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Archeo-Tennis: 30 luglio 1928, i “Quattro Moschettieri” inaugurano Roland Garros vincendo la Davis

30/07/2021 23:00 11 commenti
1928: Finale di Davis Francia vs. USA
1928: Finale di Davis Francia vs. USA

Il 30 luglio 1928 è una data storica per il nostro sport, soprattutto quello francese. I mitici “Quattro Moschettieri” del tennis transalpino vinsero la loro seconda Coppa Davis inaugurando il nuovissimo impianto di Roland Garros, per quello che fu considerato il vero inizio della loro epopea. Il ricordo di quest’impresa e della nascita del tempio parigino del nostro sport è rivissuta da un bell’articolo di Alexandre Sokolowski, del quale riportiamo alcune parti con piacere con alcune integrazioni.

 

Il 30 luglio 1928 il francese Henri Cochet sconfisse la leggenda americana Bill Tilden per suggellare il secondo titolo consecutivo della Coppa Davis, stavolta in Francia, in uno stadio nuovissimo costruito per l’occasione: Roland-Garros. Questo trionfo  fu il secondo di sei titoli consecutivi per la squadra francese, che passerà alla storia del tennis come “Quattro Moschettieri”.

Henri Cochet (“Il mago”), Rene Lacoste (“Il coccodrillo”), Jean Borotra (“Il basco in fuga”) e Jacques Brugnon: insieme, questi quattro giocatori erano conosciuti come “Quattro Moschettieri”. Quel soprannome era stato dato loro dall’ex campione americano Henri Slocum prima della finale di Coppa Davis del 1926 ed era stato rapidamente reso popolare dai giornalisti sportivi francesi. Nel 1928, avevano già vinto 12 titoli del Grande Slam in singolare (Lacoste ne deteneva 6, Cochet 3 e Borotra 3) e numerosi titoli di doppio.

I “Quattro Moschettieri” giocarono insieme la Coppa Davis per la prima volta nel 1923. Iniziarono raggiungendo la finale per quattro anni di fila, perdendo due volte contro l’Australia (1923, 1924) e due volte contro gli Stati Uniti (1925, 1926). Nel settembre 1927 vinsero finalmente il trofeo, sconfiggendo la squadra statunitense a Philadelphia. All’epoca, Cochet aveva vinto tre titoli del Grande Slam, l’Open di Francia nel 1926 e nel 1928 e il Wimbledon nel 1927, dove aveva compiuto l’impresa di rimontare da due set sotto tre volte, salvando otto match point nella finale contro il connazionale Jean Borotra.

La forza della squadra americana si basava principalmente sul suo leader, il grande Bill Tilden. “Big Bill” era stato di gran lunga il miglior giocatore del mondo dal 1920 al 1925. In quegli anni, Tilden rimase imbattuto nei tornei del Grande Slam, trionfando due volte a Wimbledon (1920, 1921) e sei volte di fila a US Open (1920-1925). Dal 1926, il suo dominio fu sfidato principalmente dai francesi Rene Lacoste e Henri Cochet. Nel 1927, Tilden perse contro Lacoste in due finali del Grande Slam, agli Open di Francia e negli States. A Wimbledon aveva perso contro Cochet dopo aver condotto due set a zero. Inoltre, Lacoste lo aveva battuto nella finale di Coppa Davis. Tuttavia, Tilden era ancora uno degli atleti più famosi al mondo.

La Coppa Davis del 1928 si tenne nel nuovissimo stadio Roland-Garros, che era stato costruito per l’occasione, poiché non esisteva una struttura abbastanza grande per un evento del genere a Parigi. All’epoca era ancora in vigore la regola del Challenge Round, il che significava che il campione del 1927, la Francia, si qualificava automaticamente per la finale e la ospitava. Questo fu il motivo per cui, nell’inverno del 1927, dovettero essere costruite nuove strutture per un evento così importante.

Era la prima volta che una finale di Coppa Davis non si giocava sull’erba, ma sulla terra rossa europea. Questo avrebbe dovuto dare un vantaggio ai giocatori francesi, che erano abituati alla superficie. Tuttavia, nella prima partita Tilden, nonostante un inizio catastrofico, si prese la sua rivincita su Lacoste, battendolo in cinque set, 1-6, 6-4, 6-4, 2-6, 6-3. Nella seconda partita, Henri Cochet pareggiò la sfida, battendo John Hennessey 5-7, 9-7, 6-3, 6-0. Il punto nel doppio fu conquistato dalla squadra francese, con Jean Borotra e Jacques Brugnon che prevalsero su Bill Tilden e Francis Hunter dopo una maratona da brivido, 6-4, 6-8, 7-5, 4-6, 6-2. Ai francesi mancava solo una partita per conquistare il secondo titolo consecutivo.

Le speranze americane ora si basavano esclusivamente su Bill Tilden, in campo contro Henri Cochet nella quarta partita. Tilden, che aveva già giocato 10 set nei giorni precedenti, era troppo stanco per esibirsi al meglio in questo atteso incontro. Sebbene “Big Bill” fece del suo meglio, Cochet lo sconfisse 9-7, 8-6, 6-4. La Francia in quel 30 luglio 1928 aveva appena vinto per la seconda volta consecutiva la Coppa Davis, la prima in casa, al Roland-Garros, confermando il dominio dei “Quattro Moschettieri” nella prestigiosa competizione a squadre nazionali.

Il dominio era appena iniziato, come conferma il clamoroso Grande Slam tutto francese in singolare (Australian Open: Borotra; Roland Garros: Cochet; Wimbledon: Lacoste; US Open Cochet). La Francia avrebbe vinto altre quattro Davis consecutive (per un totale di 6 di fila), scrivendo il più grande capitolo nella storia del tennis francese. In totale, i “Quattro Moschettieri” non solo regalarono alla Francia sei titoli consecutivi di Coppa Davis, ma vinsero anche 18 titoli del Grande Slam in singolare e 23 in doppio. Rene Lacoste, che avrebbe lasciato il tennis a causa di problemi di salute nel 1929, creò il famoso marchio Lacoste con il logo del coccodrillo, che sarebbe diventato famoso almeno quanto i suoi successi come giocatore.

Bill Tilden avrebbe vinto un settimo titolo a US Open nel 1929 e un titolo finale del Grande Slam a Wimbledon l’anno successivo. Sarebbe diventato professionista nel 1931, con il conseguente impedimento a partecipare sia ai tornei dello Slam che alla Davis.

 

Marco Mazzoni


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11 commenti. Lasciane uno!

Mauriz70 02-08-2021 23:23

Scritto da Lo Scriba
Mi permetto di aggiungere qualche dettaglio in più al bell’articolo del bravo Mazzoni.
L’origine dei soprannomi dei 4 moschettieri è la seguente.
Lacoste, il coccodrillo. Lacoste si era innamorato di una borsa di coccodrillo che voleva utilizzare per riporvi le racchetta. Divenne una tale ossessione che i suoi amici lo soprannominarono “coccodrillo”. Da quel momento cominciò ad apporre sulle camice da tennis un coccodrillo, simbolo che utilizzo come logo quando divenne imprenditore del famoso marchio.
Borotra, the bounding basque, il basco salterino, nomignolo che gli venne dato a Wimbledon per le sue notevoli doti tecniche e perché spesso indossava un cappello bluz.
Henry Cochet, the magicien per le sue doti tennistiche. Giocava in modo rivoluzionario per i tempi, riuscendo a colpire la palla ancora in fase ascensionale. Fu protagonista in finale a Wimbledon nel 1927 con Tilden, del più clamoroso recupero della storia. Sotto di due set, al terzo Tilden conduceva per 51 e 30 a 0, ma il francese conquisto 17 punti consecutivi e vinse al quinto set.
Toto Brugnon, l’unico senza soprannome, ottimo doppista. Fu un Peter Flaming ante litteram, perché dichiarò che gli bastava servire bene per poter vincere in coppia con qualunque degli altri tre compagni di squadra.
Cochet era l’unico di origini umili: il padre era il custode di un circolo di tennis.

Complimenti a Mazzoni per il piacevole articolo e a te per averlo integrato di ulteriori dettagli.

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Giorgio il mitico (Guest) 31-07-2021 20:50

Bravissimi a ricordare eventi della storia del tennis.

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+1: il capitano
Pier (Guest) 31-07-2021 19:21

@ marco.mazzoni (#2887611)

Potrebbe essere interessante un articolo relativo al circuito parallelo in cui, negli anni ’60, i tennisti professionisti militavano. Mi hanno sempre incuriosito i match a ripetizione che gli atleti disputavano in giro per il mondo e mi sono sempre chiesto se fossero da intendersi come “tornei” od esibizioni ben remunerare e come venivano affrontate.

9
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Roberto (Guest) 31-07-2021 14:33

Che tempi!! E non tornano più…

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+1: il capitano
3.4 (Guest) 31-07-2021 10:06

un po’ di Storia del Tennis. Era ora! Bene

7
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+1: il capitano
Lo Scriba 30-07-2021 21:55

Scritto da Lo Scriba
Mi permetto di aggiungere qualche dettaglio in più al bell’articolo del bravo Mazzoni.
L’origine dei soprannomi dei 4 moschettieri è la seguente.
Lacoste, il coccodrillo. Lacoste si era innamorato di una borsa di coccodrillo che voleva utilizzare per riporvi le racchetta. Divenne una tale ossessione che i suoi amici lo soprannominarono “coccodrillo”. Da quel momento cominciò ad apporre sulle camice da tennis un coccodrillo, simbolo che utilizzo come logo quando divenne imprenditore del famoso marchio.
Borotra, the bounding basque, il basco salterino, nomignolo che gli venne dato a Wimbledon per le sue notevoli doti tecniche e perché spesso indossava un cappello bluz.
Henry Cochet, the magicien per le sue doti tennistiche. Giocava in modo rivoluzionario per i tempi, riuscendo a colpire la palla ancora in fase ascensionale. Fu protagonista in finale a Wimbledon nel 1927 con Tilden, del più clamoroso recupero della storia. Sotto di due set, al terzo Tilden conduceva per 51 e 30 a 0, ma il francese conquisto 17 punti consecutivi e vinse al quinto set.
Toto Brugnon, l’unico senza soprannome, ottimo doppista. Fu un Peter Flaming ante litteram, perché dichiarò che gli bastava servire bene per poter vincere in coppia con qualunque degli altri tre compagni di squadra.
Cochet era l’unico di origini umili: il padre era il custode di un circolo di tennis.

Mi correggo: Borotra aveva notevoli doti fisiche, non tecniche.

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Pier (Guest) 30-07-2021 21:17

Ed ora rispolvero 500 Anni di Tennis. Grazie!
P.s. Ottimi gli aneddoti dello Scriba… D’altronde con un nickname così non poteva essere altrimenti.

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+1: il capitano
Lo Scriba 30-07-2021 20:23

Mi permetto di aggiungere qualche dettaglio in più al bell’articolo del bravo Mazzoni.
L’origine dei soprannomi dei 4 moschettieri è la seguente.

Lacoste, il coccodrillo. Lacoste si era innamorato di una borsa di coccodrillo che voleva utilizzare per riporvi le racchetta. Divenne una tale ossessione che i suoi amici lo soprannominarono “coccodrillo”. Da quel momento cominciò ad apporre sulle camice da tennis un coccodrillo, simbolo che utilizzo come logo quando divenne imprenditore del famoso marchio.

Borotra, the bounding basque, il basco salterino, nomignolo che gli venne dato a Wimbledon per le sue notevoli doti tecniche e perché spesso indossava un cappello bluz.

Henry Cochet, the magicien per le sue doti tennistiche. Giocava in modo rivoluzionario per i tempi, riuscendo a colpire la palla ancora in fase ascensionale. Fu protagonista in finale a Wimbledon nel 1927 con Tilden, del più clamoroso recupero della storia. Sotto di due set, al terzo Tilden conduceva per 51 e 30 a 0, ma il francese conquisto 17 punti consecutivi e vinse al quinto set.

Toto Brugnon, l’unico senza soprannome, ottimo doppista. Fu un Peter Flaming ante litteram, perché dichiarò che gli bastava servire bene per poter vincere in coppia con qualunque degli altri tre compagni di squadra.

Cochet era l’unico di origini umili: il padre era il custode di un circolo di tennis.

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+1: il capitano, Mauriz70
marco.mazzoni 30-07-2021 20:03

Vi ringrazio. L’idea è di farne una serie di questi pezzi, sfruttando date o eventi particolari.
Spero possano interessare.

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+1: Lo Scriba, mecir11, il capitano, tinapica
Tennisaddicted (Guest) 30-07-2021 19:00

Ringrazio Mazzoni per questo articolo storico molto ben fatto. Sarebbe interessante capire quale fosse l’atmosfera che circondava il tennis in quegli anni, perché certamente era uno sport fortemente “elitario”, sia praticato che seguito da una minoranza potente e influente. Ci sono stati dei legami con la politica e coi potentati economici, per esempio? Chi finanziava i grandi tornei e perché? Era puro diletto o c’erano altri interessi?

In un sito che è diventato sempre più gossipparo e frequentato da burloni/provocatori, fa piacere leggere ogni tanto dei pezzi di altra natura come questo.

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+1: Leon39, mecir11, il capitano
tinapica 30-07-2021 18:24

Gazie sig. Mazzoni, gran bella retrospettiva storica, ricca di aneddoti (alcuni, almeno per me, ignoti, come i soprannomi dei Francesi).
Spero sia il primo capitolo di una serie che di tanto in tanto farà capolino tra le cronache di attualità, che restano comunque il piatto forte di questo sito.

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+1: mecir11, il capitano