Toni Nadal: “Siamo padroni delle nostre paure”
Toni Nadal ha scritto sulla sezione tennis del media iberico “El Pais” un breve commento, in cui torna sulla decisione del nipote Rafa di non volare negli USA per US Open, e sulla ripresa dell’attività tennistica in generale. Ecco alcuni estratti significativi delle sue parole
“Ognuno di noi è padrone delle proprie paure. La paura di prendere diversi aerei per arrivare a New York, allontanandosi da casa senza alcuna certezza di quel che si troverà una volta arrivati a destinazione, deve essere capita e accettata. Dobbiamo rispettare la decisione di giocatori come Novak Djokovic, Dominic Thiem, Stefanos Tsitsipas o Daniil Medvedev di andare negli USA e prendere parte al torneo, hanno scelto liberamente; ma allo stesso tempo si deve comprendere e rispettare anche la scelta di chi ha deciso di non andarci, come Rafael e Stan Wawrinka. C’è ancora moltissima incertezza, e non possiamo sapere oggi come sarà la situazione tra qualche settimana, non è facile prendere decisioni in questo momento”.
Zio Toni, all’angolo del fortissimo nipote per quasi tutta la sua straordinaria carriera, si dice anche dubbioso sulla condizione tecnica di Rafa dopo questa lunghissimo periodo di inattività, pensando che la scelta di non giocare a NY potrebbe finire per penalizzarlo: “C’è grande incertezza, i prossimi tornei saranno particolari. Solo spero che, nel caso di Rafa, i suoi risultati a Roland Garros non siano compromessi da una così lunga inattività”. Probabilmente Toni, conoscendo alla perfezione il tennis di Rafa, teme che con così pochi match disputati prima di Parigi, il nipote non riesca a ritrovare la sua miglior forma. Del resto il gioco del campione iberico ha bisogno di un discreto rodaggio per ritrovare la massima efficacia, essendo costruito su di un lavoro enorme, allenamenti estenuanti e attenzione massima ai particolari, sensazioni che ogni stagione “rossa” affina torneo dopo torneo, per trovare il picco di forma proprio a Parigi, dopo varie settimane di match disputati.
Toni Nadal parla anche di come sarà strano per i giocatori ritrovarsi in stadi vuoti. “Faccio fatica ad accettare e pensare come sarà giocare con stadi vuoti. In tantissime occasioni, e anche lo stesso Rafa, il giocatore va verso il pubblico e cerca di sentirlo, per trovare la carica, la spinta a giocare ancor più forte, con intensità e trovare la vittoria. Vi assicuro che non è una cosa scontata, e nemmeno banale. Le grida e la presenza degli spettatori danno al giocatore un grande scambio di energia, una carica emotiva che può fare anche la differenza tra vittoria e sconfitta in partite molto combattute. Il pubblico sugli spalti è un elemento fondamentale dello sport”.
Marco Mazzoni
TAG: Intervista, Rafael Nadal, ripresa stagione 2020, Roland Garros 2020, terra battuta, Toni Nadal, us open 2020
@ il capitano (#2574123)
Caro Capitano, ti prego, non fare pronostici!! Sai che nel tennis è meglio tacere!
@ Tiger Woods (#2574146)
Titti il canarino?
Infatti, ora si muore solo di Covid !
@ Franco66 (#2574157)
Uno dei ragionamenti più stupidi che si possano fare, di solito leggo “E allora i morti di cancro?” Nessuno si era però spinto al punto di nominare la TBC
Il guaio è che ci siamo abituati troppo bene, chi da una parte e chi dall’altra. Quello che impressiona di campioni come Federer e Nadal (e anche Djokovic anche se arrivato dopo ai massimi livelli) è la longevità. Hanno messo sotto 3 generazioni. Non ci si deve aspettare che chi verrà dopo di loro farà lo stesso.
Thiem ha già fatto 3 finali slam in 3 stagioni diverse. Già troppo per essere una meteora. Dopodiché, che non sia un fuoriclasse, è un altro discorso.
Un filosofo.
Per Rafa è stata una scelta sofferta e se ne pentirà tra un mesetto, ma ha scelto così, quindi lo aspettiamo sul rosso, quando sarà ancora più “cattivo” del solito.
La situazione è molto incerta. Non si sa chi sia in forma, chi meno. Nadal è uno che non trova velocemente la condizione. Molto più difficile del solito fare pronostici. E i tornei sono a rischio annullamento fino al giorno prima.
Thiem è solo una meteora uscirà presto dalla top 5 e poi dalla top 10….. il futuro è Tsitsipas scritto quando era il numero 267 al mondo
Per la cronaca la tubercolosi uccide un milione e mezzo di persone ogni anno ma semplicemente non se ne parla I misteri dell’informazione
Io invece dico: a NY Medvedev o Titti; a Parigi Thiem.
È incredibile, per loro contano soltanto i numeri del covid (numeri peraltro ampiamente discutibili e discussi, basti pensare alla diatriba sui morti “per” e “con” il virus).
@ Franco66 (#2574115)
C’era il mio vicino di casa che per ridimensionare qualche schiaffo che dava alla moglie diceva sempre«che vuoi che sia,quello del piano di sopra la moglie l’ha mandata all’ospedale»!!!
La dico: a Djokovic gli US Open e a Rafa il Roland Garros oppure tutti due gli slam a Dominic Thiem. Non vedo altre combinazioni.
A chi la spara più grossa tra zio Tony e papi Srjdian…è piu facile indovinare chi vince tra i loro pupilli…eh vai che tutto fa brodo!
Io credo che la paura in questo caso sia più legata ad eventuali infortuni che non al virus. Semplicemente preso atto del calendario si è reso conto che non avrebbe mai potuto difendere entrambi i titoli, visto anche che non ha più 25 anni, ed ha deciso così di concentrarsi su Parigi, la sua specialità.
Come ragionamento ci sta tutto…l’unica cosa è che se falliva a NY poi se integro avrebbe avuto una seconda chance, così invece è one shot, tutto o niente!
Su otto miliardi A proposito mi sai dire quanti morti fa ogni anno la tubercolosi?
Poi volevo rispondere al buon Toni. Ognuno di noi,caro Toni non è padrone delle proprie paure ma ne è semplicemente schiavo…
@ Franco66 (#2574091)
non è necessario parlare a vanvera sempre e comunque, ci sono 750.000 morti che qualcosa dicono, certi messaggi tienili per te grazie
Zio Tony;siamo padroni Anche delle nostre parole e anzitutto di nostro silenzio!, Ma, mi sa che questo deve ancora impararlo qualche giocatore!
Visto che si parla di Spagna e di Covid Due giocatori dell Atletico Madrid sono risultati positivi Ieri un commentatore ha fatto notare come l incubazione possa durare anche 10 giorni Ciononostante l Atletico andrà in Portogallo a giocarsi la fase finale dell Europa League Giovedi prima partita Ormai è chiaro La questione Covid a questo punto è solo politica ed economica Manco a dirlo i due positivi stanno meglio di noi