Il coprifuoco nell’hotel della “bolla”
Curiosità da New York. Il coach olandese Sven Groeneveld sta condividendo sui propri canali social (Twitter e Instagram) alcuni interessanti spaccati della vita nella “bolla” di Flushing Meadows, tra foto e commenti. Nei giorni scorsi Sven ha documentato l’arrivo nella grande città statunitense, la coda per effettuare i test sanitari, l’uso di mascherine di protezione, e varie curiosità come il cibo da asporto e gli spazi comuni, tutto molto diverso dalla vita normale sul tour Pro.
Stanotte ha twittato un messaggio molto curioso, che riportiamo fedelmente: “Nuova regola nell’hotel della bolla. Il coprifuoco è stato imposto nel bar della hall. Ultima chiamata 21:45 e 22:00 luci spente, TV spente! Benvenuto a NewYork 2020 @USopen. Questo dove le partite notturne in un bar sportivo erano la norma nella città che non dorme mai. Adesso siamo costretti ad andarcene e tornare nella nostra stanza!”. Kirsten Flipkens risponde divertita “…anche al collegio alle 10 le luci erano spente”, e Sven commenta “Vabbè se è per la sicurezza di tutti noi, allora capisco e mi adeguo!”. Ovviamente tutti possono vedere i match dalle tv nelle proprie stanze.
Marco Mazzoni
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5 commenti
Tornato dalle vacanze finalmente Mazzoni.
Articolo interessantissimo, bravo Mazzoni. Come al solito illuminante.
Che vitaccia che devono fare però,alle 22 nemmeno quattro mignotte e un po’ di whisky nella hall del lussuoso albergo. Speriamo che tutto questo finisca presto altrimenti non vale la pena vivere di tennis o lavorare per tennisti professionisti. Toccherà loro fare un corso da oss e andare 12 ore al giorno in ospedale per poter finire il turno pomeridiano alle 23 e star fuori all’aria aperta. Loro (le/gli oss) si che stanno bene e hanno anche il coraggio di lamentarsi. 12 ore al giorno a contatto con anziani malati, a rischio di ammalarsi per 1200 euro al mese ma vuoi mettere tutta la libertà di cui godono in quei venti minuti al giorno in cui possono fare vita sociale?
Articolo interessante perché, secondo me, centra il punto: le “bolle” sembrano funzionare ma i tennisti e i loro entourage, abituati a ben altri trattamenti, quanto resisteranno?
Beh, va già meglio che in Australia, dove la polizia può entrare senza mandato a casa tua in piena notte per vedere se stai con parenti e amici. Forse è per quello che Kyrgios ultimamente sta sclerando.