Zverev critica le palle in uso a Rotterdam, Krajicek risponde
Una sconfitta imprevista quella di Sasha Zverev al primo turno di Rotterdam (anche se Bublik in condizioni indoor è il classico “cavallo pazzo” da evitare a tutti i costi…), tanto che il tedesco non l’ha presa per niente bene. Nell’intervista di rito post match, ha parlato dell’insoddisfazione per il livello di gioco espresso, ma anche criticato senza mezzi termini l’organizzazione del torneo per la scelta delle palle, a suo dire inadeguata. Ecco un estratto delle parole del tedesco.
“Penso che tutto il mondo abbia visto che non ho giocato per niente bene. Sono arrivato a Rotterdam venerdì scorso, mi sono allenato due volte al giorno e la verità è che non mi sono adattato per nulla a queste condizioni. Non vanno affatto bene per il mio gioco, nemmeno in allenamento mi sentivo a mio agio. Del resto è un torneo in cui non sono andato bene nemmeno negli anni precedenti. Il problema? Non mi lamento della velocità dei campi. L’anno scorso sono riuscito a vincere due tornei a Colonia e la superficie era molto simile a quella adottata qua a Rotterdam. La differenza è soprattutto nella palla. Sono un giocatore che trova buon tennis in condizioni indoor, ma qua la palla rimbalza molto bassa. Per un tennista come me alto due metri non è per niente facile. Non sono l’unico tennista che si lamenta di questa situazione. Ce ne sono tanti… Tuttavia non voglio trovare molte scuse. Voglio congratularmi con l’organizzazione del torneo per il loro lavoro e per avere uno dei campi centrali più spettacolari del circuito, penso solo che debbano migliorare la combinazione velocità del campo e palla“.
Non si è fatta attendere la risposta di Richard Krajicek, ex campione di Wimbledon 1996 e da qualche anno direttore del ATP 500 olandese: “Campi troppo rapidi? Su una scala da uno a cinque, la velocità del campo in questo torneo è a livello tre, quindi media, e non solo per questa edizione, è così da molti anni. Ho anche sentito parlare delle palle, la verità è che abbiamo un circuito in cui ogni torneo adotta una marca di palla diversa, e ogni evento cerca di scegliere la palla che meglio si adatta alla superficie. Siamo in contatto con il torneo di Marsiglia, che si gioca una settimana dopo il nostro, per scegliere la stessa marca e tipo di palla, in modo che i giocatori non debbano cambiare continuamente sensazioni dopo pochi giorni”.
Altri tennisti hanno confermato che le condizioni di gioco a Rotterdam sono veloci, ma niente di impossibile, nella media del periodo attuale, quindi non così rapide. Chissà cosa avrebbe detto Zverev se fosse stato catapultato in un torneo indoor degli anni ’90, quando le palle rimbalzavano pochissimo ed i giocatori erano costretti a movimenti brevi, massimo anticipo e un tennis mille volte più veloce e verticale di quello attuale…
Marco Mazzoni
TAG: Alexander Zverev, ATP 500 Rotterdam 2021, Marco Mazzoni, Richard Krajicek
Il libro delle cento scuse…..
Tranquillo, ho scritto da seduto in quel posto dove le cag..e si scrivono e si fanno 😉
Che palleee!
@ tacchino freddo (#2710009)
complimenti per aver perso tempo a scrivere ca..ate, pero’ mi hai strappato un sorriso 😆
@ gimba (#2710045)
Altro tennis purtroppo, al Muratti Time io andavo ogni anno ma essendo troppo giovane non capivo una mazza, solo capivo che c’era molto poco di spettacolare (tranne qualche raro caso, John Mac, Boris Becker su tutti),ma rispetto al tennis moderno cento volte meglio. Troppo veloce (ricordo un Kafelnikov – Stich dove lo scambio medio durava 4 secondi). Ora i campi sono piu lenti , ma avendo racchette e tecnica diversa abbiamo lo stesso problema, noia , noia , noia… se non si inventano qualcosa ci sara’ sempre meno passione e pubblico per questo sport (non facciano pero’ modifiche tipo accorciare i set, punto secco o servizio con let che non aumentano la spettacolarità ma solo accorciano i tempi e la vittoria va a chi vince pochi punti, stile roulette…)
Ahhhahhha grande commento
Zverev mi era pure simpatico ma ora sta esagerando con i piagnistei
É UN GOMBLODDDOOO!!!
Viva le condizioni di campi, palle che cambiano in continuazione , il vero campione si adatta a tutto, ad esempio Roger Federer.
Per niente facile e’ ammettere una sconfitta daaaai Sascha
Sono un po’ sgonfie
Non vincerà mai nulla d’importante, tanto mi basta.
In realtà alla fine degli anni novanta inizio 2000 nei campi indoor quasi non si giocava perché si tirava forte come adesso, ma con palle e soprattutto campi velocissimi. Magari con meno rotazioni e meno angoli visto il miglioramento degli attrezzi, ma rispondere ad un buon servizio o sostenere un più o meno lungo scambio era veramente complicato. Ricordo una finale vista dal vivo tra Ivanisevic e Rosset a Milano (tra il 96 e il 98 non ricordo) dove io la palla manco la vedevo. Ogni tanto la vedeva ivanisevic che faceva delle volees assurde sdraiato per terra.
E’ diventato un … Zverev.
O lo è sempre stato?
È anche vero che negli anni 90 non si tiravano le stangate di oggi, quindi anticipare era meno complicato.
Ha pienamente ragione Zverev! Nella scelta delle palline dovrebbero tenere conto dell’altezza dei giocatori e cambiarle ad ogni match. Il problema si pone quando giocano uno Zverev o Isner contro uno Schwartzman o un Fabbiano…ma ho pensato ad una soluzione geniale: primo set si guoca con palline a rimbalzo alto e nel secondo set si utilizzano quelle a rimbalzo basso. Si dovrebbe fare come per il calcio, ovvero il giocatore basso nel primo set giocherebbe “fuori casa” mentre nel secondo giocherebbe “in casa” per cui i game vinti “fuori casa” varrebbero doppio (se perdi 7-5 fuori casa e vinci 6-4 in casa passi il turno) in caso di vittorie del set con lo stesso punteggio si farebbe un super tiebreak a 10 con scelta delle palline per il giocatore in risposta. Stessa cosa per i tornei dello Slam, dove si alternerebbe il cambio palline ad ogni set e si giocherebbe il super tiebreak al posto del quinto set solo se ci fosse il totale equilibrio negli altri 4 (così sarebbero accontentati anche quelli che chiedono partite meno lunghe).
I problemi potrebbero manifestarsi in partite rra giganti o tra nanetti…così come per i giocatori di statura media (compresa tra Goffin e Murray). In questi casi si potrebbe ovviare obbligando i giocatori a non eseguire più di 25 colpi in back per set nel caso di match tra giganti, mentre nei match tra nani si potrebbe abolire il rimbalzo pallina nel limite di un metro prima della linea di fondo.
Ovviamente il servizio in kick dovrebbe essere sanzionato con squalifiche dai 3 ai 6 mesi, con aggravante se giocato in campi secondari, con poco spazio oltre i limiti del campo.
Non capisco come nelle alte sfere non abbiano mai pensato ad una soluzione così semplice!
Piagnone.
Zverev si lamenta spesso….
Mado che lagnoso che è!
Potevi tirare fuori le tue e giocare con quelle. Se le hai
E’ il caso di dire che al perticone mancano le palle per ammettere la sconfitta sul campo
Intanto razzo Bublik ha perso da Paul che ha vinto sul nostro Sonego!
Infatti, che palle hanno usato, che palle!
prima la febbre sinneriana, ora le palle ammosciate.
A Zve che palle
è semplice la risposta: non avrebbe visto palla il macchinoso zverev contro i top players degli anni ’90 e su superfici ultra veloci.
di conseguenza, non avrebbe nemmeno potuto dire nulla.
Ma è proprio scarso lui a livello mentale, il tedesco lasci stare palle e campo che non c’entrano niente
Ancora una volta Zverev si dimostra sportivo nell’accettare la sua sconfitta. Anche il suo gioco appare in sintonia con il suo carattere. Insopportabile.