Naomi Osaka nuovo testimonial di un noto brand dell’elettronica
Il momento sportivo di Naomi Osaka è tutt’altro che florido, ma le sue attività extra campo non si arrestano, anzi, crescono. Dopo il lancio di una serie sulla propria vita su Netflix, Naomi è diventata il volto di una notissima casa nipponica di elettronica, Panasonic.
“Una campionessa per il progresso” si legge nello slogan del manifesto che lancia la partnership.
Seguono alcune parole di Osaka. “Il tennis è quello che faccio, non quello che sono. È uno sbocco per la mia guida e la mia energia. Una piattaforma dove dimostrare la mia abilità atletica. Sono grata per poter sperimentare lo stile di vita che la disciplina permette. Ma il tennis non definisce chi sono come persona. Sono ugualmente impegnata nell’essere un fattore per dei cambiamenti positivi nel mondo. Non posso ignorare tutti coloro che sono meno fortunati, né rimanere in silenzio, come alcuni preferiscono, di fronte alle ingiustizie. Io gioco per suscitare la passione di chi ama lo sport. E spero di ispirare passione per una società migliore in tutto quello che faccio”.
Tutti ci auguriamo di poter ritrovare già a New York la miglior Naomi in campo.
TAG: Naomi Osaka, Pubblicità, Sponsor
Vai Naomi! Sei candidata a Miss Ipocrisia 2021!
In una parola: stucchevole
Quante inutili chiacchiere intorno a Naomi …
La Osaka è falsa come Giuda. Quando ebeti americani durante la prima ondata del Covid si misero a infastidire gli asiatici, si aggregò allo #StopAsianHate. Poco dopo quando il movimento suprematista BLM proclamò santi e beati dei delinquenti quali Floyd e Blake, seguì l’onda indossando le mascherine coi nomi dei suddetti “santi” (che hanno arricchito alti papaveri del BLM che si son fatti villoni strepitosi nelle zone ricche e bianchissime di Los Angeles, mica nei quartieri ghetto di Chicago) e facendo sospendere vergognosamente Cincinnati. Ora che i BLM si sono apertamente dichiarati suprematisti, intensificando gli attacchi alla comunità asiatico-americana (basta fare un salto nella pagine Hate Crime del NYPD per vedere prodezze afroamericane), la Osaka ha chiuso lo #StopAsianHate, ben poco remunerativo e “liberal-progresssista”. Floyd deve rimanere un sant’uomo.
Sacrosanta verità. Purtroppo per lei, la Osaka ha ricevuto la stazza del deretano dai geni paterni anziché da quelli materni (i culi giapponesi sono mediamente strepitosi).
Op op op din din din
@ sander (#2890910)
Il sistema va bene per fare soldi.. ma se il sistema deva fare soldi non va bene? Manca un po’ di coerenza
Ora deve “solo” giocare
Sei micidiale.
Se non sbaglio Maria Sharapova per 10 anni è stata la Sportiva più pagata del mondo intascando credo 160 milioni di dollari in pubblicità
più i dollari nel tennis (credo 40 md) e allora???
Hai centrato il punto: forse qualcuno, vedendo Leo Di Caprio, pubblicizzare la automobile elettrica della Fiat, proclamando che ora il mondo è salvo se la comprate, inizierà a capire che il problema non è salvare il pianeta da uno delle migliaia di cambiamenti climatici che si sono succedute nella storia del pianeta terra(tra l’altro benefico, basti vedere i dati dell’agricoltura) ma rilanciare i profitti (sostituiamo il parco auto attuali con le elettriche e vediamo che affarone…)Così è per tutte o quasi le “battaglie di “parita di razza, sesso e genere) come se fossimo negli anni 60, e corrispondono ad interessi di minoranze che chiedono non diritti ma privilegi. Basti pensare che si è andati avanti per un mese a parlare di una (presunta) censura che un noto “rapper” italico avrebbe subito e quasi nulla di Luana D’Orazio, giovane operaia e madre morta sul lavoro.
E’ una specie di “rivoluzione culturale” sullo stile di quella cinese degli anni 60, che non fu altro che una stalinismo dal basso per eliminare gli avversari politici di Mao, però il tutto insalsa neoliberista (liberista ma con contributo a fondo perduti )
Mi trovo a condividere il suo punto di vista, specialmente sulla King. Certo il più grave errore sarebbe quello di far passare Osaka per una militante realmente impegnata. In questo momento non lo è e, forse giustamente, mette al primo posto il proprio successo professionale. Ma quand’anche dovesse mai divenire una paladina, lo ribadisco, si inserirebbe, sic stantibus rebus, in lotte sociali assolutamente acritiche rispetto all’ordine costituito.
Non credo nulla. Non la conosco. La mia era più una riflessione sull’impatto mediatico del personaggio.
@ Frate francescano in pensione (#2890891)
In effetti, considerando che l’aggregazione di chi lotta avviene usando le tecnologie del sistema, e che, di conseguenza, lottando contro le storture della società del capitalismo parassitario si incentivi quantomeno un settore dello stesso, fa pensare che, in un modo o nell’altro, non ci sia uno sbocco possibile. Gli stessi afro-americani non contestano l’iniquità intrinseca della società americana, quanto il fatto di non poter accedere a una posizione di privilegio socio-economico, che, è assiomatico, sempre determinerà che chi sia salito in alto lo abbia fatto a discapito di qualcuno che ha spinto in basso. L’entropia non lascia scampo, un’isola di ordine si può ottenere solo con un aumento del disordine circostante. E’ però vero che le scaramucce di cui parli sembrano tali in quanto riguardano temi per cui si sono già fatte, nel secolo scorso, battaglie molto più ad oltranza e, per un certo periodo, anche vincenti: il femminismo, la lotta al razzismo, le campagne contro la fame del mondo, contro il depauperamento dell’ecosistema. Insomma, oggi sanno molto di un deja vù modaiolo, senza nessuna vera aggregazione produttiva o solida. In fin dei conti in Italia ci si sta sbranando molto di più per la libertà di sedersi in mezzo alla strada a un tavolino per alzare una coppa di qualcosa che non per la disoccupazione, per la neutralizzazione delle discriminazioni razziali, sessuali, religiose o quel che sia. E’ ben difficile che in una società che, di fatto, si adegua a stereotipi globali si abbia davvero un sostegno al valore dello specifico e del personale. la stessa “lotta” dell’Osaka circa le tenaglie della comunicazione nasce da esigenze personali, più che filantropiche. Non mi pare che abbia mai posto il problema contrario, cioè quello della censura, in molti paesi, alla libertà di espressione, che è ben altro da una semplice pressione, significa l’autentico azzeramento dello specifico concettuale di ogni individuo. Quello che è fastidioso in lei è proprio questo autoproclama a suffragetta del secondario. La King, che a suo tempo organizzo il circuito femminile per l’equiparazione di trattamento con i tennisti, creò un movimento, associò attorno a sè le proprie colleghe, e alla fine, vuoi per le coeve rivendicazioni dei movimenti femministi, vuoi per la sua decisione militante, ottenne il risultato conseguito. Ma, come dici tu, non contestando il sistema nelle sue ingiustizie intrinseche, bensì nella sua struttura quasi da casta, che non permetteva a chi stava fuori di entrare a godere di una posizione di privilegio. La cosa migliore, in effetti, sarebbe ignorare del tutto l’anarchismo-glamour della ragazza che non ha la struttura nè ideologica nè comunicativa per poter sostenere in modo logico le sue “rivendicazioni”. Sinceramente a me Osaka più che sensibile pare semplicemente suscettibile. La persona sensibile si accora per il destino doloroso degli altri, quella suscettibile per le ricadute che le costrizioni, vere o presunte, hanno su di lei. Lasciamola alle sue ubbie e contorsioni comportamentali, c’è ben altro di cui preoccuparsi in questo momento, vista anche la risposta americana alla richiesta di riservare una parte delle scorte di vaccino agli indigenti del resto del mondo. Ovviamente beneficienza si, ma sempre dopo i membri forti del sistema.
ps. E’ davvero difficile scrivere sulla Osaka mentre si sta guardando la partita, ottima, di Sinner. Scusate se qualche affermazione risultasse oscura.
Mi cambio il nick in suo omaggio.
@ Frate francescano in pensione (#2890891)
Pensi che non c’è ne sia bisogno di messaggi sociali positivi?
@ Pier (#2890876)
Son d’accordo con te. Nella mini serie si intravede la macchina d’affari che gira intorno un giocatore di quella fama. Ci son persone che hanno il carattere per starci dentro senza patemi, ci son altre personalità, anche nel mondo dello spettacolo, che possono esserne risucchiate come avicii. Altri cercano un senso più profondo per poterci stare dentro. È vero che può suonare da viziati e infastidire alcune sensibilità, ognuno reagisce in base alla propria morale. Io credo che una volta che ci si trova immersi in quel mondo, e dietro il tuo lavoro ti ritrovi altre cento persone, diventa complicato prendere decisioni così su due piedi. Cerchi di fartele piacere,e andare avanti
e secondo te la Osaka pensa tutto questo?
Mi permetto di esprimere una breve considerazione. Credo che Osaka non sia poi così ipocrita. Credo invece che sia errata la percezione che buona parte dell’opinione pubblica si sia fatta di lei. Osaka si batte per la parità di razza, di sesso, di genere etc. esattamente come tanti altri. Queste battaglie, per quanto lecite, mirano tutte, più o meno consapevolmente a seconda dei soggetti, a implementare la liberalizzazione economico-politica che è presupposto essenziale per la sopravvivenza del sistema capitalistico e, di conseguenza, dello status quo. Il passaggio che è difficile da capire è che pressoché tutte le battaglie sociali attualmente in corso non sono affatto un modo per cambiare le cose (si riformano al massimo dei sistemi contingenti), bensì l’esatto contrario. Sono, cioè, un modo (ribadisco, più o meno conscio a seconda dei casi) di corroborare un modello globalmente diffuso che, ad oggi, non trova alcuna forma reale e tangibile di opposizione. La Osaka è spietatamente coerente in questo. Le dichiarazioni qui rilasciate sono del tutto conformi alla stipula della sponsorizzazione, se si legge il tutto con la chiave da me suggerita. Vi esorto a riflettere sul valore delle battaglie sociali attualmente in corso: sono scaramucce spesso di scarso rilievo (perché di fatto la logica economica vigente ne favorirà il buon esito, in quanto indispensabile alla propria sopravvivenza), non sono e non potranno mai essere guerre di sistema.
E’ una Ferragni che ce l’ha fatta ancora di più
In un mondo in cui il 200 del mondo, ovvero un’eccellenza nel proprio campo, gioca quasi in perdita, abbiamo invece degli atleti che, al di là dei risultati sul campo, sono vere e proprie aziende con accordi commerciali stipulati da tempo (grazie chobin per l’informazione) e con relative penali. George Michael entrò in crisi con l’etichetta discografica e questo peggiorò una situazione psicologica da, cui non ne uscì. Vale per la Osaka? Non lo so, non possiamo saperlo. Vero che le notizie su di lei dividono (la Redazione lo sa) e fanno riflettere sulle sue parole. Ripeto, può essere una viziata oppure una che con lauti guadagni fa importanti donazioni ai bisognosi, non ci è dato a sapere, ma è ovvio che i ripetuti articoli su ciò che fa lei o su ciò che dice Kyrgios finiscono per dare l’impressione che vogliamo una sovraesposizione mediatica e magari non è così. È come Nadal che parla di Nole: perché non si fa i fatti suoi? Beh, magari se li faceva poi l’intervistatore ha posto la solita domanda e lui ha risposto. Non doveva rispondere? Eh… Ma poi gli dicono che sembra Naomi…
Dopo il motociclista dei Village People adesso Betty Curtis, grande Capitano, in assenza di Re Roger, consoliamoci con gli evergreen
@ Vasco90 (#2890734)
? Ma tu conosci il livello di sensibilità di una multinazionale, circa il rispetto dei diritti umani? Che cosa vuole fare, corrodere il sistema dal di dentro? Oppure consolare gli sfruttati regalando la sua bambola? E’ un caso di divismo sportivo stil de grain. Però dubito che lei assurga mai al rango di “divina”. E’ come tante stelle e stelline del rap, che contestano nelle canzoni e poi vivono nel kitsch più opulento che sia possibile. Posso invidiare Leonardo, Platone, Faulkner o Leopardi, ma perchè dovrei invidiare una riccastra qualsiasi non so proprio. Se poi avesse davvero problemi psichici, non vedo che cosa ci sarebbe da invidiare, semmai da compiangere.
@ Rino bertuzzi (#2890801)
Ma almeno abbi il buon gusto di godere senza frignare. Di giapponese, a parte metà dei geni, mi pare che questa ragazza non abbia nulla. Yankee in tutto e per tutto.
Certamente l’immagine porta guadagni importanti,una volta dovevi metterci più impegno e dedizione sul campo,giocando anche parecchio.
Farei la pubblicità anche io, certamente, ma non mi metterei a mandare messaggi pseudo-sociali in favore degli altri. Questa ipocrisia la riaparmierei al mondo. La Osaka no, lei vuole darcela a bere (evidentemente è pronta per la reclame di una bibita gassata prodotta da una multinazionale).
Il manifesto dell’ipocrisia.
Era sottinteso. Io sono stato un fan della Osaka fino alla buffonata di Parigi. Adesso stiamo raschiando il
fondo.
Un sito di gossip praticamente…
Credo non stia rubando niente a nessuno, ma soltanto raccogliendo i frutti del suo lavoro. Se Panasonic offreva lei la megasponsorship e non a un’altr, vuol dire che anche Panasonic, non essendo una organizzazione no-prifit, ci guadagna… Lato conferenze stampa, forse ha esagerato ma ha tirato fuori un problema che, credo, sentano anche molti altri sportivi (non solo tennisti). Come sempre, la ragione non sta da una sola parte…
La firma del contratto è precedente al Roland Garros
Panasonic Corporation has signed a brand ambassador agreement with professional women’s tennis player Naomi Osaka. The period of agreement is two years starting from April 22, 2021.
È un articolo per fomentare polemica, e ci sta per due ragioni:
1 vivono di click
2 la Osaka merita un po’ di polemica.
Tutta la faccenda inizia a stridere. Se ha problemi a parlare con i giornalisti, non si capisce perché aumenti i suoi sponsor e di conseguenza gli impegni mondani.
E poi infastidisce l’ipocrisia con cui fa dichiarazioni sugli ultimi, sui poveri, sulla società brutta e cattiva quando fa solo il suo tornaconto personale. A meno che non doni tutti i soldi della sponsorizzazione in beneficienza, cosa che dubito fortemente.
L’avevo difesa in precedenza ma inizia a starmi davvero antipatica, odio queste ipocrisie.
orrenda.
Noi che faremmo al suo posto? Naomi goditi la vita è fai solo quello che ti rende felice .
Gli psicoterapeuti non si pagano da soli, io ne so qualcosa 😉
Osaka ormai la nuova Federer …Soldi su soldi ….
Comincia a starmi sui maroni
Ma scusate,voi al suo posto cosa fareste? Cosa c’è di male nell’avere degli sponsor? Non vedo tutto questo astio nei confronti di Federer, Nadal, Djokovic e di sponsor e soldi ne hanno anche loro. Cos’è che vi dà fastidio della Osaka? 1)Si è mostrata una persona debole e quindi non merita tanti soldi 2)Pensate che ha creato una storia ad arte per far parlare si se? Se pensate questo siete consapevoli che ha buttato nel cesso gli ultimi 2 Slam non partecipando? 3) vi irrita chi parla di depressione perché è un nervo scoperto per molti. 4)Siete come un utente che tempo fa sosteneva che l’aspetto mentale non esiste… Chiaro segno di rifiuto della realtà, segnalo anche che Federica Pellegrini nuovo membro del Cio farà una forte campagna a favore dell’aiuto dei mental coach per gli atleti… C’è qualcuno che è pronto ad attaccare anche la Pellegrini per un qualcosa che per certi non esiste? … Insomma non esistono solo i negazionisti del covid..p.s.:la paura porta certe persone a negare cose che fanno troppo male per poterle accettare e così si è pronti a tutto per cercare la verità artificiale che piace di più.
Che disastro la osaka, ma perché non smette di giocare e la chiude qua
@ brizz (#2890747)
No, ma spappola il tuo fegato!
Osaka è libera di fare tutta la pubblicità e i soldi che vuole, la nota stonata sono i messaggi pseudo-sociali che cerca di propinare. Tutto qui.
Qui vedo solo commenti ironici, alcuni anche divertenti, sei un fan di Osaka?
Famo cose, sarvamo er pianeta,semo progressisti,famo la carità agli sfigati. Un sacco sacco bello. E gonfiamo er portafojo che ce sarva da a depressione…. E poi chissenefrega se la Panasonic ha le fabbriche cacciavite in Cina e compra il coltan dalle miniere del Congo col lavoro dei bambini che muoiono come no.
La retorica capitalprogressista e’ quanto di piu’ sporco esista sul pianeta terra.
E questi utili idioti lautamente pagati per essere testimonial sono imbarazzanti.
Non si tratta di rosicare Come fa notare il commentatore Groucho l’incoerenza ideologica di questa ragazza è imbarazzante Lei si atteggia a rivoluzionaria poi fa da testimonial ad una multinazionale Dimmi te!!!
fare pubblicità non gli crea stress?
La prima uscita con il nuovo sponsor sarà a Montreal, deve pure guadagnarsi la pagnotta… ah, no, scusate,,, In Canada il prossimo anno, quest’anno meglio passare…
Una grande ! Sta perculando tutti. Il tennis non è la mia vita gne, gne, però quando perde sembra sia questione di vita o morte. Sopravvalutatissima come sportiva, come tennista e come persona.
“Non posso ignorare tutti coloro che sono meno fortunati, né rimanere in silenzio, come alcuni preferirebbero, di fronte alle ingiustizie: è per questo che ho deciso di fare la pubblicità a una multinazionale”.
Quanti rosiconi
Il Mahatma Ghandi?! Non ha mai avuto il coraggio di rifiutare le conferenze stampa.
Panasosaka. Arigatò.
Osaka mi sembra una vecchia lokomotiva. Daje a mette carbone (dollari) con la pala , cosi va va corre e sono tutti contenti !!!
@ Nicki (#2890714)
Può anche darsi che firmare contratti pubblicitari sia una nuova frontiera nella terapia della depressione, o che esista, oltre i 4 tipi (se non ricordo male) di depressione classificati anche un quinto: la depressione sorridente!
Mi sembra che il denaro sia un fattore ininfluente nella vita di Osaka, sicuramente non le aggiunge ansia
“Soldi, soldi, soldi
Chi ha tanti soldi vive come un pascià
E a piedi caldi se ne sta”
Cantava la Betty Curtis negli anni ’60
1, 2, 3… VIA!
Tutti questi problemi per le interviste post match e poi si fa vedere ovunque… Beata coerenza.
Il teatrino continua. Mi auguro per lei che creda a quanto hanno scritto i suoi pr. Ho però il timore che confonda se stessa con il Mahatma Gandhi, in fondo anche lei sta facendo una campagna per la liberazione…dalle interviste! E’ proprio vero che troppo social dà alla testa. Ma non è possibile evitare di darle ulteriore risonanza per qualsiasi tipo di marketing che lei camuffa come espressione umanitaria?
Cara redazione di LT, io vi adoro perché rendete un servizio che non ha valore a noi appassionati. Però questo articolo si poteva anche evitare secondo me, a meno che non si tratti di un articolo pubblicitario per la multinazionale in questione.