Juan Carlos Ferrero: “Carlos Alcaraz può entrare nella top 50 del 2021”
L’ex campione di Roland Garros Juan Carlos Ferrero oggi è allenatore e mentore del giovane prodigio spagnolo Carlos Alcaraz. Il 17enne di Murcia ha appena vinto il premio ATP come “Newcomer of the year”, passando dal numero 491 di fine 2019 al 141 di fine 2020, un salto di 350 posizioni (ha toccato il best ranking al 136) grazie ad una stagione di enorme crescita, con ben tre titoli nell’ATP Challenger Tour.
Il collega Sasa Ozmo ha intervistato Ferrero per Tennis Majors, focalizzandosi sul giovane talento spagnolo e spaziando sull’attualità del tour. Interessanti le parole di Juan Carlos, riportiamo alcuni estratti dell’intervista.
“Lo stile di gioco di Carlos? È ancora abbastanza giovane e quindi ha molto da migliorare. In questa preseason stiamo lavorando molto sulla sua forma fisica e sul servizio. Ha già colpi abbastanza buoni e una grande mentalità, i momenti più difficili della partita li affronta in modo positivo, ma c’è da molto da fare. Chi ricorda come giocatore? No, non faccio paragoni anche perché fin da quando abbiamo iniziato a lavorare insieme, un punto è stato chiaro per entrambi: sei Carlos Alcaraz e i confronti non sono positivi in questo momento. Gli piace giocare in modo aggressivo e, come ho detto, ha la mentalità giusta, ma ha bisogno di migliorare continuamente per essere confrontato con i migliori giocatori del mondo”.
“Stiamo lavorando duramente in preseason per poter competere con i migliori. Se rimane focalizzato e desideroso di migliorare come lo è adesso, e se saremo in grado di competere normalmente durante tutto l’anno, penso che Carlos possa salire tra i primi 50″.
“Com’è Carlos fuori dai campi di gioco? È molto importante che capisca che il suo comportamento fuori dal campo influenza anche il suo tennis. Guarda molto tennis, riposa e mangia correttamente. Ovviamente è giovane, è necessario trovare il tempo per divertirsi e staccare la spina dal gioco. Carlos sa come farlo: ha iniziato a giocare a golf, va in kart e gioca ai videogame con gli altri ragazzi, anche qua nella Accademia. È un ragazzo umile e gentile, ama lo sport“.
“Cosa può imparare da me? Devo dire che quando abbiamo iniziato l’ho trovato molto strutturato, è già un gran bel giocatore considerando la sua età, ma come tutti i giovani, con molti aspetti del gioco su cui lavorare. In questo momento, sento che posso aiutarlo a crescere sul timeng di impatto dei colpi, e anche a gestire le situazioni di forte stress dentro e fuori dal campo”.
“I favoriti nel 2021? Djokovic e Nadal ci hanno dimostrato quest’anno che hanno ancora l’ambizione e la forma fisica per competere per i titoli più importanti del nostro sport. Se vincessero altri titoli del Grande Slam non sarebbe una sorpresa, ma credo che nel 2021 ci saranno anche altri favoriti, altri giocatori con ottime possibilità di vincere Slam, non solo Djokovic e Nadal. Thiem è uno di quei ragazzi, ma non solo lui, anche Tsitsipas e Zverev hanno ambizioni e possono vincere contro Rafa e Novak”.
“La top 5 a fine 2021? Credo sarà piuttosto simile a quella attuale, ma con margini più ristretti tra i giocatori, vedo un 2021 molto competitivo e incerto”.
“Cosa cambierei nel tennis? Non mi piace che in alcuni tornei ci siano giocatori con un “bye” al primo turno, credo sia giusto dare la stessa opportunità a tutti i giocatori in gara. Un’altra cosa è che nel circuito junior la “regola del let” non è più applicata. A mio parere, è negativo lasciare che il punto finisca proprio all’inizio con la palla che colpisce la rete e cade “morta” dall’altra parte senza possibilità di rigiocarla. Anche se questo può accadere in qualsiasi altro momento durante il punto, penso che non sia né giusto né bello che ciò avvenga senza dare alcuna possibilità all’avversario di giocare almeno un colpo”.
Marco Mazzoni
TAG: ATP, Carlos Alcaraz, crescita giovani, Intervista, Juan Carlos Ferrero, Marco Mazzoni
Partiamo dal presupposto che il ragazzo ha qualità e sicuramente farà strada, c’è chi già prevede 30 slam e questo fa ridere…io penso che impressiona più che altro per la giovane età e perché è uno un po come Nadal dove non puoi mai dire che la partita è finita fino all’ultimo punto perché è uno che è sempre li e ti pressa sempre, al di là di questo dall’altro punto di vista è si giovane ma già molto formato fisicamente rispetto a quelli dell’età sua tipo Nardi e lo stesso Musetti, questo lo ha avvantaggiato molto nella scalata così come aver fatto tornei non di altissimo livello dove la partita più difficile forse era la finale…cmq chi vivrà vedrà…
@ Cla (#2672431)
Disamina corretta. Oggigiorno vista la potenza delle racchette a disposizione, anche sull’erba si gioca da dietro, perchè fare il serve and volley significa farsi impallinare spesso e volentieri. quindi chi ha due colpi a rimbalzo molto solidi, ha testa da vincente, grande spirito agonistico, sapienza tattica, voglia di faticare e apprendere in allenamento, e lui ce le ha tutte, oltre a una buona manualità, il tutto ovviamente commisurato all’età, difficilmente non farà strada e non diventerà competitivo ovunque.
Ha lacune importanti, al momento, sul servizio, obiettivamente non competitivo sul veloce. sinner è riuscito nel giro di un anno a fare il salto di qualità con questo fondamentale, vedremo se anche lui farà altrettanto, perchè da quel colpo passerà il suo successivo step.
Se poi gli spagnoli dovessero, terminata la saga di Nadal, di cui io sono tutto fuorchè tifoso, riuscire a sostituirlo, allora veramente tanto di cappello, perchè sono dagli anni Novanta con i Bruguera prima e con Nadal poi, passando per una schiera di altri vincitori slam o di mille, ovviamente raggiungendo livelli siderali con il maiorchino, che recitano una parte da protagonisti nel circuito. Io spero invece che non accada, non me ne vogliano gli spagnoli, e che finalmente la ruota giri dopo svedesi, tedeschi, statunitensi, sudamericani, ex jugoslavi, svizzeri e spagnoli anche per gli italiani, visto che siamo tra i pochi negli ultimi quarant’anni, tra i Paesi di un certo livello sportivo ed economico, a mancare all’appello dei vincitori slam e dei dominatori del circuito e non parlo di 250.
Non è che gli ace siano proprio il massimo della bellezza… altrimenti Isner e Karlovic…
Che ideuccia avresti? Hai mai avuto un crampo al bicipite femorale causato da un’eccessivo sforzo fisico ad elevate temperature ed umidità, arrivando ad una fortissima disidratazione nonostante l’ingestione di sali minerali e poi ti sei dovuto sedere in posizione scomposta magari senza aver ancora fatto i massaggi?
Io giocai un’intensissima partita di tennis in piena estate e un’ora dopo, seduto al bar con il mio avversario mi è venuto un crampo fortissimo che m’ha fatto praticamente perdere i sensi (su chiama reazione vagale) e cadere dalla sedia (per fortuna il mil amico mi sorresse da dietro). Grazie a quell’episodio divenni un eroe, perché, mentre Nadal chiese dell’acqua, io chiesi un “chupito” di liquore alle erbe!!
Non sono certo questi episodi che possono far rilasciare certe insinuazioni (e non sto dicendo che sia libero da sospetti, dato che, a mio parere, negli sport d’alto livello ben pochi siano esenti da sospetti).
Chi ha praticato sport intensamente sa benissimo cosa sono i crampi, e non si mette di certo a polemizzare per un episodio come quello di Rafa a New York.
Per maggiori dettagli, la reazione vagale è un meccanismo di “difesa” del nostro organismo che ci porta a perdere i sensi per evitarci la sofferenza del dolore. Io ho avuto 5-6 episodi, tra crampi, distorsioni e pure quando faccio le analisi del sangue, cosa che mi terrorizza totalmente.
Guardatevi il vero tennis in onda adesso su Supertennis : Federer-Roddik a Wimbledon 2009, 82 aces fra tutti e due e 5 ore di tennis galattico.
@ Tiger Woods (#2672519)
Spero che tu abbia ragione , ma spero che vengano vietati le racchette da oltre 95-98 pollici quadrati di superfice così saremo proprio SICURISSIMI che non sbucherà fuori un altro superarrotino che deve sempre farmi capire bene perchè a New York svenne scivolando a terra da seduto in conferenza stampa post partita.
Io un’ideuccia ce l’ho.
Il ragazzo promette bene, deve solo stare attento a non “pomparsi” troppo fisicamente.
Per ora buoni risultati nei Ch. su terra, vediamo l’anno prossimo cosa farà su altre superfici e nel circuito maggiore (qualificazioni agli AO, forse lo vedremo nuovamente a Biella?)
e meno male.
sai che guaio tanti cloni feroci ticchettari.
il tennis invece sarebbe più spettacolare si ci fossero più cloni del sornione Fighetto.
Di Nadal ce ne sarà sempre e soltanto uno. Gli altri, se pur vincenti, resteranno solo delle copie sbiadite e lontane anni luce dall’originale.
Rafa è e rimarrà irraggiungibile, per chiunque proverà a scimiottarlo.
complimenti.. hai vinto un premio per il commento del giorno
@ Spider 99 (#2672470)
Non esiste nè esisterà mai uno delle caratteristiche di Nadal, mi sembrava chiaro che non mi riferivo a quello.
@ Cla (#2672431)
Non ha nulla in comune con rafa tranne la nazionalità.
il piccolo pallettaro alla (tentata) conquista dell’universo.
serve and volley man del mondo, unitevi!
Alcaraz comincerà a giocare qualche torneo sul veloce e prenderà stese e tutti diranno “vedete, è forte solo sulla terra, non ha futuro fuori da questa superficie”.
Poi comincerà a vincere qualche partita anche sul veloce e la gente dirà “sì ma con giocatori di seconda fascia, non sarà mai competitivo ad alto livello”.
Poi lo vedremo pallettonare con chiunque e su tutte le superfici, rimanendo molto più competitivo sul rosso, ma si sarà migliorato su tutte le superfici, colpo dopo colpo, dettaglio per dettaglio.
Così ha sempre funzionato la scuola spagnola, che ha portato apprentemente inguardabili soldatini a livelli inimmaginabili.
Figuriamoci Alcaraz, che ha anche talento.
Detto questo, altri 20 anni di un nuovo Nadal non so se sono pronto per reggerli.
Se è spagnolo, quasi sicuramente la disciplina e la volizione ce l’ha già oltre la media.
Temibile!
In effetti. Senza contare che ha mancato 3 appuntamenti per infortuni prima o in corso: us open, San pietroburgo e Vienna…. diciamo 200 punti e qualche posizione ad essere prudenti
Esatto!…. Alcaraz(mi sembra che stia prendendo piede questo cognome, da piccolo lo chiamavano sempre Garfia)è un campione in fieri, farà di più di quello che ci si aspetta e concordo con Ferrero.
Il ragazzino ha sicuramente delle qualità, ovvio.
Anche per lui bisognerà vedere il rendimento fuori dalla terra e soprattutto al servizio. Io da sinneriano, mi tengo stretto musetti.
PEr me anche su cemento farà bene
Non scherziamo,capisco juan riceva pingui assegni,ma un po’ di sano realismo non guasterebbe!
Pallettari-affettatori in erba (ma… terricoli) crescono.
Alcaraz è solo un ratto da terra rossa della peggior specie
Perfettamente d’accordo con Carlos circa il bye nei tornei: tutti dovrebbero gareggiare nelle stesse condizioni, il tennis nei suoi regolamenti è troppo conservativo poi ci lamentiamo che i rincalzi faticano ad arrivare…
Per il resto Alcaraz ha ancora tutto da dimostrare soprattutto fuori dalla terra, buone gambe e tanta garra, per me il tennis è altro.
Può darsi, gia quest’anno nella race dovrebbe esserci andato abbastanza vicino. Sinner ha faticato a entrare nei 40 perche le classifiche sono bloccate, ma nella race era intorno a 25
Sinnerbha dovuto sudare 7 magliette perchè la classifica era bloccata, altrimenti sarebbe già nei 20
Ferrero intendeva dire che nel 2021 Alcaraz entrera’ nella top 50 dei pallettari ATP.
Sicuramente Ferrero che lo allena e conosce il tennis moooolto meglio di me, parlerà a ragion veduta, ma entrare nei primi 50 già il prossimo anno vorrebbe dire che Alcaraz è un fenomeno assoluto. Sinner, che è Sinner, ha dovuto sudare sette magliette da benzinaio per entrare nei quaranta, vincendo pure un torneo, ed onestamente non penso che lo spagnolo sia già pronto per un salto del genere. Mi ricorderò del vaticinio del suo coach ed a fine 2021 si vedrà se avrà avuto ragione.
mah. voglio vedere sul cemento quali saranno le performance.