Toni Nadal: “Il segreto della Rafa Nadal Academy? Le persone e l’approccio al lavoro”
Toni Nadal da tempo ha lasciato la panchina del formidabile nipote Rafa, dedicandosi completamente alla direzione dell’Accademia fondata a Manacor, città natale del campione iberico e sua residenza. In pochi anni l’Accademia si è imposta a livello internazionale, diventando un vero polo strategico per tanti Pro che spesso si allenano sui campi delle Baleari (Wawrinka, Tsonga, Monfils, Osaka, Garcia, Dimitrov, Andujar, Munar e tanti altri) e soprattutto moltissimi giovani promettenti. Recentemente Casper Ruud ha fatto un salto di qualità enorme dopo aver scelto come base la RNA, ma tanti altri sono i giovani che stanno crescendo sotto l’occhio vigile di zio Toni. Molti pensano che il segreto della struttura sia il “nome” e la presenza di Rafa. Secondo Toni invece lo spirito di emulazione e la presenza del nipote è sì importante come esempio, ma la differenza sta altrove: è nella qualità umana delle persone e nei metodi di lavoro. In una recente intervista, ecco ben spiegata da Toni la filosofia della Rafa Nadal Academy.
“La tecnologia, analisi, biomeccanica, metodologia all’avanguardia sono tutti elementi importanti per elevare la prestazione, ma alla fine ciò che fa sempre la differenza sono le persone. Abbiamo molti buoni allenatori qui, e grandi persone. Questa è la nostra forza, insieme alla passione che abbiamo per il nostro lavoro” sottolinea Toni Nadal. Attualmente lo staff della Accademia conta su allenatori di grande esperienza, veri motivatori come Gabriel Urpi, Marc Gorriz, Joan Bosch, Joel Figueras e Tomas Prieto, tutti coordinati da Carlos Moya, che funge da direttore tecnico e braccio destro di Toni. L’esperienza di Urpi è importante: dopo aver allenato Arantxa Sanchez quando vinse gli Open di Francia e US Open nel 1994, ha continuato a lavorare con campionesse come Conchita Martinez, Flavia Pennetta ed Elina Svitolina. Prima di entrare in accademia Urpi ha lavorato con Amelie Mauresmo alla federazione francese di tennis.
Come lui, tutti gli altri coach hanno importanti esperienze internazionali con tennisti di livello e condividono la stessa visione ed attenzione per il tennista e la persona: “Cerchiamo di dare la stessa attenzione a tutti, non solo ai migliori giocatori. Su 130 giocatori qui da noi, forse solo cinque o 10 diventeranno professionisti. Vogliamo però che tutti coloro che sono stati all’Accademia siano felici di aver trascorso un paio d’anni qui. Quando allenavo in un piccolo club a Manacor, allenarmi con Rafael era molto importante per me, ma gli altri ragazzi erano altrettanto importanti, non dedicavo tutto il mio tempo solo a Rafa. È lo stesso qui all’Accademia”.
L’accademia è stata aperta solo quattro anni fa, ed è costantemente in espansione. Sono in corso importanti lavori di ampliamento, e quando l’ultima fase sarà terminata (si spera entro fine di gennaio), avrà 23 campi in cemento, di cui quattro al copoerto, e 22 campi in terra battuta, di cui sette coperti, oltre a 13 campi da paddle, due campi da squash, due piscine, un campo da calcio, un centro fitness e un centro benessere per il riposo dopo gli allenamenti.
Alcuni studenti dell’Accademia stanno facendo progressi, come alcuni dei junior spagnoli più promettenti: Ariana Geerlings, che ha vinto un torneo ITF a Barcellona lo scorso settembre, e Raquel Caballero, che ha vinto il campionato spagnolo under 16 la scorsa estate. Alex Eala, dalle Filippine, ha vinto il titolo di doppio femminile dell’Australian Open all’inizio di quest’anno ed è salita al numero 4 nella classifica mondiale juniores, e la britannica Matilda Mutavdzic ha vinto un titolo ITF a Melilla in Spagna, solo per citarne alcuni. Uno degli alunni più noti è il figlio 17enne di Bjorn Borg, Leo: “È un buon giocatore, ma ovviamente è difficile per lui a causa dei paragoni con suo padre”, afferma Toni. “Ha molta potenza e un buon fisico. Penso che possa essere un giocatore di tennis professionista, quanto forte è presto per dirlo”. Anche il fenomenale Alcaraz si allena spesso sui campi della Academy, ed ha ricordato come l’esempio di Rafa sia per lui decisivo per misurare il suo livello e imparare tantissimo scrutando gli intensi allenamenti del più forte tennista iberico di sempre.
Il 2020 è stato un anno difficile anche per l’Accademia: “Per tre mesi Rafael si è allenato ogni giorno con i ragazzi dell’accademia“, ha detto Toni, “È molto positivo per i ragazzi avere buoni giocatori che si allenano qui. Quando crescevo Rafael da giovane non abbiamo mai avuto la possibilità di allenarci regolarmente con giocatori professionisti. A volte Carlos Moya veniva al club dove ci allenavamo e questo è stato molto positivo per Rafael. Ora i giovani dell’accademia possono spesso vedere giocatori come Rafael, Jaume Munar o Casper Ruud. Caroline Garcia si è allenata qui regolarmente, come Grigor Dimitrov e Pablo Andujar quest’estate. Per i giovani avere la possibilità di guardare questi giocatori è incredibile. Possono essere un’ispirazione per loro e i bambini hanno anche la possibilità di esercitarsi”.
Contrariamente alle aspettative, anche i campi estivi 2020 dell’Accademia sono stati ben frequentati: “Abbiamo pensato lo scorso maggio che sarebbe stato difficile portare avanti il lavoro a causa del coronavirus. Ci sono stati mesi in cui era molto difficile per le persone viaggiare in Europa, ma alla fine i campi estivi hanno funzionato bene. Non c’è stata una sola infezione da coronavirus nell’Accademia“. Quando la Spagna è entrata in lockdown all’inizio di marzo, il personale ha contattato le famiglie di tutti gli studenti residenti – che provengono da 42 paesi diversi – per chiedere se preferivano che i figli facessero ritorno a casa. Alcuni lasciarono la struttura, ma 85 hanno scelto di restare. Sono rimasti confinati nel complesso, insieme a 70 dipendenti dell’Accademia. A tutti è stata misurata la temperatura due volte al giorno, è stato applicato un rigoroso distanziamento sociale e sono state messe in atto misure sanitarie molto scrupolose.
Toni non pensa che la mancanza di attività agonistica per mesi diversi avrà un effetto negativo sulla crescita dei giovani: “Penso che sia stato più difficile per alcuni giocatori professionisti più anziani. Per i giocatori più giovani è più facile quando sei in un’Accademia, sfrutti il tempo senza gare per lavorare sul gioco, sul fisico, sulla testa. Se ti alleni in un piccolo club, allora può essere più complicato, ma qua abbiamo 130 ragazzi, quindi hanno avuto molte possibilità di giocare partite, anche se avrebbero preferito disputare tornei in un contesto normale. I giovani giocano senza mascherine, ma quando l’allenamento è finito, devono indossarle. Gli allenatori devono sempre indossare mascherine. Ci assicuriamo di mantenere le distanze. Limitiamo il numero di persone negli spogliatoi, nelle palestre e in sala da pranzo. Le persone devono partecipare in piccoli gruppi e tutti hanno il loro tempo assegnato, quindi non ci sono mai molte persone insieme”.
Marco Mazzoni
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quanto costa un anno di corso?
La Osaka con le corna nella foto 😆
Bene bene, grazie per l’informazione.
Da quando mi era sembrata avere la scintilla aspetto di vederne gli sviluppi.
Intenditore di fumetti?
studiano e si allenano diversi ragazzi Italiani tra cui Noemi Basiletti e Jacopo Vasami
Ho letto che Alcaraz Garfia frequenta l’accademia Equelite di Juan Carlos Ferrero. Vi chiedo quali altri tennisti la frequentano e se è valida come quella dei Nadal.
Anna Paradisi, ha ricevuto una full borsa di studio per i prossimi tre anni dall’accademia Rafa Nadal. E’ la da ottobre
L’accademia dei pallettari.
Così descritta l’Accademia RNA sembra una megalopoli del Tennis.
Avevo visto la nostra Paradisi girare da quelle parti, qualcuno sa se è qualcosa di più di una vacanza agonistica?