Cahill, il fondo di sostegno WTA e la fusione ATP & WTA
L’allenatore di Simona Halep, attuale n. 2 al mondo, ha rilasciato una lunga intervista nel corso della quale si è detto favorevole all’unione dell’ATP e della WTA. “Quando la WTA è stata fondata e sostenuta negli anni da Billie Jean King, Chris Evert a Martina Navratilova, si pensava a un sistema degno per le tenniste, per la lotta sui diritti civili e sull’uguaglianza dei premi.
Anche le tenniste attuali credono in questa battaglia, e che sia giusto proseguire nella strada già segnata. Ci sarà qualche tennista uomo che se ne risentirà, ma credo fermamente che sia giusto procedere con l’unificazione delle due associazioni.
Unire ATP e WTA significa consolidare le risorse che porterà inevitabilmente a una perdita di posti di lavoro, ma d’altra parte i soldi risparmiati potranno esser incanalati nello sport, permettendo una vita più stabile a un numero maggiori di giocatrici. Questo assicurerebbe una crescita del nostro sport.
Quando giocavo negli anni ’80 e ’90 solo i primi 150 in classifica riuscivano a vivere di tennis, oggi siamo ancora in quella situazione.
Mi auguro che questa pandemia attuale serva da campanello d’allarme per tutti. Ora che tutti sono fermi, i top100 dell’ATP stanno attingendo ai loro fondi personali per sostenere i tennisti di bassa classifica. Non è giusto che l’ATP la WTA e L’ITF mettano i giocatori in queste condizioni.
Bravissimi gli uomini a farlo, Novak a proporlo e tutti i tennisti a seguirlo, contribuendo al fondo.
So che la WTA sta chiedendo alle giocatrici di far qualcosa di simile a quello che Novak ha suggerito e vi posso dire che Simona Halep è già d’accordo nel farlo.
Un Grazie a Mandrake
TAG: Darren Cahill, Emergenza Coronavirus
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La precisazione di Thiem sull’ATP Fund Relief
Il tennista austriaco è ritornato oggi sulle sue controverse dichiarazioni che hanno suscitato polemiche e scalpore nel mondo tennistico.
Secondo il ventiseienne tennista infatti molti giocatori che sono presenti nella classifica ATP, ma militano principalmente nel circuito minore ITF, non sarebbero abbastanza professionali da meritare un aiuto economico per superare la crisi economica causata dalla pandemia globale che ha bloccato ogni attività tennistica remunerativa.
Nella sua precisazione odierna, l’ex- allievo di Bresnik ha detto che rimane della sua idea anche se ci tiene a precisarla visto che è stata “percepita” duramente. Ricordando che le classifiche comprendono 2000 persone circa e che alcuni di questi tennisti non sono professionali, ha dichiarato che non è contrario a sostenere finanziariamente i giovani talenti, ma che ogni tennista dovrebbe poter scegliere “direttamente” a chi destinare la cifra.
Il finalista dell’ Open di Francia 2019 vinto da Nadal e dell’ATP Finals 2019 vinto da Tsitsipas, ha proseguito ripetendo che darebbe soldi “a chi li farebbe profittare veramente, ne ha bisogno di più, e merita il sostegno”, concludendo con questa sua particolare opinione “E’ un fatto, valido non solo di questi tempi: Ci sono persone, animali e organizzazioni che hanno bisogno di sostegno più di probabilmente ogni singola persona sportiva”
Il finalista dell’Open Australiano 2020 vinto da Djokovic non ha annunciato alcuna personale iniziativa di beneficenza al termine dell’intervista.
La proposta di fare un WTA fund Relief è interessante, anche perché essendo il tennis femminile meno seguito di quello maschile, e con meno introiti, credo che la ripartizione dei vari contributi dovrà essere diversa e ancora più consistente da parte delle top players, chiamate anche da un punto di vista ideologico a mettere in pratica quei precetti di solidarietà ed equa distribuzione delle risorse a cui si appellano spesso nelle loro interviste.
Insomma tutte le tenniste sono chiamate, ancora una volta, non solo a dimostrare il loro impegno, ma a dover fare pure quel passo extra che le condizioni economiche del tennis femminile impongono.
Certo che se finalmente intervenissero gli sponsor, il discorso si risolverebbe in 5 minuti. Il principio da adottare sarebbe molto semplice: ci sono molti tornei che non verranno giocati, e i soldi necessari a disputarli, compresi i prize money, sono stati risparmiati.
Ora basterebbe ridestinare quei soldi et voilà.. Quanto è difficile prendere una decisione del genere? Sarebbero sempre soldi spesi per il tennis, dopotutto.. Le stesse federazioni sono già andate in soccorso delle loro organizzazioni e risorse umane nazionali.