Federer: “Fastidi? Sotto controllo. Djokovic a US Open ha avuto una sfortuna incredibile. Ritiro? Dipende dal ginocchio, ora non ci penso”
Roger Federer tornerà in campo mercoledì prossimo a Doha nel suo esordio stagionale, contro il vincente di Chardy – Evans. Proprio contro il britannico si è allenato ultimanente, cercando di ritrovare una buona forma e le sensazioni smarrite in uno stop lungo un anno intero, con due delicate operazioni allo stesso punto del ginocchio. Roger ha rilasciato un’intervista al magazine svizzero Tagesanzeiger in cui fa il punto della situazione a poche ore dal suo ritorno in gara, insiene ad altre considerazioni.
“Il dolore è completamente sotto controllo. La sfida più grande è fidarsi di nuovo del proprio corpo. Non hai tempo per pensare al gioco, il tuo avversario non permette questo lusso, e l’avversario capisce quando non sei al 100%. Sento di essere a un buon livello, ma non al meglio perché non ho giocato nessuna partita. È stato molto importante poter allenarmi di nuovo provando anche dei set, soprattutto negli ultimi due mesi. Ho avuto il piacere di lavorare con Dominic Stricker (giovane promessa svizzera) a Dubai per tre settimane, mentre nelle ultime due settimane ho giocato circa 20 set con Dan Evans. Rispetto a cinque mesi fa, mi trovo in una situazione meravigliosa: posso giocare per due ore e mezza e per cinque giorni di seguito senza problemi. Non mi aspettavo che sarebbe stato possibile tutto questo, è fantatico. Ci sono molte cose positive per ripartire, ma le partite vere sono diverse. Quando ti innervosisci e devi affrontare il rivale, giocare sotto pressione, magari delle palle break, tutto cambia. Vedremo come andrà”.
“Perché è servita una seconda operazione? Non voglio entrare nei dettagli di quello che è successo esattamente. Non ricordo niente che sia andato storto dopo la prima operazione. Il ginocchio si è semplicemente piegato durante un movimento normale, ed è accaduto di nuovo qualcosa. Ho subito fatto una risonanza magnetica e il medico ha detto: “Mi spiace, abbiamo bisogno di una seconda operazione”. Purtroppo non c’era modo di evitarla, altrimenti l’avrei evitata. Non sono amo gli interventi chirurgici… Le prime quattro settimane dopo la prima operazione erano del tutto normali. Inoltre non avevo la sensazione di aver spinto troppo con Daniel (Troxler, il fisioterapista). Pierre (Paganini, il preparatore atletico) non era affatto coinvolto e non ho giocato a tennis per mesi. Quando ho dovuto usare le stampelle per altre due settimane dopo la seconda operazione, non erano rimasti molti muscoli. Poco prima della prima operazione, avevo appena giocato la semifinale in Australia su cinque set, quindi ero entrato in questa fase di primo recupero post-operatorio come atleta di alto livello, tonico. Era diverso alla seconda operazione. È stato terrificante vedere quanto velocemente perdi tutto se non ti alleni“.
Roger chiarisce il suo pensiero su di un possibile ritiro. “Dopo la seconda operazione la situazione era brutta, non potevo credere che fosse necessario tutto questo. In quel momento ho messo in dubbio tutto. Wimbledon è stato cancellato e la pandemia era gravissima. Non sapevo cosa sarebbe successo alla mia carriera, ma di una cosa ero certo: non importava se fossi riuscito a tornare a giocare o no – e ho sempre avuto questo obiettivo – in quel momento volevo solo guarire, anche per la mia vita privata. Voglio sciare con i bambini e gli amici, poter giocare per diletto a calcio e a basket, anche dopo la mia carriera. Non volevo fermarmi agli Australian Open e al match for Africa, volevo poter decidere da solo come procedere. Smettere non sarebbe stato davvero il problema. Ma se il ginocchio dovesse continuare a darmi problemi per mesi, sarebbe chiaro che questa discussione dovrebbe sorgere. Ma ora non è il momento di pensarci, magari sarà non prima del prossimo autunno, quando avrò giocato abbastanza per analizzare tutto quel che avrò vissuto. Ora sono solo felice di essere arrivato così lontano col mio team, i medici, gli allenatori. So che sono rimasti colpiti da quanto seriamente ho preso la terapia. Ma per me era ovvio, è stata una sfida, mi piacciono le sfide e non vedo l’ora che arrivi il momento di scendere in campo di nuovo”.
Roger sente di aver ancora qualcosa da dire: “Sento che la mia storia non sia ancora finita. È difficile da spiegare, e c’è solo una ragione: mi piace il tennis e mi piace essere in giro. Scoprirò se mi piacerà ancora la vita durante il tour, con la quarantena, le mascherine, i viaggi assai più complicati. E con la terapia che non è ancora finita. Uno dei motivi è sicuramente che voglio giocare di nuovo contro i migliori, nei più grandi tornei, per i titoli importanti. E spero di giocare abbastanza a lungo da poter vedere di nuovo stadi pieni”.
“Come sarà giocare senza pubblico? Ho avuto abbastanza tempo per guardare le partite senza tifosi e pensare a com’è. Non fa una grande differenza nei primi turni, giochiamo anche molte partite di allenamento senza spettatori. Ma dopo i quarti di finale, quando si giocano match decisivi per il titolo, sarà molto strano. Sono dispiaciuto per i giocatori. Ho sentito che potrebbero esserci 2.000 spettatori a Doha. È una buona cosa, anche solo 100 persone possono creare una buona atmosfera. Vincere il titolo a Doha? No, no! Nemmeno lo sogno. Se posso giocare a una o più partite qui, sarò felice. Le aspettative sono molto basse. Spero di riuscire a sorprendermi. La gente pensa che io sarò giudicato solo dai titoli vinti, ma stavolta è davvero una situazione diversa”.
“Non ho piani a lungo termine, i risultati sono secondari. Si tratta solo di una cosa adesso: come sta il ginocchio? Come mi sento durante il tour? Il primo passo per tornare alla normalità dipenderà da questo, Wimbledon incluso. Voglio usare i tornei fino ad allora per tornare al 100%. Se ottengo risultati meno buoni, non importa. Ma almeno così posso guardare di nuovo avanti, a Wimbledon, ai tornei negli Stati Uniti. Sarà anche interessante vedere come vivo la vita “nella bolla”. La famiglia non può viaggiare con me al momento, dovrò pensare a quanto tempo posso stare lontano da casa, quanti tornei posso giocare. È meglio giocare tre tornei di fila? Tutto è ancora incerto. Devo vedere che succede partita dopo partita. Gioco a Doha, poi si deciderà se anche a Dubai. Dopo Dubai mi prenderò un periodo di stop da quattro a sei settimane. Lavorerò e spero di essere ancora più esplosivo, più veloce, più in forma. Lascerò che ogni sensazione, ogni risultato fluisca nelle discussioni”.
L’intervista scivola anche su Djokovic, la sua squalifica a New York e le tante polemiche che l’hanno circondato. Roger, risponde così: “Agli US Open Novak ha avuto un’incredibile sfortuna (quando è stato squalificato, ndr). Tutti lo sanno, ovviamente devi controllarti, ma questo può succedere a tutti quando perdi il controllo per un momento. L’Adria Tour? In realtà aveva buone intenzioni. Era troppo presto? Sì, probabilmente. Sta facendo del suo meglio per i giocatori, semplicemente non andava bene quando era a capo del Council e allo stesso tempo ha fondato la nuova organizzazione. Dobbiamo guardare di nuovo tutto insieme, non si deve sempre essere della stessa opinione, ma è importante scambiare idee. Troppo rumore e negatività ovviamente non sono ideali per il tennis. Forse ora le cose si sono un po’ calmate, si parla di nuovo di risultati e record. È una buona cosa. Resta da vedere cosa succederà con l’associazione giocatori, il nuovo sindacato e l’ATP. Non sono qui a Doha per fare politica. Il mio obiettivo è il mio ritorno in campo”.
Marco Mazzoni
TAG: Djokovic US Open, Federer, Intervista, Marco Mazzoni, Roger Federer
Infatti ho scritto a mio avviso (e ho precisato che lo ritengo il più dominante dell’era moderna)… Comunque ti faccio notare che definire un tennista il migliore della storia in senso assoluto è sempre molto difficile. Ogni epoca presenta particolarità specifiche.
Tralasciando come dici tu la preistoria in cui per es. il campione uscente giocava solo la finale di un torneo, i giocatori di 50-60 anni fa (che avrebbero difficoltà a fare anche solo qualche punto con gli attuali) avevano sicuramente meno concorrenza, ma erano penalizzati da materiali, alimentazione, preparazione atletica, difficoltà di spostamenti, numero di tornei disputabili (gli Australian per anni sono stati snobbati dai big), separazione tra dilettanti e professionisti, etc..
Questo per dire che una somma aritmetica di titoli non contestualizzata non è l’unico metro di giudizio.
Ps
Dal tuo username si deduce che sei molto, ma molto, più vecchio di me, mi ricordi l’era glaciale… 😉
“Non dico tutto quello che penso, ma penso a tutto quello che dico”
Aristotele
Ma la classifica sarebbe anche bella così
Non vedo cosa ci sia di strano.
Giusta sul periodo di un anno, scarichi il torneo dell’anno prima e così via.
Il problema è che alcuni, con la scusa del lockdown, devono ancora “scaricare” i punti degli Open del medioevo, del Roma di Nerone, del Roland Garros di Napoleone del master dello Zar e del 1 Atp di Guglielmo Tell!!!
Ahhhh ahhhh
Un gran signore. Peccato che quello che dice non corrisponde a quello che pensa.
Da considerare
@ Ambrogio (#2713235)
Scommetto che finchè le faceva Roger, dopo gli Slam, erano le cose più importanti
Ma questo lo dici tu e il mondo non sei tu.
L’unica cosa che conta sono le partite e i tornei vinti che in un mondo normale (senza blocco classifica)in modo oggettivo dimostrano chi è il migliore
Il resto sono chiacchiere di chi, a partire dagli user usati (tutti tennisti vissuti al tempo dei dinosauri) vive sempre di ricordi
@ Antosantos (#2712846)
In fondo la classifica ATP non ha senso. Ogni anno tutti dovrebbero partire da zero invece si portano dietro punti del precedente anno… poi succede che Vilas o la Kitvova non sono mai stati n 1
@ Antosantos (#2712846)
Elemosinando articoli, mancava solo quella
@ Antosantos (#2712846)
Djokovic per somma di titoli complessivi potrà anche essere ricordato come il giocatore più dominante dell’era moderna (non della storia a mio avviso), ma per tipologia di gioco, stile (dentro e fuori campo), seguito massmediatico, consenso popolare, etc. sia Federer che Nadal gli sono davanti.
Questo non per sminuire il serbo (dalle capacità atletiche, mentali e, riconosciamolo, anche tecniche eccelse), ma semplicemente per giustificare l’entusiasmo che il ritorno di Roger ha provocato.
Be guarda, io non considero ancora Nadal un politico. Mi interessa più che altro cosa fa quando gioca a tennis.
Buon ritorno e buona fortuna Signor Roger Federer.
Per gli sponsor o per roger?
è verissimo, con le debite proporzioni 😆
@Marco Mazzoni
Djokovic oggi fà 311 settimane al numero 1
Record che rimarrà per almeno un decennio ( probabilmente anche piu’)
2 articoli su Federer e il nulla su Nole ?
Mi lasciate senza parole…
Anche per i molteplici sponsor(s)…
Dopo un… “periodo di pace”,
ritorna il… “fenomeno mediatico” attira click.
Articoli a profusione.
Cose “importanti” come magari…il sapore della marmellata che usa a colazione o qual è il piede con cui scende dal letto la mattina.
Si stava così bene…
Effettivamente vederlo raggiungere dei risultati importanti sarebbe folle, ma come si suol dire; tutto fa brodo, poi che un quarantenne torni in campo per mettersi in gioco è una cosa suscita ammirazione! Let’s go Roger let’s God!
In tutta sincerità Roger, con le sue dichiarazioni mi ha sorpreso molto positivamente, Rafa sull’argomento della squalifica di Nole era stato un pochino più politico. E per quanto succede non è che i politici mi piacciano molto!
Raga secondo il mio parere in questo tennis, ogni tennista compreso un top ten, se non è al meglio, può perdere con un top 150.
E Roger non può essere al meglio per tutta una serie di logici motivi. L’età, la lunga inattività agonistica e ben due operazioni…
Ti dirò, sono addirittura curioso di vederlo perdere al primo o secondo turno… Ammesso che accada. Mi ricordo l’anno della mononucleosi che faceva fatica a perdere coi top 100. Poi perdeva ma ci metteva un sacco…
Federer e Nadal, definiti noiosi, senza palle, per le loro opinioni, sono in realtà sempre misurati e rispettosi nei confronti di tutti. E per me questo è una dote, non un difetto.
Esatto.
Anche se prendesse una sequela di scoppole, il poter rivedere il suo tennis ancora per un po’ mi aggrada assai. Spero che riesca ad esprimere un livello che non faccia intristire per la differenza con quanto è riuscito a fare in carriera, ma anche se così fosse va bene lo stesso, qualche bel rovescio di controbalzo con la palla che lo ha già superato ce lo farà ancora vedere e se perde ‘sticazzi. Dopo edberg e mecir, è l’unico tennista per il quale abbia effettivamente tifato.
Un Roger molto più sensato di alcuni (molti) suoi sostenitori.
Ad onor del vero tutti e 3 i big, hanno una discreta fetta di fans composta da veri e propri invasati.
Mentre “qualche” volta sono in disaccordo con alcuni suoi hooligans, devo riconoscere con piacere che Roger è un gran signore.
Condivido e apprezzo, per quanto possa contare, quanto dichiarato.
Anche le dichiarazioni su quanto successo a Nole agli US Open gli fanno un grande onore perché anziché fare finta di nulla, come fatto da altri colleghi, ha espresso il suo parere senza tanti giri di parole.
Con le due operazioni al ginocchio, con l’età avanzata e con il fatto di non giocare un incontro ufficiale da oltre un anno, credo che debba essere chiaro a tutti che non vi sia da aspettare subito un suo risultato.
Già solo rientrare dopo così tanto tempo mi sembra difficile, già riprendere è tanta roba…!!!
Belle parole di Roger su Nole.Fossero così onesti anche i suoi tifosi.
Nole e Roger hanno molto più cervello di molti che scrivono e insultano su questo sito.roger e un piacere averti di nuovo tra noi
sempre gran signore con tutti.
anche dovesse uscire subito, sarà comunque per lui un gran successo ritornare a giocare.