Boris Becker rischia fino a sette anni di carcere in Inghilterra
Boris Becker, ex numero uno del mondo e più volte vincitore di titoli del Grand Slam, è nei guai con la giustizia britannico. Secondo il quotidiano inglese “Guardian”, il leggendario tennista tedesco rischia fino a sette anni di carcere.
Becker è accusato di aver nascosto attività finanziarie per un valore di 1,5 milioni di euro e un appartamento nel quartiere londinese di Chelsea dopo aver dichiarato fallimento nel 2017. Sono 19 le cause contro Becker per evasione fiscale e ostruzione alla giustizia.
Se fosse condannato da tutti, rischerebbe di andare in prigione per sette anni.
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@ ilpallettaro (#2608823)
E che ca….. c’entra che io dovrei pagare in più di tasse affinchè ogni paese sovrano abbia le proprie leggi e la propria giurisdizione?
Non c’entra un ca…. di niente, in primis perché l’Italia è priva di sovranità militare e monetaria, in secondo luogo, i paradisi fiscali in giro per il mondo, UK, USA e Svizzera in Top 5 in questo sistema di paradisi fiscali, servono alle elite legali ( alta finanza, multinazionali ) e illegali ( traffico di droga, di armi, di rifiuti inquinanti da stoccare illegalmente, alta finanza che ricicla il tutto, ecc.. ) del mondo occidentale nelle loro operazioni a livello globale, e siccome io essendo un normale cittadino che paga le tasse nel mio paese non faccio parte di queste elite e allora quindi critico i governi e le istituzioni del mondo occidentale che lo permettono alla grande, se eventualmente tu ne fai parte, problemi di coscienza tuoi e non miei!!
NON è vero che in Italia per reati del genere si possono patteggiare tre mesi di reclusione. Ho chiesto al capitano di motivare, ma non ha ovviamente risposto.
@ Dad (#2608873)
E che è, siamo diventati davvero così seri al punto che non si possono fare più due battute?
Preferisco l’Italia di Totò, Franco Franchi, Alberto Sordi, Gino Bramieri e persino di Alvaro Vitali!
E fatevi na botta di vita!
@ il capitano (#2608179)
Verissimo, purtroppo.
Ma per qualche stralunato noi siamo il “Paese della serietà”… incredibile!
Ma se non vi piace l’Italia, perché non emigrate?
non ho capito tu cosa pagheresti in più per il fatto che ogni paese sovrano ha le proprie leggi e la propria giurisdizione
Ma no, dai capitano! Proprio ieri qualcuno, riferendosi agli inglesi, ha orgogliosamente fatto notare che, a differenza di loro, noi in Italia amiamo la serietà… 😛
Italiani: pizza, mandolino e serietà.
Trattasi di battuta di spirito…mi pare.
@ il capitano (#2608179)
Solito qualunquismo pressappochista per di più… Argomentare di più x favore
Bisogna dire che Boris Beker, dopo il ritiro dall’attività agonistica, ha avuto una vita piuttosto movimentata e tumultuosa. enzo
Se prendeva 7 anni in Italia fra attenuanti generiche, sconti di pena,rito abbreviato,servizio civile volontario e tot di ore prestate per Servizi Sociali più permessi premi vari se la cavava con il percepire il Reddito di Cittadinanza e una pacca sulla spalla.
Potresti cortesemente spiegare come si arriva a tre mesi di reclusione? Quale sarebbe il reato contestato a Becker se fosse stato commesso in Italia? Quale pena prevede nel minimo e nel massimo? Grazie
Tipica ipocrisia britannica: prendono un micro cefalo per nascondere i veri squali che in UK ( e non solo in UK…. ) ci sguazzano a fare i loro porci comodi…, ecco come,dove,quando e perché:
“Le isole del tesoro. Viaggio nei paradisi fiscali dove è nascosto il tesoro della globalizzazione”
di Nicholas Shaxson, Feltrinelli Editore, 350 p. 2012.
Recenzione a cura del Dott. P. Fagan
Nicholas Shaxson è un giornalista britannico, di quei pochi che evidentemente sentono ancora il fuoco sacro della professione del ficcanaso. Shaxson affronta un tema scabroso: i paradisi fiscali. Questo il duro impatto dell’inizio del primo capitolo del suo libro che qui recensiamo per i lettori di Megachip: “Più della metà del commercio mondiale passa [ … ] attraverso i paradisi fiscali. Oltre la metà di tutti gli attivi bancari ed un terzo dell’investimento diretto estero effettuato dalle imprese multinazionali vengono dirottati offshore. […] l’’85% delle emissioni bancarie ed obbligazionarie internazionali si svolgono in […] una zona offshore. Nel 2010 l’Fmi ha stimato che i soli bilanci dei piccoli centri insulari ammontavano complessivamente […] ad una somma equivalente a circa un terzo del Pil mondiale”.
Si continua con il fatto che l’83% delle maggiori impresi statunitensi possedeva società off shore e secondo Tax Justice Network, il 99% di quelle europee. La sede off shore fa venire subito in mente una isola dove vige una giurisdizione segreta, opaca ad ogni velleità di controllo. Infatti nel 2007, l’Fmi ha individuato nella Gran Bretagna ( appunto, un’isola ) una giurisdizione segreta, l’altra è l’isola di Manhattan. La giurisdizione segreta serve a diverse cose: evasione, elusione, irrintracciabilità dei soci di una impresa, irrintracciabilità dell’origine dei flussi finanziari, riciclaggio, false fatturazioni ed altre pratiche spinte. Tra queste scambi di favori con i narcotrafficanti, piazzisti d’armi, corruttori e tangentari di varia taglia che si comprano i loro rappresentanti all’interno del sistema politico per l’appunto detto “rappresentativo”, monarchi, generali, dittatori sanguinari e conduttori di stati canaglia che qui, dato l’ambientino, è titolo di merito. L’off shore è la concreta condizione di possibilità perché esista sia la globalizzazione del traffico delle merci, sia la costituzioni di multinazionali, sia più di ogni altra cosa, la globalizzazione finanziaria, nonché il riciclaggio dell’economia del debito. Queste “giurisdizioni segrete” sono circa sessanta. I due gruppi principali secondo l’intrepido Shaxson sono quello britannico e quello americano. Chi si aspettava una elenco di spiaggette tropicali con palme e mojito condite da nomi esotici deve rivedere le sue nozioni non tanto di geografia, quanto di storia. Le piazze citate sono tutte attuali o precedenti colonie ancora sotto la giurisdizione Union Jack & Stars and Stripes o entità ufficialmente autonome dove però la casa madre esercita una autorità di fatto.
Riferimento e proseguimento:
https://pierluigifagan.wordpress.com/2012/12/17/le-isole-del-tesoro/
Commento finale.
E io pago, e noi paghiamo, e Boris pagherà anche con la galera, mentre gli squali della finanza e del malaffare mondiali non pagano quasi niente e sono liberi di scorazzare grazie al sistema dei paradisi fiscali in cui UK, USA, Svizzera sono in Top 5, ovviamente silenzio assoluto sui media mainstream italiani ( e non solo italiani ), chissà come mai…….
Ahaha grande Boris!!, Basta aver nascosto qualche trofeo per mettere a l’asta ed è fatta!..
Noooo, l’amore tennistico della mia adolescenza…. 🙁
Non credo che andrà in carcere. Di fronte a una leggenda come lui, tanti sarebbero pronti a svuotare il portafoglio pur di salvarlo e probabilmente senza neanche organizzare una campagna di crowdfunding!
Per 7 anni sentirà BOOM BOOM se gli cade il sapone nelle docce. Povero Boris.
Nessun problema. Wimbledon lo vedrà via Zoom.
“Nella mia vita ho speso molti soldi in donne, alcool e auto veloci.. tutto il resto li ho sperperati.” Cit George Best
In Italia con una situazione del genere si può patteggiare: 3 mesi di carcere con la condizionale e 1.500 euro di multa.
Ahahaha devi ancora imparare che chi ha tanti soldi non li perde mai.. dichiarano bancarotta mentre hanno ancora miliardi nascosti chissà dove..!!
Chissà perché mi torna in mente quella canzone napoletana che fa
“Song latitaaanteee…”
ps sapevo che il rosso si è sperperato tutto a poker 😮