Simone Bolellli: “Questo e’ solo l’inizio”
Miami rimarrà a lungo nel suo cuore. Simone Bolelli in terra statunitense… o per meglio dire sul cemento della Florida, ha finalmente messo in luce tutto il suo potenziale. L’azzurro ha centrato alcuni dei suoi obiettivi…. prima qualificazione e prime vittorie in un Masters Series, prime affermazioni su top players e, soprattutto, prima convocazione in nazionale. Un momento d’oro per il 21enne bolognese, pupillo di Claudio Pistolesi, che promette nuovi exploit.
Ha superato le qualificazioni di un Masters Series per la prima volta. Che effetto le ha fatto essere entrato a tutti gli effetti dalla “porta principale” in un appuntamento di tale prestigio?
“Sicuramente un effetto straordinario. La prima volta è sempre la prima volta!!! E poi, visto che è accaduto in uno dei tornei più importanti del mondo la gioia si raddoppia. Era uno dei miei obiettivi.
Il tabellone non era dei più agevoli. Come ha approcciato, da sfavorito, le sfide con Monfils e Tursunov?
“Una volta qualificato in un torneo come questo il sorteggio è relativo. Tutti sono forti; all’inizio un po’ di tensione c’era, ovviamente, ma poi sono riuscito in entrambe le partite ad esprimere un gran bel tennis. Ho pensato solo al mio tennis e fin dall’inizio ero convinto di potermela giocare”.
Ha cominciato a soffrire un po’ di pressione una volta raggiunto il terzo turno, e quando anche gli avversari hanno cominciato a seguirla con più attenzione?
“No, devo ammettere che la tensione piano piano è svanita… mi sono sbloccato e a quel punto ero molto carico e tranquillo”.
Qualche rimpianto nel match con Ferrer…
“Beh, si. Sul 5-3 e servizio del primo set potevo sfruttare meglio il mio game di servizio. Stavo giocando un tennis incredibile, ma poi sono stato un po’ troppo falloso in alcuni momenti cruciali. Ho avuto la chance di vincere il primo set , e invece nel secondo lui è stato semplicemente migliore di me e io un po’ troppo difensivo.
Malgrado il ko con Ferrer torna in Italia con la soddisfazione della prima convocazione in nazionale. Emozioni e speranze per questa sfida con Israele?
“Sono molto contento di indossare la maglia azzurra, penso che possiamo fare bene in Israele”.
Cosa ha pensato quando Barazzutti le ha comunicato la convocazione?
“Beh, sicuramente tutta un’altra cosa rispetto alla convocazione da 5° uomo con la Spagna di due anni fa. Rientrare nei 4 è bellissimo. Far parte della squadra italiana, indossare la maglia azzurra… anche questo era uno dei miei obiettivi”.
A proposito di classifica, cosa accadrà ora dopo l’exploit di Miami?
“La classifica purtroppo rimarrà invariata perchè difendevo dei punti presi l’anno scorso nei challenger di Barletta e Napoli”.
Qualche tempo fa ha ricevuto i complimenti anche da un certo Roger Federer… a che punto è la sua “crescita”? Quanto ancora le manca per il salto finale nel “tennis dei grandi”?
“Spero poco!! Sto lavorando molto bene con il mio staff, e questo è l’importante. Stiamo crescendo sotto tutti gli aspetti e siamo sempre attenti a curare ogni dettaglio”.
Il lavoro con Claudio Pistolesi le è stato di grandissimo aiuto, quali sono i suoi pregi?
“Grazie a Claudio ora ho le idee più chiare su come giocare sul veloce. E’ stato anche lui giocatore, e quindi ha già vissuto cose che in questo momento sto vivendo io. Cerca di mettermi in preavviso su tutto, e questo non è poco. E poi è uno che mi ascolta. Abbiamo veramente un gran feeling!.
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