Wilander critica le motivazioni di Zverev (video)
La sconfitta di Sasha Zverev è stata uno dei risultati più sorprendenti dell’Australian Open in corso. Shapovalov è giocatore di grandissimo talento, con un tennis da vero “showtime”, ma l’altra notte Zverev c’ha messo del suo per uscire sconfitto tre set a zero contro il mancino canadese. Nella press-conference post partita, Zverev ha fatto autocritica, dicendo che se il suo livello è questo, il n.1 del mondo – suo obiettivo dichiarato per il 2022 – è assai lontano e non lo merita.
Un’autocritica interessante, che però non è bastata a Mats Wilander. L’ex n.1 del mondo e 7 volte campione Slam, negli studi di Eurosport è andato oltre, puntando il dito sull’attitudine generale del tedesco. Per Mats, se vuoi essere il migliore non puoi parlare di lavoro, soldi, buona vita grazie a buoni risultati, devi avere qualcosa dentro di superiore che ti motivi ad arrivare al tuo limite, a tirare fuori tutto quel che hai per arrivarci.
“Credo sia interessante sottolineare il discorso dei sacrifici che devi fare quando sei in tour. Non ho mai sentito Rafa Nadal, Roger Federer o Novak Djokovic parlare di soldi…” afferma Wilander, “Sascha in realtà ha detto che ‘sì, essere lontano da casa bla bla bla, ma è un buon lavoro, farò un sacco di soldi’ e io sono sobbalzato, pensando che questo è un punto interessante. Ranking per i Championships, ce l’ho. Credo che Sasha in questo momento non voglia essere n.1 ma deve avere nel suo cuore il desiderio di arrivare ad essere il miglior giocatore possibile e questo non è qualcosa che non arriva automaticamente”.
In effetti, la motivazione per arrivare a primeggiare è la primissima, ma necessaria, molla a farti fare lo scatto decisivo. Si credeva che il grande Zverev visto nella ultima parte del 2021 e alle Finals, dove ha sconfitto sia Djokovic che Medvedev impressionando per solidità e servizio, fosse pronto a vincere in Australia e spiccare il volo. Il torneo, purtroppo per lui, ha mostrato un film molto diverso…
Marco Mazzoni
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Secondo me quando Zverev ha parlato di soldi, in risposta ad una domanda sui sacrifici che si fanno a questi livelli, intendeva dire che non si può lamentare perché comunque è anche un lavoro che gli permette di vivere bene, così l’avevo intesa io per lo meno. Onestamente, mi viene difficile pensare che un giocatore in top 10 da anni, che sempre da anni ammette che il motivo per cui fa male agli slam è che perché per lui contano troppo, che ha fatto meglio quando è andato lì senza aspettative, sia motivato dal denaro. Non mi sembra coerente. Magari Mats stavolta ha preso un abbaglio, perché palesemente la partita l’ha persa il tedesco assalito dai suoi demoni.
Zverev ma chi ? quello che fa sempre polemica quando i giudici elettronici gli segnalano le palle out ? annamo bene…..
@ Koko (#3049392)
Troppi errori non si capisce il senso
@ Sottile (#3049033)
dicono che sia…
il suo mestiere!
In ogni caso la mano di Ferrer si è vista in lui. Ha vinto di più perchè ha speculato pelleggioso e difensivo di più ma alla fine con il tennis di oggi se attendi troppo sei esposto al troppo in palla che tira forte del momento. Nel 3 su 5 difendere troppo rende meno su rapido e soprattutto sei strapotente fisicamente alla Nadal!
Solo con il palleggio:
– non vinci 7 slam, sia su erba che su terra e su cemento
– non vinci 3 slam in un anno
– non diventi numero 1 in classifica
Mats, oltre a grande resistenza fisica, aveva intelligenza tattica fenomenale, un grande servizio, un passante (soprattutto lungolinea di rovescio) impareggiabile e anche a rete se la cavava non male, giocando spesso anche il doppio.
Sacrosanta verità quella di Wilander, per essere il numero 1 al mondo serve qualcosa che nessuno ti può insegnare…un impulso che hai o non hai e di cui il buon Sasha pare sprovvisto
Gran bel post, anche senza la commozione che suscita Simoncelli
Ma chi, Wilander? Guarda che il suo gioco si è straordinariamente evoluto nel tempo: concordo che a 17 anni quando vinse Parigi era solo un pallettaro, infallibile ma monotono, ma poi ha fatto dei miglioramenti enormi grazie alla disciplina e soprattutto a un’intelligenza notevole.
Mah, Wilander ne spara tante eh.
Zverev soffre tanto, secondo me, dovere mantenere la pressione per due settimane e 3 set su 5, il che spiegherebbe il suo rendimento modesto nei tornei dello Slam.
Il resto sono chiacchiere da bar. L’importante è trovare le giuste motivazioni per migliorarsi, ogni giocatore deve capire quali sono le proprie. Non tutti ci riescono, ci vuole la giusta combinazione tra talento-ambizione-determinazione.
In un certo modo sono convinto che gli esempi dei tre che hanno recentemente dominato il tennis, siano asticelle talmente alte che la generazione che sta cercando di prenderne il posto soffrirà sempre di un certo complesso di inferiorità nei loro confronti.
Un pallettaro potente come non mai e super servizio
Ma allora sei in grado di scrivere cose sensate!
Boh, io non godo delle mancanze altrui, cerco di costruire le mie valenze a prescindere; tifare mi fa identificare in questo tipo di pensiero.
@ Poldi (#3048919)
Non era Ferrero?
Questo ex-pallettaro svedese ha sempre qualcosa da dire
Ah.. Novax?
Sto ancora godendo…
Stesso discorso che fece Ferrer dopo la fine della collaborazione con il tedesco. Tutto torna
Clicca qui per visualizzarlo.
Di fatto ha boicottato questo torneo, ignominiosamente zoppo di Djokovic.
Grande Zverev!
Zverev ha 24 anni, Tsitsipas 23 eppure nel guardarli sembrano ricchi di tormenti e di insicurezze. Sascha non riesce a dare continuità al suo tennis, il greco cerca spesso sostegno nel babbo (warning anche oggi) dimostrando una certa immaturità. Sinner ed Alcaraz sembrano molto più determinati, è come se eventuali falle nel loro gioco non siano una sorpresa che sconforta: le accettano perché sono giovani e ci lavorano, si immergono nel lavoro.
E questo, scusate, mi fa ancor più rimpiangere ciò che poteva diventare Simoncelli come pilota: ore ed ore a riguardare una gara, una curva, una piega.
È così che si diventa campioni, quando il talento non è solo nel gesto ma nella determinazione, nell’abnegazione per arrivare sempre più in alto, con umiltà ma anche con la consapevolezza di sé.
Più o meno il Lendl pensiero se non sbaglio. Egoisticamente, meglio per Jannik e Matteo. Se Sasha avesse anche quella mentalità, sarebbe un guaio per noi tifosi azzurri!
Bah per me è solo stato un miglior pallettaro ma solo con il palleggio non è che incanti il mondo!