Medvedev: “La terra battuta? Non si adatta al mio fisico e colpi”
Daniil Medvedev è pronto all’esordio sui campi in terra battuta, dopo esser stato costretto a rinunciare al primo 1000 della stagione a Monte Carlo per aver contratto il Covid-19. Recuperato dal virus, il russo è a Madrid e ha parlato delle sue condizioni. Per fortuna il Coronavirus sembra alle spalle: “Sto bene, mi sento in forma, questa è la cosa principale, altrimenti non sarei venuto. Ho avuto un brutto raffreddore, il naso e la gola erano bloccati e mi sono sentito debole per alcuni giorni, ma per fortuna nient’altro. I primi quattro o cinque giorni non sono stati facili, dopo aver trascorso quasi dieci giorni a letto. Ma sono contento della settimana e mezza di allenamento che ho svolto per preparare per questo torneo”.
Il discorso scivola sul suo rapporto non proprio idilliaco con la superficie in mattone tritato… “La terra rossa? Il mio rapporto con lei non credo che cambierà mai… Penso che i miei colpi e il mio fisico non si adattino bene a questa superficie. La prima settimana che arrivo sulla terra finisco per odiare tutto ciò che mi circonda. Non mi piace proprio stare in campo, è una sensazione molto rara per me. Poi alla fine mi ci abituo e le sensazioni migliorano. Ciò che mi motiva di più è cercare di mettermi in una condizione tale da poter vincere le partite anche qui. Qualche anno fa ho battuto grandi giocatori sulla terra battuta, ero in ottima forma. Quindi so di esser capace di farlo di nuovo, devo ritrovare quelle sensazioni, la fiducia nel mio gioco anche in queste condizioni, questo è l’aspetto per me più difficile su questa superficie”.
Il torneo di Madrid si gioca sul rosso, ma in condizioni particolari (altura, campi generalmente piuttosto rapidi, campo centrale molto “chiuso” che simula condizioni non da indoor ma diverse). Ecco il pensiero di Daniil: “L’altitudine di Madrid potrebbe aiutarmi, certamente. Questi campi sono in terra ma i più simili a quelli in duro a causa di quste condizioni rispetto ad ogni altro torneo sul rosso. Questa terra battuta è più veloce, il servizio può anche raggiungere una velocità maggiore e diventare più insidioso. Questo è uno dei fattori che mi fa sentire più a mio agio in questo torneo rispetto ad altri. Sarà importante vedere come mi sento nella prima partita, perché sarà molto importante acquisire fiducia. Realmente, non arrivo con grandi aspettative. Sia qui, che a Roma o al Roland Garros, l’obiettivo è vincere qualche partita. Quando arrivo a un torneo il mio obiettivo è vincere, ma adesso sono consapevole che devo andare passo dopo passo. È importante adattarsi a questi campi e, soprattutto, provare a giocare un buon tennis. Se ce la farò, allora potrò provare a vincere grandi partite”.
Marco Mazzoni
TAG: Daniil Medvedev, Marco Mazzoni, Masters 1000 Madrid 2021
@ Giorgione (#2781303)
Ma vince di più in Australia..che poi Nole sia per me (ripeto, per me) il vero Goat, inteso come quello che ha saputo addomesticare e adattare al suo gioco tutte le superfici più di Roger e Rafa, è preferenza che ho già espresso, ma sta qui la grandezza del tennista: è un dato di fatto che le caratteristiche delle superfici, con qualche variante locale, rimangono quelle e non si possono automodificare, è il gioco dell’uomo che può e deve sfruttarle al meglio smorzando le difficoltà che possono presentare; se Nole riesce anche da fondo e su superfici più lente a dare potenza e pericolosità ai sui colpi merito suo..quanto agli spostamenti e alla difesa, beh mito assoluto, all over the world!
@ Annie (#2781250)
Ovvio che il capitale umano non è cambiato e ogni giocatore sente o percepisce il tennis, generalizzando, in maniera peculiare. Ma questo non ha nulla a che vedere con le condizioni materiali del gioco. Borg vinceva Wimbledon giocando da erbivoro, seguendo spesso a rete il servizio. Lendl giocando da fondo non ha mai vinto a Londra. E gli esempi si sprecano. Ora, che le condizioni materiali si assomigliano, djoko vince a Parigi e a Londra giocando sempre alla stessa maniera, tanto per intenderci. Quello che ancora cambia sono gli spostamenti in campo. Trovare l’equilibrio per colpire in movimento sull’erba o sulla terra non è affatto semplice
ESTICAXXXXI
su Musetti ci hai visto bene.
“Anche l’umidità dell’aria influenza il valore della pressione atmosferica : la presenza di molecole di vapore acqueo (H 2 O) che prendono il posto di molecole più pesanti, principalmente quelle d’azoto (il 78% dell’aria è costituito da questo elemento), rendono l’aria umida PIU’LEGGERA e quindi si ha una minore pressione atmosferica (bassa pressione). ….Al contrario, aria PIU’ SECCA sarà anche più pesante e quindi, esercitando un PESO MAGGIORE determinerà un aumento della pressione atmosferica (alta pressione).”
Fonti bibliografiche : P.Mazzoldi-M.Nigro-C.Voci- Fisica vol.1 ediSES -Bologna.
S.Rosati- Fisica generale- Casa Ed. Ambrosiana Milano 1990.
G.P.Parodi-M.Ostili-G.Mochi Onori- L’evoluzione della fisica vol.1, Paravia 2006.
Ricordo inoltre che mediamente in 3 set si cambiano mediamente 3 volte le palline ed il professionista alla battuta evita di usare le palline più usurate e poi giocare in clima umido non significa giocare mentre piove, tutto questo terriccio dove lo vedi ? Se c’è è minimo che più minimo non si può.
@ La Veronica (#2781218)
Può essere che ci sia un appiattimento nel modo di giocare ma certe caratteristiche meno evidenti, le percezioni, le sensazioni e gli impulsi che arrivano al giocatore dalle diverse superfici e che solo lui può avvertire, per me, sono una realtà valida ancora oggi e forse più di prima..tesi del resto sostenuta da Medvedev, che non mi è simpatico ma che ha ovviamente pieno titolo ad esprimersi su queste cose con cognizione di causa e con ragionamenti che ritengo, almeno teoricamente, pienamente condivisibili
A me sembra il contrario. La specializzazione c’era una volta, adesso sia i tennisti sia le superfici tendono a somigliarsi tutti.
Anche Wimbledon è diventato un torneo di erba battuta (cit. Tommasi e Clerici).
Beh ha ragione, il fisico è troppo magro e i colpi sono da autodidatta
@ Giorgio il mitico (#2781078)
Ma come ho detto, la specializzazione non credo sia una “scelta” ma il coltivare un’attitudine naturale a sviluppare un certo tipo di gioco, a privilegiare le variazioni piuttosto che la potenza, a usare una mano per il rovescio etc.etc..o no? Non sono un coach o un’esperta ma è una domanda che da appassionata di tennis mi sono sempre posta, non a caso si parla di colpo “naturale”.. Lorenzo ha un tipo di gioco particolare, forse unico nel panorama attuale, un gioiellino che sarebbe un peccato non valorizzare, uno dei miei preferiti, e non sono neanche del tutto convinta che la terra sia la superficie che lo aiuti a rendere con più continuità, ma ripeto, non sono un coach..
Ma è l’esatto contrario! È l’umidità che rallenta le palline, caricandole appunto di particelle d’acqua!!! In un clima secco la pallina viaggia di più,poiche la terra non si incolla alla pallina in virtù dell’umidità e quella può muoversi più velocemente nell’aria.
Credo di sì… Comunque Berrettini se arriva con lui ai quarti stavolta è favorito
Esattissimo , è ora che Musetti decida di specializzarsi sul veloce.
Non credo ci si possa stupire del fatto che il tennis stia ormai da tempo seguendo il principio più generale (ed estendibile a tanti altri settori) che è la “specializzazione”, inevitabile viste le caratteristiche specifiche di ogni tennista che a seconda della propria attitudine e preparazione (non tanto credo per propria volontà) sviluppa capacità che lo rendono più vincente sulla terra, sull’erba o sul veloce. Superfluo citare Federer o Nadal, due immensi campioni non esenti però da specializzazione, e pure Djokovic, pur avendo raccolto trofei (e non pochi) anche sul rosso, per sintetizzare ha battuto facilmente Karatsev sul cemento ma ci ha perso anche se “ai punti” sulla terra. Quindi, come ormai la tendenza alla specializzazione è sempre più diffusa, così nel tennis credo sarà sempre più difficile aspettarsi un tennista vincente dappertutto con la stessa facilità, anzi, visto l’orientamento del tennis moderno e il numero dei tornei sulle diverse superfici, chi riesce bene sul veloce ha forse più probabilità di incamerare successi, normale quindi la non preoccupazione di Medvedev per le sue “carenze” terraiole.
Può sempre costruire villoni sulle alpi svizzere… 🙂 🙂
@ Zeta80 (#2780535)
Guarda che di grandissimi n.1 “non capaci su terra” ce ne sono stati a bizzeffe: Connors, Mc Enroe, Becker, Edberg, Sampras, e altri probabilmente.
@ il capitano (#2780347)
Sì ma non in Italia: noi siamo già strapieni di palazzinari, ed accaniti cementificatori assortiti.
Fino a 600 metri non c’è altura, Madrid è a 667 m.
E’ soprattutto il clima asciutto ( umidità quasi assente ) che rallenta la velocità delle palle da tennis.
Della serie: capire Roma per toma. Fa niente, probabilmente non c’è nemmeno il tentativo di cogliere il senso del messaggio.
Per diventare numero 1 ed essere degno di tale nome devi saper giocare bene ovunque, un numero 1 che non sa giocare sulla terra non è che sia un bello spot per il tennis.
Su cemento puoi vincere anche solo con servizio e dritto,(mettiamoci anche il rovescio nel suo caso).
Sulla terra devi saper variare, adattarti a rimbalzi non sempre perfetti, utilizzare più il top e non solo colpi piatti come il russo è abituato a fare sul cemento.
Inoltre il fatto che la battuta sia meno decisiva su terra è un bene.
È arrivato al 2 del mondo. Imparasse a giocarci potrebbe puntare all’1.Si vede che non é ambizioso, mah
Se ti legge la Medvedeva…
Ah ah ah 🙂
Dove hai letto che non vale la pena di scrivere articoli su Medvedev, ormai vedi Federer dappertutto.
E’ vero.
Immagino tu stia parlando in generale, ché Medvedev se si va a divertire con ragazze locali riceve la richiesta di divorzio in tempo record. 😆
In effetti hai ragione, in questo momento serve “lo scopo lavorativo” per le trasferte.
Il punto però è un altro: a tutti piacciono cose differenti, non è il primo né sarà l’ultimo a non digerire la terra rossa.
Metterla giù dura come sta facendo e come ha già fatto in passato (ricordo un “Ci sono sempre cattivi rimbalzi e sei sporco dopo le partite”) mi sembra eccessivo.
Da qui il mio consiglio (so che non vale nulla, è un forum e quindi mi sento libero di esprimerlo), visto che se lo può permettere, di fare ciò che vuole fare e non ciò che “deve” fare. Perché poi, nell’incapacità di accettare i propri limiti, il rischio è quello di passare per perdenti.
@ Asni (#2780387)
Ti voglio ricordare( o forse più probabile) non ne sei.. a conoscenza che i Masters 1000 ( salvo Montecarlo in deroga facoltativo),sono Tutti obbligatori,pena uno 0 in entrata.
È per questo motivo che vi partecipano,talvolta controvoglia..
In una terra veloce come quella di Madrid potrebbe benissimo dire la sua.
Qui sono tutti esperti e amanti del bel tennis… Bla bla bla
Per uno “scarso” come Medvedev non vale la pena di fare articoli…
per altri, va bene tutto anche i nuovi accordi commerciali…
Dice (c’ e’ scritto…) potro’ provare a vincere grandi partite…
Veramente non ha scritto che viene solo per passare un paio di turni…
Per te ha diritto solo il GOAT?
Con la terra si interra!
Perche dovrebbe stare a casa? si fa un bel giro in citta’ come Madrid, Roma e Parigi. Intasca un bell’assegno indipendentemente dal risultato. E si va a divertire con qualche bella ragazza locale…
L’aspetto più bello dell’essere ricco è l’indipendenza. Non ti piace la terra rossa? Inizi ad odiare tutto ciò che ti circonda? Non giochi per vincere ma solo per passare un paio di turni?
Benissimo: stai a casa! Non lo prescrive il medico.
Mette le mani avanti
E’ solo un tentativo di depistaggio…
Oltre alla terra non è a suo agio anche con l’erba. Bravissimo sul cemento, avrà un futuro da palazzinaro.
Realmente, non arrivo con grandi aspettative. Sia qui, che a Roma che al Roland Garros l’obiettivo e’ vincere qualche partita…
Con questo approccio, mi aspetto 3 uscite al 1t