Bergamo, un laboratorio per il futuro
Sorteggiato il main draw del Trofeo FAIP-Perrel, che si svolgerà nella settimana in cui avremo sia Berrettini che Sinner tra i top-10. In tabellone cinque azzurri, incuriosce la doppia sfida dei nostri baby Nardi e Arnaldi agli esperti ucraini Stakhovsky e Marchenko. Si parte con le qualificazioni: occhio a Duje Ajdukovic.
Il grande momento del tennis italiano sarà sancito dalla classifica ATP di lunedì 1 novembre, quando ci saranno due italiani tra i primi dieci della classifica mondiale: Matteo Berrettini e Jannik Sinner. Si tratta degli ultimi due vincitori del Trofeo FAIP-Perrel di Bergamo (44.820€, indoor), ed è simbolico che avvenga proprio nella settimana in cui il torneo riparte dopo la malinconica chiusura del 2020, all’alba della pandemia, con una finale rimasta in sospeso e senza vincitore. Mentre Matteo e Jannik subilimano l’età dell’oro, Bergamo torna ad essere il laboratorio del futuro, luogo ideale per permettere ai campioni del domani di mettersi in evidenza. E ci sono i migliori azzurri del futuro nel tabellone sorteggiato sabato sera e guidato dallo slovacco Alex Molcan (n.114 ATP), reduce dallo splendido terzo turno allo Us Open. Oltre agli esperti Federico Gaio e Roberto Marcora, l’Italia schiera le tre wild card Matteo Arnaldi, Flavio Cobolli e Luca Nardi. Ragazzi nati rispettivamente nel 2001, 2002 e 2003. Gente ambiziosa, in alcuni casi già pronta a misurarsi in un contesto difficile come i tornei Challenger. E per loro sarà dura: il sorteggio li ha messi contro a giocatori molto esperti e con un passato molto importante: Cobolli sfida Damir Dzumhur (ex n.23 ATP), Arnaldi ha pescato Sergiy Stakhovsky (vincitore di quattro titoli ATP e giustiziere di Federer a Wimbledon 2013), mentre Nardi troverà Illya Marchenko, presenza fissa del torneo, ex top-50 ATP e soprattutto uno dei finalisti delusi del 2020. Più in generale, si tratta di un tabellone con tanti nomi interessanti: spicca Holger Rune, il baby fenomeno danese (anche lui classe 2003 come Nardi), che soltanto due mesi fa portava via un set a Novak Djokovic allo Us Open, e le cui ambizioni sono enormi. Per lui ci sarà un primo turno impegnativo contro Mathias Bourgue, esperto francese che diversi anni fa mise paura ad Andy Murray al Roland Garros.
VECCHIE CONOSCENZE E NOMI NUOVI
Si rivede a Bergamo Mikhail Kukushkin, che tanti anni fa passò dal Pala Agnelli a inizio carriera e vi fa ritorno dopo essere transitato tra i top-50 e aver vissuto grandi esperienze nei tornei più importanti. Stesso discorso per Radu Albot (n.4 del tabellone), che tanti anni fa giocò in un centrale quasi pieno contro Djordje Djokovic. Insomma, un torneo per palati fini che promette spettacolo. I primi colpi si tireranno già domenica, con il primo turno delle qualificazioni: il nuovo format dei Challenger prevede le “quali” a 16 giocatori, quattro dei quali saranno ammessi in tabellone. Anche in questo caso, diversi italiani di prospettiva come Francesco Forti e Mattia Bellucci, senza dimenticare la wild card locale, quel Filiberto Fumagalli che sta crescendo molto bene ed esordirà contro Alexey Vatutin. Ma c’è un nome da tenere d’occhio, già nelle qualificazioni: si tratta del croato Duje Ajdukovic, 20enne di grande personalità e già capace di ottenere buoni risultati nel circuito Challenger. Potrebbe essere lui, oltre a nomi più noti, uno dei volti che emergeranno dal torneo della rinascita, che offre a Bergamo una collocazione tutta nuova e inaugura un mese del tennis che non ha precedenti nella storia. Dal Pala Agnelli, infatti, prende il via un rincorsa che ci porterà alle Next Gen Finals di Milano, le ATP Finals di Torino e le Davis Cup Finals, con il girone dell’Italia sempre a Torino. In fondo, la tradizione è sempre la stessa: per arrivare a certi traguardi, si parte sempre da Bergamo.
TAG: Challenger Bergamo, Challenger Bergamo 2021
3 commenti
VOGLIO LA SEMI ARNALDI NARDI, la pretendo!
Davvero un Challenger di alto livello. Bergamo è sempre stato un ottimo torneo. Speriamo nei nostri giovani ragazzi, ma cque ci sarà bel tennis.
ci si vede lì