Camila Giorgi intervistata a Tenerife: “Col tennis ho una splendida relazione, ma complicata”
Camila Giorgi è una delle stelle in campo al WTA 250 di Tenerife. Il collega Fernando Murciego l’ha intervistata per il media iberico puntodebreak, una chiacchierata a 360° che va oltre al puro torneo, toccando il suo rapporto col tennis, col padre, con le sue varie attività extra tennistiche. Riportiamo alcuni passaggi dell’interessante intervista.
“Mi piace molto la Spagna, ho vissuto per un periodo a Valencia, Villena e Palma di Maiorca. Della Spagna amo i costumi, il cibo, mi piace tutto, è sempre molto bello tornare”
“Dopo il successo al 1000 di Montreal? Tutto è rimasto lo stesso per me. Ovviamente è una cosa molto bella vincere un torneo del genere, ma nella mia testa mi dicevo: ‘Devo continuare a lavorare per vincere di più’. È stato molto bello, ma nel tennis devi sempre continuare, non c’è molto tempo per festeggiare perché dopo pochi giorni hai già un altro torneo. Si festeggia in quel momento, e via, poi si guarda avanti”.
Le ricordano che in dicembre compirà 30 anni, Camila non ha ancora una idea su quando appenderà la racchetta al chiodo: “La verità è che non lo so. È chiaro che continuerò per altri anni ma non so per quanto tempo ancora. Amo lo sport, amo questo ambiente, il corpo mi dirà quando è il momento di fermarsi e cambiare tappa nella vita. Al momento sto bene così”.
Qualche anno fa fece scalpore una sua dichiarazione, in cui affermava che il tennis fosse solo il suo lavoro. Oggi riflette così in merito al suo rapporto col tennis: “È un rapporto molto bello, ma allo stesso tempo complicato. Tempo fa dicevo che era il mio lavoro, perché ovviamente è il mio lavoro, ma è un lavoro che mi piace, che amo, ma a volte hai quei giorni brutti e quegli alti e bassi che rendono tutto molto complicato. In quei giorni devi aver la forza per restare lì, nonostante tutto. Per fortuna la mia famiglia mi ha sempre insegnato che dopo il tennis ci sono altre cose, c’è una vita, gli amici e altre passioni. Dopo il tennis mi piacerebbe fare altro, ci sono tappe per tutto”.
Le chiedono se ha amiche sul tour, Camila risponde così: “L’atmosfera è molto buona, mi piace, ma tutti i miei amici fanno altri tipi di lavoro. Li ho incontrati in tutto il mondo e questa è una delle cose che mi piace di più. Quando finisco di allenarmi ed esco per il fine settimana con i miei amici, mi piace che si parli di altre cose, di altri progetti, di cose che non sono tennis. Sono tutti artisti, sono strettamente legati all’arte, appena possiamo scappiamo a vedere i musei. Sul tour siamo qui per gareggiare, è normale, ma penso che ci sia un buon rapporto tra noi. Sono una persona molto socievole, amo parlare con tutti. Certo che buone relazioni anche nel tennis”.
Non poteva mancare la domanda sul rapporto col padre, con in quale condivide da tutta la vita il lavoro il campo. Per Camila, suo padre è insostituibile: “Prima di tutto, è mio padre. Nessuno ti sosterrà come tuo papà, nessuno crederà così in te, l’idea di cambiare allenatore non mi è mai passata per la testa. Per me è il migliore anche in campo perché vede tutto, è un saggio di sport, non solo nel tennis. Mi ha portato da zero ad essere 26° al mondo, quindi non capisco molto bene le critiche, dovrebbero valorizzare molto di più il lavoro che ha fatto con me. Adoro lo sport grazie lui, questo è l’insegnamento che mi ha dato, quindi starò con lui fino alla fine della mia carriera, non lo cambierò mai. La cosa più curiosa delle critiche che riceve, è che tutte quelle persone che se la prendono con lui, poi quando lo vedono di persona non dicono niente, questa è la cosa più triste”.
Continua sul rapporto quotidiano col padre Sergio: “Dal mio punto di vista è un rapporto che negli anni è migliorato, con il passare del tempo ci siamo conosciuti meglio. Una volta che conosci te stesso, sai com’è l’uno e com’è l’altro, il rispetto è massimo. L’allenamento è il lavoro, stabile, sai cosa devi fare in campo, e dopo essere stato un allenatore in campo quando si finisce di lavorare, diventa papà. È un rapporto molto completo, mi sento fortunata ad averlo. Penso che non potrei mai stare con un altro allenatore perché so che non lo fanno per amore, lo fanno per qualcos’altro e questo non mi piace”.
Le chiedono sul tema “caldo” di questi giorni, la vaccinazione obbligatoria per la trasferta 2022 in Australia. Per “Cami”, nessun problema: “Sono vaccinata, quindi non ho problemi. Già quest’anno c’erano molte restrizioni, abbiamo dovuto anche vivere nella bolla, credo che alla fine sarà simile. Per me, se si può giocare, va bene. Devi essere felice e grato di poter gareggiare, per fortuna il calendario 2022 sarà già più completo e molto più organizzato. Non è giusto lamentarsi. Djokovic? Non ne ho idea, io penso a me stessa e nessun altro, andrò a giocare e sono felicissima di farlo”.
Marco Mazzoni
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@ Octagon (#2954479)
Diciamo che sono parole al vento, per contro ci sono stati giocatori che, trovando un buon feeling con nuovi allenatori, hanno migliorato le loro prestazioni. Bisognerebbe vivere 2 volte x avere le controprova. Ma il mio pensiero non era quello di abbandonare il padre, x lei figura insostituibile, ma di affiancare figure che potessero dare un apporto in certi aspetti del gioco. Ripeto, alla fine va bene così Camila!
MOlte tenniste sono allenati da padri o madri. Il caso più importante fu quello di Caroline Wozniacki, che ha fatto 73 settimane al numero 1 e vinto 30 tornei in carriera. Poi ci sono altre da Garcia, Mladenovic, Kenin, e via discorrendo.
NON si può dire se sia un bene o un male, non c’è la controprova. Camila dice che suo papà l’ha portata al numero 26, e quindi lei è convinta che sia la cosa giusta, ed è ovvio che lo dica, altrimenti si darebbe della stupida da sola, tuttavia non si può dimostrare che abbia torto o ragione. Come il gatto di Schrodinger che è contemporaneamte vivo o morto
MA se lei si trova bene con suo padre, è del tutto insensato affermare che sbaglia, poichè se cambiasse molto probabilmente non avrebbe gli stessi risultati perché non sarebbe convinta della decisione presa. Quindi è bene che continui così, in fondo dei miglioramenti anche tattici si sono visti.
Garcia può solo affidarsi a Zorro.
Giustissimo, non è certo l’allenatore che fa la differenza, quindi se ne possono cambiare a piacere (bello l’esempio della Pellegrini) e non cambia niente, come dire che non serve a niente e tanto vale tenere quello che si ha.
Chi cambia allenatore sperando in chissà che resta sempre con un palmo di naso.
Non per niente corre la voce, piuttosto fondata, che in tutti questi anni Serena non abbia mai dato un soldo a Mouratoglou, anzi forse è lui che l’ha pagata per starle vicino e godere di luce riflessa. Serena è riuscita perfino a far credere ad un sacco di boccaccioni che un suo ottuso sparring fosse un allenatore di valore, e qualche gonza ancora ci casca.
Il concetto è che nel tennis o ti appoggi ad una accademia prestigiosa come Sinner o come chi si è allenato da Mouratoglou o in accademie Spagnole o se vai da “privatista” con un familiare è assai difficile cambiare. Paradossalmente cambiano i privatisti troppo vincenti alla Williams o Nadal se affrontano una crisi con un solo slam vinto in un anno. La tennista solo molto buona tende a ritenersi già miracolata dall’aiuto del familiare per essere da top 30. La supercampionessa sa che è lei a vincere con chiunque la alleni (non può non essere super-confidente nei suoi mezzi se ha dominato a lungo:il pezzo forte è lei non il tecnico) e cambia tranquillamente con un buon allenatore. Nel nuoto la Pellegrini ne ha cambiati parecchi vincendo ancora!
Io però tutto sto reiterato accanimento nei confronti del papà della Giorgi lo comincio a trovare un po’ stucchevole e manieristico, un po’ come dire: “Venezia è bella ma non so se ci vivrei”. Usciamo da questi vicoli ciechi e facciamoci la ragione che Camila quando è in forma gioca divinamente e se la può giocare anche con le top 10, ma purtroppo è “costantemente discontinua” e non la si potrà mai vedere al top per tutta la stagione…
Un esempio su tutte, Caroline Garcia, che dopo ottimi risultati ottenuti col padre ha voluto provare a volare da sola, affidandosi ad un professionista di provata esperienza, Gabriel Urpi.
Scelta assolutamente legittima e da rispettare, ma i risultati di questa stagione sono stati disastrosi. Vediamo come saprà reagire la Garcia.
Bella intervista.
Brava Camila, continua a vincere come oggi!
Troppo forte oggi Camila. Non mollare!! Bravissima e bellissima!!
Nella vita, non solo nel tennis, io penso sia bene a un certo punto uccidere metaforicamente, come insegna la psicanalisi, i genitori. Ma se a Giorgi va bene diversamente punto è a capo. Basta criticare il suo rapporto con padre. Al massimo prendiamocela con lui tecnicamente non per altro.
Ho letto l’intervista in spagnolo, molto più articolata di quanto riportato dal buon Marco. Interessante la precisazione sul fatto che ha intenzione di giocare finchè il fisico le regga. Non ha detto che il prossimo sarà il suo ultimo anno. Dovremmo aver guadagnato almeno un anno aggiuntivo, almeno fino ai 31 anni giocherà (anche se io penso che qualora vincesse uno slam, finirebbe l’anno e poi via, verso una vita sotto altri riflettori).
Infatti ho concluso che va bene così, e i risultati lo hanno dimostrato. Mi pareva ci fosse stato qualcuno, non ne ero certo.
Vittoria facile oggi certo quei tre doppi falli si poteva chiudere 60 il secondo set devo dire tennista danka kovic nonon giornata. Le prime la messe alla fine la Giorgia 4 prime 62
quando gioca così fa paura
Vorrei essere io Sergio Giorgi…
Brava camila.
@ Tennista da strapazzo (#2954282)
se stai co Camila, accetta anche quello che dice,poi con tutta onestà, non ho visto grossi vantaggi da giocatrici che hanno cambiato allenatore
C’è stato in passato, basta aver seguito la carriera di Camila: Daniele Silvestre nel 2014 ad esempio. Evidentemente Camila sta bene con Sergio e chi siamo noi per dirle cosa vuole fare della sua carriera?
Bella,Brava e sincera,Vera e chi se ne frega di cosa pensano gli altri,vai avanti per la tua strada a testa alta.
Mi è piaciuto molto quello che ha detto di suo Padre e del loro rapporto,bistrattato da tutti ma per lei è insostituibile.
Io sto con Camila, tennista speciale, tutto condivisibile e comprensibile, tranne l’idea di questo padre insostituibile ecco credo che, insieme, potevano valutare una sorta di collaborazione di appoggio esterno …forse c’è stato, forse no, ma va bene così, come dice lei al 26 del mondo, al vincere un 1000 più altri tornei ci sono arrivati loro e non altri
Sorrido, è come quando vai in una locanda e chiedi all’oste se il vino è buono, questa solo una piccola battuta per i fans della Camila. Battute a parte tutto ciò che dice è condivisibile ma è pur sempre un punto di vista, ed è il suo. Non vuole cambiarlo perché le sta bene, chi siamo noi per asserire con forza il contrario? Non abbiamo è non avremo mai la controprova. Quel che posso dire è che se il suo affetto per padre è così forte, così grande la riconoscenza di quel che ha fatto per la sua carriera…è giusto non cambiare nulla. Preciso che il mio commento a poco a che fare con il tennis…
L’intervista contiene una risposta chiara e perentoria a tutti coloro che in questi anni si sono chiesti come mai Camila non prendesse un VERO allenatore, un allenatore che le permettesse di fare il salto di qualitá…
Punto de break è da sempre un punto di riferimento nel mondo del tennis.
Questa intervista l’avevano annunciata già prima di farla, dicendo che andavano apposta a Tenerife, era attesa.
A suo tempo mi ricordo anche loro memorabili interviste alla Errani.
Va bene, Camila ama il tennis e con suo padre il legame è indissolubile, se ne faranno una ragione.
Brava Camila.
Mai banale,semplicemente “speciale”.
Leoni da tastiera poi se li incroci stanno zitti.
E dopo questa intervista, i fans della cornet, che dicevano che la francese ama il suo lavoro e camila no, cosa diranno? Si garantisce fornitura di specchi per arrampicatura-