Combined Miami: I risultati con il dettaglio del Day 11. Finale tra Osaka e Swiatek

@ Vennera (#3120964)

Non hai capito, prima viene sempre il campo, è qui che si rivela il campione..è che poi il campo non basta, diventano personaggi, attraggono e incuriosiscono di più, se ne parla di più, i giornalisti cercano le notizie, si innesca quella famosa catena/meccanismo che in caso di Naomi è diventato più che mai stimolante per la sua personalità sfaccettata e a cui lei si è ribellata

@ Annie (#3120497)

Se non avesse vinto slam e non fosse stata n.1 avrei voluta vedere quanto “rompe”. Chissà quante personalità interessanti ci sono oltre la 200esima posizione, solo che le snobbiamo.

@ Vennera (#3120340)

Non credo sia solo il campo, la bravura senza personalità relega il tennista ad una immagine sbiadita e poco attenzionata, , vedi un Norrie che non gioca nemmeno male ma che nessuno si fila..c’è da dire che chi arriva al top in genere è supportato da idee chiare, da carattere, con conseguente potere attrattivo verso il proprio privato che non tutti accettano di condividere: Naomi ha chiesto addirittura di non essere intervistata, meglio, di non essere indagata/giudicata sul suo vissuto, essendosi coraggiosamente esposta post incidenti razziali ma non accettando l’interferenza o la strumentalizzazione delle sue scelte; ed ha ragione, lei è personaggio in campo per le sue vittorie, per il suo look, per le sensibilità contrastanti che le affiorano anche quando si impone (emblematico il suo dispiacere per aver sconfitto Serena in casa sua) chiede che basti questo, che non si vadano a stuzzicare terreni dove lei legittimamente è meno strutturata ed è meno obbligata ad esserlo non essendo materia del suo lavoro; per questo dopo la fierezza in campo, il capo eretto, lo sguardo concentrato, avendo fatto anche a fatica quello che l’opinione pubblica chiede ad una campionessa, spesso escono l’abbandono (mentale), le lacrime, il conflitto tra l’ambizione e la ricerca del successo e capire ogni volta che il prezzo da pagare non è poco, che l’immagine della leonessa forse non le appartiene fino in fondo ma che, come emerge anche in questo sito, il campione umano e pensante “rompe” , the show must go on”.

Ma il pensiero-Osaka quale sarebbe? Che soffre lo stress?
È uno sport, è giusto che il campo decida; i personaggi li crea il campo, non il gossip.

@ Pier (#3119710)

Beh, Pier, se sul maschile mi sembra che non siamo esattamente sulla stessa linea d’onda, sul femminile concordo in parecchi punti: ammirazione e rispetto per la Osaka, che ritengo l’unica attualmente in grado di assolvere al compito di dare risalto al tennis femminile e non solo per la sua forza tennistica ma per la sua personalità, per il coraggio di esprimere il suo pensiero anche quando è scomodo e non allineato coi desiderata dei più e soprattutto perché questa coerenza se la porta in campo, col suo tennis personalizzato, non perfetto ma di sostanza, insomma, una delle poche che calamita la mia attenzione..al contrario la Swiatek non mi appassiona proprio, troppo educanda dagli occhi smarriti anche se tennisticamente invece furbetta e pericolosa; bene la Badosa, sangue spagnolo comunque presenza in campo generosa e appassionata e infine non posso non citare, in tema di bistrattate, la Camila che invece mi manca molto, con i suoi pregi e difetti, con i suoi vincenti fulminanti e i suoi erroracci, i completini personalizzati e le interviste “fiume”, intrecciando le dita perché si rimetta presto in forma