US Open: Berrettini deve rubare tempo a Djokovic (di Marco Mazzoni)
Il countdown al big match di stanotte è iniziato. Davvero un peccato per gli appassionati italici che US Open abbia scelto il prime time newyorkese per questo match, relegandolo a notte fonda dalle nostre parti. Del resto gli organizzatori hanno per le mani un quarto di finale assai interessante, la rivincita della finale di Wimbledon 2021, con il pubblico statunitense molto intrigato da Matteo. Il romano piace, molto, e non solo negli USA. Incarna alla perfezione l’icona del ragazzo italiano e mediterraneo, bello e sorridente, uno che buca lo schermo e fa breccia facilmente nei cuori degli appassionati. Bello e forte, perché il suo tennis è divertente, è offensivo, è adrenalina a caccia del punto col servizio, con diritti al fulmicotone, con smorzate improvvise ed attacchi alla rete potenti. “The Hammer” lo chiamano i Brit, mai soprannome fu più azzeccato.
Il suo problema stanotte sarà “l’incudine” più dura e resistente che esista… mr. Novak “Nole” Djokovic, il più forte dell’era Open, a sole 3 vittorie dal completare quel Grande Slam che manca del 1969. Impresa mai riuscita ai più grandi: Borg (mai c’è andato vicino), Sampras (idem), Federer (gli è mancato il successo a RG nel 2004, 2006 e 2007, negli ultimi due sconfitto in finale), Nadal (mai andato vicino). Ce la farà Djokovic? Non sarà una passeggiata di salute, ma tutto lascia pensare che riuscirà nell’impresa, per vari motivi. È talmente vicino all’obiettivo supremo che darà il 1000% prima di cedere. Tutti sappiamo che razza di agonista sia, capace di soffrire come nessun altro in campo, immolandosi di fronte ogni ostacolo. I rivali rimasti in gara sono forti, ma nessuno dei giocatori ancora in tabellone ha mai vinto uno Slam. Zverev c’è arrivato molto vicino, proprio su questo campo l’anno scorso, ma ha perso. Sembra assai cresciuto ed ha battuto Djokovic a Tokyo, ma 2 su 3. Resta forse il più pericoloso rivale per Novak, e lo sfiderà eventualmente in semifinale. Medvedev è stato “scherzato ” da Nole nella finale di AO2021, il russo sembra in grandissima forma, molto leggero e concentrato, ma quel precedente durissimo non lo lascia affatto tranquillo. Felix Auger-Aliassime sta crescendo, ma onestamente non sembra aver l’intensità e le armi tecniche per impensierire un Djokovic lanciato verso la Leggenda. Harris sta servendo come un treno, ma sembra difficile che possa battere anche Zverev oggi, a meno che il tedesco non ci metta del suo con una prestazione mediocre.
Resta Matteo Berrettini, che lo sfiderà proprio stanotte, presumibilmente verso le 3. Ce la può fare l’azzurro? Niente è impossibile, scenderà in campo provando a fare del suo meglio, ma il pronostico purtroppo è nettamente a favore del serbo. Berrettini è arrivato a New York molto lontano dalla forma fisica strepitosa che aveva a Wimbledon. Nella quindicina londinese Matteo in campo volava, era preparato alla perfezione, velocissimo nel fare il primo passo verso la palla, in grandissima fiducia. Lo si è visto da che razza di torneo ha fatto, il miglior italiano di sempre ai Championship con la finale raggiunta e giocata piuttosto bene. Il Berrettini di questo US Open non è vicino al Berrettini di Wimbledon proprio dal punto di vista fisico. Ha pagato duramente il problema muscolare patito proprio a Londra che l’ha costretto a saltare le Olimpiadi e soprattutto ripartire dopo uno stop. La macchina possente del suo corpo ha bisogno di tempo e lavoro per esplodere in tutta la sua potenza. È poderosa ma delicata, resterà sempre il vero handicap dell’azzurro. Match dopo match Berrettini nel torneo è cresciuto, il servizio l’ha aiutato a superare i momenti critici, ma ancora siamo lontani dal 100%. Contro Djokovic, per giocarsela e provare a vincere, servirà il 100%.
Come deve giocare Matteo? Sarà costretto a produrre la partita perfetta, ricavando il massimo dal servizio. Tanti punti diretti, mantenendo una percentuale di prime superiori al 70%, altrimenti non ci sarà la minima chance perché Djokovic risponderà, spesso e bene. Dovrà cercare di essere intenso e non regalare pause, perché il “Djoker” non perdona, è lì sempre pronto ad entrare nei buchi dei rivale, mettere il pilota automatico e girare il match a suo favore, spostando gli scambi ai suoi ritmi e velocità.
Quest’ultima considerazione è la chiave. Djokovic è bravissimo a forzare il gioco degli altri sul proprio ritmo, veloce ma non velocissimo, talmente intenso che ti sfianca perché sfondarlo di potenza è roba che riescono a fare in pochissimi, prendendosi tanti di quei rischi che alla fine commetti troppi errori. Berrettini ha la potenza per sfondare Djokovic, lo si è visto anche Wimbledon, ma è un gioco che gli costa troppo dal punto di vista fisico e soprattutto lo porta a sbagliare spesso, facendo esattamente quel che vuole il rivale. Allora come lo sconfiggi Novak?
Sul cemento Djokovic, soprattuto negli Slam, è quasi imbattibile (non considerando il suo periodo nero dal 2017 alla primavera del 2018). Ha perso quando i rivali sono riusciti a imporre due tipi di tennis:
1) una battaglia fisica atroce, pallate violentissime e continue che l’hanno demolito fisicamente palla dopo palla. A-la-Nadal, per intenderci, o come riuscì clamorosamente Wawrinka proprio a NY2016, abbinando potenza, servizio, coraggio. Imprese epocali, rare e difficilissime.
2) rubando il tempo di gioco al serbo. A-la-Federer, giocando in estremo anticipo. Palle lunghe e varie, senza mai dare ritmo al serbo (perché se lo prende è nettamente il più forte di tutti), costringendolo a correre spesso in avanti e diagonale, forzando già dalla risposta per spostarlo dal centro del campo; e servendo così bene da contenerne la splendida risposta. Anche qua, serve un’impresa, perché giocare questo tipo di tennis è molto, molto difficile. Quasi impossibile farlo per oltre 3 ore.
Il Berrettini di questo US Open difficilmente potrà giocarsi la opzione 1, perché non sembra abbastanza forte fisicamente da farcela. Potrebbe tentare l’opzione 2, un match coraggioso, garibaldino, votato all’attacco con tempi di gioco brevissimi. Spingere dritto per dritto, prendendosi rischi indicibili pur di non farsi invischiare dal ritmo del rivale. Se Matteo è costretto a rincorrere le palle lavorate e angolate di Novak, non ha chance di vincere a meno che il rivale non conceda qualcosa con diversi errori. Tuttavia, se ripensiamo alla loro recente partita di Wimbledon, Berrettini per mettere in opera il “piano 2” dovrà rispondere assai meglio. Solo rispondendo tanto e benissimo potrà spostare subito Novak in un angolo o allontanarlo dalla riga di fondo, quindi tirare il secondo colpo ancor più forte e via a prendersi il punto in avanzamento. Di questo Djokovic è consapevole, non a caso ha inserito nel suo team Ivanisevic che l’ha migliorato in modo esponenziale al servizio. La clamorosa finale di Wimbledon 2019 vs. Federer l’ha vinta soprattutto grazie al netto miglioramento con la prima palla, grazie alla quale ha ricavato punti decisivi nei momenti chiave (vedi i tiebreak, dove è stato perfetto).
Berrettini non è al meglio ma si conferma tennista da Slam. Ha raggiunto almeno gli ottavi in ogni Major 2021, e se non si fosse ritirato a Melbourne la statistica sarebbe ancora migliore. Stanotte proverà l’impresa, rubare al n.1 la chance di fare il Grande Slam. Prova a rubargli il tempo Matteo, con coraggio e determinazione. Nello sport a volte accadono cose impensabili…
Marco Mazzoni
È possibile guardare in diretta streaming quest’evento da questo link
TAG: Marco Mazzoni, Matteo Berrettini, Novak Djokovic, Us Open 2021
ma perché sto vamos? sei de roma e di andiamo!!
(per chi legge a giorno fatto…ore 3:04′)
a riecchice: DAJE MATTE’! ❗
Purtroppo vedo Nole vincitore abbastanza in scioltezza. Tipo 63 64 64.
Secondo me deve rubargli le racchette così non può giocare
Zverev è un ottimo giocatore, non a livello dei big 3 e forse mai lo sarà, ma più forte di Opelka lo è senz’altro. Il servizio è devastante come quello dell’americano ma in più ha una mobilità sul campo enormemente migliore. Questo gli permette di reggere scambi molto lunghi ed intensi che Opelka non può assolutamente sostenere.
@ Armonica (#2924728)
Certo che sverev sa scambiare, ma costui e’ andato completamente in burn-out. Ma al di la del punteggio a me sverev stasera non ha convinto per niente.
Sono un fan di berrettini ma sinceramente sentire dire che il suo tennis è divertente mi pare troppo…
Purtroppo è quasi impossibile battere il serbo. Il miglior Berrettini lo si è visto a Wimbledon e sappiamo tutti come è finita. Per potercela fare il serbo deve giocare peggio, molto peggio e con meno motivazione rispetto a Wimbledon. Non so voi ma a me dà la netta sensazione che Djokovic sul cemento giochi pure meglio e in quanto a motivazione non ne parliamo proprio. Comunque sorteggio negativo per il nostro Matteo, se era dall’altra parte del tabellone aveva molte più chance di arrivare più avanti. A parte Djokovic, per me sia con Medvedev che con Zverev è in grado di giocarsela quasi alla pari.
@ Armonica (#2924734)
si ma poi la partita la vincerà berrettini, oggi è il suo giorno. . .peccato che poi la finale la faranno il tedesco ed il russo
la contraddizione sta nel fatto che se uno non è in condizione deve fare serve & volley andare spesso a rete e risolve i problemi ….invece a detta degli addetti ai lavori per fare un esempio classico di Diego Nargiso non è proprio cosi ….lui afferma che è molto dispendioso attuare una simile tattica e c’e’ da credergli visto che qualcosa in più di noi dovrebbe saperlo…abbiamo giocato tutti a tennis e non è una novità quello che disse Nargiso a parte il fatto che se uno come Berrettini che tra l’altro rientra da un infortunio puoi fargli attuare tutte le tattiche di sto mondo ma se non è in condizione potrà fare ben poco di quello che vorrebbe fare…
Direi proprio di sì !
Guarda, tutte le speranze e le ipotetiche tattiche verranno infrante in partita. Berrettini servirà con l’ansia di dover mettere la prima, quindi faticherà ad avere buone percentuali. Djokovic lo trascinerà negli scambi chiudendolo sul rovescio, oppure lo farò colpire di dritto in movimento, facendogli commettere una marea di errori.
Perché Zverev sa scambiare oltre che servire?
Aggiungerei un particolare importante. Sia a Parigi che a Wimbledon il servizio non ha funzionato al top e un set lo ha sempre portato a casa. Qui a NEW YORK è costretto, se vuole giocarsela, di servire al top, e come dice il buon MAZZONI nell’ipotesi b rischiare diritti vincenti che con OTTE , solo nel terzo set, sono stati una quindicina. Dovrebbe giocare al modo di Sonny a Roma, nel secondo set. Tutto sommato, il fatto che fisicamente sia al 70% può essere un vantaggio. Fondamentale è il primo set da vincere, oppure andare sotto di due e a quel punto, con il rilassamento di Nole, fare come a Parigi, ma portarlo al tie del quarto e superarlo. Al quinto AVREBBE TUTTO lo stadio a favore, e gasatissimo stavolta fa l’impresa alla zverev versione Tokyo. E poi se il match è molto lottato potrebbe cedere per non andare incontro a ZVEREV, riposato e pericolosissimo. Matteo, swe serve come sa, ne vedremo delle belle!!!! Daje Matte, sbanca Matteo. ps.. iPOTESI 3 Ci VORREBBE STASERA che DARDERI guardasse la paritta e gufasse il GOAT serbo. Intanto a Gaio nel primo set di Siviglia, con quel caldo, gli ha fatto Siviglia, con quel caldo che fa, gli ha fatto un cappotto memorabile. Ipnotizzato! Dardo dacce una mano tu con NOLE!! 😀 👿 💡
Non so se Lei ha mai giocato a tennis, io un pochino l’ho fatto. Io (ma non sono certo l’unico nemmeno tra gli amatori) gioco da fondocampo e vado poco a rete e quelle poche volte che ci vado (inteso in modo frequente) è quando ho difficoltà fisiche che non mi consentono di correre troppo da una parte all’altra del campo. Il gioco a rete non è che non è dispendioso, come tutti gli sforzi richiede un consumo energetico (così abbiamo scoperto l’acqua calda), ma richiede comunque meno energia del remare da fondocampo. Quando sei sulla baseline, è semplice se colpisci sempre da fermo e al centro del campo. Non occorre dire che questo in una partita seria non può succedere. Consideri che nel tennis da fondo non è sufficiente fare il solo spostamento in direzione della palla per colpirla, bisogna poi rientrare, nel tempo in cui la palla transita verso l’avversario (e nel tennis professionistico è un tempo irrisorio), per riguadagnare il più possibile il centro. Non parliamo poi di quando i colpi sono, come sempre succede nel circuito ATP, angolati al massimo e devi fare spostamenti letteralmente da un lato all’altro del campo nel giro di tre/quattro colpi. A rete l’unico spostamento consistente lo fai quando vai in proiezione offensiva, per il resto stazioni (poco, perché le volèe si fanno praticamente sempre di chiusura) quasi fermo nei pressi del net, perché intanto i colpi troppo angolati rispetto al punto di copertura saranno sempre imprendibili e tutti gli altri richiederanno un mero sforzo del braccio. Poi, si sbaglia quando dice che per me dovrebbe (che anche lì, per me non deve nulla, ma tant’è) andare a rete un punto sì e l’altro quasi. No, affatto. L’impostazione di base dello scambio sarà sempre da fondo, non puoi cambiarla da una partita all’altra. Puoi però avere una maggiore propulsione offensiva sfruttando le risorse di cui disponi (nello specifico gran dritto e gran back) da sfruttare per mettere ulteriore pressione al rivale.
Le do un ultimo consiglio amichevole: io difficilmente mi contraddico o sono incoerente. Le consiglio quindi di mettere da parte questa argomentazione, ond’evitare di incappare lei nel capo di cui mi accusa.
perché per continuare con quell’intensità ci vuole un’energia (fisica e psichica, forse soprattutto psichica) che da Medvedev in giù non vi è chi la possa tenere per più di due ore.
Il suo set penso lo possa vincere, per il resto punterei più sul rubargli il portafogli…
Sei in ritardo di 10 anni… 10 anni fa lo potevi scrivere tranqullamente, oggi… sorprese dietro l’ angolo caro 34enne
21 a 10 dalle finals 2010
Svizzerotto bastonato di brutto
Ditelo a Mazzoni
Magari la prssima volta ci pensa prima di scrivere vacxate
Più che un’impresa serve un miracolo
I consigli di Mazzoni
Dipende dai primi due set
Più dura più ha chance. Deve vincere uno dei primi due set… e cercare di andare al tie break
Uffa ma perché sempre di notte? Sono 10 giorni che vado a lavorare con 3 ore di sonno ma lo sanno agli usopen che gli italiani la mattina lavorano?
mi sa che più che rubargli il tempo, deve rubargli le racchette
Matteo ha fatto una stagione fantastica, ma non ha il tennis per battere Nole.