Gaudenzi: “Giocando Challenger puoi solo fare pari con i costi, è una università verso il tour maggiore. Il Challenger Tour non è sostenibile, non attira interesse”
Andrea Gaudenzi ha concesso al Financial Time un’intervista che, in un passaggio, non mancherà di far discutere. Il Presidente dell’ATP infatti, soffermandosi sui problemi economici dei tennisti che navigano sul Challenger Tour, ha affermato in modo molto schietto che è impensabile poter sopravvivere solo con quella categoria di tornei, poiché non generano abbastanza interesse da attirare sponsor e diventare sostenibili. Ecco le sue parole.
“Sul Challenger Tour devi essere in grado di raggiungere il pareggio tra costi e guadagni. Ma devi essere conscio del fatto che è solo una specie di università. Devi considerarlo come un investimento per la tua carriera. Quindi devi crescere e approdare sul tour Pro, dove avrai un vero lavoro e guadagni”.
“Non credo che sia possibile avere una sostenibilità economica a quel livello [Challenger Tour] semplicemente perché manca l’interesse dei fans e quindi gli investimenti di sponsor, broadcasters e incassi dai biglietti”.
Parole a dir poco “dure” da parte di chi gestisce lo stesso tour e quindi governa centinaia di giocatori che ambiscono a crescere nella disciplina e diventare protagonisti, professionisti e quindi vivere di tennis.
La primissima reazione a queste parole arriva da Tennys Sandgren, che ha tuonato “Dovrebbe dimettersi dopo queste parole, è vergognoso”.
Aggiornamento
La vicenda, come prevedibile, ha scatenato una ridda di reazioni, alcune davvero veementi. Riportiamo quella di Dustin Brown, tennista esperto che ha navigato per gran parte della carriera proprio nei Challenger
How Will It Ever Be Sustainable, If „Our ♂️“ President Talks/Thinks Like This… Many Guys, Most Weeks Playin Challies Rnt Even Breakin Even… Competition Has Gotten Better n Better Over The Years @ATPChallenger & Gaudenzi Jus Trashes The Product … #WhereIsKermode https://t.co/eTyYEIFPpu
— Dustin Brown (@DreddyTennis) December 16, 2021
Duro anche Paul McNamee, ex giocatore australiano: “Il commento di Gaudenzi sul Challenger Tour è una mancanza di rispetto visto tutti quei giocatori che con grande qualità si impegnano senza altra via d’uscita. Forse le sue parole sono motivate dal fatto che è così concentrato nell’allungare a due settimane la durata dei Masters 1000 che ridurrà ulteriormente il numero di tornei sul circuito”.
Marco Mazzoni
TAG: Andrea Gaudenzi, ATP, Challenger Tour, tennis e soldi
Marcora è n. 200 e ha guadagnato 147.000 dollari! Senza campionati a squadre.
Eccomi:-) non ho molto da aggiungere. È stato detto tutto e il contrario di tutto, il tema è quanti tennisti devono guadagnare decentemente. Secondo me mille, secondo altri 100. È un tema assai dibattuto anche in seno stesso all ATP, anche se la tendenza la stiamo vedendo anche da queste parole di Gaudenzi. Il quale non ha detto una eresia, ha semplicemente inquadrato la situazione. Tuttavia a mio parere perde di vista una cosa, il grande entusiasmo che c è in alcune realtà che io ho visto con i miei occhi. Genova, san benedetto, qualcuno ha detto Abruzzo promosso ottimamente da Del Federico, oltre ai tornei Challenger targati MEF events dei Marchesini, questi sono tornei appetibili se ben venduti e anche molto amati dagli stessi giocatori. Però non devo essere io a dirlo, tutto qui, le mie sono opinioni. Quello che dico sempre a tutti e questo: tu metti un cappuccio in testa a djokovic e uno in testa a Bega, poi li vesti uguale da non poterli riconoscere e mettili a palleggiare. Nessuno, a parte i profondi conoscitori potrebbero risalire alle loro classifiche così diverse. Quindi è il racconto che si fa di loro, lo storytelling, che ne da degli idoli. Un po come Belen o Wanda Nara che sono dei sex symbol e vendono benissimo quando ci sono mille altre ragazze altrettanto belle ma che non hanno saputo cogliere l attimo. Lo sport è vero che è giusto, chi vince passa chi perde è fuori eppure kirgios è seguitissimo mentre davydenko che è stato per anni un top faticava a trovare gli sponsor….
Comunque sta cercando in tutti i modi di portare acqua al mulino di Djokovic e Pospisil
Cecchinato, Karatzev.
Hai ragione: Forse sarebbe meglio assicurargli un posto in tabellone principale. Oppure ha ragione Peppiniello quando dice che si dovrebbe organizzare un challenger nella settimana precedente, e considerare qualificati all’Atp i semifinalisti. Tu dici che al primo challenger vinto sei già nel circuito ma non è così. Pensa a Tallon che ancora non è qualificato di diritto per gli AO dopo aver fatto il record di vittorie nei challenger. E tu mi dirai che c’è la classifica bloccata ed io ti ricordo che è sempre Gaudenzi ad averla volta bloccata, sperando di riavere Federer. Io credo che l’Atp possa fare molto per il mondo challenger, senza dover investire patrimoni enormi, ma proprio rendendo i due circuiti piu complementari. Oh poi ognuno ha i suoi gusti, ma ammetto di preferire di gran lunga una buona partita a livello challenger del 90% del tennis femminile.
Peggio. Ha ammesso pubblicamente lo scarso valore degli operai dell’azienda, che quindi vanno tenuti a pane ed acqua. Tanto sono facilmente sostituibili e producono singolarmente molto poco. Tutto vero, peraltro, a guardarla con occhio miope. Con grande fatica e in tanti anni gli operai hanno ottenuto in tanti anni una retribuzione (quasi) dignitosa, dimostrando che se incrociano tutti le braccia l’azienda di soli manager si ferma. Così come fallirebbero gli Slam se quelli fuori dai 100 li disertassero. Ma i tennisti nel bene e nel male sono l’individualismo fatto sport.
@ Andry (#3002934)
Se nei challenger ci fossero gli spalti pieni, i montepremi sarebbero piu alti….e con gli spalti pieni arriverebbero anche sponsor e tv. Ma questo non succede, perche nella maggior parte dei casi ( eccetti i casi rari ) a guardare i match dei challenger ci sono solo staff e qualche parente
@ AdrianoTn (#3002846)
Beh ho sparato un numero approssimativo, comunque più o meno dovrebbe essere fattibile.
Attualmente ci sono massimo 3 tornei ATP250 per settimana (ovviamente non tute le settimane), mentre il numero massimo di tornei challenger per settimana è 5 o 6 quando la stagione è al massimo.
Mettiamo che in Europa ogni settimana si potrebbero organizzare 3 tornei con un livello tra quello di un ATP250 medio/basso (tipo Sofia, Metz) e Challenger buono (tipo Mouilleron-le-Captif, Ortisei).
In Nord America e America centrale 2 tornei a settimana di quel tipo dovrebbe essere possibile organizzarli tra USA, Canada, Messico e sporadicamente anche un torneo in paesi come Costa Rica, Puerto Rico, Repubblica Dominicana etc.
In Sudamerica allo stesso modo 2 tornei a settimana di questo livello poco superiore ai migliori Challenger attuali dovrebbe essere fattibile, alternando paesi come Argentina, Brasile, Cile, Uruguay, Colombia, Ecuador e una paio di volte all’anno facendo tappa anche negli altri paesi.
In Asia allo stesso modo 3 tornei a settimana non mi sembrano utopia, prevalentemente in Cina, Giappone, Corea, India, Arabia, Kazakistan, Singapore ma facendo uno o due tornei all’anno negli altri paesi asiatici si dovrebbe riuscire più meno a garantire per tutta la stagione un toreo a settimana se non due.
Ovviamente solo dopo la fine della pandemia, in pratica sarebbero una specie di tour regionali, un po’ come il circuito Challenger italiano che assicura un torneo quasi ogni settimana, solo che sarebbe a livello continentale e con un livello vicino ai tornei ATP250 minori.
Ovviamente il livello medio a livello di ranking nei tornei verrebbe ad abbassarsi, ma tanto non sono le partite tra i vari Lajovic, Ramos-Vinolas, Krajinovic, Martinez, Bonzi, Johnson a fare in modo che un torneo funzioni.
Più che un cut basso all’entry list, serve molto di più la partecipazione di due o tre giocatori come Monfils, Dimitrov, Bublik ai quali aggiungere una manciata di giocatori giovani in rampa di lancio come Rune, Stricker, Cobolli, Zeppieri, Kym, Draper che così possono ambire a sfidare dei giocatori con un certo nome, se passano qualche turno.
Chiaramente sarebbe difficile garantire un torneo a settimana in Africa o Oceania, ma trovandosi l’Africa nella stessa fascia di fuso orario come l’Europa e i il nord Africa a poca distanza, si possono aggiungere ogni stagione circa 6 tornei africani al tour europeo (principalmente in Marocco, Tunisia, Egitto più qualche sporadica tappa in Sud Africa e una o due volte all’anno anche in paesi emergenti come Etipoia o forse anche paesi tipo Nigeria).
Un ragionamento simile vale per Australia e Nuova Zelanda, da associare al tour asiatico.
Strutturando il calendario dei tornei minori in questo modo dovrebbe essere possibile allargare a circa 200 o forse persino fina a 300 il totale dei giocatori che riescono a campare onorevolmente del loro mestiere.
Naturalmente vado a spanne, facciamo che i tabelloni siano a 32 come nei challenger, tra EuropaAfrica 3 tornei, America 4 tornei, Asia/Oceania 3 tornei a settimana, sarebbero circa 10 tornei a settimana, quindi ci sarebbero circa 320 giocatori impegnati ogni settimana.
Forse per questo livello più basso del tour ATP potrebbe avere anche senso di disputare il torneo non ad eliminazione diretta ma con una formula a gironi, tipo Masters/ATPfinals, magari con 4 gironi e 4 giocatori per girone.
In teoria si potrebbero anche fare 8 gironi, in pratica sono 2 partite al giorno per girone, quindi ogni giorno si possono giocare le partite di 2 gironi su un campo, totale 4 partite al giorno.
Con due campi puoi giocare le partite di 4 gironi al giorno.
ad esempio domenica, martedì, giovedì si giocano le partite dei gironi A, B, C, D,
mentre lunedì, mercoledì, venerdì si giocano le partite dei gironi E, F, G, H.
Poi sabato si giocano i quarti di finale dove i vincitori di ogni girone si sfidano,
e domenica si giocano le due semifinali e in serata la finale.
Un metodo simile garantirebbe che un giocatore tipo Monfils o Kyrgios gioca almeno 3 partite invece di uscire subito al primo turno perché non motivato, anche sabato e domenica ci sarebbero più partite interessanti (4 il sabato, 3 la domenica).
Come detto basterebbero 2 campi per il singolare, più uno per il doppio nel quale si potrebbero anche riservare due posti in semifinale ai perdenti dei quarti del singolare, che giocherebbero la semifinale di doppio la domenica contro due team di specialisti usciti da un tabellone ad eliminazione diretta. In questo modo anche il torneo di doppio offrirebbe un maggiore interesse, magari aprendo qualche possibilità di sponsorizzazione anche a specialisti del doppio che in questo modo regolarmente finirebbero per giocare semifinali contro buoni singolaristi.
il fatto di giocare da “domenica a domenica” ovviamente complica la partecipazione a più tornei di fila, ma forse si potrebbe trovare una soluzione anche a questo problema coordinando i gironi, in modo tale da far partire quelli che non includono giocatori che giocano la fase finale del torneo precedente.
Un sistema simile era già stato provato nel 2007 ma erano 8 gruppi con 3 giocatori con modi abbastanza cervellotici per stabilire il vincitore di ogni girone (a Las Vegas si incartarono pure). Invece con 4 giocatori per gruppo le cose dovrebbero essere più semplici, passa chi vince più match ed in parità di match vinti conta lo scontro diretto, solo nel caso di 3 giocatori con un solo match vinto si andrebbero a contare i set vinti etc. (passa solo il vincitore del girone, quindi non ci sarebbero calcoli per stabilire il secondo come alle ATPfinlas).
va beh il tutto abbastanza fattibile, ma pura utopia
200 Marcora 147.000
199 Agamenone 43.700
198 Hoang 254.000
197 Trungelliti 243.000
196 Kopriva 76.000
195 Moroni 95.000
194 Polmans 263.000
193 Horansky 124.000
Questi i premi in danaro dell’ anno 2021 di giocatori attorno alla 200′ posizione.
C’ e’ da piangere e lamentarsi ?
Possibile che arrivare nei QUARTI (quarti) a WIMBLEDON (Wimbledon) lo abbia aiutato un pochino a scalare momentaneamente il n. 33 della classifica ?
In effetti non sono assolutamente d’accordo neanche io con le affermazioni di Gaudenzi (con tutto che lo considero un grandissimo professionista, degno della più alta stima).
In realtà, anche se un challenger non potrà mai competere con uno Slam, può comunque attirare un pubblico abbastanza numeroso e pagante.
Faccio questo ragionamento da profano: se esistono circuiti professionistici locali (in Germania, in Giappone, in misura minore in Italia, ecc…), dove chi li gioca, guadagna abbastanza per campare anche piuttosto bene, perché questo non può accadere anche per i tornei di livello challenger i cui giocatori sono di livello mediamente più alto rispetto a quelli dei circuiti locali?
La mia sensazione è che deve essere cambiata l’impostazione, nel senso che i circuiti locali dovrebbero essere l’università per andare a giocare i tornei internazionali!
Mah.. a me sembra di vedere tribune vuote anche negli atp.il problema vero è che questo tennis e noiosissimo e farà la fine della formula 1
Io non capisco cosa abbia detto di male e sbagliato.un giocatore che non riesce ad entrare negli slam,nemmeno nelle quali fa fatica e deve puntare anche sul doppio.sicuramente guadagna di più con serie A bundesliga e campionati a squadre in generale.ovviamente la base deve essere la famiglia ricca se no navigare intorno ai 300 400 non ha senso meglio dedicarsi a gli open.la fortuna per gli italiani è che ora hanno una valanga di tornei in Italia e non spendono o meglio spendono poco per i trasferimenti
Prova a togliere le tasse (43%),spese per viaggi e soggiorni all’estero per partecipare ai tornei, compensi ad allenatori, fisioterapisti e altri professionisti, e vedrai che non resta molto
Con 40000 euro di premi all’anno ci fai il brodino, per uno che fa attività internazionale con tutti i costi da sostenere va in rimessa clamorosa, Gaudenzio non deve aiutare nessuna, deve esserci il sistema che garantisce al tennista che non riesce ad andare oltre il 200 del mondo di incassare un bel gruzzolo, direi non meno di 250k, in quanto il numero 200 del mondo è un grandissimo giocatore, e comunque a vedere certi challenger ci sono gli spalti pieni. Un sistema che permette solo a 150 giocatori di campare solo di prize money è un sistema sbagliato, se Djokovic incassa 2 milioni in meno all’anno per la riduzione dei montepremi dei tornei grossi non se ne accorge nemmeno
Marcora che è n. 200 nel 2021 si è portato a casa 147 k di prize money, Pellegrino che è n. 215 97k… Non mi sembra male…di sicuro molto di più che se facessero gli architetti in qualche studio di Milano o Roma. Senza tenere conto dei campionati a squadre in Italia, Germania, Francia, ecc.
Certo che Nadal vinse un Challenger (Barletta) a 16 anni… subito dopo era già (a 16 anni, prima di compierne 17…) nel tabellone principale a Montecarlo (master 1000) passando per le qualificazioni e arrivando agli ottavi…
Incontro ATP ne aveva già vinto uno l’ anno prima, nel 2002 (nell’ unico torneo ATP cui si era iscritto).
Terminato anno 2003 (anni 17) Nadal nei “Challenger” non metterà mai più piede (salvo eventuale episodio che mi sia sfuggito).
Berrettini “si sveglia” un po’ tardi.
Nel 2014 a 18 anni perde al primo turno ai “Challenger” cui partecipa (2: Ortisei e Andria).
Nel 2015 a 19 anni suonati si iscrive a vari Challenger (Roma, Mestre, Recanati, Segovia, Portorz/Portorose, Roma2, Ortisei) dove vince la miseria di 6 partite su sette tornei Challenger. A fine anno è n. 525 (cinquecentoventicinque) del mondo.
2016 anno in cui compie 20 anni non vince nemmeno un incontro ATP , anche perché non si iscrive da nessuna parte e disputa in modo assai opaco qualche Challenger dove perde subito, con la eccezione di Andria a fine stagione, dove arriva in finale. Classifica fine anno 2016 435.
2017 anno in cui compie 21 anni, vince il primo Challenger (San Benedetto) e diciamo che si capisce che è pronto per andare avanti oppure, se non dovesse andare avanti… pensare di cambiare mestiere.
2018 anno in cui compie 22 anni, conferma già a gennaio le promesse (un po’ tardive) dell’ anno precedente, vincendo in Qatar la sua prima partita ATP per poi passare turni a Roma, Parigi, Wimbledon… abbandonare finalmente i Challenger e chiudere l’ anno alla 54° posizione mondiale.
Ogni caso possibile immaginabile di buon giocatore professionista ATP dimostra che, subito dopo i 20 anni, si deve essere “fuori” dalla “scuola” dei Challenger.
Non capisco cosa voglia dire “assicurare” ad un vincitore di torneo Challenger il diritto di iscriversi alle qualifiche di un torneo “ATP250”: in genere chiunque vinca un Challenger ha punteggio più che sufficente per iscriversi alle qualifiche dei tornei ATP250 (180° / 200° del mondo ?); diversamente, soprattutto per i giovani, ci sono le Wild Card.
Cecchinato ha avuto tre volte wild card per il tabellone principale di Roma (altro ché qualifiche…) per fare un esempio (saltando comodo comodo le qualificazioni) poi si è lamentato di non ricevere, a 28 anni, la quarta “wild card” in carriera a Roma.
@ magilla (#3002732)
non proprio in tutti gli sport, nel calcio sono ben più di 100 i giocatori che guadagnano più che bene…
Messaggio sbagliatissimo, il vero stato di salute di un movimento sportivo si vede PROPIO dallo stato degli eventi a margine dei maggiori. Invece di denigrare questo livello di competizioni bisogna spingerli ad esempio cercando di avvicinare il pubblico neofita che si stava vicinando al tennis solo ora per così dire “farsi le ossa”!
unacosa non ho ancora capito dai commenti e dale polemiche. è come ha detto lui o no?
@ Not serious man (#3002724)
condivido
Non l ho mai criticato ma qua ha esagerato se lo poteva risparmiare
Dimezzi quelli degli Slam e dei 1000 che sono spropositati (più di 100000 euro per vincere una partita magari con una wc 300 del mondo) e con quei sdi sei già pronto a raddoppiare il montepremi di parecchi challenger in modo che almeno chi arriva ai quarti guadagni qualcosa.
@ Puffo65 (#3002906)
Volevo dire ‘da vicino’. E ho visto sempre nei match.
@ Enzo (#3002752)
IO faccio eccezione probabilmente. Pago e ho pagato volentieri dieci euro per passare una giornata a vedermi un Challenger. Dove vedo un tennis vero e d.
Praticamente sta dicendo che a tennis possono giocare massimo 150 uomini al mondo a livello professionistico, mah….
No, non ai tornei, all’atp stessa, che deve monetizzzare i diritti di broadcasting e le sponsorizzazioni.
…l’italico don Abbondio si dovrebbe vergognare di non aver ancora proferito parola in merito alla tennista cinese oltre a tutti i danni che sta facendo e ahimè che farà a breve!!!
…giusto per citarne uno Griekspoor che ha vinto 8 challenger (mai nessuno prima di lui ci è riuscito) + una finale…
…la sua reale classifica è 51 e non quella congelata dal don Abbondio italico…
Pessima uscita strano perché e una persona intelligente
Mediocre giocatore, peggio ancora da presidente Atp. Altra uscita a vuoto evitabile.
Insomma, un fautore di una sorta di Superlega del tennis per richiamare lo squallido progetto paventato qualche mese fa nel calcio. Il sistema Challenger va tutelato, se possibile modificato, soprattutto sul piano dei prize money e delle entry list, ma non abolito dal mondo del tennis. Tutti hanno bisogno di tornei del genere per approdare nel circuito maggiore.
@ fedder (#3002798)
10 euro dalle semifinali.
Solo per evitare una calca immensa.
Perché gli altri giorni facevi fatica ad entrare in un circolo ben fornito di spalti.
È inutile che metti i pollici giù.
Sei un asino come Gaudenzi.
Lo state ampiamente dimostrando.
Che si preoccupasse di promuovere questo sport dove c’è richiesta.
Pallettaro come giocatore, pallettaro come presidente.
ma che dici nel calcio ad esempio ci sono rose di 22 giocatori e piu’ vuol dire che il 100 esimo (senza contare le altre squadre) si trova terza riserva con ingaggio miliardario nel milan o nella juve o nel napoli se poi dopo queste 4 sei il primo della roma ti lascio pensare quanto guadagna il 101 esimo, usare il cervello prima di parlare tnks
SI DIMETTA SUBITO
@ Peppiniello (#3002868)
Se la gestione di Challenger e ATP maggiore in successione è la stessa potrebbe essere l’occasione di guadagnare non 2 ma 2,5 o 3 anche senza donare nulla al piccolo perchè ad incassare è lo stesso organizzatore dei due eventi. Molto spesso Roma chiede le due settimane e qui vi sarebbero due settimane con piccolo+grande torneo. Il concetto di economie di scala dovrebbe essere noto al Bocconiano! Challenger a quel punto veramente sfida con i finalisti del piccolo magari in main draw nel grande per una sfida molto più avvincente del challengerino stand alone o delle quali oscurate.
Inadatto Gaudenzi a ricoprire il ruolo di CEO della ATP.
Mi sembra che di tennis non capisce nulla e dire che ha un passato da giocatore professionista.
@ non siamo la rep pop cinese (#3002843)
Togliere soldi a chi li produce (ATP) per darli a chi non ne è in grado (Challenger e/o ITF) potrebbe anche produrre un effetto negativo: potrebbe consentire a tanti che negli anni non sono riusciti a “passare di livello” di continuare a vegetare nel loro orticello ed in sostanza a fare “da tappo” ad altri ancora dietro, più giovani e meno “mestieranti”; così che magari alcuni di questi ultimi smettano prima e più giovani ancora.
In sostanza si finirebbe nell’assistenzialismo.
Non so se sono stato abbastanza chiaro.
@ Maga (#3002861)
Grazie Maga molto gentile. Ringrazio gli altri perchè non sapevo che Gaudenzi avesse fatto un MBA. Comunque ti possono insegnare quello che vogliono, lo studente deve usare la testa per discernere cosa applicare o meno, le ricette pre-confezionate non so quanto possano funzionare. Magari Gaudenzi deve solo obbedire a chi lo ha messo in quel ruolo.
Ciao a tutti e tutte.
Se non sbaglio Nadal ha vinto il suo primo torneo in Italia, credo a Caltanissetta. Anche Nole ha fatto la sua gavetta. Certo è stata breve, paragonabile a quelle di Sinner o Alcaraz. E invece nel caso di un Berrettini, è giusto che per 3-4 anni perda soldi o al massimo pareggi mentre sta già attivamente al circuito?e così si fomentano anche fenomeni di “strozzinaggio” tipo quanto successo a Bashasvili.
Gaudenzi secondo me ha ragione, l’unica cosa è che andrebbero aiutati i giovani ad emergere più facilmente se no rischiano di perdersi sopratutto quelli meno sponsorizzati.
Un’idea potrebbe essere quella di dare d’ufficio WC per tornei atp ai vincitori challenger under 21.
Si è fatto lo stesso ragionamento nel calcio, con la conseguenza che i campionati minori, che erano la vera fucina di giovani per la serie A, non ha solo finito per indebolire le nazionali giovanili, ma anche il campionato di serie A. Il torneo maggiore deve essere connesso con quello minore, dando la possibilità agli appassionati di scoprire i giocatori del circuito Challenger. Ad esempio si potrebbe fare un torneo challenger una settimana prima del torneo ATP, dando ai finalisti/semifinalisti, la possibilità di qualificarsi per il torneo maggiore automaticamente come WC o SE. I giocatori si abituerebbero alle strutture del circuito maggiore, e gli spettatori potrebbero godersi nuovi talenti. Il torneo del circuito maggiore potrebbe devolvere una % del montepremi a quello del circuito challenger dando cosi maggiore sostenibilità. Inoltre si potrebbe fare una classifica dedicata ai soli tornei challenger e quindi ai soli tornei ITF, con i migliori classificati che potrebbero avere delle free entry ai tornei maggiori del circuito ATP ( o challenger se partecipano ai tornei ITF).
Le idee sono tante e basta volerle, concentrare le risorse solo sui tornei maggiori, non fa altro che ridurre la qualità complessiva del circuito.
L’atletica è lo sport di base e chi ha buoni risultati lo fa per passione e perchè sin da piccolo è portato geneticamente (poco peso soprattutto se non è un lanciatore) si è allenato in un certo modo. Non penso che chi fa atletica da esordiente immagini guadagni alla Ronaldo ma lo fa come farebbe Danza o Ginnastica.
Ogni tanto potrebbe andare in silenzio stampa
Nonostante il tuo nickname, hai fatto un ragionamento che condivido.
Se i giocatori oltre la posizione nr. 135 cambiassero mestiere sarebbe necessario ridurre i tabelloni degli slam e dovremmo promuovere i tennisti direttamente dal circuito junior
Infatti io ho scritto solo che è sbagliato dire che in nessuno sport il nr.100 non guadagna nulla.
Togliendone una parte ai tornei ATP
vergognoso! il signor gaudenzi, che con questa sparata ha dimostrato di non essersi affrancato da un certo provincialismo tutto italiano, dovrebbe sapere che il circo ATP si basa sui challenger, come il mondo del lavoro si basa sull’università. e questa riceve costantemente fondi perché lavora in perdita. se gaudenzi non si rende conto che i challenger sono un investimento per tutto il mondo del tennis, dovrebbe vergognarsi di quello che ha appena detto e dimettersi. incredibile che una persona che ricopre un ruolo così importante possa uscire con delle corbellerie del genere. senza parlare della mancanza di rispetto nei confronti di tutti quei giocatori costretti a navigare sempre nel mondo challenger per limiti tecnici o economici, vale a dire difficoltà di assumere un staff tecnico adeguato.
Il Bocconiano è in effetti addestrato a questo! Una economia neoclassica “Monteggiante” che da poco spazio ai free riders!
infatti…vai a giocare a pallone, dove anche un Ballo Toure o un Antonio Donnarumma sono strapagati, come lavoratori dipendenti (quindi ZERO spese), per stare a scaldare la panchina gran parte dell’anno…
Il tema è che senza sostenere i challenger, rimangono 100/120 giocatori che vivono di tennis (con una decina supermiliardari) e il Karatsev di turno non solo non potrà più emergere ma a 24/25 anni sarà costretto al ritiro. Senza parlare di questa cosa ridicola del fixing dei match nei circuiti minori, di gente che per fare pari con i costi si vende le partite.
Non è assistenzialismo permettere a un movimento di essere a) globale (tennisti indiani, africani, sud americani spariranno via dalla circolazione – poi ci si scandalizza di perchè i Darderi o gli Agamennone “diventano” italiani) b) favorire un costante ricambio di giocatori c) ampliare la base di praticanti.
Il 150 nel calcio è multi miliardario – e il calcio rischia sempre di fallire. I grandi eventi del tennis generano sufficiente interesse e ricavi da permettere un minimo di mutualizzazione, che non fa fare la fame al n 130/140 del mondo – che magari è il numero 1 o 2 del suo paese
Gaudenzi ha fatto studi mirati (MBA), difficile aspettarsi un’analisi che non fosse quella spietata dei costi\ricavi.
3 o 4 per continente a settimana mi sembra un numero un po’ folle.
Attualmente al massimo avrai 6 tornei fra challenger e atp in una settimana… Considerando solo 3 continenti (ma le Americhe sono due, escludendo Africa e Oceania), dovresti raddoppiare il numero…
Ricorda un poco la situazione globale, pochi ricchi che accumulano sempre di più. Nella fattispecie occorrerebbe dare un mano anche al “vivaio” dei tornei challenger, magari togliendo qualche briciola ai piani alti. Lo so sembra un discorso alla robin hood, ma se vogliamo agevolare un ricambio di talenti forse è una via a cui pensare.
….magari bloccando le classifiche per altri 2 anni come ha già fatto l’italico genio!!!
Ma non è Gaudenzi che vuole incorporare la Wta all’Atp?
Non è lui della scuola che bisogna aiutare a crescere il movimento femminile, andando al di là dei risvolti meramente economici?
Coi Challenger non si può applicare la stessa dottrina Robin Hoodiana?
Ovviamente dai tornei più ricchi.
Intanto sarebbe bello se iniziasse a sponsorizzarli. Faccio un esempio semplice: sono andato a vedere il challenger di Gran Canaria ed eravamo 4 gatti. Ma parlandone in seguito con persone a cui sarebbe potuto interessare, nessuno sapeva che fosse in programma. Alla fine si sta sponsorizzando il circuito, gli spettatori dei challenger, magari a ingresso gratuito, in futuro possono essere spettatori degli atp a pagamento. Se si lascia tutto in mano e al portafogli degli organizzatori, le possibilità di crescita diminuiscono.
Il problema è un altro: ci sono molti giocatori alla Karatzev non vecchissimi che hanno potenzialità da top 30 ma che si sono trovati invischiati nei 150 ATP e che pensano di valere turni slam o 250. Come fai a stopparli se ci credono? Più che una università per loro il challenger è una possibile rampa di lancio se cominciano a dominare a quel livello. In quanto serbatoio di possibili protagonisti (naturalmente arriveranno in pochi a fare come il Russo) smobilitare questo sebatoio avrebbe poco senso. Ti troveresti solo apprendisti giovani ricchi di buona famiglia e raccomandati vari. Un margine di autonomia anche il tennista peone ma con potenziale elevato deve averlo. Il fatto che non si auto-finanzi il tour a questi livelli è poco rilevante perchè anche la serie C calcistica non si autofinanzierebbe! Chiaro che i più grandi eventi nella post pandemia dovrebbero contribuire per una certa quota al tennis ad ogni livello e questi sono discorsi negativi che si fanno quando traballa anche il grande. Forse la soluzione è concentrare di più gli sforzi diminuendone il numero per area (ed ognuno deve portare sponsors forti) ma aumentando il montepremi. Noto che spesso dove il challenger nasce e non esisteva (esempio dell’amico di Francavilla) ha un certo successo almeno per qualche anno mentre l’abitudine e la scontatezza lo uccide. Meno sedentarietà e spostamento flessibile dove vi sono soldi ed entusiasmi nuovi.
@ Lo Scriba (#3002799)
Beh, pensa al nuoto, allo scherma, a praticamente tutti gli sport dell’atletica leggera ( salto in lungo, salto in alto, 200m, 400m, 1500m etc etc etc )…in questi sport o arrivi in cima e desti l’interesse degli sponsor, o di soldi ne vedi pochini…infatti quasi tutti lavorano nell’arma dei carabinieri ( come lo stesso Marcel Jacobs che e’ un poliziotto ) inclusi i medagliati mondiali e olimpici.
Tu ti ricordi di Luigi Busa’? Ha vinto la medaglia d’oro nel karate giusto 4 mesi fa a Tokyo. Penso che molti avranno gia dimenticato la sua faccia. Ecco, io non credo che questo atleta guadagni molto dal karate.
Il golf e’ un altro sport di Elite come il tennis. Non e’ accessibile a tutti. Anzi e’ uno sport per pochissimi. Ma chi riesce ad entrare nel giro guadagna milioni.
@ gisva (#3002764)
Però così affermi che per giocare a tennis in modo professionistico, guadagnando, si debba essere necessariamente dei top 150… Secondo me, invece, devono convivere vari gradi di professionismo, perché come esiste la serie D nel calcio dovrebbe esistere anche un’ultima serie di tennisti professionisti. Cioè, da quel che ho capito, se non sei un giocatore che non riesce a stare ai livelli alti non dovrebbe nemmeno lamentarsi di essere un po’ meno bravo degli altri (non tutti hanno il talento cristallino, ma la passione sì) e perciò guadagnare 50 volte meno rispetto a colleghi già di per sé milionari?
Berrettini con i Challenger e’ arrivato 135′ del mondo a fine 2017, nel 2018 vinceva gia’ incontri ATP.
Se Berrettini fosse rimasto oltre la centesima posizione a barcamenarsi nei Challenger per il 2018, 2019, 2020 …
a quel punto Berrettini non era Berrettini ed era meglio se cambiava mestiere.
Praticamente ha detto che all’ ATP non interessa un fico secco se i giocatori che giocano questo tour non ce la fanno economicamente.
La dichiarazione e’ confermata dai fatti, tra i quali il VERGOGNOSO congelamento parziale causa covid dei punti atp…..gente, anzi GHIOTTONI come Kyrgios, lo svizzero, ed a breve lo spagnolo, avrebbero classifiche MOOOOOOOOLTO piu’ difficili da gestire (ovviamente d’ accordo con l’ atp).
NOLE BERRETTO POSPISIL con la loro associazione stanno combattendo per questi giocatori e per questo tour.
Federer Djokovic Nadal sono “usciti” dai Challenger ?
Ma quando mai…
Certi interventi mi lasciano l’amaro in bocca.
I challengers e gli ITF non sono ad oggi sostenibili ma provate ad immaginarli come una strada che congiunge un’autostrada, o una scuola od un servizio pubblico come la sanità.
Certo che se si guardano da soli senza abbracciare l’intero sistema sembrano rami secchi inutili e da tagliare, ma senza di essi forse non avreste una scuola, non potreste essere curati , etc..
Quel che si sbaglia è puntare il dito sui challenger senza capire che il problema non è il torneo in sé ma come lo si gestisce.
È funzionale allo ATP, e dovrebbe avere una funzione sociale nei paesi africani o asiatici in cui si fa fatica ad emergere.
La cosa triste è vedere l’oste Gaudenzi che parla del suo vino che è cattivo.
Allargate lo zoom e vedrete l’ecosistema tennis che è dipendente da milioni di appassionati che seguono dal vivo solo i challenger ed ITF e con tutto ciò che ne consegue.
Chi mai sarebbe in “top50” grazie ai “Challenger”.
Chi sono sta “gente” in top 50 grazie ai Challenger ?
Benissimo
Come li aumenti? da dove li prendi i soldi per aumentare i montepremi?
Il fatto che non susciti interesse dovrebbe essere ininfluente a livello prettamente sportivo, lo diventa quando allo sport vanno affiancate valutazioni tutt’altro che sportive come i costi, i ricavi, i diritti tv, gli sponsor etc.
non vivo sulla luna, so benissimo che senza lilleri un si lallera, però non facciamo gli ipocriti, o pensiamo solo al lato educativo/sportivo dell’attività oppure facciamo i conti coi numeri.
Se si fa i conti coi numeri sopravvivono 4/5 sport a livello prof e basta, e non lamentiamoci se c’è un cr7 che guadagna miliardi e allo stesso tempo decine di società che muoiono strangolate dai debiti.
Al di là del contenuto di questa intervista non posso non notare che i nord americani hanno preso di mira Gaudenzi.
A intervalli regolari c’è sempre l’Opelka, il Sandgren,il Pospisil o il Noah Rubin di turno a contestarlo offenderlo in modo anche colorito e a chiederne a gran voce le dimissioni. Persino Roddick.
Evidentemente Gaudenzi alla guida dell’atp da fastidio agli americani e vorrebbero piazzare al suo posto un americani, magari proprio Roddick.
Figurarsi i Futures e quei poveretti che ci sguazzano dentro tutta la carriera.
Sono proprio i challenger invece a mandare avanti la baracca. Con i tornei atp mangiano in pochi, non c’è nemmeno spazio per i soli top100. C’è addirittura gente in top50 grazie al circuito challenger. Forse la soluzione più giusta sarebbe aumentarne i montepremi dimodoche almeno con la vittoria si riescano a coprire le spese di un mese di attività
Penso che tu volessi dire che in nessuno sport individuale chi è oltre il nr. 100 non guadagna nulla perché negli sport di squadra, come il calcio, il basket, la pallavolo, il football americano, il baseball, ecc sono molti di più quelli che guadagnano cifre ragguardevoli. Anche nel caso degli sport individuali avrei qualche dubbio sul golf che probabilmente è remunerativo anche per chi è oltre il nr. 100 ma lascio la parola a chi ne sa molto più di me.
@ Giurasampras (#3002756)
quaqnto costava il biglietto?
Gaudenzi ha riportato una cruda realtà. é la pura verità ma, andiamo NON può dirlo lui! è come se il proprietario di un supermercato dicesse “il 70% della mia merce fa schifo non la comprate”. Un dirigente deve cercare di valorizzare il suo prodotto e spingere per farlo migliorare crescere. Queste dichiarazioni sono un boomerang dette da lui. Non vedo il motivo per cui i tornei maggiori ogni anno debbano incrementare il prize money, mentre quello dei CH è fermo o quasi da troppo tempo. Verissimo che i giocatori medi non attirano i grandi numeri, ma visto che si parla di sport individuali è giusto che chi ritiene di aver talento possa provarci senza fare stenti. Altrimenti i Karatsev, i Lorenzi e tanti altri ancora non sarebbero mai potuti sbocciare. Un Tour bloccato su 100-150 persone, sempre le stesse, vi pare giusto? l’ATP deve aiutare chi vuole crescere facendo tanti sacrifici, ed il miglior modo è quello di consentire loro una vita dignitosa. Chi ha passato 10 anni e più sugli ITF, come in passato, era in effetti quasi patologico. Ma il livello dei CH è alto, spesso molto alto. Non si può parlare di brutto tennis. Ci potrebbero essere molti modi per farli diventare attraenti.
Uno? Ci sono tornei con un sacco di campi. Perché nelle prime giornate di Indian Wells non si disputa un CH, ed i primi 4 hanno delle wild card per entrare nel main draw? Quei giocatori avrebbero ottima visibilità e allora sì che il challenger sarebbe la porta per il tennis più ricco. è una idea, ce ne potrebbero essere moltissime altre
@ MM&1 (#3002762)
passare direttamnete dal circuito ITF a quello ATP sarebbe un grossolano errore e in taluni casi brucerebbe tante giovani carriere; io sono invece per potenziare i premi sia negli ITF che nei challenger affinchè la crescita tennistica di un giovane possa essere graduale graduale sia da un punto di vista tenico che economico..
La cosa scandalosa non è tanto la dichiarazione di per sé, che ha un fondamento, ma che a farla sia il responsabile di un movimento che comprende anche i Challenger. In pratica l’amministratore delegato di un’azienda ha ammesso pubblicamente l’inutilità e la non efficacia di uno dei reparti di questa azienda. Dal momento che è lui a dover mettere in atto politiche di sviluppo aziendali, di fatto si è auto dichiarato incapace
Concordo che il mondo challenger allo stato attuale non sia sostenibile. Ma sappiamo anche che i tennisti, proprio per colpa dell’ATP, guadagnano una percentuale molto bassa dei soldi derivanti dagli eventi maggiori. Tocca quindi all’Atp investire nei challenger, dato che sono la base da cui escono i migliori giocatori, in seguito protagonisti del circuito atp. I margini per migliorare la situazione economica dei challenger ci sono eccome. La volontà non so. Gaudenzi cosa ne pensa? Vuole abolire le università del tennis? O lasciare facile terreno alla piaga delle scommesse truccate? Perché immagino che il presidente dell’ATP sappia che il 200 del mondo non abbia tempo per trovarsi un secondo lavoro in stile studente universitario.
Detto questo, l’Atp potrebbe intervenire anche in altri modi. Ad esempio rendendo più accessibile il circuito atp per chi eccelle nei challenger. Ad esempio tutti i vincitori di un challenger dovrebbero avere diritto automatico a partecipare alle qualificazioni di un torneo atp 250. Insomma, se vogliamo considerarle una Università per il tennis, le Università sono un investimento per il futuro.
Ma guarda un po’, proprio ieri si parlava su queste pagine della questione,con alcuni utenti che vorebbero i challengeristi della top 200 guadagnare almeno 500k puliti, e altri che invece esponevano posizioni simili a quella di Gaudenzi oggi.
Sandgren dovrebbe vergognarsi di essere un suprematista bianco. Quello che dice Gaudenzi e’ vero.
I soldi dei Prize Money dei tornei arrivano da SPONSOR, diritti televisivi e biglietti venduti. Se i tornei challenger non riescono ad essere appetibili ( per via della fascia dei tennisti che vi partecipano ) la ATP ci puo’ fare poco…Anche molti Atp250 devono lottare per andare un pelo in attivo, figuriamoci i challenger
E qui c’è chiparla di dare soldi all’ ITF… LOL. Perché non proporre sovvenzioni anche ai 3 categoria a questo punto? Zijno dove sei? Batti un colpo…
Un giocatore che fa una carriera fra il 150 e il 300 riesce a guadagnare più di un impiegato italiano. Se è indiano, è ricco, se è norvegese è povero.
In media 40000 euro all’anno di premi + qualche sponsor, agevolazioni, corsi, ingaggi gettoni presenze e altro. Ha molte spese per le trasferte, ma, non dico faccia una vita in vacanza, ma nemmeno alla catena di montaggio.
Se vive in Italia e non ha le doti per fare il salto di qualità, meglio smettere. Ma molti continuano, sperando nel colpo di fortuna: metti che passo le quali di uno slam, poi al primo turno batto una WC, al secondo vinco per walkover, al terzo il mio avversario ha il mal di pancia, e mi compro la casa. Ognuno è libero di fare le sue scelte, ma non vedo perchè Gaudenzi dovrebbe aiutarlo!
Quoto il tuo commento, ma potevo quotare anche quello di luce nella notte e magilla sull’argomento ” il tennis deve assicurare una carriera solo ai top100″.
Io ho seguito i challenger e ti assicuro che fino al 350° circa della classifica ATP sono tutti professionisti che giocano bene e per i quali le persone quindi pagherebbero il biglietto. Oltre quella posizione è materiale da ITF con tanti errori gratuiti, performance ballerine da un set all’altro o peggio da un game all’altro.
Per cui andrebbero garantiti questi giocatori, altrimenti non avremmo avuto Berrettini, Cecchinato, Londero, Karatsev e forse anche Thiem ( dico i primi giocatori che mi vengon in mente che hanno militato per anni nei Challenger).
Due di questi sono (stati) top10 dell’ATP.
@ gisva (#3002764)
Il tuo mi sembra un intervento sensato e intelligente.
Condivido le tue osservazioni.
Io condivido in toto.
Non ha senso che uno finalizzi la carriera a giocare a livello challenger (ed ancor meno gli ITF).
Liberi di farlo, ma che non ci si lamenti degli scarsi guadagni.
Lo scopo dell’ATP poi non è che il tennis sia florido ovunque, ma creare eventi dove il pubblico vada volentieri ed arrivino soldi da sponsor e media.
Guadagni poco con i ch? Bene giochi le quali degli atp e se te lo meriti sali di livello e guadagni di più.
Gli eventi che portano soldi sono altri e probabilmente non ce ne possono essere di più.
Al limite può essere utile trovare un modo per permettere ai meritevoli di salire velocemente al livello ATP se lo meritano, senza dover passare troppo tempo con i mestieranti di ITF e ch.
Dare più soldi ai ch non risolverebbe nessun problema e non contribuirebbe ad aumentare lo spettacolo.
…purtroppo in questo caso non si tratta solo di idee ma di stravolgere completamente il nostro sport visto che che il genio sta per fare dei danni irrimediabili…
Gaudenzi mi sta deludendo ogni giorno in più che passa.
A lui volevo dire che a Francavilla al mare, vicino a Chieti dove abito, si sono tenute 3 edizioni di un challenger ora fermo per la pandemia negli ultimi 2 anni, dove si faceva fatica a contenere l’entusiasmo della gente e degli sponsor.
Si preoccupasse invece di replicare altrove quello che io ho visto coi miei occhi nel mio Abruzzo.
Poi, non lo voglio nemmeno giudicare per la sciocchezza delle classifiche congelate, una stupidaggine incredibile.
Svegliati un po’!!!
Beh che non c’è sostenibilità economica è probabilmente vero, ma è anche il primo strato di terreno su cui si fonda tutto il circuito ATP, i ribelli di Djokovic l’hanno capito e premono appunto per equilibrare la situazione.
Gaudenzi non smette di stupirmi ancora oggi
Ma cosa ha detto di tanto vergognoso ?
Ha solo descritto la situazione attuale. A parte un po’ di folclore locale i challenger non riscuotono nessun interesse.
Non si paga per vedere giocare il 150 contro il 180 al mondo, ne allo stadio ne on-line.
Non sono d accordo,ma ognuno ha le sue idee
Gaudenzi ha ragione ed infatti la base del movimento(quella senza la quale non ci sarebbe il movimento stesso) deve necessariamente possedere una caratteristica redistributiva verso questa classe di tornei e verso i futures.
D’altro canto ho visto troppi futures e challenger per non sapere che a guardare un match di secondo turno ci sono solo io, i coach e i parenti dei giocatori e quattro ragazzi del circolo.
Quello che è strano è che non sia valorizzato il parco di appassionati che come qui e su altri media si informa e segue i circuiti.
E’ strano che possano “vivere” così tanti siti che ne parlano, ma poi i tornei stessi non riescano a raccogliere che briciole.
Gli unici che funzionano sono quelli fatti dai resort che ne hanno fatto un business.
Una soluzione a breve termine sarebbe organizzare due tornei , uno a mid season ed uno a fine stagione con i migliori 32 challengeristi che abbiano disputato un minimo di tornei in corso, così da premiarli con un cospicuo prize Money e che darebbe un ulteriore margine di visibilità a tutto il tour.
Comunque parole inqualificabili, lui non è un passante che osserva la realtà ma uno che deve modificare lo stato, il più importante.
Non pensavo che in vita mia mi sarei mai trovato d’accordo con Sandgren su un qualunque argomento, e invece…
ribadisco quello che dico sempre quando si parla di questo argomento…..in tutti gli sport chi è oltre al 100 posto di valore assoluto non guadagna nulla…non vedo perche’ dovrebbe essere diverso per un tennista….
…sono mesi che anche sul forum sto mettendo a conoscenza delle folli decisioni di don Abbondio Gaudenzi che sta per mettere in atto…
…se non lo fermano immediatamente sarà impossibile tornare indietro…
….i primi che dovrebbero unirsi a Sandgren sono proprio gli italici!!!
Mi sembra strana come dichiarazione…va contro i suoi stessi interessi…
E’ un fatto che i Challenger da un punto di vista economico sono un ramo SECCO: non interessa a nessuno vedere il 400′ del mondo o giu’ di li’, soprattutto se ha 30 anni…
Inutile creare una cassa e una categoria “assistiti” che fanno attività di totale disinteresse mondiale che NON produce interess né reddito alcuno.
Si crea altrimenti una classe di pseudo-lavoratori, parassiti dal punto di vista economico, che campano sui soldi guadagnati dagli altri e sugli sponsor che investono sugli altri (ovviamente).
Se dopo vari anni in “Challenger” non sei riuscito a cavare un ragno dal buco (addirittura 8 anni il sig. “Q”, per fare un esempio drammatico…) non ha senso farti mantenere da altri circuiti e diventare un “parassita assisito”.
Cambia mestiere.
Vai a lavorare e smettila di “giocare”.
Continuo a pensare che sia un atteggiamento miope.
E’ chiaro che i challenger non portano in cassa soldi, però senza di loro il movimento tennistico sarebbe ridotto a poco più di 100 giocatori, ci sarebbe poco ricambio, i tennisti senza famiglia facoltosa alle spalle non riuscirebbero ad emergere e tennisti provenienti da paesi poveri ancora di meno.
Io non credo che destinare il 10% del circuito maggiore per aiutare i giocatori da challenger porterebbe alla rovina i top 10 ma servirebbe ad allargare la soglia del guadagno al numero 200
Sono d’accordo con Sandgren. Del resto cosa aspettarsi da uno che ha sfalsati la classifica ATP per due anni ?
Il problema è che è una politica miope, facendo così il tennis si impoverisce di talenti. E’ una politica che in un certo senso è stata voluta dai giocatori più forti per creare una sorta di elite inespugnabile, un circolo per pochi. Con questa politica se guardate il tennis si è veramente impoverito di talenti.
In realtà è anche per questo che i nostri giovani italiani stanno crescendo più di altri, perchè in questa “università challenger” ci sono molti tornei in Italia e poi perchè la Federazione giustamente investe sui giovani Italiani.
Altra cosa, nelle vere università si fa 4- 5 anni dai 19 ai 24 anni, si investono questi 5/6 anni per poi lavorare 35 anni. In questi “challenger università” se un tennista rimane invischiato per anni fino ad età avanzata poi ha poco tempo per potere fare soldi veri.
Beh ha solo detto la verità.
Ad ogni modo i tornei ATP250 risultano spesso meno interessanti di alcuni challenger, andrebbe creata una categoria che sostituisce gli ATP250 minori e i challenger migliori, fondendo le due cose.
In pratica ogni settimana ci dovrebbero essere 3 o 4 tornei per continente di questo tipo, in modo da avere in ogni torneo un mix tra un piccolo gruppo di giocatori in ascesa (circa 2 o 3 per torneo) con un certo nome, qualche vecchia gloria e tanti giovani in rampa di lancio.
Così anche sotto il livello ATP1000/500 ci sarebbe una maggiore alternanza di partite e non ogni settimana le stesse partite “viste e riviste” tra “journeymen”
Mah, non ha tutti i torti. I Challenger hanno strutture poco attraenti per giocarvici, dovrebbero costruire stadi per attirare i fans, gli sponsor non mancano, basta guardare i tabelloni a fine campo dei challenger di Genova o di Roma garden, dove non c’è spazio per scrivere una iota.
In Italia poi c’è il problema di avere troppi challenger, quindi gli investimenti sono dispersi. Prendiamo il kazakistan, usano la stessa struttura, con stadio, per ATP250 e Challenger.. e torneo WTA!. In Italia manca il livello intermedio, c’è il 1000 di Roma e i millemila Challenger, per cui è difficile spingere in su il movimento, come fa la Francia o la Spagna con vari tornei 250 e 500.
Sul fatto che non si vive di challenger è stato vergognoso, perché i premi in denaro sono troppo bassi e lui lo sa e li mantiene così per primo, dirigendo tutte le risorse verso i tornei maggiori, cioè i 1000, che vuol fare diventare gli Slam dell’ATP portandoli a due settimane. E’ lapalissiano che non è il presidente che aiuterà il movimento dal basso.
Per quello bisogna aspettare che diventi presidente Djokovic.
https://youtu.be/R8XAHNbyWIs