e dei vincoli interni non sciolti e sottostare alle rigide idee che ti impone qualcuno può non essere salutare. Bravo Jannik per le palle che hai avuto a cambiare.
Dopo queste parole sono sempre più convinto abbia fatto bene a prendere un’altra strada.
@ Michele_62 (#3141205)
A me invece i commenti sembrano molto partigiani, non necessariamente in senso malvagio, ma che propendono a difendere una parte specifica anche in assenza di maggiori dettagli.
Trovo normalissimo che un coach imponga le sue regole a un suo atleta, troverei strano il contrario: quando questo non è successo ci sono state sempre rotture, mancanze di rispetto e fallimenti sportivi colossali (e sí, mi viene in mente un ex tennista in particolare…)
La verità è che solo il tempo e il campo possono dire se Sinner ha fatto la scelta giusta. E chi si affretta a giudicare una scelta così sofferta e complessa senza attendere gli eventuali progressi forse non è del tutto convinto che sia stata poi la scelta migliore…
Piatti aveva imposto a Sinner di non partecipare alle Olimpiadi, poi subito dopo TV e giornaloni hanno criticato pesantemente la scelta di Sinner non sapendo/facendo finta di non sapere che il burattinaio fu Piatti, Sinner ci rimase molto male e quindi anche tutto questo ha contribuito in modo fondametale al logoramento finale del loro rapporto professionale, that’s it !!
PS ha fatto bene Sinner a mandarlo a quel paese, è giovane, serio e intelligente, ha tutte le qualità per sfondare come e quando vuole lui senza farsi imporre paturnie da tennis coach con ego spropositati!!
scelta giusta di sinner, il ragazzo non è mica scemo
Ricordiamoci che NOLE lo allenava lui ma la famiglia pretendeva impegno a tempo pieno e PiATTI lo dirottò su Vajda.
Un paio di anni ancora a Bordighera, non avrebbero fatto male a Sinner…. la fretta si sa, è una cattiva consigliera..
comunque sia, sempre forza Jannik…. serena Pasqua a tutti e tutte.
Quando in un rapporto le divergenze sono insostenibili e sei a casa dell’altro, giusto prendere decisioni adeguate !!!
Ma veramente credete che il coach faccia la differenza? Se capisci che sei un professionista ti devi comportare da tale ….
Alcuni dei vostri commenti hanno colto nel segno. Jannik non voleva essere più l’eterno apprendista in debito di centocinquanta partite e, dopo, in difetto di qualcos’altro; nelle sue dichiarazioni si mostrava sempre come lo studentello diligente che doveva imparare. L’allievo secchione, il ragazzo ingenuo che i compagni di corso prendono in giro e bullizzano sbadigliandogli in faccia o mettendo su una sceneggiata circense per fargli perdere la concentrazione. È vero che è necessario applicarsi con costanza e lavorare giorno dopo giorno per migliorare, e questo lo sa anche Alcaraz; ma c’è una profonda differenza tra l’arroganza del sentirsi pronti per giocarsela con chiunque e la remissività imposta del dover essere sempre un passo indietro agli altri, ancora in cammino, come su un tapis roulant che dà l’illusione di correre senza mai arrivare da nessuna parte. Jannik si è sentito tarpare le ali e ha reagito. Gli anni passano e gli obbiettivi per un ventenne non possono essere come nel Castello di Kafka, qualcosa di irraggiungibile per definizione, perché ci sarà sempre qualcuno che ti supererà, uno Tsitsipas che ti ridicolizzerà in campo e nel punteggio. E Jannik aveva capito da tempo che il team di Bordighera aveva programmato di ovattate e attutire il suo gioco d’attacco, al fine di trasformarlo come tennista in un regolarista palleggiatore, capace di navigare al massimo tra la quindicesima e la ventesima posizione, cioè un passo indietro ai primi – una vetta che, invece di avvicinarsi, si allontana sempre di più.
Se paragono l accademia ad una azienda, sicuramente se hai un elemento valido cerchi di fare tutto per trattenerlo, visto che poi Sinner è un gran lavoratore e ragazzo serio, secondo me Piatti ha mancato di elasticità mentale e per di più Jannik può andare alla concorrenza, cioè un altro coach che lo sappia valorizzare oltre che dal lato tecnico anche dal lato umano e caratteriale dandogli il suo spazio
Non puoi trattare un fuoriclasse che gioca partite contro i migliori del mondo in stadi gremiti, un top 10 potenziale n. 1, come un 2.5. Il fuoriclasse che riempie gli stadi ha altre esigenze perché deve affrontare altri problemi in campo e fuori dal campo.
Piatti rimane un grandissimo coach, un grande conoscitore del gioco, con evidenti limiti nel gestire i top player.
Al di là dei metodi, che con un professionista si discutono e non si impongono, credo che ci fossero anche differenze di vedute su come raggiungere certi risultati, il tipo di gioco da sviluppare. L’impressione è che Piatti lo volesse un regolarista di pressione alla Djokovic, magari un pelo più potente, mentre Jannik voleva lasciar libero sfogo alla sua voglia di fare gioco e vincenti, certo con criterio, ed è quello che sta chiedendo a Vagnozzi.
In realtà Piatti non era il suo capo, ma un suo “dipendente”…
Eh già, considerazione calzante. Sinner è passato dalla felicità in campo del 2019 alla cupezza già nel 2020. Piatti questo non l’ha capito, anzi secondo me l’ha causato. Io non ho mai visto l’infelicità nei fab3. L’infelicità, la pesantezza, purtroppo non aiuta.
Non viene citato alcun fatto specifico, ma se i termini del rapporto erano questi, ben ha fatto Jannik a levare le tende.
Ringraziamo Piatti per il lavoro fatto. Ma, come diceva Gianfranco D’Angelo, “Has, has, Fidaken”.
Solo loro 2 sanno come stanno le cose. Sinner probabilmente farà bene senza piatti, piatti troverà un nuovo giocatore forte da allenare (magari Nardi?)
Giusta. Ente, visto il suo livello, Sinner pretende di avere un allenatore tutto per sé. Secondo me ha fatto bene a lasciare Piatti. E poi mi piace Vagnozzi, sempre calmo e controllato. I sergenti di ferro che urlano, non mi sono mai piaciuti enzo
Piatti? Un grande coach, queste parole lo confermano. Sinner se ne pentirà amaramente.
Le scuole sono articolate. Ci sono buone elementari, buone medie, buoni licei e buone università, credo che quella di Piatti sia un eccellente liceo, ma per una carriera futura serve un’ottima università. Unica mia perplessità nella scelta da Sinner: la validità dell’università Vagnozzi. Non voglio ne’ criticare ne’ sminuire Simone Vagnozzi o la sua scuola, ma non vedo per ora la sua come una università a livello di allievi che devono farela carriera che il liceo Piatti ha preparato per Sinner, visti i suoi precedenti “studenti”. Ovviamente, e con tutto il cuore, per lui e per Jannick, spero ardentemente di essere in errore o disinformato. A tutti un grande “in bocca al lupo”, perchè ce n’è bisogno.
Grande ignoranza di Piatti, non tennistica sia chiaro, ma di gestione dei rapporti. Un sodalizio risulta vincente quando le decisioni vengono prese insieme, soprattutto quando le scelte di Piatti (parlo del rifiuto a partecipare alle olimpiadi) incidono negativamente sull’immagine del giocatore. Ha fatto bene Sinner ad andarsene e comprendo perché i grandi giocatori vedono la scuola di Piatti come stage che va bene per qualche mese, ma non come sodalizio duraturo.
A Piatti non rimane che mangiarsi le mani e queste sue dichiarazioni pubbliche non lo aiutano certamente.
E dal Medioevo è tutto, linea allo studio
Se un allenatore così forte e capace non ha mai avuto con sé un campione slam qualche domanda c’è da porsela. L’unico davvero forte che l’ha seguito anche dopo è stato Ljubo, perché anche Raonic ad un certo punto è scappato a gambe levate. È vero che Milos con lui ha conosciuto il picco maggiore della sua carriera, ma a volte sul lavoro serve sentirsi felici e realizzati e non rendere felice e realizzato il proprio capo, al di là di tutto
Non penso che una separazione possa intaccare un curriculum come quello di piatti anche al tempo di Nick bollettieri c’erano regole rigide e feree poi uscivano dalla Academy e ognuno faceva la sua carriera!!
Non poteva dare più nulla a Sinner, ma potrebbe dare molto a Musetti, che deve smollare il prima possibile quel mezzo allenatore di circolo di provincia che si ritrova.
In realtà ne ha avuti anche di migliori. Ma alla fine nessuno è rimasto con lui, dunque un motivo ci sarà..
Ma quali metodi? Ma cha ha mai vinto questo? Aveva trovato la gallina dalle uovo d’ora, ma non si è reso conto che il circuito ATP non è un pollaio.
l’errore l’ha fatto Sinner,chi è Vagnozzi ?Sinner è già in crisi
Questo rosica forte bravo jannik hai fatto bene a lasciare uno così.
Non si sono lasciati bene.
Un ritorno in futuro è difficile, troppo orgoglio da entrambe le parti.
i rapporti finiscono, in amore , in famiglia, nel lavoro.
evidentemente doveva andare cosi, non possiamo giudicare, non siamo nelle loro teste
non resta che augurare il meglio ad entrambi, un gran giocatore e un gran allenatore
Parole molto autoritarie, dirette ma anche molto criptiche per chi non conosce i suoi metodi. Speriamo i metodi di Vagnozzi vadano bene al Pusterese 🙂
Prioprio anti-Sinneriano fino al midollo caro De Vlamick. Ovvio che e’ un fuoriclasse. Barazzutti non centra nulla con Sinner…cambia sport o non postare fesserie
Il motivo si era capito subito:
esigenza di indipendenza,
necessità di poter essere protagonista affermando anche le proprie idee e le proprie convinzioni scaturite da un apprendimento veloce e cosciente e forse anche la consapevolezza di poter emergere,senza un aiuto esterno,affidandosi alla propria capacità di lottare
,soffrire e di possesso di indubbio
talento.
In conclusione la rigidità di un metodo deve sempre tenere conto del carattere e della personalità di una persona da un lato e dall’altro deve sempre riconoscere l’esigenza di libertà di un individuo.
sei stato il miglior trampolino x un predestinato alla corona
Relax guys! Sta solo difendendo la sua professionalità e il suo lavoro.
È il Genio delle tartarughe di mare. 😉
Parole brutte, comunque
Mah, caro Piatti, io credo che tu abbia esageraro. Data la grande diversità tra un atleta e l’altro, non si possono tenere metodi standard uguali per tutti!!
Inoltre, se Jannik aveva delle richieste precise, delle necessità personali ma anche dei propri punti di vista riguardo il proprio futuro e la propria preparazione, avrebbe avuto diritto di poterle esprimere ed anche vederle esaudite
Credo che Piatti abbia sbagliato e che rimpiangerà a lungo l’occasione che gli è sfuggita dalle mani. Ma quando mai gli ricapita, un altro Jannik!??
Dalle parole dette, l’acredine è palpabile, quindi palese che ci sia stato qualche litigio e forse anche di più.
Sottostare… Il verbo utilizzato dice tutto…un ragazzo può sottostare…. Con un professionista anche se di vent’anni i metodi li discuti e li condividi… Jannis ha dimostrato grande personalità e diventerà un campione. Piatti, invece, ha dimostrato un limite importante, ed ha perso il miglior giocatore che ha avuto nella sua carriera
non sappiamo quale sia stato il fattore (dei metodi) che ha creato le incomprensioni che hanno spinto sinner a scegliere un’altra strada per non sottostare più a quei metodi, quindi oggettivamente è difficile giudicare.
certo che dalle parole di Piatti traspare molta rigiditá ed intransigenza, che a lungo termine non è mai una cosa completamente positiva
Sume non è un fuoriclasse eun Barazzutti e non è poco. Anzi è meglio di Barazzutti
dichiarazioni troppo rigide. se così è, non è un grande errore andarsene
Filosofia rispettabile, ma ovviamente incompatibile con la possibilità di crescere un ragazzino e seguirlo per tutta la carriera. Massimo rispetto per lui, ma bastano queste poche parole per capire la scelta di Sinner.
Caro Piatti, sei un grande conoscitore del tennis. Magari i metodi non si discutano, ma forse hai trattato il grande Jannik come un bambino, ma nel frattempo e diventato un uomo…
Ma cos’è Mister Diamon di Mila e Shiro? Ted Turner di Holly e Benji?
.. è così…diretto e categorico…d altronde qualunque professionista che sfonda è molto pieno di sé…due forti personalità si son scontrate …ed ora divergono… chissà un giorno se tornerà da piatti con un equilibrio più sano fra i due…
Piatti Piatti, hai fatto un errore di valutazione con Sinner, ritenendolo ancora un ragazzo dipendente e non un uomo fatto. Occasione svanita per continuare a farsi pubblicità