Scontro al vertice fra ATP e i tennisti
I malumori sorti dal caso Dellien/ Pella sono tutt’altro che superati. I due tennisti che condividevano lo stesso trainer di fitness, risultato positivo ad un solo test per il covid-19, erano stati esclusi dal partecipare al W&S in corso nella bolla di New York e gli stessi giocatori erano stati messi in quarantena, ma a seguito dei successivi test negativi, e soprattutto della mancata previa comunicazione che un tale caso potesse compromettere la partecipazione al torneo, quasi tutti i giocatori si erano schierati al fianco dei loro compagni.
Nell’evolversi della situazione, erano emerse delle voci per creare un sindacato indipendente dei giocatori che potesse difendere meglio e più efficacemente i loro interessi.
E di poco fa la notizia di una lettera fatta circolare fra i tennisti dal presidente dell’ATP Gaudenzi che prende una posizione netta e alquanto brusca al riguardo. Se ne pubblica la traduzione di seguito:
“La discussione relativa a un’Associazione dei Giocatori separata [da quella dell’ATP], sta circolando da un po’ e mi auguro che questa lettera possa aiutare a fornire il contesto a questa situazione. Mentre rispettiamo che i giocatori possano avere i loro propri punti di vista, non crediamo che sia nel miglior interesse dei giocatori o del Tour che una tale Associazione dei Giocatori separata possa coesistere con quella ATP. Con questa premessa, noi insistiamo che ogni giocatore che avanzi questa proposta mentre ricopre posizioni rappresentative nell’ATP Player Council di riconsiderare le loro posizioni con effetto immediato.”
Fra i possibili destinatari dell’ultima parte della lettera si fanno i nomi di Djokovic e Pospisil che nei giorni scorsi si erano particolarmente esposti in difesa di Dellien e Pella.
Un Grazie a Mandrake
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E, infine, per dar seguito alla prima riunione informale della Professional Tennis Player Association, ecco la foto di gruppo pubblicata da Djokovic su instagram:
https://www.instagram.com/p/CEffoe_HkAo/?igshid=l0c577ey8afh
Io conto 65 persone circa in quel di New York. Not bad.
Nadal prende posizione sulla vicenda.
“The world is living a difficult and complicated situation. I personally believe these are times to be calm and work all of us together in the same direction. It is time for unity, not for separation.
These are moments where big things can be achieved as long as the world of tennis is united. We all, players, tournaments and governing bodies have to work together. We have a bigger problem and separation and disunion is definitely not the solution.”
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Anche Federer, Nadal,Anderson, Soares, Anderson e Querrey postano una lunghissima lettera dai toni decisamente drammatici e per certi versi pure intimidatori, in cui si ricorda triplicemente che chi firma per la nuova Associazione subirà le “conseguenze” delle loro azioni insieme ad un oscuro puntualizzare che lo scopo della lettera è di far “comprendere interamente le implicazioni [che comporta la creazione della nuova Associa<ione]" e nella terza ripetizione di far "capire a tutti i tennisti che cosa viene chiesto loro di firmare e a cosa stanno aderendo" e parimenti triplicemente si ricorda che i firmatari sostengono l'ATP adducendo come motivazione che è la tempistica ad essere sbagliata in quanto la presidenza di Gaudenzi è troppo recente (stesso pensiero di Dan Evans) per essere tacciata di errori ereditati dal passato, oltretutto dovendo affrontare quasi alla partenza il problema del coronavirus. Infine per seguire fedelmente la cabala di Dantesca memoria, viene triplicemente scritto, quasi tre volte di seguito, che l'ATP Player Council e la nuova Associazione non possono coesistere.
La lettera quindi termina con la minaccia implicita più grave verso la nuova Associazione accusata di togliere ai giocatori la copertura che l'ATP fornisce contro i tornei.
Beh, che dire? Sono quantomeno sorpreso che Nadal abbia firmato il documento, voglio dire Federer è notoriamente un tennista brand-friendly, ma Nadal non mi aveva mai dato questa impressione. Chi l'avrebbe detto che ci fosse la necessità di difendersi da questi cattivoni di direttori dei tornei così prodighi a riempire le tasche dei top players con i loro ingaggi a 6 cifre?? E pensare che solo in mattinata il presidente dell'ATP, Gaudenzi parlava di restare uniti giocatori e tornei, e lo stesso Nadal nel pomeriggio scriveva su twitter che era il momento di restare uniti per superare sfide più grandi. Improvvisamente tutto il panorama è cambiato, sembra che anche nell'ATP de-Associativizzata non ci sia una linea guida comune. Mala tempora currunt.
Ma davvero parlate di tutelare a partire dalla millesima posizione?
Qui qualcuno non ha ancora capito che dal n200 a salire il tennis è un Hobby.
Se sei bravo, molto bravo….investi e provi la scalata che poi ti aprirà le porte per i grossi guadagni. Punto.
Sul caso Pella le responsabilita sono dell’USTA non dell’Atp
Aggiornamento: La Professional Tennis Player Association s’ha da fare
Le voci già parzialmente confermate dal primo comunicato del presidente dell’ATP Gaudenzi, stanno trovando altre conferme nelle ore successive. Pospisil che sedeva nel ATP Player Council in rappresentanza per i giocatori nel blocco 50-100 del classifica ATP, si è ufficialmente dimesso.
Nel suo comunicato ha dichiarato apertamente che “è molto difficile, se non impossibile avere un impatto significativo sulle decisioni prese dal Tour”. A quanto sembra oltre a lui si sono dimessi pure Isner e lo stesso presidente dell’ATP Council Player, Djokovic.
Il presidente dell’ATP Gaudenzi ha protestato molto vivamente affermando in una lettera ai giocatori che: “La questione di un’ Associazione separata è un argomento estremamente importante e non dovrebbe essere presa a cuor leggero. Essa minaccia l’esistenza stessa dell’ATP che è stata costruita nel 1990 sul principio di uguale rappresentanza di giocatori e tornei. I tennisti hanno quello che gli atleti di altri sport vorrebbero avere, dei posti al tavolo esecutivo. Anche se nessuna struttura organizzativa è perfetta non ha senso passare da una interna ad una esterna di contrattazione. Non dobbiamo dimenticarci che come prodotto di intrattenimento, dobbiamo competere con gli altri e non fra di noi.”
Pospisil sta mettendo a punto la nuova associazione con la consulenza dello studio legale Norton Rose Fulbright. In un documento fatto circolare anch’esso in questi giorni si dichiara che lo scopo della nuova associazione non è quello di soppiantare il Tour, ma di creare una struttura di auto-governo che difenda meglio gli interessi dei giocatori esercitando maggiore leva sull’ATP, in particolare per la condivisione degli utili (su cui c’è stato un generale silenzio prima che Djokovic proponesse il PRP per aiutare i tennisti in difficoltà), le azioni disciplinari, i viaggi, le assicurazioni (molto importanti durante questo periodo di pandemia), le pensioni dei giocatori, e i servizi dei vari tornei.
La nuova associazione, PTPA, dovrebbe avere 9 membri eletti, Pospisil e Djokovic in qualità di co-presidenti in carica per 2 anni, e funzionare come un sindacato ma con maggiore flessibilità legale. Stasera [Sabato] dovrebbe esserci la prima riunione informale con foto di gruppo. Si prevede che la maggioranza dei giocatori possa aderire alla nuova Associazione.
Il chiaro invito di Gaudenzi ai “dissidenti” di dimettersi dal posto occupato nel Players Council è stato prontamente accolto da Djokovic, Pospisil ed Isner.
Atto dovuto per coerenza, ora difficile prevedere l’evoluzione futura, difficile prevedere se questo porterà ad un miglioramento della gestione dei giocatori, difficile prevedere se alla fine ci sarà un vincitore, o se alla fine ci perderanno tutti.
Ma è quello che succede nel mondo dello spettacolo, perchè ormai il tennis è più spettacolo che sport… attori/trici o cantanti o altri artisti di grande fama pagati fior di milioni e altri di bassa categoria che spesso non riescono a mettere il pane in tavola… La triste realtà è questa… poi nel tennis ci sono fattori ulteriori di aggravamento quali, ad esempio, un team di sostegno, i viaggi, ecc.
E fa bene. O debbo lamentarmi perchè non mi sostiene, visto che sono 3.4?
E fa ancora bene. Chiamalo gavetta, filtro, entry level, ma questi dovrebbero essere sostenuti dalle Federazioni Nazionali, non certo dall’ATP.
Il problema qui è che l’ATP rappresenta sponsor e tornei, ma non i giocatori, ai quali continua ad andare circa il 20-25% del fatturato, invece del 50% come in altri sport.
Ma il tennis è uno sport individuale, e quindi le azioni collettive sono molto difficili.
@ Sch Tennis (#2581419)
In teoria tutto giusto, in pratica si tratterebbe di un sindacato che contemporaneamente dovrebbe rappresentare un top 10 ed uno oltre i 1000 che hanno esigenze del tutto diverse, anzi spesso contrastanti… la torta alla fine quella é, se vuoi dare di più a chi attualmente prende pochissimo devi per forza prendere da chi attualmente prende di più… sarebbe come avere in un’azienda un sindacato che contemporaneamente difenda gli interessi dei top manager e degli operai, impraticabile… poi certo si può anche fare, ma dubito che possa fare qualcosa che accontenti tutti.
Sul caso Pella non vedo come possa avere ragione l’Atp
Il Grande Capo Estiqaatsi pensa che questa notizia è meno interessante di quelle sull’intimo della Bouchard
@ Sch Tennis (#2581419)
Tutto giusto, ed è proprio la direzione che vorrebbe Djokovic, fin da quando siluro’ Kermode.
Ma chi te l’ha fatto fare Nole! Mollali tutti…
È piuttosto evidente che l’Atp non faccia niente per aiutare i tennisti che lottano dalla millesima posizione in giù. Tra questi, un centinaio riuscirà a salire in classifica per occupare posizioni più importanti, diventando protagonisti nel circuito Itf o Challenger e, magari, una ventina, giocherà i tornei più importanti. Sempre che riescano a superare il quasi insormontabile scoglio economico costituito da 3/5 anni spesi a girare il mondo, finendo regolarmente in rosso a fine anno.
L’Atp fa quasi niente per quelli tra il 350 e il 1000, tecnicamente forse pari ai loro colleghi più in alto, ma con evidenti difficoltà a pagarsi team in grado di farli avanzare ancor più.
Se iniziano a lamentarsi non solo i tennisti di seconda fascia, ma pure quelli che regolarmente giocano i tornei Atp, significa che qualcosa non va. Io penso che il problema stia nella poco equilibrata divisione della torta: i primi 150 se la cavano egregiamente, fino al 350 si resiste, ma da qui in giù, proporzionalmente, iniziano gironi sempre più infernali, fatti di viaggi, vitti ed alloggi di terza classe, partecipazioni a gare a squadre nazionali o ricchi Open per sopravvivere, continua ricerca di sponsor anche minimi per pagarsi quanto meno le corde e le scarpe.
Siccome dal 350 in giù ce ne sono almeno 1000 che giocano a tennis per mestiere, o almeno ci provano per qualche anno, e tra questi emergeranno i futuri campioni, l’assoluto disinteresse di Atp e Itf per questi tennisti fa pensare che sia utile iniziare a prendere in considerazione l’ipotesi dell’istituzione di un vero sindacato, che parli una sola lingua a tutela di questi giocatori, che sono lavoratori esattamente uguali a tutti gli altri. Un lavoro molto pesante, checché ne dicano molti inesperti, fatto di lunghe e quotidiane sessioni di allenamento e di viaggi, spesso faticosi. I bassa classifica sono paragonabili agli operai di una fabbrica: non ci sono solo i dirigenti al mondo. I migliori tra questi, un giorno saranno dirigenti se i proprietari della fazenda consentiranno loro di aggiornarsi, invece di costringerli con bassi salari a massacranti turni da cottimisti. Siccome tra i padroni del vapore non ci sono magnati illuminati, è bene che gli operai trovino una rappresentanza unitaria, solida e potente in grado di spiegare a chi mette i soldi che, se anche paga bene 100 dirigenti, senza 2000 operai ben tutelati, prima o poi, il sistema fallisce.
Tutto questo a prescindere dall’emergenza che stiamo vivendo in questi mesi.