Shapovalov, quando conta “la testa” nel tennis… (di Marco Mazzoni)
Uno dei dibattiti mai risolti nel mondo della racchetta è sul peso dei vari fattori decisivi al successo di un giocatore. Se la grande prestazione con vittoria equivale al 100%, quanto pesa la parte atletica? Quanto quella tecnica e/o tattica? E quanto quella mentale? Ogni allenatore, giocatore o semplice osservatore ha la sua “torta”, con le fette distribuite in percentuali variabili. Si possono trovare i pareri più disparati, ma su di un aspetto tutti sono concordi: la percentuale da attribuire alla testa, alla forza mentale e capacità di giocare bene nei momenti importanti è importantissima. Predominante sugli altri aspetti.
Perché questa premessa? Beh, dopo aver visto la “sciagurata” sconfitta di Denis Shapovalov oggi a Dubai, come non ripensare a quest’aspetto nel tennis del talento canadese, e nel tennis in particolare. Stiamo vivendo una settimana indimenticabile per i nostri azzurri, con un buonissimo Sinner proprio a Dubai – sconfitto solo dallo scatenato Karatsev, in lotta in questo momento sul fortissimo Rublev nei tornei 500 – e Musetti che ci sta facendo sognare in notte magiche dal lontano Messico. Sia Jannik che Lorenzo hanno costruito le loro buonissime prestazioni grazie ad un forza mentale notevolissima. Quella che ha portato l’altoatesino a “stroncare” la resistenza di un lottatore come Bautista Agut e reggere bene contro il russo, che pare camminare sulle acque in questa prima parte di stagione… E quella che sta consentendo al toscano di superare, match dopo match, i propri limiti, esplorando territori nuovi pur non avendo giocato sempre a tutta. Soprattutto nella sofferta vittoria vs. Tiafoe (il giorno seguente ad una grande impresa), Lorenzo ha giocato tutt’altro che “bene”. Ha avuto pause, ha sbagliato tanto col diritto e servito maluccio, è andato sotto di brutto ma… nella sua testa è scattato qualcosa. Si sentiva bene, presente, attivo nell’aria frizzantina a due passi dall’oceano. Quel campo gli piaceva, le condizioni, l’atmosfera (forse anche per la presenza del pubblico, che ti dà sempre qualcosa), l’occasione di potersela giocare in un palcoscenico così importante. Ok, non tutto funzionava alla perfezione come il giorno prima vs. Schwartzman, ma la testa diceva forte e chiaro “non voglio perdere, non perderò”. Aggrappato alla partita, alle sensazioni positive, la testa lo ha fatto reggere, sprintare, crederci sino alla fine, rimontare anche nei momenti più duri, quando tutto pareva perduto. E vincere. Questa è una qualità decisiva per diventare un grande giocatore, sentire il momento, vincere i punti importanti, tirare fuori il meglio nei momenti caldi del match. Bravo Musetti!
E oggi invece Denis? L’esatto contrario. “Shapo” è un talento clamoroso, è show-time puro, è l’essenza dell’adrenalina che si può esplodere giocando a tennis, con giocate che solo i suoi occhi riescono ad immaginare e traiettorie che sfidano senza mezzi termini le leggi della fisica applicata al tennis. E lui, con quella strafottenza tecnica e visione, ce la fa. Riesce a trovare colpi e vincenti che la maggior parte dei rivali non osano nemmeno immaginare. Però… alla fine, butta via partite come quella di oggi, avanti un set e 4-3 e servizio, contro un avversario buonissimo e molto positivo, ma che aveva già la faccia di chi aspetta il match point per stringere la mano al rivale e correre a festeggiare la semifinale più importante in carriera con la sua bellissima fidanzata… Denis, dal nulla, senza la pressione del rivale, senza un motivo logico, ha “buttato alle ortiche” una partita stravinta, sparacchiando per 10 minuti scarsi pallate out senza una logica, senza un pensiero, senza riuscire a tornare mentalmente nella partita. Divorato da una tensione che non si avvertiva, ma che evidentemente lo divora dentro e non gli permette di esprimere con serenità e lucidità un tennis “pratico” quando c’è da chiudere “la pratica”. Purtroppo non è la prima che gli succede, che arriva un blackout micidiale a rimettere in discussione partite in cui è superiore e che potrebbero essere vinte senza così tanti patemi. Stessa cosa nel tiebreak decisivo, Harris ha servito bene, ma lui ha preso dei rischi eccessivi, e nel momento decisivo ha scelto di posizionarsi totalmente esterno da destra al servizio senza riuscire ad aprire così tanto l’angolo, pure pizzicando il diritto del rivale con il campo sciaguratamente aperto. Lloyd ha avuto buon gioco nel prendersi un rischio che gli ha regalato la vittoria più importante in carriera, con l’approdo in finale in un ATP 500. Applausi Lloyd!
È un’analisi dura su Denis, lo ammetto. Ma da un talento così grande, ci si aspetta ben altra sostanza. Da un tennista con mezzi così impressionanti sul piano tecnico e fisico, ci si aspetta un salto di qualità sul piano agonistico che vada oltre alle mezz’ore “on fire” in cui tutto gli entra, tutto gli riesce in uno stato lo flow totale, sbaragliando chiunque gli passi di fronte.
Shapo è un gioiello purissimo, uno dei favoriti del pubblico perché quando gioca lo show è davvero assicurato. Ma a dispetto di suoi colleghi ex next-gen, stenta terribilmente a trovare quella sostanza necessaria a fare il salto da potenziale a realtà nei grandi tornei. Ho sempre pensato che avendo quel tipo di gioco e quel tipo di atteggiamento, la sua maturazione sarebbe stata lenta e perigliosa. Così sta andando. Il processo è in corso e niente è perduto. Però è corretto sottolineare che di grandi passi in avanti per ora, sul piano mentale della solidità-sostanza-resistenza alla pressione, non se ne vedono tanti. Incanta quando il rischio è premiato, delude quando cade preda dei suoi buchi, spesso davvero inspiegabili per il contesto tecnico e tattico del match, a volte pure contro rivali “alla portata”. Oggi più che un contender per i grandi tornei, è un tennista da highlights.
La speranza è che riesca a lavorare su se stesso (anche fuori dal campo) per trovare una solidità e consapevolezza che gli consenta di reggere la pressione ed esplodere finalmente i suoi mezzi nelle grandi occasioni e con continuità. Non avere uno Shapovalov in corsa per gli Slam con vari Tsitsipas, Medvedev & C, sarebbe davvero un peccato…
Marco Mazzoni
TAG: ATP 500 Dubai 2021, Denis Shapovalov, Marco Mazzoni, Shapovalov
@ JS (#2725980)
E soprattutto cercando costantemente la profondità chirurgica. Sta ancora affinando il suo gioco per competere coi top, lo ha detto, poi dovrà inserire variazioni e scendere di più a rete, ma quello lo sta facendo già più spesso nelle ultime partite
Questo dovrebbe farvi capire perché sinner tira meno lavandini rispetto a prima, perché altrimenti rischierebbe di fare questa fine, non ti può stare sempre in campo. Lo ripeto, per molti non è così, ma sinner sta tentando di diventare il nuovo Djokovic. Ritmo insostenibile da fondo ma rischiando solo quando necessario senza tirare sempre a tutta
La testa della racchetta è fondamentale nel gioco del Tennis.
Sembra proprio così.
Magari hai ragione tu e problemi veri di testa non ne ha, ma è certo che li fa venire a chi lo guarda. Con lui (ma mi succede anche con Fognini) vado in estasi per un game o per un intero set, ma ecco che trova il modo di farti ricredere…
Shapo è ansiogeno
<Dire che ha problemi di “testa” secondo me non tiene. Il suo magico gioco è questo.
Magari hai ragione tu e problemi veri di testa non ne ha, ma è certo che li fa venire a chi lo guarda. Con lui (ma mi succede anche con Fognini) vado in estasi per un game o per un intero set, ma ecco che trova il modo di farti ricredere…
Shapo è ansiogeno
la questione “testa” nel tennis non esiste se non come riflesso di un problema tecnico.
ma il problema rimane tecnico.
in questo caso, shapo non ha un palleggio sufficientemente solido per poter giocare ad una velocità più bassa e portare a casa punti a quel livello. ha bisogno di crearsi situazioni di vantaggio accelerando, ossia rischiando. le sue partite sono un ottovolante, come sono un ottovolante le partite di quei giocatori che giocano in spinta costante.
così succede che vince partite “perse” perché pesca la riga 10 volte consecutivamente, e perde partite “vinte” perché la palla esce 10 volte di fila di un dito.
@ Stefan Navratil (#2725064)
Certo che no: siamo una compagnia molto numerosa!
Eh?!? Ce l’ha con Aliassime? Non capisco, veramente…
Eddai…fàmose ‘na risata ogni tanto!
Sciapo-Sciupo, mai ‘na gioia!.
Su di lui non ho ancora perse tutte le speranze ma le ho perlomeno dimezzate.
Su Kyrgios, per dirne un altro, ormai non ci spero più.
Comunque Sciapo, del tridente giovane e monomane, quando la ingrana è quello che mi diverte di più.
Però, siccome non ho la patente di giocondità, come successore a Federer nei miei favori di tifo scelsi Tsitsi. In attesa -mi faccio vanto di averlo sempre sostenuto- di Musetti.
È vero, però Tsitsi in finale qua e là ci è già andato, Shapo gioca a tratti divinamente ma poi stringi stringi a quei appuntamenti non ci arriva mai….
Nel tennis si vince e si perde. Shapo è da quando è nato che è un predestinato. Biberon e tennis. Dire che ha problemi di “testa” secondo me non tiene. Il suo magico gioco è questo. Quando la pallina invece di uscire di 1 mm resta in campo di un 1 mm diremo tutti che avrà risolto i suoi problemi di “testa”. Speriamo che il fattore C. si manifesti celermente.
Shapovalov … gioca un tennis bellissimo, che i primi tempi veramente adoravo. Poi è quasi come se ci avessi fatto l’abitudine, anche se resta stellare come livello espresso, a tratti.
È un problema di proporzionalità inversa: più la partita si fa calda e la pallina scotta, meno Shapovalov riesce a rimanere lucido.
questo si chiama saper scrivere di tennis.
Non che finora abbia vinto dei tornei importanti nemmeno tsitsi…(a parte un master, che un vero torneo non è…), Rublev cmq si candida a vincere il suo primo 1000. Chapeau se riesce…e Sinner ci prova, si sa mai…certo che sti russi!!!mah
Scusa ma non sono nato ieri (purtroppo): è lampante che soprattutto oggigiorno non puoi essere un tennista professionista se non sei anche un ottimo atleta, ognuno con le proprie peculiarità, e anzi Shapo gioca un tennis molto fisico. Proprio le sue doti atletiche al servizio del suo talento tennistico (che prescinde dalle prime) gli permettono di giocare un tennis a tratti poetico nel senso di non utilitaristico (sempre tenendo conto le rotazioni e le velocità folli di oggi), rischioso, che flirta con l’insuccesso e con la bellezza, sempre in bilico e per questo emozionante. Certo è difficilissimo perchè basta un minimo irrigidimento, una minima esitazione e la palla ti vola via. La sua sfida è imparare a giocare questo tennis o un tennis giusto un po’ più regimentato, fino all’ultimo punto, quando la palla scotta, ma ha solo 21 anni…. Spero vivamente che ci riesca senza snaturarsi perchè da guardone di tennis preferisco vedere lui vincere anche solo qualche volta che un robocop dominare il tennis, e non credo di essere l’unico!
@ Stefan Navratil (#2724758)
Ma i tennisti sono tutti atleti. Il cisiddetto bel tennis non è altro che frutto di qualità fisiche come coordinazione, equilibrio, flessibilità, stabilità, rapidità, e di un po’ di voglia e follia di tartare colpi e traiettorie rischiose. Senza atletismo niente rovesci a una mano in salto. Non c’è nulla di poetico. Quello che gli manca per vincere non 20 slam, ma anche 1 solo, non è la capacità di attendere che l’altro sbagli (visione tristemente superficiale), ma quella di vincere i punti quando non si gioca a cuor leggero, e quando la testa ti fa pensare.
La verità è che i colpi di Shapovalov sono pienamente nel rispetto delle leggi della fisica, e appena il braccio comincia a tremare la fisica presenta il conto. Denis è così, show time finchè i punti non sono pesanti.
Dai, shapo prima o poi ce la farà, è del 99. Ce la deve fare! sennò lo vado a cercare in Canada e lo faccio diventare nero e ricco.
Ribattezzato da tempo come “il pollo”….e non è solo perché saltella prima di battere!!!
Siamo d’accordo sul processo di maturazione continuo e sul contributo positivo di Youzhny, ma questi vuoti li ha sempre avuti e sono il suo vero limite. Sono passati 6 anni dal suo ingresso (dirompente) nel mondo del professionismo e Youzhny su questo specifico aspetto al momento non ha avuto alcun effetto.
Volendo prendere il lato positivo di questa settimana, ha pur sempre fatto una semi in un 500, ha battuto 2 avversari molto difficili per lui, e oggi ha vinto alcuni di scambi maratona ad altissimo livello che in passato perdeva. Sperem…
Comunque l’Harris di oggi è un signor giocatore e una sconfitta di per sé ci può stare. Ovviamente il problema non è la sconfitta ma il modo in cui è maturata. Che è drammaticamente ricorrente e rischia di diventare un marchio di fabbrica: Sciupovalov.
Niente di nuovo sotto il sole per questi super talenti. A proposito: di Dolgopolov se ne hanno notizie?
Io inizio a essere seriamente preoccupato per le sorti di questo ragazzo… Urge seriamente l’affiancamento continuativo di un mental coach. Pensavo che i successi puliti su due bestie nere per lui come Struffolo e Urcaz fossero foriere di qualche novità. Oggi ho visto il solito Shapo. Non è dannatamente in grado di riconoscere i momenti chiave di un match. O forse il contrario: li riconosce e se la fa letteralmente addosso. Booooom la pressione lo fa in pezzi e con lui il suo gioco. Per ambire al vertice supremo del tennis ovviamente il braccio, il fisico e l’abnegazione non bastano se la capoccia fa cilecca.
Quell’aspetto, non solo in termini di freddezza ma proprio di sapienza tattica, gli fa difetto. Rimane fantastico vederlo giocare e d è difficile, se si è schietti amanti di questo sport, non tifarlo, a meno che non giochi contro un italiano, come contro Sinner a Melbourne, ma rimane un incompiuto per ora, per quanto con il marine russo stia facendo, sia pur lenti, progressi anche sotto questo profilo.
Temo che sia un grande mezzo giocatore, spero di sbagliarmi
Bravissimo
a me un pò ricorda Leconte, altro talento secondo a nessuno.
Bell’articolo sul quale si può aprire una discussione se non la si butta subito in vacca con commenti …
Purtroppo non si può che essere d’accordo, per chi ama il tennis e non l’atletica con racchetta certe sue sconfitte sono veramente amare. Ma il processo di maturazione da quando c’è Youzhny è evidente e se ha un supporto psicologico anche fuori dal campo (come quasi tutti i tennisti) difficile pensare che con il suo clamoroso talento non riesca a concretizzare alcunchè nei prossimi anni. Personalmente preferisco pensare di vederlo trionfare raramente ma conservando il suo tennis rischioso e poetico che collezionare slam riducendosi a sparare dalla linea di fondo dritti inside-in e inside-out aspettando l’errore dell’avversario (magari lui preferirebbe vincere 20 slam invece…)
Shapo lascia la svedese….