Anche Andrey Rublev è positivo al Covid-19. Sesto tennista positivo del torneo di Abu Dhabi
Il numero cinque del mondo Andrey Rublev ha rivelato di essere in isolamento a Barcellona, dove vive, dopo essere risultato positivo al covid-19 in seguito al suo viaggio ad Abu Dhabi, dove è stato la scorsa settimana per giocare (e vincere) il Mubadala World Tennis Championships.
Data questa situazione, è improbabile che Rublev sia in grado di viaggiare in tempo per partecipare alla ATP Cup, prevista per il 1° gennaio. Il russo dovrebbe partecipare direttamente agli Australian Open, a meno che non opti per un invito a uno dei tornei che si giocano la settimana prima dello Slam Aussie.
Il 24enne è il sesto tennista presente ad Abu Dhabi per partecipare all’evento che ha contratto il virus, dopo Rafael Nadal, Denis Shapovalov, Emma Raducanu, Belinda Bencic e Ons Jabeur.
TAG: Andrey Rublev
@ Nicola (#3009227)
Già, si è riso spesso delle sue uscite di senno, delle frasi a, sproposito. Purtroppo qualcuno, con una cultura teoricamente migliore della sua, sostiene le stesse tesi. Chissà che non si ravveda. Mauro aveva pure rifiutato in principio le terapie proposte, dopo aver negato il virus.
Ah, per inciso: oggi in Veneto 7500 positivi in più ma in calo le ospedalizzazioni.Il vaccino non rende impermeabili ma limita in misura importante la malattia. Per chi ancora non lo capisse.
Intanto, per chi come me ascolta abitualmente la Zanzara, un pensiero per Mauro di Mantova, morto del covid che negava testardamente. Personaggio divertente, ma evidentemente non aveva tutte le ragioni.
@ Marco60 (#3008709)
Concordo pienamente. Purtroppo, finché la questione vaccini rappresentera’ un business per le case farmaceutiche, sarà di non immediata realizzazione immunizzare i paesi in via di sviluppo. Molti anni fa Sabin rinunciò al brevetto del vaccino antipolio affinché fosse disponibile per tutti.
Non per molto tempo.
Ah Mandrakone, togli la maschera!
Stai a vedere che creano l’ eccezione al vaccino……NON VACCINATO + CONTAGIATO MA GUARITO, puo’ gareggiare.
Ma tu guarda quanti contagiati
Mi sa che difficilmente giocherà Australian Open!
@ Michele_62 (#3008526)
Mamma che pazienza e testa hai ! Buon ragionamento
@ luchador (#3008577)
Ma comeee? I giornali non hanno dato notizia che in Africa il 30% della popolazione è morta do covid ??!!
@ robdes12 (#3008593)
Concordo !
@ Michele_62 (#3008532)
Grazie per l’aggiornamento, interessantissimo e veramente esaustivo.
Aggiungo che finchè non si lavorerà attivamente e celermente per portare a vaccinazione anche i Paesi in via di sviluppo la guerra contro il virus rimarrà inevitabilmente assai difficile
Djokovic l’ha già presto il covis, ed è rarissimo riprenderlo una seconda volta. Ricordo che i guariti sono la categoria più immune di tutte.
Un’ecatombe
L’anno scorso l’AO ha fatto controlli “severissimi”, bolla, lunghe quarantene, proibizione/contingentamento di allenamento sui campi da gioco, limite sul numero dello staff e hanno avuto una decina di casi covid.
Gli altri slam senza queste misure draconiane hanno avuto ZERO casi di Covid, gli altri tornei concomitanti, al FREDDO EUROPEO, non al caldo afoso australiano che come sappiamo diminuisce la capacità del virus di diffondersi, hanno avuto anch’essi zero casi di covid.
A memoria l’unico altro torneo con casi di covid nell’ultimo anno è stato il Brasile,pure la tanto disprezzata Russia con un bassissimo tasso di vaccinati (meno del 50%) è riuscita a organizzare 3 tornei in pieno inverno russo senza avere casi di covid.
Quindi si, l’Australia è riuscita a fare peggio dello Stato il cui presidente è apertamente no-vax e dello stato con condizioni più favorevoli al contagio.
Come ha fatto? Facile si sono completamente dedicati a punire gli infetti, anziché a prevenire le infezioni, tant’è vero che disconoscono l’uso recente di Sputnik e vaccini cinesi anche se più efficaci di un Pfizer o Moderna fatto 4-5 mesi fa.
Sono degli ignorantoni per scelta, e quindi incapaci di prendere decisioni pe la salvaguardia della salute pubblica, tant’è che stanno riproponendo gli aerei “covid”, aeromobili a noleggio per soli tennisti che l’anno scorso fecero quarantinare una cinquantina di atleti, procurando quel mesto spettacolo di zombie vs tennisti nei tornei pre-slam. Sbagliano sapendo di sbagliare e ripropongono lo sbaglio. Per qualcuno questa è la definizione di stupidità, per i tontoloni è sinonimo di “serietà”.
Ma davvero, che sciagurati! Fare controlli severi in tempo di pandemia! Incomprensibile!
Partecipare agli altri tornei australiani? Dipende se si negativizzerà per tempo. La forchetta cronologica per l’eliminazione del virus varia molto da persona a persona, ma dubito che possa richiedere solo poco più di una settimana. E’ evidente che la smania di tornei a tutti i costi si è rivelata ben poco saggia, in totale accordo con una fase di eclisse parziale di regionevolezza urbi et orbi che pare impedire a tutti noi la scelta dell’opportuno rispetto all’auspicabile. Non c’è che dire, il terzo millennio è cominciato con decadi splendide. Xenofobia in aumento, razzismo, fondamentalismi, conflitti etnico-religiosi, riscaldamento globale, guerre militari ed economiche, mettiamoci pure una pandemia che per lo status quo si sta rivelando un’aporia paralizzante (ma tanto non si ha intenzione di modificare a breve i parametri socio-economici per evitarne di future), il mondo chiuso dello sport si è rivelato un colabrodo…alleluja. Siamo una società di deboli, ammettiamolo; qualunque rinuncia ci sembra un sopruso. Drogati di svago, e una triste diagnosi.
Hanno finito i tamponi. O hanno usato i cotton fioc.
È evidente. No ma gli Emirati e l’Oriente sono il futuro.
Omicron sembrerebbe essere 10 volte più contagiosa della Delta ma anche meno aggressiva e virulento ( aggredisce molto meno i polmoni ) se diventasse variante dominante sarebbe positivo perché è assai meno pericolosa della Delta o del primo ceppo di Wuhan 2019. E assai più vicina ad essere una normale influenza stagionale. Quindi non ci sono motivi di essere nel panico.
Il Camerun a gennaio organizza la Coppa d’Africa con solo il 2% della popolazione vaccinata ( 620 mila persone su una popolazione di 26 milioni ) e non hanno strutture sanitarie e ospedali attrezzati di un Paese europeo come Italia o Germania.
Bisognerà osservare con molta attenzione quello che accadrà in Camerun tra gennaio e febbraio. Avremo molte risposte per discernere al meglio cosa sta succedendo con i vaccini.
Ma cosa succederà adesso? A questi giocatori infetti sarà permesso di partecipare o li terranno in hotel 1 mese prima di mandarli via?
Beh si dice di Abu Dhabi, ma purtroppo il virus è anche da altre parti, anche a Barcellona, quindi non sarei così certo che la fonte di contagio debba essere per forza ricondotta ad Abu Dhabi.
Mi immagino la strage di positivi fra calciatori e sportivi vari ora in vacanza a Dubai e zone limitrofe al loro rientro in Italia….tanti soldi ma cervelli piccoli 🙄
no, in Australia possono andare solo i vaccinati!
Non applicano le regole del green pass, li impongono l’obbligo vaccinale a chi vuole entrare nel paese
qua se ci facciamo il test sai quanti ne escono fuori.
Mi scuso per il precedente lungo post. In questi ultimi giorni, mi sono reso conto che l’argomento tennis è diventato piattaforma di dibattito sul Covid, con tutta una serie di inesattezze, in parte fomentate dal clima di ansia e tensione che i media creano; infatti, nelle varie trasmissioni televisive non sento mai pareri univoci, ma voci polemiche che si parlano addosso senza alcun costrutto informativo. Ho voluto dare un mio contributo a questa piccola comunità, nella speranza che gli animi si calmino, le polemiche si spengano e che si parli di tennis senza odio, senza rabbia e nella consapevolezza che siamo tutti nella stessa barca, lottiamo la stessa battaglia e che questo magnifico sport è di per sé metafora anche delle nostre vite.
SARA’ LA FINE DEL GENERE UMANO?
Variante Delta, variante Alpha, variante Omicron.
Quante informazioni che destano tanta confusione! Così, oggi ho deciso di procurarmi un articolo pubblicato su Nature il 7-12-21 a firma di Ewen Callaway [Nature 600, 204-207 (2021)]. L’articolo – che ho trovato davvero molto interessante, perché spiega cosa possiamo aspettarci dall’evoluzione del virus SARS-CoV2 – si intitola “Beyond Omicron: what’s next for COVID’s viral evolution”; cerco di scriverne una sintesi qui di seguito, almeno per come l’ho interpretato io.
L’articolo non entra nella questione spinosa dell’origine del virus, se è stato un parto di laboratorio e, di conseguenza, la pandemia frutto di sbadataggine e sciatteria umana, ma mette a fuoco le prospettive evoluzionistiche del SARS-CoV2, che, come tutti gli organismi, è soggetto alle leggi dell’adattamento all’ambiente. A dire il vero, considerato quale sia il bersaglio elettivo di questo virus, possiamo assumere che, quando parliamo di ambiente, questo sia rappresentato proprio dal genere umano. Scopo del virus è di sopravvivere il più possibile e di perpetuarsi nel tempo. Ovviamente, il virus non è un organismo pensante, né fa parte di un’organizzazione gerarchica in grado di programmare una strategia, ma risponde ai principi di un’intelligenza universale per la quale a un’azione o a un evento corrisponde una reazione contraria volta al suo bilanciamento o alla sua neutralizzazione.
Il virus in questione deve confrontarsi con il sistema immunitario degli umani; se è vero che all’inizio della pandemia si imbatte in un terreno vergine – ossia in bersagli che non hanno alcuna memoria immunitaria e che pertanto non oppongono adeguata resistenza all’infezione -, tempo dopo accade, invece, che si trova ad attaccare organismi che ne hanno fatto conoscenza e che quindi sono in grado di resistergli; è qui che sorge per il virus la necessità della mutazione, della nascita di una variante che possa eludere il sistema immunitario umano, ormai capace di riconoscerlo e neutralizzarlo. E’ come un malvivente che va dal chirurgo plastico per farsi cambiare i connotati affinché non sia individuato dalle forze dell’ordine.
Ovviamente, l’immunizzazione, che dà adito alla nascita delle varianti, non si realizza solamente dopo aver contratto la malattia, ma anche dopo la vaccinazione. Vale la pena di considerare, tuttavia, che le spinte alla mutazione non derivano solamente dalla crescita numerica di soggetti che hanno sviluppato una memoria immunitaria contro il virus, ma anche da quelle condizioni che determinano una sua diffusa replicazione – come succede di per sé in una pandemia. Vale la pena di rilevare, infatti, che la variante alpha è stata isolata in UK nel periodo del lockdown, mentre la beta è stata riconosciuta in Sud Africa, ove si è ipotizzato che si sia sviluppata in soggetti che, affetti da una sindrome da immunodeficienza, hanno consentito una continua replicazione del virus per mesi.
Un altro punto importante della questione è in che modo le mutazioni possono fornire al virus gli strumenti di resistenza contro le armi e gli scudi protettivi che gli umani gli stanno opponendo. Il virus ha fondamentalmente due possibilità:
1) diventare più infettivo aumentando la sua capacità di replicarsi
2) Eludere il sistema immunitario dell’ospite
Pare, secondo alcuni biologi evoluzionisti, che i due punti siano l’uno inversamente proporzionale all’altro, ossia se aumenta l’uno diminuisce l’altro, se diminuisce l’uno aumenta l’altro. Questo ragionamento non è ozioso e fine a se stesso, ma racchiude le nostre speranze che il virus da pandemico diventi endemico – una sorta di raffreddore, di pseudoinfluenza stagionale. In altri termini, se è vero quello che si dice che con il SARS-CoV2 dovremo convivere per sempre, potrebbe essere altrettanto auspicabile che i nostri rapporti con questo microrganismo siano, da un certo momento in poi, pacifici e non bellicosi, come accade per altre sindromi virali benigne.
La variante alpha, che, come si diceva, è stata isolata in UK, avrebbe una capacità di replicarsi aumentata del 50% rispetto al ceppo originario; e così la beta, così la gamma. E da qui l’incremento vertiginoso dei contagi. Ma, purtroppo, le cose non si sono fermate a questo punto, perché nella primavera del 2021 in India viene scoperta la variante delta che è del 60% più trasmissibile dell’alpha, ma ha anche un aumentato potenziale elusivo nei confronti del sistema immunitario dell’ospite. Quando mi trovo a parlare con dei clinici che lavorano nei reparti Covid, tutti sono concordi nell’affermare che le polmoniti da variante delta sono più gravi di quelle osservate con le altre varianti, note in precedenza.
La corsa del virus a mutare sembra non fermarsi mai, perché a novembre, in Sud Africa e nel Botswana, è stata isolata la Variante Omicron, che spaventa per le 30 mutazioni in quella proteina che consente l’aggressione delle cellule del sistema respiratorio, mutazioni che sono anche presenti – ovviamente in numero inferiore – nelle varianti precedentemente citate. La Omicron non avrebbe solamente una forte capacità di passare indenne tra le maglie del filo spinato teso dal sistema immunitario, ma anche una esplosiva attitudine a replicarsi. Sarà la fine del genere umano? Ed è qui che intervengono ancora una volta i biologi evoluzionisti.
E’ ferma opinione degli scienziati che il potenziamento dell’attitudine a replicarsi e della capacità di eludere il sistema immunitario dell’ospite non può aumentare indefinitamente – deve esserci un limite, come è sempre successo e succede con altri virus. La questione è sempre la stessa, vale a dire che capacità a replicarsi e tendenza a eludere il sistema immunitario dovrebbero essere inversamente correlate tra di loro, per cui è impensabile che il SARS-CoV2 si avvalga di entrambe le facoltà. Al virus, pertanto, non “converrebbe” di uccidere il suo ospite o di costringerlo a letto per tanto tempo, perché ciò ne ridurrebbe il potenziale diffusivo tra gli umani. Si ritiene, invece, che questo virus potrebbe ad esempio comportarsi come un virus influenzale, il cui continuo mutare rende inattiva l’immunità acquisita contro di esso negli anni precedenti, facendolo diventare nuovamente contagioso, ma a fronte di potenzialità replicative e patogene più basse, e con un quadro clinico, nella stragrande maggioranza dei casi – almeno nei soggetti esenti da importanti copatologie -, non così severo. Così succede anche per il morbillo che trova il suo principale bersaglio nei bambini quando non sono immunizzati; infatti, a voler considerare quest’ultimo punto, il SARS-CoV2 potrebbe comportarsi proprio in questo modo, sopravvivendo nelle vesti di “virus dei bambini” se non vaccinati, senza comunque dare dei quadri gravi.
Sembrano delle previsioni ottimistiche, quelle della maggior parte dei biologi evoluzionisti; tuttavia, l’Autore mette in guardia sul fatto che su questo virus sono tante, troppe le cose che non conosciamo, perciò la cautela sarebbe d’obbligo. La raccomandazione che viene più volte sollecitata è quella di vaccinarsi, vaccinarsi e ancora vaccinarsi, perché rimane ancora l’unico sicuro presidio – specie con la terza dose completata – che possa opporre resistenza anche a varianti “cattive” come la Omicron. Gli scenari sono in divenire, e, se da una parte possiamo aspettarci – non è dato sapere quando – una endemizzazione del virus SARS-CoV2, dall’altra potremmo temere scenari più severi che passano dalla sua fusione con altri coronavirus e da una sua replicazione in serbatoi animali.
Così impara a non farsi i fatti suoi su quello che farà Nole!
O molto più probabilmente i controlli erano veramente inesistenti o quasi…ed ecco il risultato.
Eh ma in Australia non sanno organizzare i tornei e fanno di tutto per creare noie ai giocatori, cit.
@ il capitano (#3008382)
più che altro ci si contagia facilmente.
se questo dovessi n australia sono dolori
Dajjjeeee… ad Abu Dhabi hanno fatto i tamponi? il dubbio sorge spontaneo…
Poteva andarci anche nole…se lo becca e non si vaccinata per 5/6 mesi partecipando anche agli AO
non ha fatto a tempo a parlare che..
A quanto pare ad Abu Dhabi c’era uno stormo di coronavirus !!!