I “guardiani” dell’Integrity: “Bene le misure sui tornei minori, ma contro il match fixing serve attenzione a ogni livello”
Aumentare il livello di attenzione su tutti i tornei di tennis per garantire l’integrità delle competizioni. È l’auspicio di Sportradar, multinazionale specializzata nell’analisi e nella fornitura di dati e contenuti statistico-sportivi, dopo la decisione da parte da parte del Tennis Integrity Supervisory Board e dalla International Tennis Federation di fermare i livescore per gli eventi da 15mila dollari del World Tennis Tour.
Una decisione applaudita da Sportradar, così come quella di investire 8 milioni di dollari per nuove misure di integrità, a cui però, spiega Agipronews, dovranno seguire nuovi interventi per “blindare” il tennis dai rischi di match fixing. «L’ITF si è impegnata più di chiunque altro ad affrontare i problemi di integrità sportiva», ha dichiarato a Gambling Compliance David Lampitt, managing director of Sports Partnerships di Sportradar. Secondo Lampitt, però, i casi di match fixing non sono un’esclusiva delle competizioni minori e «tale problema dovrebbe essere affrontato a ogni livello di questo sport».
I progressi sono comunque evidenti: dall’ultimo rapporto IRP (Independent Review Panel, l’organo di controllo creato da Atp, Wta, Itf e Grand Slam Board) di dicembre 2018, i casi di sospetti combine nel tennis sono diminuiti del 50%. Un calo confermato anche dal report del terzo trimestre 2019 dell’International Betting Integrity Association (IBIA), che ha registrato un -40% degli alert rispetto allo stesso periodo del 2018. Le nuove misure previste dall’ITF e dalla Tennis Integrity Unit prevedono la registrazione video dei match, un protocollo di sicurezza per scoraggiare la raccolta di dati non ufficiali, nuovo personale addetto all’integrità e canali potenziali per giocatori e arbitri per la segnalazione di possibili casi di match fixing.
TAG: Tennis e scommesse
I Guardiani dell’Integrity o i Guardiani della Galassia o come diavolo vogliono farsi chiamare è più utile che vadano a cercarsi un lavoro e la smettono di rendersi ridicoli…
@ morbidone (#2491557)
se può interessarti fai una ricerca nel sito. il tema è stato ampiamente discusso.
Il fatto è che nel tennis tutto è in nero, se ci fosse più trasparenza….
questa pantomima sul match fixing quando finirà? mi sento di ribadire che del rischio di impresa dei bookmakers non me ne frega una beneamata ceppa
I guardiani…
Non dico altro…
Rooney ha dichiarato di aver perso 800mila euro in 5mesi con le scommesse… parliamo del giocatore che ha fatto più gol nella storia del Manchester non un giocatore dicerie c o d…il problema è la corruzione e la mancanza di voler fare sacrifici che alla fine porta all’oblio e alla fine!
Discussione interessante…vorrei leggere altri contributi. Ciao
Contesto.
Intanto in serie C gli stipendi sopra i 100.000 € annui sono piuttosto comuni (i contratti sono pubblici, li trovi su internet), e non è proprio poco. Diciamo che consente di vivere più che dignitosamente e mettere via qualcosa per dopo.
Poi, negli ultimi 40 anni (il primo calcio scommesse è degli anni ’80) ci sono stati decine di calciatori di serie A squalificati (Paolo rossi, Manfredonia e Giordano, Albertosi, mica dei poveracci!), e le retrocessioni “eccellenti” a tavolino di Milan e Lazio (non solo Juve).
Il problema è un altro, anzi sono 2:
1) che è assurdo che uno che gioca bene a tennis ma non abbastanza da poterci vivere, invece di andare a lavorare decida di vendersi le partite;
2) che ci siano calciatori (anche mediocri, tipo serie C o D) che riescano a vivere di calcio.
Se ti riferisci a calciopoli, la juventus corrompeva gli arbitri per consolidare la sua posizione di forza.
E continua a farlo tuttora, per essere sicura della vittoria.
Ma non per bisogno di denaro.
Nel calcio, a vendere le partite per denaro sono giocatori/club di Serie C e Serie D. Dove guardacaso di soldi ne girano pochini.
Esattamente come nel tennis. La maggior parte dei bookmakers limita significativamente alcune tipologie di scommessa sulla Serie C e molti non quotano per niente la Serie D
Se fosse così semplice non ci sarebbero stati i casi calcioscommesse nella serie A italiana.
Devono tirare via un 35% netto dei prize money di slam e 1000 e girarlo ai tornei minori.
Solo cosi possono risolvere il problema