Nick Kyrgios: “Non punto ad uno Slam, non mi interessa un coach”
All’ultimo Australian Open Nick Kyrgios aveva sorpreso per calma, focus e attitudine in campo. Si pensava che il sentirsi coinvolto nel dramma nazionale degli incendi boschivi l’avesse responsabilizzato, potenziando il suo atteggiamento durante gli incontri. Solo un grande Nadal riuscì ad estrometterlo dal torneo, dopo una lotta feroce tra i due.
Ascoltando le sue ultime dichiarazioni, rilasciate durante un podcast e riportare dal magazine “The West Australian”, il talentuoso aussie sembra di nuovo sprofondato nel suo carattere, terribilmente conflittuale e autodistruttivo, troppo complicato per consentirgli di diventare un vero campione. Ecco alcuni dei concetti espressi, che vanno dal considerare impossibile la vittoria in uno Slam perché troppo impegnativo sul piano fisico, all’inutilità di ingaggiare un coach perché sarebbe troppo costoso ed uno spreco di tempo, visto che non si sente disposto ad ascoltare i consigli di nessuno.
“Personalmente penso che assumere un allenatore sia uno spreco di tempo e denaro, perché penso che vengano pagati troppo per quello che ti danno. Non ho l’obiettivo di vincere i tornei dello Slam, non credo che il mio corpo resisterà per sette partite in un Grande Slam, potenzialmente giocando 3-4 ore ogni partita. Dopo un bel match mi interessa solo staccare la spina, riposarmi, bere una birra. Oggi lo sport ed il tennis è preso fin troppo sul serio”.
Il concetto resta che gli piace il tennis, ma solo a modo suo, con i suoi tempi e ritmi. “Voglio solo continuare a giocare a modo mio, divertirmi e semplicemente giocare. Quindi per me avere un allenatore è inutile, non voglio perdere tempo e denaro… Non penso che ci sarebbe un allenatore pronto per stare con me, sarebbe solo un incubo. Ho raggiunto un punto nella mia carriera in cui ho già impostato i miei modi e metodi, e non mi piace ascoltare i consigli, ad essere onesto non mi piace ascoltare nessuno.”
Nick ha un grande talento, e per molti il rischio di “sprecarlo” conducedeno una carriera fatta solo di alti e bassi, qualche grande vittoria e troppe sconfitte, sarebbe un vero peccato. Lui non la pensa così: “Ad oggi non valuto la mia carriera dalle vittorie e sconfitte. C’erano molte persone che su di me non avrebbero scommesso nemmeno due centesimi, e sì, quei commenti a volte erano offensivi. Ero solo un ragazzino, volevo solo giocare, competere. Ci sono allenatori che arrivano a dire a un ragazzo di 14 anni che ha urgentemente bisogno di perdere peso. “E se non lo fai, non sarai mai nessuno.” Quelle situazioni erano difficili da gestire, la mia intenzione era quella di dimostrare che molte persone avevano torto sul mio conto… Volevo mostrare loro che il “ragazzo grasso di Canberra” non era così male per colpire la palla, che poteva essere tra i migliori al mondo”.
Marco Mazzoni
TAG: Coach, Intervista, Kyrgios, Marco Mazzoni, Nick Kyrgios
@ Bud (#2559717)
Ma tutto nella vita è fortuna o sfortuna. Anche l’applicazione e la dedizione feroce sono qualità con cui si nasce.
Kyrgios ha già guadagnato 8 milioni di dollari Togli le tasse aggiungi gli sponsor non sono pochi Comunque lui ha ragione quando dice che per vincere uno Slam ci vuole una base fisica che lui non ha voglia di raggiungere Però se i tre fenomeni avessero un calo o magari si ritirassero Kyrgios uno Slam potrebbe anche vincerlo Mai dire mai
In ogni sport c’è chi ha un talento sconfinato ma non riesce a veicolarlo verso dei risultati all’altezza e lui è uno di questi. Forse un giorno si guarderà indietro e si accorgerà cosa avrebbe potuto fare.
E’ solo più fortunato.
Ti serve un mental coach,uno bravo.
Il problema è che gli affetti da questa sindrome fanno i milioni facendo schifo.
Nella letteratura medica trattasi di Sindrome di Cassano.
@ Bud (#2559621)
Traduzione abbastanza corretta, direi. Sono scelte individuali, che non sarebbero le mie se potessi farle, ma che non credo si possano criticare in assoluto.
Poi sarebbe giusto che quando Nick decide di giocare a tennis, lo faccia DA PROFESSIONISTA, rispettando il pubblico, gli organizzatori e gli sponsors; questo troppe volte non lo ha fatto.
Oneste dichiarazioni. Gioca, a volte vince, spesso diverte. Guadagna tanto, Una strada più che rispettabile. Chi ha diritto di contestarla? In nome di cosa?
Volete criticare uno che pur impegnandosi nel proprio lavoro (altrimenti non stai tra i primi 20 del mondo), non intende dedicargli completamente la propria esistenza? Bravo lui, probabilmente è più sano degli altri. Le ossessioni non fanno bene.
Infatti. Non serve il pregiudizio. È priprio così, pessimo.
Io questa intervista la traduco così. Non mi serve un allenatore che mi dica cosa devo fare. Voglio fare quello che ho voglia io, e quando non ho voglia me ne infischio di allenamenti e tennis. Non punto agli slam perchè significa impegnarsi 3 4 ore a partita per 7 partite. Sacrificio, fatica, sudore, dolore fisico… E anche così non è detto che vinco. Chi ha voglia di tutto sto sforzo?
Pure io uguale. Non ho mai puntato agli slam o a diventare n. 1 al mondo. Preferisco pagare per giocare a tennis, se no mi monto la testa… ahahahahah
Interessante. Il vissuto di un ragazzino, vessato per la sua obesità. La sua riscossa. E la mancanza però di traguardi superiori.
Bannatelo
Ho sempre cercato di non avere pregiudizi su ciò che fa e dice Nick; queste dichiarazioni mi sono piaciute molto.
Chiariscono benissimo chi è come tennista, e anche come uomo.
@ Rare99 (#2559574)
Secondo me si è reso conto da solo che non sarà mai all’altezza
Ma perché non va a giocare a basket (nella migliore delle ipotesi) e si toglie dai cogl….!
E’ l’esempio massimo di tutto ciò che non deve fare un professionsta 😆
Un coach costa e non ha soldi da buttare via. Sa che il suo fisico non regge 7 partite x vincere Slam. Nick la sa lunga…
A mio avviso Nick ha capito il prezzo del sacrificio per stare al livello alto,troppa pressione e reagisce con disimpegno,riducendo l’intensità rimarrà rilassato,tranne nei giorni in cui la frustrazione sfocia nell’ira.Tipico dei giocatori talentuosi.
FORSE..potrebbe arrivare a giocarsi una finale di un grande slam…ma proprio forse…dando il 100% fisico mentale e ❤️
Capisco che per un suo tifoso accanito può essere frustrante sentirlo parlare così ma se diventasse un robottino mono-maniaco probabilmente non ci divertirebbe così tanto vederlo sul campo da tennis. E’ la sua vita, è un suo talento (beato lui!)ne faccia pure quello che vuole, l’importante è che lo faccia rispettando sempre se stesso e gli altri.
@ me-cir te no (#2559553)
Non si chiama ossessione,si chiama innanzitutto lavoro,ma anche voglia di mettersi in gioco e superare I propri limiti e si chiama anche passione allo stesso tempo
Beh, serve da sotto! FE-NO-ME-NO! (Scherzo, qualora non fosse chiaro)
Mi rispecchio molto in Nick, anch’io non sono mai stato interessato ai tornei dello slam.
Mah, a dire il vero sono forse le prime considerazioni lucide che gli sento fare.
E in gran parte condivisibili, anche al di fuori del mondo dello sport.
Mi sorge il sospetto che sia più maturo di quanto lo dipingano. E anche se mi sta antipatico a pelle (ma credo che per lui non sarà un problema), sono contento per lui.
I suoi limiti li conosce bene….evidentemente non riesce a impegnarsi in modo maniacale per vincere uno slam perchè atrimenti uscirebbe di senno…quindi preferisce vivere come sa, e magari togliersi qualche soddisfazione senza portare i suoi limiti psichici e fisici oltre…
Io in queste dichiarazioni non ci vedo tutta questa autodistruzione. Ho visto in lui tanta conflittualità in passato quando ha fatto il buffone in campo, ma qui mi é parso sincero con se stesso: per lui il tennis non é un’ossessione come per Nadal o altri, gli va bene stare dove sta e prende decisioni di conseguenza.
Oh, in tutti i campi c’é quello che lavora 20 ore al giorno per fare carriera e guadagnare 20 mila al mese e quello che magari ha piú qualità, ma lavora 8 ore al giorno perché scopre di riuscire a fare una bella vita con 3mila
Ma quanto parla……….un po di silenzio mai……
A questo punto mi sembra abbastanza evidente che la sua sia una reazione inconscia ai “soprusi” ricevuti da adolescente. Nel passato c’è stato un grandissimo campione che raccontò che suo padre l’obbligava a rispondere a più di 2000 palline al giorno sparate da una macchina. Quel ragazzo riuscì ad arrivare al numero 1,ma poi ebbe una crisi di rigetto che lo fece sprofondare in classifica e lo spinse verso l’uso della cocaina. Tale periodo di rigetto alla fin fine gli fece quasi bene, perché poi riscoprì la vera bellezza del tennis e tornò ad essere numero 1 anche da ultratrentenne. Forse il carattere geneticamente più ribelle di Kyrgios potrebbe in parte “proteggerlo” da una totale crisi di rigetto, ma non lo farà mai decollare verso la vera gloria (o magari ad un certo punto scatterà qualcosa in lui e dominerà dopo i 30anni).
Sinceramente,se io fossi un suo amico vero o comunque una personanche gli vuole bene, tra vederlo vincere Slam, a costo di poi avere crisi esistenziali pericolose (vedi Pantani), o giocare per divertirsi, guadagnandoci pure dei bei soldini, e facendo scalpi eccellenti, ma senza avere crisi esistenziali, beh, come amico non avrei dubbi nell’augurargli la seconda ipotesi. È un peccato per i tifosi e per il tennis in generale, ma forse è meglio per lui.
Continuo a domandarmi perchè uno così abbia anche dei tifosi. Che siano tutti di derivazione antinadaliana dopo i recenti e passati screzi fra i due?