Nadia Podoroska rinuncia agli Australian Open: Harmony Tan entra nel main draw, Trevisan fuori di due posti
Nuovo ritiro dal tabellone principale femminile degli Australian Open 2022: nelle scorse ore, pur senza annunciare il motivo del proprio forfait, l’argentina Nadia Podoroska si è cancellata dall’entry list del primo Slam in programma tra qualche settimana sui campi in cemento outdoor di Melbourne. La giocatrice sudamericana, attuale n.84 della classifica WTA in singolare (best ranking al n.36 raggiunto nel luglio scorso), dovrebbe essere ancora alle prese con l’infortunio alla schiena che ne ha condizionato il finale di stagione, costringendola a rinunciare a tutti i tornei successivi agli US Open (a Flushing Meadows uscì al primo turno, battuta in tre set dalla belga Minnen).
Il posto di Podoroska nel main draw degli Australian Open è stato preso dalla ventiquattrenne francese Harmony Tan, n.110 del mondo, alla quinta partecipazione nel tabellone principale di un Major. Le prossime due alternates sono la russa Anna Kalinskaya e la nostra Martina Trevisan.
TAG: Australian Open, Australian Open 2022, Nadia Podoroska
@ antosantos (#3008646)
Veramente negli ultimi 20 anni i big 3 hanno vinto in qualsiasi stagione. Ma potrebbe anche essere che ad inizio anno abbiano incontrato meno opposizione da parte di tennisti e tenniste che, essendo meno dotati, devono scegliere più accuratamente quale parte dell’anno privilegiare nella scelta del picco di rendimento. Magari è un discorso che non vale più per il tennis femminile, dove chi arriva in finale pare essere uscita da un’estrazione della lotteria.
@ Fabblack (#3008660)
In verità io proporrei di cancellare Miami. Due 1000 quasi senza soluzione di continuità mi sembrano eccessivi, soprattutto perchè questi tornei andrebbero distribuiti con più equanimità fra le varie aree del mondo. Già che il continente sudamericano, che di campioni ne ha espressi parecchi nel corso delle decadi tennistiche non abbia che un 500 mi pare discriminatorio. Questioni di denaro? Non credo che non troverebbero la copertura e, soprattutto, ci sarebbe molto pubblico, come non è mai avvenuto per le cattedrali nel deserto dei 1000 cinesi. Negli States hanno già IW, non vedo perchè debbano avere pochi giorni dopo un altro torneo di pari caratura. L’assegnazione dei tornei mi pare da troppo tempo viziata da “nepotismo sportivo” e da scarsa lungimiranza. Se pensiamo che in Italia, coi giocatori e giocatrici attuali, non riusciamo ad avere neanche uno straccio di 250 sul duro, o indoor, la gestione del mondo del tennis da molto dà pensare.
Prima o poi gli organizzatori si accorgeranno che la cassa piange, per questo ed altri noti motivi.
Peccato…
Buona notizia per Martina, la cui presenza a questo punto mi sembra pressochè scontata, a meno di intoppi fisici e di problemi legati al Covid.
Brava Martina a rosicchiare qualche posizione a fine stagione, le torna utilissimo adesso per entrare direttamente nel tabellone principale.
Non perderà tantissimi punti, ma uscirà comunque dalle 100: circa 110/115.
@ robdes12 (#3008630)
Sarà, ma il rimedio che tu proponi mi sembra peggiore del male.
Intanto, non si può mettere semplicemente l’A.O. al posto di Miami così, d’emblée, per il semplice fatto che Miami dura due settimane tutto compreso ed ha senso così dove si trova ora tra Indian Wells, Charleston ed altri tornei in Sudamerica, mentre l’A.O., che già di per sé significa pure trasferimenti A/R della “crème” coi relativi tornei di contorno, in quel periodo implicherebbe appunto la cancellazione tout court del corollario relativo al dittico I.W-Miami.
Tutto ciò senza che a Gennaio ci sia qualcosa di alternativo.
E, non ultimo, il clima: aprile a Melbourne è comunque più o meno come ottobre quì da noi.
Se il tennis outdoor è sport “estivo”, l’estate a Melbourne è da Dicembre a Febbraio/Marzo, non oltre.
@ robdes12 (#3008630)
Impensabile piazzarlo ad Aprile.
E’ lontano da europa ed America, ci si va solo per questo slam.
Far fare il giro del mondo in un mese tra Indian Wells, AO e poi la terra europea sarebbe impossibile.
Al massimo spostarlo a febbraio e fare l’inizio della stagione sull’indoor europeo a Gennaio. Si penalizzerebbero i tornei su terra sudamericani spostandoli a gennaio. Mentre i tennisti europei, che sono la grande maggioranza, sarebbero felici di rimanere a casa fino a dopo le feste e completare con calma la preparazione.
1) Lá storia degli ultimi 20 anni dice ché 16 volte há vinto
Un Big 3. In rodaggio?
2) Aprile è autunno australiano. Viste le distanze, vivono quasi exclusivamente di pubblico locale. Ovvio che le férie estive siano per loro momento granito
3) I tennisti in primis non si lamentano di quanto proponi…
Insomma hai sparato una cosa senza futuro
Beh, immagino che qualche altro forfait ci sarà, come si è sempre verificato per il primo slam dell’anno, collocato in una data molto infelice. Fra caldo che strema i giocatori, preparazioni con carichi di lavoro ancora da smaltire, pochi tornei nelle gambe e braccia di un po’ tutti i migliori, perchè continuare a proporre una data che sembra più prossima alla chiusura dell’anno precedente che non all’inaugurazione di quello in entrata? E poi il primo degli altri majors quasi 5 mesi dopo. Ma spostarli ad aprile è proprio impossibile? Si potrebbe cancellare uno dei 1000 americani, che di grandi tornei ne hanno fin troppi, e sostituire che so, Miami, con un ben più blasonato e rilevante torneo slam. Ok, prima a novembre era un torneo da tennisti cotti, ma così è diventato lo slam dei tennisti in rodaggio. Contenti quelli dell’itf….