Andy Murray e l’ATP Relief Fund
Andy Murray, vincitore del torneo virtuale di Madrid, ha deciso di devolvere l’intero premio di 45.000 dollari in beneficenza. Metà dei soldi andranno al NHS, il sistema sanitario nazionale inglese.
L’altra metà, 22500 dollari, invece saranno versati all’ATP Relief Fund.
La somma, non dovuta dal campione britannico secondo lo schema elaborato da Djokovic che riguarda solo i tennisti che si trovano attualmente in top100, va quasi a coprire la somma che Thiem, attuale n.3 della classifica mondiale, si è categoricamente rifiutato di versare, accusando i tennisti di bassa classifica di poca professionalità.
Ricordiamo pure che l’italiano Thomas Fabbiano, anch’egli fuori dalla top100, ha recentemente annunciato di voler contribuire a tale fondo.
Un Grazie a Mandrake
TAG: Andy Murray, Emergenza Coronavirus
7 commenti
Non c’è niente da capire….cantava un tale… semmai da non uscire con dichiarazioni assurde che poi si cerca di correggere peggiorandole….
Questa è la conferma che avete capito molto poco. Peccato.
Gesto di classe. Da entrambi.
L’ATP Relief Fund è ora il Player Relief Programme, e include WTA e ITF
In un comunicato congiunto delle tre maggiori organizzazioni tennistiche, ATP, WTA e ITF, è stato delineato il fondo per il sostegno economico ai giocatori.
Il Player Relief Programme riguarderà complessivamente 800 giocatori, uomini donne e doppisti compresi, e sono stati già raccolti oltre 6 milioni di dollari.
I criteri per la distribuzione e l’assegnazione dei fondi si baseranno sulla classifica nonché sui premi guadagnati nel corso della carriera. Secondo alcune voci si terrebbe conto della classifica al 31/12 e al 01/07 del 2019 nel considerare gli aventi diritto. Il fondo verrà gestito dall’ATP e dalla WTA.
Sulle modalità procedurali del fondo erano intervenuti ultimamente anche ex-tennisti.
Youzhny, attuale coach di Shapovalov, ha espresso la sua incertezza su quali siano i criteri di base, ventilando la promozione di un fondo di beneficenza a cui tutti potevano donare liberamente, senza cioè rendere la contribuzione obbligatoria, ed estendendola ben oltre la posizione n.100 in classifica.
Hewitt, ex n.1 ed attuale capitano della squadra australiana della Davis Cup, aveva espresso i suoi dubbi sull’obbligatorietà per i tennisti entrati da poco nei top100 (in particolare Duckworth, australiano e vincitore a Novembre 2019 di Playford 2 e Pune e nel 2020 del Challenger di Bangalore).
Il due volte campione di Slam ha poi commentato il rifiuto di Thiem di partecipare al fondo con le seguenti parole “Lui ha qualche problema con dei tennisti che stanno molto in basso nella classifica e che non danno il massimo per sfruttare il loro potenziale”.
Anche Trungelliti aveva criticato molto duramente la decisione di Thiem “Alla fine ognuno è libero di usare i propri soldi come crede, ma non può dire che i tennisti non li meritino quando ci sono persone che sudano come bestie per arrivare dov’era lui o dov’è adesso in classifica. E’ piuttosto brutto che un tennista dica cose del genere”.
Vorrei vedere l’austriaco perdere altre quattro finali Slam al quinto. Dopodiché gli manderei un messaggio: caro Thiem evidentemente sei stato poco professionale.
Complimenti Andy e grazie anche a Thomas che non ha di certo guadagnato quanto Thiem, ma che dimostra che prima di essere grandi campioni si è innanzitutto uomini.
Andy sei sempre il Numero 1 x me. Grazie