Intervista a Eric Brimberg, co-fondatore di Atton & Price, fondo di solidarietà per tennisti
Eric Brimberg ha specificato nell’intervista che la struttura di questo fondo è ancora mobile, dipendendo dalle risorse che si accumuleranno e che egli stesso cercherà bussando alla porta della BNP Paribas, uno dei maggiori sponsor mondiali del tennis, delle aziende e di tutti i soggetti coinvolti nel mondo del tennis.
Non ci sono dunque stime precise per ora sulla somma da destinare, si parla di un minimo di 250 euro a settimana per giocatore, ma potrebbe aumentare se i fondi lo permetteranno, né sulla sua durata per cui si procederà a vista, dato che non si sa con certezza la data di rientro in campo, di settimana in settimana fino a quando i fondi saranno disponibili.
Il banchiere francese ha parlato di come sia nato il suo interesse verso il tennis dopo incontri recenti con tennisti in terra francese, in particolare con Medvedev, e che non percepirà un compenso a titolo personale per il tempo speso su questo progetto, di modo che l’intero ammontare della cifra raccolta sia destinato ai tennisti.
“Molti chiedono quale sia il mio interesse. Beh, ci sono medici specializzati in America che prendono un anno sabbatico, rinunciando al loro stipendio stellare, per dedicarsi al volontariato e vanno a curare le persone in Africa gratis. Bene, loro salvano vite, io non faccio altrettanto con questo fondo di solidarietà, ma spero di dare un contributo a tutti i tennisti in difficoltà”
Alla domanda sulla modalità di distribuzione dei soldi, in particolare sul fatto che distribuendo egualmente a tutti la stessa cifra i giocatori dei futures guadagnerebbero di più di quanto avrebbero percepito giocando i tornei in programma, Brimberg ha risposto “E’ vero. Non esiste un sistema perfetto, anche questo ha un problema di questo tipo come Lei ha detto. Però io preferisco guardarlo da un altro lato. Si tratta di aiutare dei tennisti che sono all’inizio della loro carriera e che proprio per questo non hanno ancora le necessarie risorse finanziarie a superare questa fase. Se Lei guarda i giovani tennisti, molti hanno delle agenzie di management che hanno procurato loro consistenti contratti di sponsorizzazioni con aziende che puntano non sui loro risultati attuali, che ancora devono arrivare, ma sui loro risultati futuri. Li considerano come delle promesse per il futuro. Anche noi la pensiamo così, e se distribuissimo in base alla classifica attuale ne beneficerebbe chi ha più soldi, e non chi ne ha meno”.
Un Grazie a Mandrake
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1 commento
Mi è piaciuto molto il suo punto di vista finale sul come e perché vanno finanziati i giovani nel tennis, ma vale anche nello sport in generale.
Io aggiungo che i giovani tennisti devono ricevere le stesse somme del fondo che ricevono gli altri perché non hanno avuto ancora il tempo materiale per costruire una stabilità finanziaria, o almeno un fondo di riserva. La maggior parte si indebita per coprire le spese dei primi anni.