"BIG JIM" COURIER PARLA DEL DOMINIO DEI TENNISTI EUROPEI ATP, Copertina, Generica

Jim Courier: “Il dominio nel tennis maschile dell’Europa viene dall’insegnamento” (di Marco Mazzoni)

26/09/2020 08:14 16 commenti
Jim Courier, 4 volte campione Slam
Jim Courier, 4 volte campione Slam

Con Roland Garros alle porte, il quotidiano britannico The Times ha approfittato per intervistare Jim Courier, due volte campione sulla terra parigina, per analizzare lo stato del movimento maschile. Tra i vari temi trattati, “Big Jim” ha diffusamente parlato di come il tennis europeo sia totalmente dominante da molti anni.

All’ultimo US Open il campione è stato Dominik Thiem, tennista europeo. Proprio US Open è stato l’ultimo torneo dello Slam vinto da non-europeo: accadde nel 2009, grazie al successo di Juan Martin Del Potro. Da allora solo successi per tennisti nati nel vecchio continente. La situazione degli altri tre Slam è ancor più euro-centrica: l’ultimo vincitore a Wimbledon non europeo è stato Lleyton Hewitt, anno 2002; agli Australian Open è Andre Agassi nel 2003; a Roland Garros è Gaston Gaudio nel 2004. In totale, 63 degli ultimi 64 Slam disputati sono stati vinti da giocatori europei. Di conseguenza, anche il ranking ATP segue questa fortissima tendenza, tanto che l’ultimo n.1 non europeo è stato Andy Roddick, scalzato da Federer ad inizio 2004 (dopo il suo successo agli Australian Open).

Secondo Courier, la causa principale di questo dominio dispotico dell’Europa nel tennis maschile deriva dall’insegnamento. “Negli anni ’70 gli Stati Uniti avevano i migliori allenatori del mondo, come Happy Hopman, australiano che si era spostato in Florida ed aveva portato i metodi che avevano generato la grandissima ondata di campioni australiani degli anni 60 e 70. Oppure l’avvento di Nick Bollettieri, che ha rivoluzionato il metodo di allenamento del tennis alla sua accademia. Molti dei migliori tennisti al mondo venivano dagli USA perché nel paese c’era la miglior formazione. Questo non era così frequente in Europa”.

Le cose sono molto cambiate da allora, continua Courier: “C’è stata una sorta di democratizzazione della formazione tennistica a livello globale. In Europa sono nate e cresciute moltissime accademie di allenamento, a partire dalla Sanchez-Casal, dove per esempio si è formato Murray. Quando il tennis ha iniziato ad essere molto più popolare in altri paesi rispetto agli USA, i migliori atleti si sono spostati in altri paesi e lì sono cresciuti. Gli USA continuano ad aver buoni tennisti, ma non del livello di un tempo, e negli ultimi 15 anni, come del resto la maggior parte degli altri movimenti, abbiamo solo potuto “tamponare” il dominio dei big 3″.

 

Con Roland Garros al via, un piccolo focus anche sulla terra, che secondo Courier resta una palestra incredibile, forse la migliore, per formare un tennista vincente. “Credo che molto dipende da dove nasci o cresciti, anche negli USA. Io vengo dalla Florida, lo stesso stato di Chris Evert. Siamo cresciuti giocando molto sulla terra verde americana, che sembra molto diversa da quella europea ma in fondo resta terra battuta. Per crescere su questi campi è necessaria pazienza, mobilità, sviluppare abilità più complete rispetto a chi nasce e cresce sui campi in duro. Alcuni dei nostri più forti campioni come Stan Smith, Pete Sampras, Michael Chang a Andre Agassi, sono cresciuti giocando tanto sulla terra. Per colpa del clima non in tutti gli stati si sono sviluppati i campi in terra, anche per motivi di praticità ed economici, ma la terra battuta resta una grandissima “palestra” per crescere. Quando sei giovane non pensi che possa essere rilevante giocare anche su terra, ma in realtà è fondamentale perché questo ti forma in modo completamente diverso, riesci ad essere un tennista migliore, più completo. Per questa ragione non molti dei tennisti USA si sentono a loro agio giocando sulla terra, e se ci arrivano un po’ troppo grandi, ormai non riescono a imparare certi automatismi e meccaniche esecutive che invece sono importanti una volta passati al professionismo”.

 

Courier ha sempre avuto un rapporto speciale con Parigi: “Era un torneo che volevo assolutamente giocare perché mi trovavo bene sulla superficie e ho avuto molto successo all’inizio della mia carriera. Per me è stato una grande soddisfazione anche perché i tennisti statunitensi non hanno avuto moltissima fortuna nel torneo. Di sicuro aver visto la vittoria di Michael Chang nel 1989 fu di grande ispirazione per me, Andre e tutti gli altri”.

 

Marco Mazzoni


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16 commenti. Lasciane uno!

Cancilla e Gaudo (Guest) 26-09-2020 23:43

Sapete perchè il movimento maschile azzurro è in crescita? Perchè da qualche anno anche la Federazione ha capito che allenare i nostri ragazzi sull’hard court è fondamentale. Ciò detto, fortunatamente, il tempo speso sulla terra rossa resta rilevante, perché è qui che è più facile insegnare la tecnica pura. Ed è in parte ciò che correttamente sostiene Courier

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Viva la pallina e la patata (Guest) 26-09-2020 22:32

Scritto da Alberto Bonimba
Giusto, l’ho sempre pensato ! Speriamo che gli insegnamenti inizino prima con la teoria,senza pallina. Una volta appreso come si fa il servizio ( primo fra tutti e non come optional ) e tutti gli altri fondamentali solo allora, passare al gioco !

Spero che tu stia scherzando 😳 perché altrimenti bisogna preoccuparsi…..se po sei istruttore/maestro è un problema ma di quelli seri.

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Grimaldello (Guest) 26-09-2020 19:14

Scritto da Alberto Bonimba
Giusto, l’ho sempre pensato ! Speriamo che gli insegnamenti inizino prima con la teoria,senza pallina. Una volta appreso come si fa il servizio ( primo fra tutti e non come optional ) e tutti gli altri fondamentali solo allora, passare al gioco !

Ecco, questo è il modo migliore per allontanare i bambini dal tennis… già dalla seconda lezione!

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gio’ (Guest) 26-09-2020 16:35

Scritto da non_sono_un_pallettaro
Interessante questa analisi di Courier. Il dominio europeo nel tennis maschile dura da troppo tempo e non può essere una coincidenza. Quali fattore possono incidere? 1. la crescita delle accademie europee, 2. la presenza della terra rossa e di diversificazione delle tecniche di gioco, 3. la crescita di popolarità dello sport in Europa. C’è anche altro?

4. la casuale nascita in Europa di Federer, Nadal e Djokovic…

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Markux se mi (Guest) 26-09-2020 15:32

Jim le spara grosse. Le solite americanate.

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-1: mecir11
non_sono_un_pallettaro 26-09-2020 13:05

Interessante questa analisi di Courier. Il dominio europeo nel tennis maschile dura da troppo tempo e non può essere una coincidenza. Quali fattore possono incidere? 1. la crescita delle accademie europee, 2. la presenza della terra rossa e di diversificazione delle tecniche di gioco, 3. la crescita di popolarità dello sport in Europa. C’è anche altro?

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Alberto Bonimba (Guest) 26-09-2020 12:44

Giusto, l’ho sempre pensato ! Speriamo che gli insegnamenti inizino prima con la teoria,senza pallina. Una volta appreso come si fa il servizio ( primo fra tutti e non come optional ) e tutti gli altri fondamentali solo allora, passare al gioco !

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MIKE77 26-09-2020 12:17

E pensare che su questo sito leggo un sacco di commenti di persone che disprezzano la terra. Quando poi nei circoli si gioca esclusivamente su terra, al mio circolo ci sono due campi in terra e due in erba sintetica, per me è indifferente giocare su erba o terra ma puntualmente mi risulta quasi impossibile trovare qualcuno disponibile a giocare su erba, poi a chiacchiere tutti dicono che la terra è noiosa, mi sembra una gran contraddizione…

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Ranuccio Tomassoni (Guest) 26-09-2020 11:22

Scritto da Enzo
non dice la cosa più importante: giocare troppo sul cemento da giovanissimo ti distrugge le articololazioni delle gambe. Fino a 15 anni bisogna limitare tantissimo le ore sul duro.
Altra considerazione: negli usa insegnano solo “servizio e dritto”, il resto non conta. Vedi giocare i giovani usa e non sono in grado di giocare una volée o una smorzata. Hanno come modello estremo Opelka, non esattamente un manuale di tecnica.

@ Enzo (#2608960)

un fattore altrettanto importante come giocare su diverse superfici (è importante anche diversificare, chi gioca solo sulla terra spesso poi ha problemi sul veloce, come la maggior parte dei nostri fino a tempi non lontani, a differenza di tedeschi, svizzeri, austriaci dove si gioca tanto su terra battuta, ma da tempo almeno d’inverno, anche sul duro indoro) è la pratica di altri sport da giovani.

Specialmente sport che favoriscono un buon gioco di gambe, come ad esempio il calcio.

Fino a tempi recenti era raro trovare un americano che da giovane praticasse sia tennis che calcio, mentre in Europa è la norma da sempre (Federer, Murray, Nadal, ma praticamente tutti). Particolare poi l’aggiunta dell’abbinamento calcio+sci (Djokovic, Federer, Seppi, Sinner e praticamente tutti quelli provenienti da Svizzera ed Austria) a livello più o meno serio, ne consegue spesso particolare stabilità in difesa/scivolata.

Questo sviluppo motorio ben difficilmente può essere recuperato più tardi.

Fino agli anni novanta gli americani erano avvantaggiati al servizio, per la pratica di football americano (il lancio del quarterback in alcuni casi ha delle assomiglianze con la parte finale del servizio, specialmente il lancio alto e profondo chiamato “punt” in gergo, high pass o “Hai Mary pass”) e baseball.

In Europa si può notare un simile vantaggio storico al servizio per i paesi dove si pratica la pallamano (ex Jugoslavia, Scandinavia, Germania etc.), ma ormai questo vantaggio non è più incolmabile con le tecniche specifiche di allenamento moderne ed un buon maestro/allenatore.

Di conseguenza a partire dalla fine degli anni novanta, tutti hanno iniziato a servire in modo decente ed il vantaggio americano si è annullato mentre il difetto nella mobilità si è accentuato.

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+1: gisva
Luca Martin (Guest) 26-09-2020 10:57

Praticamente un massacro.

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Roger Rose (Guest) 26-09-2020 10:40

Io di Federer, Nadal e Djokovic non ne posso più…

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Mattia (Guest) 26-09-2020 10:37

Scritto da Enzo
non dice la cosa più importante: giocare troppo sul cemento da giovanissimo ti distrugge le articololazioni delle gambe. Fino a 15 anni bisogna limitare tantissimo le ore sul duro.
Altra considerazione: negli usa insegnano solo “servizio e dritto”, il resto non conta. Vedi giocare i giovani usa e non sono in grado di giocare una volée o una smorzata. Hanno come modello estremo Opelka, non esattamente un manuale di tecnica.

Scritto da Enzo
non dice la cosa più importante: giocare troppo sul cemento da giovanissimo ti distrugge le articololazioni delle gambe. Fino a 15 anni bisogna limitare tantissimo le ore sul duro.
Altra considerazione: negli usa insegnano solo “servizio e dritto”, il resto non conta. Vedi giocare i giovani usa e non sono in grado di giocare una volée o una smorzata. Hanno come modello estremo Opelka, non esattamente un manuale di tecnica.

mah.. mi sembra che Opelka sa giocare bene a tennis, al di là del servizio, ha di sicuro una buona volley..!
Perchè alla scuola tennis dove insegni tu non piace? cioè quali sono secondo te gli aspetti tecnici che non vanno nella voleè di Opelka?

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+1: tacchino freddo
Ivo (Guest) 26-09-2020 10:29

si sono molto d’accordo..è più varia la terra e soprattutto salvaguarda un po’ di più le articolazioni!!!

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Enzo (Guest) 26-09-2020 10:07

non dice la cosa più importante: giocare troppo sul cemento da giovanissimo ti distrugge le articololazioni delle gambe. Fino a 15 anni bisogna limitare tantissimo le ore sul duro.
Altra considerazione: negli usa insegnano solo “servizio e dritto”, il resto non conta. Vedi giocare i giovani usa e non sono in grado di giocare una volée o una smorzata. Hanno come modello estremo Opelka, non esattamente un manuale di tecnica.

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nicknole1964 (Guest) 26-09-2020 09:58

Molto interessante l’affermazione sull’importanza della terra battuta per lo sviluppo di un campione, e io sono totalmente d’accordo .

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+1: gene61, gamesetmax
gio’ (Guest) 26-09-2020 09:54

Non solo un vincitore negli ultimi 64 slam, anche solo una dozzina di finalisti extraeuropei, non di più…

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