Olya Sharypova accusa Zverev di violenza domestica, Sasha “non è vero”
Giornate a dir poco turbolente per il top10 tedesco Alexander “Sasha” Zverev. Dopo la rivelazione della prossima paternità con la ex fidanzata Brenda Patea, un’altra “fiamma” di Zverev esce allo scoperto, stavolta con accuse molto gravi.
Olya Sharypova (a fianco di Sasha per quasi due anni, trascorsi in un tira e molla discretamente turbolento) ha inizialmente pubblicato sul proprio profilo Instagram un lungo post, in cui ha parlato di una sua relazione molto difficile, dalla quale ha avuto la forza di scappare. Senza fare alcun nome, ha raccontato di aver avuto un pesante litigio col compagno, che ha finito per sbatterle la testa contro il muro, tanto da terminare a terra. Nonostante il bruttissimo episodio, è rimasta a fianco del fidanzato perché sentiva di amarlo e che avrebbero potuto superare la cosa. A New York accadde un secondo episodio, ancor più grave: un’altra aggressione da parte di lui, che stavolta tentò anche di soffocarla con un cuscino. Tutto questo senza citare il nome del fidanzato violento.
La vera “bomba” esplode poco dopo, quando Sharypova rilascia una lunga intervista al sito russo Championat in cui esce allo scoperto facendo il nome di Zverev, stavolta con molti più particolari sulla terribile notte di New York. Riportiamo alcuni estratti: “Durante US Open quel giorno passeggiavo con Dasha Medvedeva (moglie di Daniil Medvedev) e un altro amico. Eravamo in ritardo e Sasha si è arrabbiato. Quando arrivai a casa abbiamo litigato. Ho scritto su Instagram che ha cercato di soffocarmi con un cuscino e torcermi le braccia. Provai a scappare dalla stanza dell’hotel, ma lui non me lo permise. Poi sono riuscita a liberarmi e scappai a piedi nudi col telefono. Mi nascondevo nell’hotel ma lui mi ha scovata. Eravamo vicino all’entrata secondaria, piangevo e volevo scappare ma e lui voleva che tornassi in camera. Parlammo ma ho capito per ormai non c’era dialogo. Avevo paura, volevo scappare ma Sascha mi ha spinto contro il muro dicendomi che a nessuno sarebbe importato di me. Per fortuna è arrivato qualcuno, mi sono intrufolata alla gente e sono scappata fuori, a piedi nudi per strada. Fortunatamente avevo il telefono, ho chiamato un amico che mi ha ospitato dalla sua famiglia. Tutte le mie cose erano rimaste in hotel. Sascha mi ha telefonato e scritto diverse volte, io non volevo vederlo ma ho pensato che dovevamo parlare. Sono tornata in hotel. Chattavo con Sascha e abbiamo ricominciato a insultarci. Ero seduta nel bagno dell’hotel a piangere, quando lui è arrivato e ha lanciato le mie cose nella lobby dell’hotel. Non c’era il mio passaporto, non potevo andarmene da New York. Il giorno dopo è venuto alla casa del mio amico per fare pace. Non eravamo soli, abbiamo potuto parlare. Abbiamo ripreso la nostra relazione, durante US Open ero seduta nel suo box durante le partite, anche alla Laver Cup e in Cina. Poi ci siamo lasciati”.
Sharypova ha confessato al portale russo di aver tenuto per sé questa brutta storia per paura, e che praticamente nessuno ne era al corrente, nemmeno l’amica Dasha Medvedeva o la famiglia di Sasha. Ha poi affermato di non aver scelto di parlare adesso, appena “esplosa” la notizia della paternità di Zverev, ma che è stato solo un caso. A conferma della sua versione ha rilasciato al portale russo gli screenshot delle chat, affermando “Voglio che Sascha capisca che ogni azione ha una reazione. Non ho testimoni, tutto è accaduto nel nostro privato, ma sono pronta a qualsiasi test che lo possa dimostrare”.
L’intervista ha fatto velocemente il giro del mondo, così che nella tarda serata di ieri Zverev ha finalmente rotto il silenzio, scrivendo una nota sui propri canali social, in cui affronta le due vicende personali che lo riguardano. Ecco le sue scarne dichiarazioni: “Gli ultimi giorni sono stati una bella sfida per me. Diventerò padre a 23 anni. E non vedo l’ora che arrivi il bambino. Anche se io e Brenda non stiamo più insieme, abbiamo una buona relazione e mi prenderò le mie responsabilità come padre. Insieme ci prenderemo cura di questa creatura che sta crescendo. Non voglio dire nient’altro sulla questione perché è una cosa che riguarda la mia vita privata. Sono sicuro che io e Brenda gestiremo la cosa senza che i media siano ulteriormente coinvolti. Quindi, ci sono le infondate accuse della mia ex ragazza Olya Sharypova, che ho letto sui media oggi. Questo mi ha fatto molta tristezza. Ci conosciamo da quando eravamo bambini e abbiamo condiviso insieme moltissime cose. Mi dispiace molto che lei abbia rilasciato questa nota pubblica. Perché le accuse sono semplicemente false. Abbiamo avuto una relazione, ma è finita molto tempo fa. Perché Olya stia facendo ora queste accuse, non lo so. Spero solo che troveremo un modo per affrontarci di nuovo in maniera rispettosa e ragionevole”.
Vedremo se la vicenda avrà altri strascichi. Al momento, nessuno dei due protagonisti ha parlato di denunce o altre vie legali.
Marco Mazzoni
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A me viene in mente che forse tutta questa messa in scena sia stata creata perché, chissà, il bambino che aspetta la Patea, in realtà non sia di Zverev, allora la modella tedesca dice di volerlo far crescere da sola in modo che il giocatore tedesco faccia la voce grossa per non venirne escluso e non porsi il dubbio che invece il bambino sia in realtà figlio di un altro. Ragionamento contorto, lo so, ma assai più realistico di quanto non si possa pensare!
“È un anno che ti chiedo i soldi per tacere e tu non me li hai mai dati”.
Toh!
Una novità!
😎
@ Foxtrot (#2645063)
Ok va bene. Tutto a posto!
La replica della Sharypova:
“La mia storia è appena iniziata, ho letto che hai detto che non è vero, non so se l’hai scritto tu o chi cura i tuoi account ma finora non hai mai avuto il coraggio di spiegarti direttamente.
Non sto mentendo e lo sappiamo entrambi. Non ho mica paura di dire la verità, voglio mostrare a tutti gli uomini che si comportano male con le donne che noi non siamo bambole e nessuno può fare quello che vuole.
Se pensavi che sarei stata tranquilla dopo tutto quello che ho passato in questa relazione ti sbagliavi. Non mi hai mai dato risposte e quindi ora ho detto tutto qui”
La frase finale cela la vera motivazione: “È un anno che ti chiedo i soldi per tacere e tu non me li hai mai dati”.
Complimenti a tutti e due, gran belle persone.
@ Shuzo (#2645020)
La parte “In realtà l’onere della prova ecc.” è roba mia.
@ Shuzo (#2645020)
Non so cosa sia successo.
Scusa.
Foxtrot, che cos’è questa bravata? Hai attribuito a Aramis uno scritto mio e a me uno scritto tuo! Questo non è corretto!
Aramis, come sei proiettiva!
Il “genere maschile” è evidentemente ben rappresentato da te (e io non mi sogno nemmeno di entrare in competizione; le mie opinioni sono semplicemente mie).
L’allusione ai soldi è motivata dai numerosi casi di cui sono a conoscenza e da una considerazione.
Se la tizia avesse avuto come obiettivo la pura tutela del minore, le sarebbe bastato stare zitta e non enunciare (pubblicamente) la paternità del bimbo.
Se lo sarebbe cresciuto (mantenendolo) e nessuno le avrebbe creato il minimo problema, tantomeno un padre che non sa di esserlo.
@ Mathland (#2644377)
C’è un’inquietante tendenza a mettere le persone alla gogna sui social, siamo ben lontani dalla società civile.