Tiley: “Pensiamo ad altri tornei in Australia dopo lo Slam di Melbourne”
La pandemia in corso avrà ripercussioni sicure e importanti anche nel calendario tennistico 2021. E’ freschissima la notizia di Gaudenzi pronto a discutere coi giocatori di come si potrebbe svolgere la prossima annata, cercando di giocare in sicurezza e il più possibile. Per questo Craig Tiley, direttore degli Australian Open e factotum del tennis “down under” sta lavorando alacremente non solo per organizzare al meglio il primo Slam dell’anno e la ATP Cup, ma possibilmente anche altri eventi in febbraio.
Il concetto, chiarito in una intervista rilasciata a Mick Dickson del Daily Mail, è semplice: per i tennisti affrontare il lungo viaggio in Australia, passare i controlli, quarantena, ecc, è un bell’impegno. Visto che la situazione sanitaria nel continente è discreta, e il paese ha grandissima passione tennistica, perché non far restare i giocatori di più e organizzare anche qualche altro torneo dopo gli Australian Open? Ancor più visto che la stagione in America latina è assai a rischio?
Ecco alcuni passaggi dell’intervista a Craig Tiley: “Stiamo parlando della possibilità di avere un paio di eventi dopo l’Australian Open. In questo momento è una conversazione aperta con i tour ATP e WTA. Sono del parere che saremo ancora messi a dura prova a livello globale per quanto riguarda la libertà di viaggiare, con altri possibili blocchi a febbraio e marzo del prossimo anno in vari paesi. Al momento è una ipotesi, una possibilità, riguarda il modo in cui influisce sul resto del tour e se i giocatori lo vorranno. Se si diranno disponibili, siamo pronti a farlo. È sul tavolo, lo stanno valutando. Stanno guardando cosa accadrà la prossima stagione a livello complessivo, credo che la nostra idea possa funzionare. Vogliamo massimizzare le opportunità di gioco e idealmente vogliamo che tutti giochino almeno un evento più l’Australian Open, ma potrebbe essere più”.
Tuttavia ancora la situazione in Australia è in divenire. Lo sblocco a livello interno sarebbe indispensabile, è quello a cui stanno lavorando: “In questo momento i confini statali non sono aperti, sono chiusi da più di sei mesi. Abbiamo bisogno di una garanzia che, ad esempio, se giocassi a Brisbane e all’improvviso si presentassero 100 nuovi casi, ci sarà bisogno di una nuova quarantena di due settimane da lì a Melbourne o no? Abbiamo detto dall’inizio che se i piani di quarantena vengono approvati negli stati, allora possiamo giocare in tutte le città, altrimenti dobbiamo mettere su il tutto solo a Melbourne, perché è lì che devono essere tutti a fine gennaio”.
Tiley lavora per il prossimo Australian Open, ma ha già un occhio sul futuro prossimo, a medio termine. A suo parere, la pandemia avrà effetti anche negli anni a venire, quindi è necessario mettere le mani avanti già adesso: “Sono del parere che questi attuali aggiustamenti dureranno più a lungo di quanto pensiamo. Stiamo già parlando di diversi scenari (Australian Open) per il 2022, perché non pensiamo di ripetere il 2020 (ossia uno Slam normale come si è svolto a gennaio) almeno fino al 2023 o al 2024. È così che gestiamo i nostri rischi e il nostro flusso di cassa. Professionalmente dobbiamo essere realistici e gestire le aspettative dei giocatori in termini di denaro e opportunità e assicurarci che gli eventi possano essere sostenibili per il futuro”.
“La realtà è che il prize money che sarà disponibile sarà notevolmente compromesso. Penso che gli eventi più forti sopravviveranno e quelli che stavano stentando con un pesante carico finanziario, non ce la faranno. Non è realistico pensare che niente cambierà. Anche se avremo finalmente un vaccino a marzo, sarà comunque difficile pensare ad una normalità per metà del prossimo anno. L’unica cosa che non voglio che accada è che qualcuno si ammali a causa del tennis e poi perda la vita. Non credo che sia successo nello sport, ma se succederà cambierà la dinamica per tutti”.
“Sono ancora molto ottimista riguardo alle possibilità del tennis e, per certi versi, è un’enorme opportunità, è un regalo per il nostro sport. È uno sport che può essere giocato in sicurezza e in Australia abbiamo visto una crescita del 160-170% nelle prenotazioni online, ogni club sta vedendo una crescita nella partecipazione, se reagiremo bene a questa emergenza, ne usciremo ancora più forti”.
Parole interessanti, da parte di uno dei migliori dirigenti del tennis (e non solo) al mondo. Se davvero non fosse possibile organizzare tornei in America latina (per problemi economici degli eventi e difficoltà di viaggiare), l’occasione di giocare un paio di ottimi tornei in Australia a febbraio potrebbe essere molto interessante. Ma i tornei indoor in Europa in quel caso? Spostati a marzo? ATP e WTA avranno di fronte un grande lavoro, e molto probabilmente il calendario 2021 sarà “fluido”, ossia di breve durata (programmato ogni 4 mesi) e con possibili spostamenti.
Marco Mazzoni
TAG: Australia, Australian Open 2021, Craig Tiley, Dickson, Marco Mazzoni, stagione 2021, tornei in Australia
Quello che gioverebbe ai nostri è il ritorno a una classifica atp che rispecchi i risultati.
Ma sinceramente sono convinto che verrà tutelato prima Federer e altri
l’idea di un pacchetto più esteso che giri intorno al grande evento è quasi obbligata.
@ Keope77 (#2650243)
Magari allora spostare australiano open di una settimana e fare tornei prima cosi chi perde primo turno torna a casa
Potrebbe giovare anche a Sinner e Musetti
Sw gestita bene la situazione, ci potrà essere una buona annata. Ad esempio, se si sposta qualche torneo a marzo oer giocare in Australia,lo si può sempre tenere in riserva( soprattutto se indoor) e giocarlo quando c’è un buco e viene cancellato qualche torneo. Il virus non è il massimo, ma con le giuste precauzioni è quasi-impossible prenderlo. Alla fine anche per i tennisti è un lavoro e lasciare la disponibilità a loro di viaggiare normalmente come se fossero dei lavoratori non lo vedo come un problema
I giocatori arriveranno presto in Australia. Quelli che perderanno nei primi 2 turni dovranno rimanere ancora tempo lì senza giocare.
Non so quanto i giocatori siano disposti a stare 2 mesi così lontano per giocare 3 tornei. Va studiata bene, non è semplice.
I tornei accessori bisognerebbe collocarli prima degli AO, non dopo…
Emisfero australe fino a marzo/aprile avrebbe senso
Beh l’idea di un 1000, sull’erba, a febbraio non sarebbe male.
Allungare la stagione australiana è sempre stato una cosa che mi ha affascinato parecchio, spero che con la “scusa del Covid” sia la volta buona che venga allungata la tournèè australiana, da sempre una delle più affascinanti
Potrebbero giocare una settimana in più in australia magari togliendo una settimana di tornei in sudamerica,quelli più a rischio.a febbraio si potrebbe giocare 3 settimane negli Emirati, dubai500 doha abu dhabi 250,3 settimane in europa Marsiglia250Rotterdam500 Montpellier50 e 3 in sudamerica rio 500 buenosaires Santiago250 cosi da far muovere meno i giocatori e farli rimanere nei continenti