Emergenza Coronavirus ATP, Copertina, Generica

Open Court: nelle parole di Gaudenzi idee e opportunità (di Marco Mazzoni)

09/04/2020 15:53 8 commenti
Andrea Gaudenzi nella foto
Andrea Gaudenzi nella foto

Finalmente. Era tempo che aspettavo (insieme a tutto il mondo della racchetta) una vera presa di posizione di Andrea Gaudenzi, un’intervista lunga, franca, approfondita. Per la prima volta da quando si è insediato sulla poltrona più “pesante” del mondo tennistico, l’Andrea nazionale ha parlato, e l’ha fatto in modo schietto, con concetti interessanti. Per chi lo segue da sempre (è esattamente mio coetaneo, con 24h di differenza) prima da giocatore e poi come manager, Gaudenzi è sempre stato una persona di carattere. In campo fin da giovane, quando aveva una visione molto chiara del suo gioco; poi con la svolta e l’ingresso nel team di Muster, grazie a cui ha fatto il salto di qualità; quindi con il coraggio di prendere posizioni scomode e rivendicazioni allora ardite per i colleghi. Un tipo brillante, uno che tra un dritto consistente e tanto lavoro atletico si ritagliava il tempo per studiare e prepararsi ad una carriera extra agonistica che gli ha portato enormi soddisfazioni, fino a condurlo al vertice dell’ATP.

Fui sorpreso dalla sua scelta a Presidente, perché conoscendolo ritenevo difficile che “Gaudio” accettasse un ruolo da comparsa, schiacciato da poteri economici e mille interessi. Lui è uno che detta una rotta, ha una visione, è consapevole di dove la barca deve arrivare e delle virate necessarie ad arrivarci.

Per questi motivi, finora ero deluso dalla sua mancanza di comunicazione “vera”. Poche righe, succinte, senza guizzi, senza un’idea forte, senza una presa di posizione sui temi importanti. E quando ti siedi in quella poltrona lì, deve esporti e non puoi vivere di rimessa.

Finalmente ieri Gaudenzi ha incontrato la stampa (una call ristretta dalla sua casa londinese), e ha parlato di mille cose. Con dettagli, idee e considerazioni forti. Questo è il dato più interessante della sua chiacchierata, un segnale inequivocabile di presenza e di obiettivi. I primi risconti da parte del mondo della racchetta alle sue parole sono positivi, tecnici ed osservatori guardano con interesse a diversi passaggi della press conference, sottolineando alcuni cambi di rotta rispetto al passato.

Tra i più importanti, il riconoscere che il nostro sport è guidato dagli Slam. Lapalissiano, ma non scontato da parte di chi guida l’ATP. Ecco alcuni estratti delle sue parole, che riportiamo da Ubitennis, Tennis Actu e Tennisnet. “Il principio che ci ispira è molto semplice: cercare di giocare il più alto numero dei tornei possibili con le settimane disponibili, per preservare non solo punti e prize money ma soprattutto per poter offrire lo spettacolo agli spettatori. Io rappresento l’ATP ma gli Slam sono gli Slam, noi abbiamo le Finals ATP a fine anno, ma mi piacerebbe avere lì a Londra i migliori fra chi ha giocato tre Slam e sette Masters 1000. Noi alla fine incoroniamo il n.1 del mondo…”. Questo un estratto importante delle sue dichiarazioni. Priorità quindi. Banale? Sì, ma a livello politico tutt’altro, come la volontà di ricompattare le varie anime che guidano il tour, perché con questo disastro-pandemia, il rischio di rompere il giocattolo è molto serio. “Il Roland Garros ha fatto un passo indietro, ha capito e ha detto parliamone. Anche l’US Open ha piani per spostare il suo torneo se la situazione non migliora quest’estate”. Continuo il confronto con i giocatori: “Mi hanno seguito molto. Ho parlato con tutti quelli del Player Council, con Roger, Rafa, Djokovic, e tutti sono d’accordo che la filosofia è poter giocare i tornei più importanti. Quindi anche se è tutto teorico ha un senso che il Roland Garros vada a settembre, mentre non lo ha spostare di due o tre settimane l’US Open. Se non si gioca ai primi di settembre dubito che si possa giocare a fine settembre. Qui stiamo parlando del calendario, ma in questi giorni abbiamo fatto 50 versioni che cambiamo giorno dopo giorno. Ci sono anche dei paletti: la 02 Arena per le finali ATP è bloccata, c’è solo quella settimana…. Vorremmo idealmente poter contare su due Masters 1000 su terra prima o dopo Roland Garros”.

Ma l’aspetto più interessante delle parole di Gaudenzi è sulla visione attuale e del prossimo futuro dello sport della racchetta. Il focus deve essere sui giocatori, e sul modo in cui arrivare al pubblico, che sta invecchiando in modo netto e quindi è importantissimo star dietro ai più giovani, che vivono in un modo velocissimo, iperconnesso, dove tutto è fruibili all’instante. Smaterializzare il prodotto rispetto al broadcasting tradizione. “Quando ho presentato la mia candidatura al Board a New York avevo osservato, avendo passato tre anni nel Board di ATP Media, che c’era un’opportunità enorme per il tennis, che secondo me non sta esprimendo il potenziale a cui può ambire. Il nostro è uno sport sano, solido dal punto di vista del business, ma se ti paragoni agli altri sport dal punto di vista dei diritti TV, il tennis rappresenta meno dell’1,2% dei diritti totali, ma ha più di un miliardo di fan. Siamo in top 5 per tutti e due i generi, 50-50 uomini e donne, mentre altri sport sono uomo-centrici. Possiamo passare i prossimi anni a litigare sulle briciole mentre di là c’è un mondo. I nostri competitor non sono soltanto gli altri sport, ma tutte le piattaforme di entertainment. Oggi competi con il tempo, il portafoglio e l’attenzione della gente: se un ragazzo si siede sul divano ha la scelta di guardare una serie su Netflix, ascoltare musica, guardare il calcio o una partita di tennis. Finora siamo andati bene, ma attenzione perché il mondo sta cambiando, passiamo da un mondo di ‘linear broadcasting’ a un mondo digitale in cui ci sono opportunità enormi, specialmente per il nostro sport. Nel mondo delle trasmissioni lineari era un incubo: non si sa a che ora una partita comincia, quanto dura, e fino al giorno prima non si sa neppure chi gioca. Ma dalla transizione verso il mondo in cui stiamo entrando, quello del “direct to consumer” possiamo beneficiare tutti, se riusciamo a far crescere il tennis invece che focalizzarci su diatribe interne nate da una mancanza di trasparenza e fiducia”.

Questa è una visione davvero interessante, perché nuova, fresca, che apre una finestra su di un futuro che è già alle porte. E lo sport, che piaccia o no, non può ignorare se non vuol essere relegato ad una nicchia della nicchia.

Continua Gaudenzi con un paragone molto calzante con quel che ha passato il mondo della musica con l’avvento del digital download: “Abbiamo uno sport bellissimo da vedere, ma oggi devi fare 3-4 abbonamenti per guardare il tennis, in ogni paese è diverso ed è tutto frammentato. Non possiamo chiedere questo ai nostri utenti, è contro ogni logica commerciale e poi i dati dei centinaia di milioni di fan che hanno comprato i biglietti sono sparsi per le varie federazioni e i vari tornei, niente è centralizzato: non conosciamo i nostri fan. Anche i grandi tornei avranno delle difficoltà in futuro, anche se hanno tante risorse, perché hanno un evento di due settimane. Ci sono investimenti enormi che non puoi fare altro che centralizzare. Questa crisi ci pone davanti a un bivio: o ci si eleva oppure ci si divide maggiormente. Ho sempre fatto un esempio: negli anni ’90 la musica vendeva i cd, poi è arrivato il digital dowload e nessuno ha più pagato la musica, quindi gli artisti. Steve Jobs ha lanciato Itunes, l’hanno preso per pazzo, con ogni canzone a 0,99 dollari…, quel modello non ha funzionato, poi è spuntato Spotify, aggregando tutto: 9,99 dollari e ascolti tutta la musica che vuoi. Quello che conta è l’esperienza. Gli artisti vanno pagati, migliaia di etichette discografiche si sono messe insieme. Il tennis è molto frammentato, tutti stanno benino, ma la musica lo è ancora di più. La crisi ha creato coesione. Vero che nel tennis tutti stanno benino, gli Slam vanno bene, i Masters 1000 anche… ma quale deve essere la motivazione forte nel tennis?”.

È un pensiero forte, che apri scenari potenzialmente rivoluzionari, per come potrebbe essere vissuta l’annata tennista, i tornei, e la singola partita. Nuove regole next gen a tutti i livelli? Tornei con orari molto diversi? Un tour più snello fatto di eventi top molto distanziati dagli altri? Vendita delle singole partite e su piattaforme uniche in tutto il mondo? Le parole di Gaudenzi aprono molti scenari. Alcuni personalmente li condivido, alcuni mi spaventano perché amo visceralmente il tennis e nelle sue fondamenta non lo vorrei nemmeno sfiorare. Però l’aspetto importante, oggi, è che ci sono idee sul tavolo, innovative, e che un momento di grave crisi come quello attuale può essere anche una grande opportunità se ben sfruttato, progettato e attuato.



Marco Mazzoni


TAG: , , , , , , , ,

8 commenti

deuce 09-04-2020 20:09

Scritto da rhobs
Caro Marco Mazzoni, immaginiamo cosa stai pensando…
sappi che hai tutta la nostra solidarietà.

al massimo gli possiamo aggiungere il punto……finale :mrgreen:

8
Replica | Quota | 1
Bisogna essere registrati per votare un commento!
+1: rhobs
Markux (Guest) 09-04-2020 20:00

Il solito Gaudenzi.

7
Replica | Quota | 0
Bisogna essere registrati per votare un commento!
totò (Guest) 09-04-2020 19:17

Spero di morire prima che questi mercanti senza scrupoli distruggano l’unicità del tennis.

6
Replica | Quota | 0
Bisogna essere registrati per votare un commento!
Mandrake. 09-04-2020 18:52

Scritto da marco.mazzoni
@ Mandrake. (#2544835)
Perdonami, non sponsorizzo affatto le regole nextgen. Non l’ho scritto. Il fatto che le stiano testando è un dato di fatto, e anche se sono un sostenitore convinto del 3 su 5, non tutto è da buttare x me di quel format, ma assai corretto.
Sullo Spotify-tennis è solo un paragone x spiegare come è cambiato il settore musica. Non è un modello da copiare x tennis, sono due ambiti diversi. Ma è certo che i giovani sono rapidi, sempre più abituati a consumare media in modo diverso. Quindi è un fenomeno da osservare e studiare, sarebbe stupido non farlo. Parlare di tennis solo in differita è una stupidaggine.

Beh, Gaudenzi nell’intervista non aveva parlato delle regole del Next Gen e tu le hai introdotto come possibile scenario nell’ultimo paragrafo, per cui diciamo… c’hai pensato. Ora che hai chiarito che era una visione ad ampio raggio al di là della singola intervista del Presidente ATP, ho compreso il tuo riferimento. E certamente alcune nuove regole sono state testate prima in quel contesto e poi introdotte stabilmente nel tennis, per cui si presta sempre molta attenzione al Next Gen.
Però, negli esempi abitudinari di Gaudenzi Spotify è ormai un evergreen. Io ho sottolineato che Netflix e la musica online sono “eventi” registrati. Il confronto è quindi inappropriato con eventi live come il calcio e il tennis. La registrazione delle partite, e quindi la trasmissione “solo” in differita sarebbe la fine del tennis, come ho già ampiamente spiegato.
Se invece vogliamo approfondire il discorso di accentramento degli eventi su una sola piattaforma anziché le 3-4 di oggi. Amazon è già avanti visto che trasmette anche L’US Open, la Federazione francese ha appena inaugurato una piattaforma online oltre che la gestione autonoma del RG (togliendo i diritti che aveva concesso alla tv francese. Immagino che il prossimo passo sarà quello di un’asta per trasmettere anche online l’evento). Rimangono Wimbledon (che è trasmessa in chiaro in UK) e L’AO ( che mi pare sia trasmessa come Wimbledon, in chiaro nella sua Nazione e a pagamento all’estero ) che mi pare siano piuttosto stabili nella gestione delle loro partite, e personalmente non credo che Wimbledon cambi idea, magari AO potrebbe piegarsi a una logica di mercato.

@ Dancas (#2544869)
No, vabbé “capacità di analisi limitata” su un commento di una pagina intera non si può proprio leggere.
Se fossi entrato nel dettaglio, cioè se avessi voluto scrivere in modo più complessivo sarebbero state 4 pagine. Magari anche 8 partendo dagli antichi Etruschi, argomento sempre interessantissimo. E sarebbero state pubblicate alle calende greche..
Erano spunti di discussione, tutti rigorosamente premessi da ipotesi, nel pieno rispetto delle opinioni e dichiarazioni altrui, ma non per questo prive di spirito critico costruttivo. Poi se qualcuno si stizzisce facilmente è un suo problema.
La parte destruens di Socratica memoria è anche troppo banale di questi tempi, e da sempre in Italia.

5
Replica | Quota | 0
Bisogna essere registrati per votare un commento!
Dancas (Guest) 09-04-2020 18:08

@ Mandrake. (#2544835)

Se invece, come ho letto, Gaudenzi vuole avere partite con orari certi d’inizio e fine, per uno sport come il tennis vuol dire solo una cosa: giocare indoor.

Estrapolo solo questo piccolo passaggio per farti capire come sia veramente difficile leggere le tue parole quando dimostri una capacità di analisi davvero limitata. Gaudenzi ha detto l’esatto contrario. Sta infatti dicendo che con i vecchi palinsesti, programmare il tennis fosse particolarmente complicato. Al contrario oggi, con i canali streaming dedicati, come tennis tv o súper tennis, il problema non si pone più. Al contrario si pone un nuovo problema, e cioè che chi è sul divano oggi può scegliere comodamente cosa guardare e cosa ascoltare, e questi sono i suoi competitors, quindi Netflix, spotify, eccetera.. quindi si dovrebbe centralizzare l’offerta per offrire tutto lo spettacolo in un unico abbonamento.

4
Replica | Quota | 2
Bisogna essere registrati per votare un commento!
+1: marco.mazzoni, me-cir te no
rhobs 09-04-2020 18:05

Caro Marco Mazzoni, immaginiamo cosa stai pensando…
sappi che hai tutta la nostra solidarietà. 🙂

3
Replica | Quota | 2
Bisogna essere registrati per votare un commento!
+1: deuce, marco.mazzoni
marco.mazzoni 09-04-2020 17:47

@ Mandrake. (#2544835)

Perdonami, non sponsorizzo affatto le regole nextgen. Non l’ho scritto. Il fatto che le stiano testando è un dato di fatto, e anche se sono un sostenitore convinto del 3 su 5, non tutto è da buttare x me di quel format, ma assai corretto.
Sullo Spotify-tennis è solo un paragone x spiegare come è cambiato il settore musica. Non è un modello da copiare x tennis, sono due ambiti diversi. Ma è certo che i giovani sono rapidi, sempre più abituati a consumare media in modo diverso. Quindi è un fenomeno da osservare e studiare, sarebbe stupido non farlo. Parlare di tennis solo in differita è una stupidaggine.

2
Replica | Quota | 0
Bisogna essere registrati per votare un commento!
Mandrake. 09-04-2020 16:07

@Marco Mazzoni
da quel che leggo tu e Gaudenzi dite due cose diverse.
Tu sostieni che il tennis dovrebbe andare verso le regole della Next Gen, ma rimani un po’ troppo vago. Che vuoi dire: 5 set di 4 games? Va bene, ma a chi gli piace vedere gli Slam perché possono arrivare fino a 30 giochi a partita contro questi 20 giochi cosa si dice? Poi sei d’accordo per il killer point? Io direi di aspettare fino al 2022 per vedere che effetti produce averlo introdotto nei doppi.
Io ho smesso di guardarli da quando l’hanno introdotto come regola. Il terzo set come super-tie break ha un senso nel doppio, hai dieci punti per costruirti la vittoria, non è il classico lancio della moneta che è l’eliminazione del vantaggio.

Gaudenzi invece parla di spotifyzzare il tennis.
Benissimo. Spotify funziona così: tutte le canzoni disponibili con un abbonamento mensile.
Il tennis in tv funziona così: abbiamo ATP (WTA) tennis tv con tutte le partite al prezzo di un abbonamento mensile, di 8 euro per la WTA e il doppio per l’ATP. Cioè spotify esiste già. Di che parliamo? Di ampliare l’offerta? Esiste già il circuito video dei challenger, “gratis” e con tutte le partite disponibili. Vogliamo metterle a pagamento? Ok. Quello che rimane fuori sono 10 tornei dei circuiti maggiori al massimo e quasi tutto il circuito minore dell’ ITF.
Vogliamo introdurre le telecamere su ogni campo dove si giocano tornei ITF ( una valanga di tornei!). Ok, poi però dobbiamo togliere le restrizioni sulle scommesse, perché o vai in una direzione o in un’altra. Più tv, vuol dire più soldi per i tennisti (ammesso che a qualcuno interessi l’ITF almeno la metà dell’ATP o WTA), quindi meno probabilità di partite truccate.
Se invece, come ho letto, Gaudenzi vuole avere partite con orari certi d’inizio e fine, per uno sport come il tennis vuol dire solo una cosa: giocare indoor. Si può fare, eliminiamo tutti i tornei a rischio pioggia ( non è conveniente fare i tetti sui campi del challenger, magari teniamo solo gli Slam con i tetti, visto il budget che hanno a disposizione). Poi togliamo pure il live. Sì, perché spotify funziona cosi: tutta la musica è “registrata”. Quella è la sicurezza massima sugli orari e partecipanti. Tutti gli eventi in differita. Anche perché sinceramente chi si mette a guardare live un’intera partita di basket? C’ho provato più volte.. è di una noia totale. Meglio gli highlights. E una volta che togli la diversità dei campi da gioco, il patrimonio vero del tennis, quella sarà la direzione che prenderà: highlights. Perché il risultato l’ho già letto 3 ore fa sul livescore di una decina di siti disponibili. Voglio dire, abbiamo una situazione straordinaria come questa senza partite live che ci dà la controprova, chi sta vedendo FULL MATCH di partite passate? ( Io sono fermo a 40′ 43” della finale Wim2008… )
Tutto questo comporterà meno spettatori, meno abbonamenti, e più video su youtube. E un tennis in crisi profonda.

1
Replica | Quota | -1
Bisogna essere registrati per votare un commento!
-1: marco.mazzoni