Coric torna ad Indian Wells: “Niente racchetta per sette mesi. Dico ai giovani, attenti al proprio corpo”
Il Masters 1000 di Indian Wells quasi sicuramente dovrà fare a meno di Novak Djokovic, ma di sicuro riabbraccia Borna Coric. Proprio in California il croato ha ottenuto uno dei migliori risultati in carriera, la semifinale del 2018 (sconfitto dopo una dura battaglia da Roger Federer). Nel novembre di quell’anno toccò il best ranking, n.12. Il suo gioco era in piena evoluzione, anche quel diritto che sempre l’aveva fatto penare iniziava a diventare più stabile ed efficace. Poi sono iniziati mille problemi fisici, che l’hanno costretto a continui alti e bassi. A Rotterdam 2021 quasi non riusciva più a servire, per questo ha scelto di sottoporsi ad un delicato intervento alla spalla. Di lui si erano perse praticamente le tracce, ma la sua voglia di tornare è stata più forte del dolore e di una lunga riabilitazione.
Nel main draw del torneo ha pescato lo spagnolo Davidovich Fokina, uno tosto ed in buona forma, non sarà un rientro agevole. Ma per Borna già esser di nuovo in torneo è un grande successo. L’ha intervistato Tennis Major, una lunga chiacchierata in cui Coric racconta i momenti difficili molto altro. Ecco alcuni passaggi del suo pensiero.
“Come mi sento? Non posso paragonare questa sensazione a nient’altro, dal momento che questa è la prima volta che sono stato costretto a farsi da parte per un anno intero. La mia ultima pausa così lunga risale a quando avevo 12-13 anni e ho subito un intervento chirurgico al polso. Ho ripreso gli allenamenti il 1° novembre, ancora senza servire. Le cose ora vanno molto meglio, è una sensazione splendida essere qui”.
Il dopo intervento non è andato liscio come sperava, ma non ha mai avuto davvero paura di non farcela: “Quando un atleta professionista subisce la chirurgia, non è mai garantito che torni come prima. Ho avuto complicazioni dopo l’intervento chirurgico, perché il dolore è stato presente più a lungo del previsto. Parlando da questo punto di vista, forse c’era da aspettarselo, ma in quel momento mi sembrava di essere piuttosto in ritardo con la mia riabilitazione. Non mi sentivo sicuro, stavo servendo con leggerezza e sentivo ancora dolore, insieme a uno spasmo muscolare, che mi era stato detto che a quel punto doveva essere sparito. I dubbi si sono insinuati, ma sapevo che dovevo fare la mia parte ogni giorno in modo da poter tornare al posto in cui ero, fisicamente e dal punto di vista del servizio. Il medico che ha eseguito l’intervento mi ha detto che c’era una possibilità che potessi essere pronto per gli US Open. Quando è arrivato quel momento, non avevo ancora preso in mano una racchetta, quindi era normale avere dei dubbi… ce la farò? Per fortuna, ora sto bene”.
Il suo fisioterapista è stato fondamentale in tutto il processo, non solo dal punto di vista medico: “Il mio fisioterapista Yiani Louizos, sottolineo sempre il suo contributo. Senza di lui, di certo non sarei qui dove sono ora. È molto devoto, un esperto nel suo campo, e ha sempre scelto le parole giuste da dirmi. Non è stato facile, perché la riabilitazione è durata dagli otto ai nove mesi con molti alti e bassi: faceva male, non faceva male e così via… Yiani ha gestito tutto molto bene e non mi ha abbandonato in un momento in cui non c’erano garanzie per il futuro. È rimasto con me, ha creduto nel nostro lavoro e nella mia capacità di tornare al 100% fisicamente e che la mia spalla sarebbe stata migliore di prima. Anche quando non ci credevo, lui ci credeva, e mi rassicurava, spingendomi a mettermi all’opera anche quando non ne avevo voglia. L’etica del lavoro non è mai stata un problema per me, ma sono abituato alla pratica del tennis e agli allenamenti pesanti. E poi, all’improvviso, tutto ciò che ho dovuto fare per due ore è stato muovere delicatamente la spalla su e giù e avanti e indietro. È stato davvero impegnativo per me mentalmente”.
Coric rientra con un nuovo team: “Il mio nuovo allenatore è Mate Delic (ex numero 150 del mondo), siamo solo io, Yiani e lui. Mate mi ha aiutato negli ultimi quattro anni, da quando ha smesso di giocare a livello professionistico. Mate ed io ci conosciamo da molto tempo, lui mi conosce davvero nei dettagli: il mio gioco e come sono, la mia personalità. È relativamente nuovo nell’allenamento, ma siamo ottimi amici e ho sentito che era il momento giusto per lavorare insieme”.
Ecco il passaggio più interessante dell’intervista. Coric si rimprovera di non aver fatto tutte scelte giuste in passato, e ammonisce i giovani a non lasciar correre certe situazioni, soprattutto sul lato fisico, perché possono diventare molto problematiche quando meno te lo aspetti… “Guardandolo dalla mia prospettiva attuale, mi dispiace di non essere stato in grado di formare una squadra migliore quando ero più giovane. D’altra parte, è un circo molto popolato – tante persone, tanti allenatori – quindi è davvero difficile valutare chi sia il vero affare e chi non va bene. Non posso davvero incolpare me stesso, soprattutto perché ero molto giovane, ma me ne pento comunque. Ecco perché ritengo che per i giovani giocatori sia fondamentale essere consapevoli di dove potrebbero nascondersi i problemi futuri. Ad esempio, se avessi fatto una scansione adeguata della mia spalla quando avevo 18 anni, non credo che si sarebbe arrivati a questo. Se avessi saputo cosa stava succedendo alla mia spalla, avrei fatto gli esercizi di conseguenza. Sono quasi sicuro che questo non sarebbe successo, o sarebbe successo in dieci anni, e ho problemi alla spalla da quando avevo 23 anni. Il corpo di tutti ha un punto debole e la mia è sicuramente la spalla. Non me ne sono preso cura nel modo giusto quando ero più giovane. Il tennis è uno sport molto impegnativo in termini di programmazione: ho capito qual era il problema quando avevo 23-24 anni, ma non ho mai avuto il lusso di prendermi 10-12 settimane di pausa per dedicargli tutta la mia attenzione. E poi peggiora”.
“Ormai non mi pongo più obiettivi. Nel 2018, quando ero arrivato molto in alto, certo che ne avevo. Poi le cose sono girate male, ho rischiato di smettere, ho convissuto col dolore. Quindi, basta programmi di lungo termine. Quello che posso dire è che questa pausa mi ha fatto capire quanto amo il tennis, mi è mancato così tanto. Negli ultimi sette o otto anni mi è sembrato di essere schiacciato, con tutta la pressione e le aspettative. Quindi, in un certo senso, quello che è successo è stato positivo, perché ho avuto la possibilità di resettare, rinnovare la mia passione e rendermi conto di quanto mi godo la mia vita di tennista”.
Coric compierà 26 anni il prossimo 14 novembre, è ancora un tennista estremamente giovane. Rientrare dopo i suoi problemi non sarà affatto facile, ma gli auguriamo tutto il meglio.
Marco Mazzoni
TAG: Borna Coric, Coric, Intervista, Marco Mazzoni, Masters 1000 indian Wells 2022
Questo ha la stessa testa di Nadal, Murray, Thiem (con meno talento ovviamente).
Gente che con eccesso di volontà arriva a mettere al limite e oltre il fisico e poi son dolori.
Il più fortunato è stato indubbiamente Djokovic
Una testimonianza ulteriore che per diventare un professionista occorre buona sorte e uno staff di livello. Troppe volte si cercano risultati immediati sottoponendo ragazzini ad ore ed ore di allenamenti quotidiani, di sedute dal mental coach e poi di fisioterapia senza considerare l’usura del corpo e della testa.
A Roma,pre-covid- fece un bellissimo quarto contro Federer che perse. Giocò pure benissimo ma Roger è pur sempre uno dei fab3.
Penso che ritornerà nei primi 20 un giorno o l’altro.
Bentornato Borna
Dai Borna, forza che torni ai tuoi livelli.
I problemi alla spalla sono terribili. Per due anni non potevo servire o fare smash. Tanta terapia e infiltrazioni. Poi di incanto il dolore è passato…
DAJE BORNAAAA
Chissà se nelle sue parole c’è qualche riferimento al suo vecchio coach. . .
@ Sempre peggio… (#3098324)
Questa doveva finire sotto l’articolo su Djokovic… boh, sono proprio andato.
Spartaco che fa i dispettucci ai cattivoni… hahahah. Ormai è una barzelletta.
Forza Borna