Riccardo Piatti sulla conclusione del rapporto con Jannik Sinner: “Io ho la mia filosofia, i miei metodi”
Riccardo Piatti ha parlato a Radio MonteCarlo del suo rapporto con Jannik Sinner suo ex allievo.
“Sono contento che abbia preso questa decisione. Io ho la mia filosofia, i miei metodi. Se uno vuole restare qui, deve sottostare ai miei metodi. A 20 anni ci sta che si voglia andare a cercare nuove strade, fa parte della vita. Certo, faceva parte della famiglia, ma non è obbligatorio rimanere per la propria famiglia. I figli a volte decidono di andare a studiare all’estero, e quindi se ne vanno. Ma se restano, devono seguire i miei metodi”.
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Un paio di quarti 1000 senza piedi per le bolle? Appena guarito magari vedrai cose mai viste con il genio di esperienza precedente! Sono convinto che nel tennis un coach non abbastanza giovane (quasi 65 enne) difficilmente fa il santone vincente con pro al top negli slam in particolare (Djoko ha da poco tagliato un 55-enne e Raonic e Gasquet non hanno fatto incetta di slam) mentre è ottimo per far crescere un giovanissimo. Anche Quinzi si rivolse al genio anziano che allenava Muster ma è migliorato di poco!
Io posso solo dire che se avesse preso Norman come si vociferava sarei stato un po’più tranquillo…
Certo, non tutti sono uguali e hanno percorsi e bisogni diversi. In genere ho l’impressione che i genitori allenatori siano il più delle volte un limite. Ricordo che a Roma quando Tsisipas perse da Jannik era la prima volta che non era seguito dal padre. Anche i continui richiami per coaching dicono dell’influenza paterna. Questo per il futuro non depone bene, mi da l’impressione di un ragazzo un filo “pupone”. Ricordo che l’altro “pupone” per non staccarsi da mamma Roma non ha fatto uma carriera straordinaria nonostante il suo immenso talento. Anche Zverev ha sempre dietro il padre, il fratello…ed entrambi mi sembrano fragili emotivamente fuori dalle loro confort zone. Sarà un caso che l’unico a vincere uno slam è stato Medvedev che come Diokovic gioca sempre in trasferta? Comunque se dovessi puntare un euro lo punterei su quel ragazzo che se ne va di casa a 13 anni. Ragazzo che quando chiamava a casa la mamma, in genere dopo aver perso, si sentiva rispondere tu hai il tuo lavoro io il mio e adesso sto lavorando.
@ Paul (#3141538)
Ma è mancato poco
Io non sono d accordo con la maggior parte dei commenti. Uno può avere tutto il talento del mondo ma l allenatore ha il dovere di essere rigido e dettare delle regole. Piatti parla tanto di metodo; l allievo deve sottostare al metodo del maestro, altrimenti giusto cambiare aria
Ma il campo maieutico è più lento o più veloce di quello sintetico?
Il caso e’ pompato, ora Sinner e’ un un’altra sfera e puo’ guardare domani da solo.
Deve guardarsi intorno e curarsi bene, ha bisogno di uno staff di eccellenza se vuole un futuro da top.
Amleto, non ci citeresti quali campioni slam abbia avuto come coach tale Vagnozzi?
Da Wikipedia – Piatti diventa maestro federale nel 1982 dopo aver frequentato la SNM, Scuola Nazionale Maestri. Tra il 1984 e il 1988 si occupa del Settore Tecnico giovanile della FIT, ed è capitano della squadra di Coppa Borotra (U16) alla guida di Renzo Furlan, Cristiano Caratti, Diego Nargiso. Dal 1988 decide di lavorare come coach privato e seguire alcuni dei migliori giovani del momento italiani come Renzo Furlan, Cristiano Caratti, Omar Camporese.
Nel 1996 è collaboratore per la preparazione olimpica e per la Coppa Davis, contribuendo ai quarti di finale raggiunti da Renzo Furlan alle Olimpiadi di Atlanta e alla semifinale di Davis che l’Italia perde contro la Francia. L’esperienza si ripete anche nel 2000 e nel 2004. Dal 1997, fino al suo ritiro avvenuto nel 2012, ha seguito il croato Ivan Ljubičić portandolo fino alla terza posizione del ranking e ad aggiudicarsi dieci tornei ATP tra cui il Masters di Indian Wells, il bronzo olimpico in doppio ai Giochi olimpici di Atene e la Coppa Davis nel 2004 a cui si aggiungono due partecipazioni alla Master Cup.
Dal 2013 al 2017 ha seguito Milos Raonic, periodo nel quale ha raggiunto una finale al Torneo di Wimbledon e la terza posizione del ranking.
A partire dal 2008 affianca le sue attività con workshop e consulenze tecniche per altri circoli, coach e giocatori. Nel 2017 ha fondato a Bordighera, inaugurandola ufficialmente nell’aprile 2018, la propria accademia, nel cui staff hanno trovato posto anche Massimo Sartori, allenatore di Andreas Seppi, Marco Cecchinato e Karin Knapp. Nella struttura si sono allenati lo stesso Seppi, Borna Ćorić, Jannik Sinner, che ha seguito ed allenato dal 2014 al 2022 fino all’ingresso in Top 10, e per brevi periodi anche Novak Đoković, che Piatti aveva seguito tra il 2004 e il 2005, Stan Wawrinka e Garbiñe Muguruza. Grazie ai successi ottenuti con Sinner, è stato tra i candidati al premio ATP per il miglior allenatore dell’anno nel 2020.
Ora restiamo in attesa di vedere quali traguardi toccherà Vagnozzi, poi giudicheremo: Piatti, Vagnozzi, e – non scordiamocelo – lo stesso Sinner.
@ Kenobi (#3141268)
no può valere nella crescita ma dopo non può essere così il tennista deve trovare un gruppo che gli si addice deve essere lui a fare delle scelte insieme al gruppo e lui che deve sentire la situazione è lui che guida l’allenatore o gli allenatori lo aiutano collaborano propongono ma il capo diventa il tennista
Io negli ultimi 5 anni ho avuto 4 allenatori di tennis:
il primo era il più bravo come giocatore, potevi imparare solo a guardarlo perchè non diceva NULLA e non mi ha dato nulla. Il secondo non era un giocatore, lo battevo pure io ma mi ha spiegato tutto, mi ha fatto amare la tecnica prima di tutto e fatto capire quanto lavoro serve. Un altro mi ha fatto colpire milioni di palline e mi ha aggiustato il rovescio. L’ultimo, sembravo un caso perso ma mi ha migliorato il dritto, mentre il maestro prima diceva che andava benissimo così. E sento che ancora c’è tanto da fare…
Magari il prossimo mi aiuta col servizio.
Sono d’accordo con te, ognuno può dare un contributo, è anche una questione di feeling.
@ Giampi (#3141277)
a quanto pare Tsitsi fa bene a non svincolarsi…numero 4 del mondo…in sacoccia un altro 1000 e tanti soldi…oltre che avere una famiglia con cui si sente bene e protetto…commenti da luoghi comuni…la crescita non va affatto a discapito della famiglia.. anzi se è sana ci va a braccetto e la testa sta in equilibrio in un mondo e anche in uno sport dove è facile perdere i valori e i punti di rifrimento..
SDarebbe interessante se ci elencassi i grandi sujccessi ottenuti da chi ha abbandonato Piatti, dopo il divorzio. Lo ripeto: per ora Sinner ex 8 è Sinner 12, ancora per poco. Panna smontata?