Il meglio e… il peggio del 2020 (di Marco Mazzoni)
Stiamo per mandare in archivio un’annata triste come poche altre. Anche il mondo del tennis è stato travolto da una situazione imprevedibile e devastante, con strascichi pesantissimi che rischiano di compromettere buona parte del 2021, tennistico e non. Nonostante tutto qualcosa in campo è successo. Si sono giocati tre Slam su quattro (Australian Open in totale regolarità), le ATP Finals, alcuni Masters 1000 e niente Davis (o quel che è adesso…). Il nostro tennis si è esaltato grazie alla crescita di Jannik Sinner, Lorenzo Sonego, Salvatore Caruso, Stefano Travaglia e Lorenzo Musetti, oltre al recupero di Marco Cecchinato e quello straordinario di Martina Trevisan, nettamente la pagina più bella del 2020 in casa Italia.
Anche se l’anno è stato strano, incompleto e (speriamo) irripetibile, ecco un pagellone di fine 2020, con il meglio e il peggio della stagione, secondo il mio personale punto di vista. Senza la pretesa di essere esaustivo e aperto a ogni valutazione contraria.
Miglior giocatore del 2020: Dominic Thiem
Numeri alla mano Djokovic ha meritato di chiudere la stagione da n.1, ma il suo anno è stato troppo “travagliato” – in campo e fuori – per eleggerlo ai miei occhi come migliore in stagione; inclusa la vittoria Slam in Australia, arrivata anche grazie ad un calo di Thiem nel momento decisivo della finale, quando sembrava avere la partita in pugno. Onore e applausi a Nadal per il suo ennesimo titolo a Parigi e record a 20 Slam, ma ha giocato troppo poco. Preferisco premiare Dominic Thiem, perché finalmente un tennista nato nei ’90s è riuscito a vincere uno Slam. Inoltre ha fatto finale a Melbourne e ha lottato sino all’ultimo 15 alle ATP Finals, regalando momenti di grande tennis (bella la sfida vs. Nadal). Gli è mancato l’acuto a Parigi, dove tutti l’aspettavano, ma ha pagato forse lo sforzo di New York. Di sicuro di tutti gli inseguitori è quello che ha mostrato più segnali di crescita. Thiem è ormai al livello di Rafa e Novak nei grandi appuntamenti.
Miglior giocatrice del 2020: Iga Swiatek
Iga ha impressionato a Parigi. Tanto. Nel torneo che tutti noi ricorderemo per la cavalcata bellissima di Martina Trevisan, la polacca ha demolito tutto e tutte con potenza e qualità impressionanti. Gioca un gran tennis Swiatek, spinge, attacca, lo fa con un piglio da star vera. Adesso tutti ci auguriamo che non sia l’ennesima meteora del tennis rosa, dirompente ma effimera. Lei sembra diversa. Quando la osservi mentre parla i suoi occhi emanano una luce intensa, è un fiume irruento in piena, pronto a straripare. Speriamo che il WTA Tour abbia trovato in lei una nuova vera campionessa, è indispensabile.
Miglior italiano del 2020: Jannik Sinner
In quest’annata a dir poco balorda, con Berrettini e Fognini in cattive condizioni fisiche, impossibile non premiare il talento dirompente di Sinner. Ha vinto il suo primo ATP 250, ma il torneo più importante del suo anno (e della sua giovanissima carriera) resta Roland Garros. Jannik è stato l’unico capace di impegnare davvero Nadal. Non inganni il punteggio: chi ha visto il match con attenzione ricorda benissimo come il super campione maiorchino sia stato costretto a giocare al 100% per superare l’impeto dell’azzurro. In moltissimi scambi Jannik ha messo sotto Rafa, anche nelle direttrici preferite dal 20 volte campione Slam. La strada è ancora lunga, ma il percorso intrapreso da Sinner sembra proprio quello giusto, supportato in modo perfetto da Riccardo Piatti e tutto il team. Avanti tutta! Merita una menzione anche Lorenzo Sonego, che zitto zitto ha chiuso l’anno al n.33 (best raning) e battuto Djokovic a Vienna. Applausi sinceri.
Miglior italiana del 2020: Martina Trevisan
La sua storia ha commosso il mondo della racchetta, e non solo, durante la magica cavalcata a Roland Garros. Lei ha incantato tutti, per quel sorriso travolgente e per quel braccio fatato che finalmente si è preso il palcoscenico che merita. È ancora giovane, con tanto da dire e da dare al nostro sport, in un momento di grande difficoltà nel panorama rosa nazionale. Aspettiamo Martina con fiducia nel 2021, pronti a sorridere con lei.
Miglior torneo del 2020: ATP Finals
Si è giocato un po’ troppo poco perché questa categoria (un po’ come le altre…) sia davvero completa. Però l’ultimo torneo del 2020 è stato interessante, intrigante, con tante bellissime partite. Alla faccia di chi si ostina a considerarlo un “accessorio”. Niente di più sbagliato: basta chiedere ai tennisti. Anche l’Australian Open è stato un buon torneo, con molti match intensi ed una finale ricca di colpi di scena, ma salutiamo Londra augurandoci che Torino 2021 non la faccia affatto rimpiangere.
Match dell’anno 2020: Schwartzman vs. Shapovalov a Roma
Ok, non è stata una finale, ma questa splendida partita ha entusiasmato per intensità, qualità e vittoria al fotofinish dell’argentino. La creatività e traiettorie di Shapo vs. le rincorse e qualità di Diego. Contrasto di stile perfetto, emozioni fino all’ultima palla in oltre tre ore di partita. Ho avuto la fortuna (enorme) di vivere tutto il match dal campo. Tanto tantissimo tennis di qualità. Bravissimi, un gran bel manifesto per il nostro sport.
Delusione dell’anno: Felix Auger-Aliassime
Forse è un po’ forte come candidatura al premio meno ambito, ancor più viste le tre finali raggiunte in stagione. Non se lo aggiudica per averle perse tutte (6 su 6, contando il 2019…), ma per come il giovane canadese sia rimasto completamente fermo a livello di evoluzione nel suo tennis. Mentre molti altri giovani sono cresciuti notevolmente (vedi Sinner, Rublev, Humbert, Ruud per citarne alcuni), FAA continua a giocare “un buon tennis”, ordinato, ma senza quel quid che lo possa portare a sconfiggere i migliori e fare un vero salto di qualità. Nel 2020 non è mai riuscito a sconfiggere un top10, soprattutto non ha mai mostrato un salto in avanti sia sul piano tecnico che agonistico. Serve, probabilmente, un cambio di coach o di prospettiva, per elevare quel tennis completo in cui fa tutto bene ma niente in modo straordinario. Una citazione purtroppo la merita anche il nostro Matteo Berrettini, che ha la scusante di non esser stato bene in larghi periodi della stagione (già da gennaio), ma che senza la protezione del ranking particolare di quest’anno avrebbe subito un tracollo in classifica. Tutti ci auguriamo che nell’inverno ritrovi la miglior condizione fisica e il nostro movimento quel campione che ha dimostrato di essere. Forza Matteo!
Pagina nera dell’anno: la creazione della PTPA
Niente contro le rivendicazioni dei giocatori. Che la torta degli introiti debba esser divisa in modo più equo è sacrosanto, ma è singolare il modo in cui questa associazione è stata annunciata e come viene portata avanti. In un anno segnato dalla pandemia, con il sistema quasi al collasso e con un US Open alle porte molto complicato da disputare, lo strappo portato avanti da Djokovic, Pospisil e gli altri “senatori” è stato singolare. Ancor più perché loro (soprattutto Pospisil, quello che pare il “braccio armato” del gruppo, mi si passi il termine) hanno rilasciato molte interviste dando risposte alquanto contraddittorie sulla volontà di non creare una frattura insanabile, senza fornire dati precisi su quanti giocatori hanno aderito (perché quest’aria fumosa sui numeri?), e nemmeno spiegare un programma strutturato su obiettivi concreti. In balia delle onde nel mare in tempesta, solo remando tutti all’unisono se ne esce vivi… In questo Andrea Gaudenzi (Presidente ATP) è apparso esemplare, come assai interessante è la sua visione e programma per il futuro, questo sì ben spiegato nei minimi dettagli e molto vicino alle richieste (sottolineo giuste) dei giocatori. Per tutti questi motivi, la PTPA, proprio nel difficilissimo 2020, pare qualcosa di cui si poteva fare proprio a meno.
Chiudo con una piccola speranza per il 2021. Che la ricerca e il comportamento responsabile di tutti noi possa contribuire a sconfiggere la maledetta pandemia, in modo che possiamo tornare a quella semplice vita di tutti i giorni che oggi ci manca terribilmente. In parallelo, che il mondo del tennis ritrovi completezza e regolarità, magari con 4 nuovi vincitori Slam, e perché no, un azzurro tra di loro…
Marco Mazzoni
TAG: ATP Finals 2020, Denis Shapovalov, Diego Schwartzman, Dominic Thiem, Felix Auger Aliassime, Iga Swiatek, il meglio e il peggio del 2020, Jannik Sinner, Marco Mazzoni, Martina Trevisan, Oscar 2020, Pagelle 2020
@ Shuzo (#2671372)
Ci sta mettendo delle grandi pezze, la situazione non è colpa sua e sta facendo il meglio con quello che ha. Vedremo se finita la crisi avrà il coraggio di provare a correggere certe situazioni.
infatti quello intendevo per specificare meglio….lo hai fatto tu
Ho la sensazione che Andrea Gaudenzi valga, come manager e come presidente dell’ATP, assai di più di quanto non sia riuscito a valer come tennista professionista.
N.B. Non sto sminuendo il Gaudenzi tennista (sarebbe una bestemmia), sto esaltando il Gaudenzi manager e presidente!
@ Dancas (#2671184)
E’ il principio che conta, ho fatto già una piccola statistica sui giocatori 101 al 200 poosto ATP e ci sono 33 giocatori la cui età va dai 17 anni ai 24 anni. ( C’è pure il nostro Musetti con i suoi 18 anni ).
Ci sono diversi trentenni i quattrini si possono certamente spacchettare in modo più articolato, ma il concetto di fondo è che gli aiuti devono essere robusti.
Non si deve dimenticare mai che il tennis è uno sport in cui un elemento base è basato sulla ripetitività dei gesti tennistici. Da soli o quasi non si va da nessuna parte (ad alto livello, ovvio) ci deve essere a bordo campo un bravo tecnico che ti corregge, che sappia cogliere anche le più piccole sfumature da correggere, il bravo tecnico però costa (giustamente) .
Con aiuti robusti 2-3 giocatori uniscono le forze e possono permettersi un tecnico di quelli bravi che li segua a tempo pieno.
Facendo così è facile capire che il livello dei cosiddetti tennisti di seconda fascia si innalzerà bruscamente e nel mucchio è fatale che apparirà qualche giocatore di livello molto molto alto.
Figuriamoci se ATP e pure WTA con il loro complesso di Erode sganceranno dei quattrini importanti per aiutare in modo cospicuo dei possibili futuri concorrenti.
Non sono molto d’accordo su Thiem come miglior giocatore 2020, bravissimo a conquistare il primo Slam ma non si può far finta di niente e dimenticarsi dell’assenza dei 3 Big (chi infortunato, chi rimasto a casa, chi ha fatto una ca**ata).
Quindi sì, Dominic c’è eccome e lo abbiamo visto anche gli anni scorsi durante i Masters 1000 e le Finals, ma negli Slam lo vedo ancora troppo teso, in Australia gli è venuto il braccino all’ultimo e a NY ha vinto perchè l’altro se l’è fatta sotto più di lui.
Sono d’accordo, avere un calo che fa perdere la partita è una colpa. E un merito per l’avversario che ne ha approfittato.
Per me infatti è senza se e senza ma. Tu magari avrai un’altra opinione. Anche se faccio fatica a capire come visto che i risultati del campo parlano chiaro.
@ TifosoDelGrandeNovakDjokovic(ex SlamdogMillionaire) (#2671074)
Che senso ha scrivere un parere personale e postporre il “senza se e senza ma”?
Uno slam, 2 mille, altra finale slam, un 500 e l’atp cup. Hai ragione dovevo dargli 9
La delusione dell’anno e’ Berrettini. Era lui il top10 che si doveva riconfermare e non lo ha fatto.
Aliassime e’ ancora un ragazzino, che comunque a 20 anni di eta’ ha gia giocato 6 finali ATP ed e’ n21 del mondo. Ha anche vinto un 1000 di doppio. Perche delusione? perche non e’ ancora entrato in top10? sta crescendo, ed e’ comunque n21 …
Berrettini invece e’quello che ha fatto giganteschi e preocuccanti passi all’indietro
@ Giorgio il mitico (#2671096)
Le cifre sono simili a quelle che ho in mente io, con il distinguo che il trentenne che staziona al 346esimo posto della classifica non va aiutato o comunque va aiutato in percentuale molto minore, per permettere ai più giovani di emergere. Quindi se a 17-18-19-20 anni è giusto prendere il 100% degli aiuti, poi andrei a scalare (quindi 45.000 a 21 anni, 40.000 a 22 anni eccetera).
Sulla Ptpa no credo siano scappati per le motivazioni che adduci. Ho più l’impressione della montagna che ha partorito il topolino, forse proprio per paura di destabilizzare troppo la situazione e forse per le ripercussioni negative che ha suscitato l’iniziativa.
8 al tuo omonimo detto lo spietato pallettaro? mah..see..
Vatti a rivedere bene il match, Sinner andava a servire per il primo set. Ah ok, e’ stato Nadal a giocarlo male, che scemo che sono….
Bell’articolo ma, avrei anche aggiunto la speranza di rivedere sempre al top almeno, ancora per il prossimo anno, Re Roger !
Caro Mazzoni ….ti ho sempre stimato per la tua imparzialità ma se incominciamo a tirar fuori la storia che Nole avrebbe vinto per un calo nel finale di Thiem non ne usciamo più….se ragioniamo solo nell’ottica dei cali allora è finita….perchè allora non hai scritto che Nole al RG contro Nadal l’ha favorito avendo dei cali già dal primo set ?….troppo facile parlare cosi ….pensaci sei fuori pista
Son 10 anni che si aspetta che Camila diventi ciò che non è.
@ Italo (#2671097)
Meno male che ti chiami Italo, se ti fossi chiamato Manolo cosa avresti scritto. L’obbiettività non è il tuo forte. Sinner avrebbe perso: si.
Ma se solo quel nastro “spagnolo” gli avesse dato il punto, il primo set lo avrebbe vinto.Siamo italiani, un pò di tifo no?
Anche tu sei per: però Alcaraz?
Si forse con lui sono stato un po’ troppo severo però non ha mai concretizzato quando era il momento
Il miglior match dell’anno è indubbiamente Schwartzman-Shapovalov a Roma, ma anche Thiem-Djokovic delle Finals non demerita, oppure Djokovic-Monfils a Dubai.
La sconfitta più eclatante è quella di Djokovic contro Sonego, la peggiore subita in carriera. Anche Mager contro Thiem è stata, a suo tempo, abbastanza clamorosa.
Il peggior “choke” dell’anno l’ha fatto Martin contro Paul in Sardegna: era in vantaggio addirittura 5-0 nel set decisivo e ha perso. Anche se in quel torneo ce ne sono state tante di partite vinte annullando MP.
Miglior giocatore del 2020 io ci metto dentro Djokovic. Avrei messo Thiem, il problema (che ancora non ha superato) è quello di soffrire troppo contro giocatori che dovrebbe schiacciare (Meligeni, Munar, Mager, Krajinovic, Gaston, Sackho …)
Miglior giocatrice del 2020, voglio bene alla Swiatek ma è la Kenin a meritare di più lo scettro. Prima del lockdown la polacca dov’era? La Kenin ha mantenuto una certa continuità, prima il titolo in Australia e poi la finale al RG. Chi mantiene continuità nel circuito femminile, indubbiamente merita.
La “pagina nera” dell’anno è l’Adria Tour, non la PTPA, che è nata a fin di bene.
Match dell’anno 2020: Schwartzman vs. Shapovalov a Roma
Mazzoni, amico caro, tu si che hai buon gusto.
Amico caro, hai detto bene. Fai attorno ai 300 però, perché da lì parte il break-even. Rubin, nel 2019, gravitando poco oltre il 200 tolte tasse e spese ha messo in saccoccia un netto di 60mila dollari a fine anno…
“Shapovalov 5 vorrei ma non posso. Confusionario.”
Amico caro, datti all’uncinetto.
D’accordo con Mazzoni su tutta la linea!
Una speranza per il 2021….Camila… meno post e più tennis….ma anche no….più post e più tennis 😆 😆 😆
Coi se e coi ma….intanto ha faticato!(e…no, non c’erano dubbi sul fatto che avrebbe vinto in ogni caso)…ma poi uno che arriva ai quarti in uno slam, mica ci arriva per caso, vuol dire che gioca ad un livello altissimo.
perché sei già vaccinato o vivi con uno scafandro??
visto che sei così certo di non poter più beccare il covid.
Leggere che Nadal ha dato il 100% per battere Sinner fa sorridere.
Con il Nadal della finale, Sinner non faceva più di 6 giochi.
Un po’di obiettività..
@ Costante principe (#2671052)
@ Dancas (#2671050)
Penso che Gaudenzi quando poche settimane fa dice che bisogna valorizzare di più canali televisivi o cose simili in maniera maggiore di quanto si faccia adesso dica una cosa sacrosanta, i 700 milioni di dollari annui di diritti che raccoglie il tennis si devono aumentare.
Fin qui va tutto bene anzi benissimo.
Poi dice che potenziando gli ATP 1000 attraverso premi per le qualifiche più alti degli attuali anche atleti di seconda fascia
porterebbero a casa più soldi. Questo è vero però queste maggiori risorse non sono STRUTTURALI ma episodiche.
La realtà è che i giocatori di seconda fascia che per me vanno dal 101
al 500 al mondo dovrebbero avere almeno un rimborso spese Fisso quando
sono in quella fascia.
Da 101 a 300 almeno 100mila dollari annui e da 301 a 500 almeno 50mila dollari annui. Si potrà discutere sui 10mila dollari in più o in meno ma il concetto è quello.
So benissimo che nella zona 101-500 al mondo navigano molti giocatori che sono ormai “cotti” ma è altrettanto vero che ci sono tanti ventenni promettenti ma con problematiche esclusivamente economiche.
Una cosa simile andrebbe fatta anche a livello femminile.
Finanziare 400 maschietti e 400 femminucce quando occupano queste posizioni di classifica costerebbe 60 Milioni di dollari in totale.
Però……..ATP, WTA e pure PTPA se la sentono di dare risorse importanti per aiutare la crescita tecnica di ventenni che fra 2 o 3
anni potrebbe far loro le scarpe ?????????
Io sostengo che pure la PTPA nata con intenti altruistici quando ha
capito che si rischiava di finanziare futuri concorrenti se l’è
data a gambe levate !
Farò una piccola indagine per vedere quanti e quante sono gli atleti con classifica da 101 a 500 al mondo sia ATP e sia WTA.
60 milioni su 700 sono il 9% delle risorse disponibili non mi si dica che non si possono rimediare, non ci credo.
@ Enzo (#2671056)
Per il bene del tennis. Se sempre più atleti di talento sceglieranno altri sport, il livello del tennis non potrà che abbassarsi, la popolarità diminuire ed il tennis dovrà ridimensionarsi. E sarebbero gli stessi giocatori ad autofinanziarsi. E beneficerebbe tutti, dato che tutti i numeri 1 del mondo sono passati per le zone basse della classifica. Basterebbe una scaletta di percentuali sulle vincite nei tornei e potrebbero finanziare l’inizio delle carriere dei più giovani. Certo, la loro fetta dei guadagni dovrebbe essere maggiore, come ho già detto prima. Poi c’è un altro punto da considerare: i giocatori saranno anche liberi professionisti, ma giocano praticamente solo nel circuito Atp che diventa la loro unica fonte di guadagno, sponsorizzazioni a parte.
Scusate ma ci rendiamo conto della situazione negli USA, il cui movimento ha da sempre trainato il tennis? Quando iniziarono le classifiche avevano oltre 20 giocatori in top 100, 3 o 4 dei quali in top20. Ora ne hanno 9, il migliore ha 35 anni ed è fuori dalle top 20. E le conseguenze si vedono anche sulla programmazione di questi giorni. Ad esempio, se Djokovic o Nadal o Thiem fossero americani, probabilmente si sarebbe fatto di più per salvare Indisn Wells. Insomma, la situazione sta peggiorando a vista d’occhio e urgono cambiamenti. E non sono d’accordo con chi preme per cambiare le regole del gioco. I set brevi, i games brevi, le partite brevi non fanno per me e non mi pare che accendano l’entusiasmo dei fans.
Invece credo che dare certa tranquillità economica (ad esempio, invece di un salario si potrebbe creare una specie di assicurazione attivabile per un tot di tornei l’anno, in cui se non il tennista non riesce a rientrare delle spese possa chiedere il rimborso all’associazione) permetterebbe ai giocatori di seconda fascia di esprimersi meglio, con meno ansie e più programmazione. E ci sarebbe meno interesse nel vendere le partite, visto che si perderebbero determinati vantaggi. Insomma a lungo andare credo che la ridistribuzione dei guadagni portare effetti positivi su tutto il movimento.
Ottima disamina che mi trova d’accordo su tutta la linea.
Magari si poteva rimarcare il salto fatto da Musetti, che contro Wawrinka e Nishikori ha fatto vedere veramente grandi cose anche se è chiaro che gli avversari non erano al loro meglio, ma erano pur sempre dei veri campioni.
Peggior tennista italiano dell’anno Matteo Berrettini (o sicuramente fra i peggiori), il migliore è stato senza dubbio Jannik Sinner seguito dallo stupefacente Lorenzo Sonego che ha giocato uno fra i più belli ed intensi match che la sua storia da professionista ricordi, la vittoria sul n. 1 del mondo Novak Djokovic.
È stato un anno così così. L’importante che siamo qui a raccontarlo e pazienza x il resto. Morte tua vita mia.
@ Dancas (#2671050)
Chiarisco meglio due punti.
I problemi più gravi di chi organizza il sistema tennis sono 2.
La centralizzazione e la mancanza di soldi per gli atleti di seconda fascia.
Per la centralizzazione, gli atleti non possono fare nulla. A me sembra necessario almeno un board, un council o come vogliano chiamarlo, tra Atp, organizzatori dei tornei (un rappresentante per i 250 uno per i 500, uno per i 1000) e i 4 Slam, per prendere decisioni univoche e armoniche tra loro.
Per la questione dei soldi invece sono convinto che gli atleti possano fare tantissimo, come ho spiegato nel post precedente.
Mia personale pagella:
Djokovic 8 miglior giocatore della stagione senza se e senza ma. Ha pagato a caro prezzo una palletta tirata senza guardare che era più facile fare 6 al superenalotto che prendere al collo la giudice di linea. Destinato.
Nadal 7 vince il suo torneo dominando ma delude in tutto il resto a cominciare dalla rinuncia a NY. Pusillanime.
Thiem 8 è arrivato al livello di djokovic e nadal. Adesso deve solo confermarsi. Big 3.
Medvedev 7 salva con Parigi e le Finals una stagione fin lì negativa. In generale però delude le (alte) aspettative. Rivedibile.
Zverev 6 di stima per la sua prima finale slam. L’impressione è che non sia però in grado di fare il salto di qualità definitivo. Rimandato.
Tsitsi 5 vedi sopra con una finale slam in meno. Bocciato
Rublev 8 domina i tornei medi. Lo si aspetta a quelli superiori. Arrembante.
Berrettini 4 praticamente salta la stagione. Chi l’ha visto?
Swartzman 8 top 10 meritatissima e meritava qualche gioia in più. Piccolo uomo solo di statura.
Shapovalov 5 vorrei ma non posso. Confusionario.
Sinner 9 il 250 vinto è la ciliegina sulla torta di una stagione vissuta da protagonista. Cresce match dopo match. Predestinato.
Federer sv
I suoi articoli
Il meglio dell’anno e’ stata la vittoria del torneo ATP 250 di Sinner, la peggio e’ stata mancanza di Federer sui campi.
Secondo me il peggio dell’anno è stato l’Adria Tour, una manifestazione di negazionisti paraculati che si sono contagiati per metà… solo le feste al Billionaire son state peggio.
Non capisco su quale base si debba decidere che un giocatore 500 al mondo vada “stipendiato”. Per che cosa ?
Lo sport di alto livello non ha nulla a che vedere con il mondo del lavoro di noi comuni mortali. Si guadagna in base a quanti sono disposti a pagare per vederti giocare o per indossare le tue magliette. Punto. I giocatori attorno al 150 al mondo sanno di essere dei beneficiati, lo vedono anche loro che giocano sempre davanti a 10/15 persone, lo capiscono bene che non è quello che giustifica i loro incassi. I loro guadagni dipendono dai Major e dagli slam; i montepremi degli slam dipendono dai top players e da quanto siano popolari e quindi da quanto è popolare il tennis sui media.
La verità e che oltre il 200 non si possono definire professionisti.
Che questo bel resoconto sul 2020 faccia da viatico all’uscita imminente del calendario 2021, che si sta facendo aspettare un po’ troppo!
Grande marty!!!!che 2021 sia ricco di soddisfazioni !!
Penso che il discorso di Dancas non faccia una piega. OK
Non sono affatto d’accordo sull’ultimo punto. I momenti di crisi sono quelli giusti per cambiare determinate situazioni. Mi pare che non si stia capendo che ci siano due tennis:
1 il tennis giocato, che la maggioranza dei tifosi non vuole modificare
2 l’organizzazione del sistema tennis, che in questa crisi ha mostrato tutte le sue lacune. Prima tra tutte, l’assoluta mancanza di centralizzazione.
Io avrei voluto che la Tpta fosse più coraggiosa e facesse richieste più importanti, come ad esempio di un rimborso salariale per i giocatori dalla 300esima alla 500esima posizione.
Il problema economico sta diventando un fattore fondamentale nel tennis. Sempre meno atleti dotati si dirigono verso il nostro sport perché le possibilità di guadagnare è per pochissime persone. Conviene provare uno sport di squadra dove i guadagni sono per tutti. Devono arrivare molti più soldi ai tennisti, e non a quelli di prima fascia ma appunto a quelli di seconda fascia. La situazione è chiarissima da anni ma nell’atp ci sono gli interessi degli organizzatori che impediscono al sistema di modificarsi. Trovo quindi giusta una posizione di rottura da parte di un nuovo sindacato giocatori, che si allontani dagli organizzatori per spingere maggiormente i propri interessi. E qui credo che sia stato l’errore di Djoko: avrebbe dovuto chiedere molto di più.
Pagina nera dell’anno: lo stravolgimento del mondo, compreso quello del tennis, dovuto al Covid. La PTPA a confronto e’ un brufolo sul naso il giorno del matrimonio.
Per il resto, alcuni giudizi sono condivisibili, altri meno, ma rientrando nel campo della soggettivita’, assolutamente legittimi.
Sonego ha fatto best ranking al 32