Haggerty (ITF): “Dobbiamo fare di più per la salute mentale degli atleti”
Uno degli argomenti più caldi delle Olimpiadi in corso a Tokyo è il crollo mentale di atlete straordinarie come Naomi Osaka e Simone Biles. Ne ha parlato anche il (discusso) Presidente dell’ITF, David Haggerty, che oltre a ricoprire la massima carica in seno all’organizzazione tennistica è anche membro del CIO. Pur sottolineando che gli organi di governo del tennis prendono molto sul serio i problemi di salute mentale, Haggerty ritiene che tutte le federazioni e associazioni sportive possano fare di più per supportare i giocatori.
“La salute mentale è molto, molto importante”, ha dichiarato Haggerty in un’intervista rilasciata oggi a Tokyo. “Come normale attività dell’ITF, lavoriamo insieme ai tour Pro maschili e femminili per assicurarci di essere presenti per i giocatori, che abbiano la capacità di parlare con qualcuno per ottenere aiuto quando ne hanno bisogno nel modo giusto. Ma pensiamo di poter ancora fare di meglio per venire incontro alle loro necessità”.
Haggerty ha affermato che la commissione medica e scientifica dell’ITF ha esaminato nuovi modi per affrontare il problema, acuito non poco dalla pandemia: “Ci siamo impegnati con il CIO e altri gruppi in modo che diventi qualcosa di più della semplice azione sul tennis, ma anche dello sport in generale e di ogni atleta coinvolto come persona oltre il campo da gioco. Penso che gli atleti dopo 15-18 mesi di lockdown nello sport stiano tutti attraversando un momento difficile. Dobbiamo essere presenti per gli atleti e sicuramente il tennis prende questa problematica molto sul serio”.
Dichiarazioni importanti, ma dovranno seguire fatti concreti. Infatti a detta di molti atleti – ne hanno parlato in diversi in varie interviste – la distanza tra la “stanza dei bottoni” del massimo organo istituzionale del nostro sport e le problematiche reali che affrontano ogni giorno i giocatori impegnati sul tour a vari livelli, incluse quelle mentali di stress, ecc, sembra ancora enorme.
Marco Mazzoni
TAG: David Haggerty, Davis/FedCup, Marco Mazzoni, problemi mentali
Sei proprio monotono !!!!!!!!
E per la tua David non c’è più speranza? Siamo SERI.
Assolutamente, no. Ha ragione ci sono centinaia di esempi sotto gli occhi
Prima DOBBIAMO curare quella dei vari esperti virologi!
Ogni categoria professionale vorrebbe maggiori tutele. Che dire dei diplomati isef e laureati in scienze motorie che si vedono scavalcati nelle palestre da fruttivendoli?
E che dire dell’ipnosi disciplina considerata in Italia come una pratica grottesca mentre all’estero ha dignità terapeutica importante (da Milton Erickson a Michael Yapko)?
Ma ti rendi conto che scrivi c..te pazzesche?
Haggerty? Grande presidente. L’ITF è il tennis che conta. Avanti così.
Haggerty tra iniziando amandare messaggi in vista degli US Open: alla fine troverannno il modo di esonerare la Osaka dalle interviste di fine match… Sempre più potere e privilegi ai ricchi!
E a sentire questo la Badosa lo manda a…
la itf vive sulla pelle degli atleti dilettanti, vende un sogno che non si realizzerà mai.
l’itf è la rovina di migliaia di ragazzi e di ragazze che, invece che studiare, dilapidano patrimoni famigliari per finire a fare il maestro di tennis a 30 anni.
In Italia capita spesso che professionisti non psicologi si inseriscano in contesti lavorativi spesso di esclusiva competenza dello psicologo. Gli ambiti professionali nei quali vanno ad operare i detti soggetti sono spesso di esclusiva competenza degli psicologi in violazione della legge 56/89. Il dibattito è molto acceso, perché nonostante esista una legge che valuta la cura della salute e del benessere psicologico esclusiva competenza dello psicologo, di fatto, soprattutto in contesti più lontani dall’ambito esclusivamente clinico, decidere se la prestazione sia esclusività dello psicologo o meno diventa estremamente complicato. A onor del vero, bisogna anche dire che la psicologia in Italia ha sottovalutato a lungo il benessere psicologico al di fuori della patologia clinica, lasciando il campo al proliferare di discipline olistiche che hanno saputo intercettare in maniera più tempestiva le richieste di altri tipi di utenza, come ad esempio nello sport. Per tanto tempo, nel nostro paese, chi si recava da noi psicologi aveva il timore di essere considerato “pazzo”, e così quella sofferenza psicologica veniva gestita da altri pseudo-professionisti. Per fortuna, anche se con fatica, questo pregiudizio sta lentamente svanendo.
Un atleta si distingue dagli altri e si afferma, diventando un/a campione/essa per un mix di fattori, alcuni naturali altri da coltivare e migliorare: fisici, tecnici, tattici, mentali… se sei carente in uno di questi devi curarlo così come si allena tutto il resto e non possono essere altri a supplire questa “debolezza”… Le federazioni e le organizzazioni possono fare poco se non metterli nelle condizioni migliori ma lo stress che arriva da tifosi, media, sponsor, ecc. è difficile da eliminare o anche solo gestire… In sintesi ogni atleta deve superare questo suo limite da solo, magari con un aiuto da parte di professionisti veramente affermati… Se non riesce a superarlo resta un campione incompiuto….
😆 ci hai sgamato eh
Faccio una piccola deviazione.Quando da ragazzini giocavamo i tornei il risultato era visibile, passaparola a parte, solo attraverso la consultazione dei tabelloni e, se il circolo non era a due passi, del risultato di tizio o Caio nulla si sapeva. Ora è tutto visibile, vai sul portale e vedi i risultati di tutti. Nei ragazzini, alcuni perlomeno, è terribile: uno mi disse tempo fa ” Non mi diverto più,gioco con paura.Io mi iscrivo e tutti lo sanno , sanno chi affronterò e sperano che io perda, soprattutto se faccio un negativo”.Chi lo spera? Avversari e spesso loro familiari, gli stessi che ti dicono con chi non devi fare un doppio o un allenamento, gli stessi che mirano a fare amicizia con gli entourage di quelli bravi che poi, se diventi troppo bravo, ti allontanano(certe scene negli spogliatoi sono surreali).Questi sono i tempi d’oggi, tempi in cui i ragazzini (spesso bambini) sono esposti e messi sotto pressione anche a causa di adulti che non li proteggono.
Ma le persone che soffrono realmente di questi problemi non si sentiranno offese???
La fisiognomica questa sconosciuta…come può un personaggio del genere essere presidente ITF è proprio un mistero. Certa gente andrebbe messa in un libro nero per impedire di fare altro male…chissà quanti altri disastri ha fatto nella sua carriera da dirigente.
Bisogna fare di più anche per la salute mentale degli utenti di questo sito
Anche se l’ITF è garanzia di mediocrità io credo che spetti alle rispettive federazioni nazionali seguire gli atleti juniores e non lasciare questo importante servizio in mano libera ai propri coach, in un momento importante.
Prova ne è il nostro Sinner in balia di problemi importanti, ma dovrebbe essere la federazione ad intervenire prima del crack.
io farei qualcosa x la salute mentale di haggerty…
Per esempio si potrebbe spazzare via tutti quei mental coach cialtroni che si sono improvvisati tali e chiedere almeno la laurea magistrale in psicologia per permettergli di mettere le mani su un atleta.
Magari dargli più soldi? Visto che fuori dai 100 fanno la fame…