Open Court: Gaudenzi apprezza i set corti, cosa tenere delle regole NextGen? (di Marco Mazzoni)
Oggi si disputano le semifinali della terza edizione delle NextGen Finals, con il nostro Jannik Sinner che sta rubando il palcoscenico grazie a prestazioni di altissimo livello. Oltre al valore tecnico della manifestazione, è interessante valutare di nuovo il nostro amato sport con le novità regolamentari introdotte in questo evento. Un format rivoluzionario che sta provocando accese discussioni tra appassionati e addetti ai lavori.
Rinnovare le storiche regole del tennis, o no? Su questo tema si è pronunciato in una recente intervista anche Andrea Gaudenzi, prossimo Presidente dell’ATP da gennaio 2020. Ecco le (poche) parole del romagnolo: “Non sono un tradizionalista, sono aperto all’innovazione. L’essenza di questo sport deve essere rispettata, ma devo dire che mi piacciono i set a quattro giochi. I momenti importanti arrivano sempre sul punteggio di 4 pari o 5 pari. Aumentando il numero di momenti cruciali si rende il tennis molto più divertente. Per questo il format che stiamo provando alle NextGen è interessante”.
Queste le sue parole. Al momento sono solo considerazioni personali, nulla di ufficiale da parte dell’ATP, ma è un discreto allarme per i cultori delle regole classiche, che assolutamente non vogliono toccare niente nel secolare regolamento del tennis.
Un fatto è certo: dietro le quinte qualcosa si sta muovendo, da diverso tempo. C’è voglia di cambiare, lo hanno dichiarato in modo più o meno netto sia chi sta nelle posizioni di comando del “giocattolo”, chi investe pesantemente nel tennis ma anche gli stessi giocatori. Quindi non è solo il puro business, trainato da sponsor e tv, come molti appassionati sospettano, a spingere per un gioco più veloce, partite più corte da giocarsi con regole un po’ diverse. Un input molto chiaro viene dagli stessi giocatori, che vorrebbero portare le partite sul tour ATP a una durata di 1h e 30, massimo 2 ore. Questo per equipararlo alle maggiori discipline mondiali (football, basket, ecc), ma anche perché il gioco è diventato massacrante sul piano fisico, troppi gli infortuni in un calendario asfissiante di 11 mesi filati di tornei. Nuove regole che portano a match più corti, secondo il loro punto di vista, sarebbe una soluzione ideale per tutti, spettatori inclusi.
Pur capendo il loro punto di vista, personalmente la vedo in modo un po’ diverso. Vero che oggi il tennis sul tour maschile è diventato infernale dal punto di vista fisico ed agonistico, ma la soluzione non è da ricercare stravolgendone regole storiche, che hanno elevato il nostro sport a disciplina entusiasmante, ma ritornando all’essenza del gioco stesso. Il tennis è nato per essere uno sport tecnico, di destrezza e rapidità; basterebbe riportare le condizioni di gioco a quelle di una ventina d’anni fa (campi più rapidi, superfici molto diverse tra di loro, palle più veloci) o eventualmente intervenendo sui materiali (chi afferma che non si può non sa cosa dice, basta vedere cosa hanno fatto da anni negli USA nel baseball e hockey) per ritornare a partite più snelle, con meno scambi a premiare la tecnica ed il gioco offensivo sull’atletismo e costanza di rendimento. Qua si entra in un ginepraio intricatissimo, e mi fermo qua.
Tornando al tema caldo delle nuove regole introdotte alle NextGen, dopo 3 anni di test ormai in molti si sono fatti un’idea più precisa, vedendo molte partite giocate da tennisti assai diversi tra di loro. Pur partito assai scettico sull’intero format, devo dire che non tutto in fondo è da buttare. Credo fortemente che questo formato, così come è nella sua interezza, non vada bene; ma qualcosa invece può funzionare, se riveduto e corretto. Infatti mi piacerebbe molto che l’ATP provasse, magari l’anno prossimo alle NextGen o in eventi Challenger/ATP250, a testare queste regole in partite ufficiali ma con qualche correttivo, per vedere l’impatto sul pubblico e sul gioco. Quali sono i correttivi da applicare? Ecco quel che a mio avviso funziona, e quello che invece proprio non va.
Sullo “Shorter Warm-Up” e lo “Shot Clock” direi che nessuno ha niente da ridire. Sul “Player Coaching” credo che si debba ascoltare il parere dei giocatori, e seguire la loro volontà. Può funzionare ed essere d’aiuto ai tennisti, ma senza la diretta tv, che mi sembra un voler spettacolarizzare e drammatizzare un momento sportivo (pure complicato nella tensione del match) a tutti i costi.
Poi arrivano i nodi al pettine, le vere riforme sostanziali. Sul “No-Ad scoring” sono assolutamente contrario. È la regola più impattante sul match, sull’andamento tattico e mentale. Sono nette le motivazioni che non mi convincono. Intanto il tennis è nato come disciplina in cui per vincere un game servono due punti in più dell’avversario. Togliere questo non accorcia poi più di tanto il tempo di gioco, ma stravolge totalmente un concetto basilare del gioco. E non è positivo. Inoltre il tennis è uno sport di situazione, non tutti i 15 sono uguali. Essere bravi a gestire palle break e vantaggi è una vera e propria arte nel tennis, è la differenza tra un campione ed un buon giocatore. Gente come Nadal, per citare il n.1 del mondo, ha vinto più Slam grazie alla sua forza mentale, tattica e tecnica in questa fase di gioco, strappando ai vantaggi giochi decisivi. E’ giusto che la sua maggior qualità sia premiata, come quella dei più forti agonisti. Giocarsi tutto sul punto singolo ha un impatto assai limitato sulla durata dell’incontro (si giocherebbe un numero di punti minore) ma snatura troppo il momento più decisivo e spettacolare di un game. I giochi con più punti ai vantaggi sono sempre i più elettrizzanti. Il punto secco cancella la fase che distingue il tennis dagli altri sport. Perché perdere una simile unicità in nome di partite “più rapide”? Aggiungo che al salire del livello, mediamente conta di più il servizio, e quindi il No-Ad potrebbe scatenare una predominanza della battuta. Quindi, No-Ad totalmente bocciato.
Quella dei “Set corti”, con qualche correttivo, potrebbe essere una innovazione interessante. È l’altra regola più impattante, altro stravolgimento storico della disciplina. Dopo tre edizioni di NextGen, la conclusione è che molti set ai 4 games sono assai completi e divertenti. Lo stravolgimento è nella gestione tattica dei match. Se perdi il servizio e stai sotto 0-3, ormai il parziale è andato… In un set “tradizionale” è difficile che lo si lasci andare, a meno di non trovarsi in uno slam, avanti 2 set a 0, e si opti per tirare il fiato e pensare già al quarto. Molto dipende anche dalla superficie, per il diverso impatto del servizio (terra o cemento molto veloce, o erba). Quel che non mi convince, e cambierei, è il momento del tiebreak: giocarlo sul 3 pari è prematuro, allora si potrebbe optare per un tiebreak a 10 punti, oppure assai meglio giocare il tiebreak sul 4 pari. Quel gioco in più non sarebbe affatto una differenza marginale, vorrebbe dire un turno di servizio in più. Inoltre nell’economia di un set a 4 games è fondamentale la presenza o meno del No-Ad, che rende il tutto fin troppo veloce.
La mia speranza è che si provi il format dei set a 4 game ma senza il No-Ad, e col tiebreak sul 4 pari invece del 3 pari. Credo che potrebbe essere una soluzione molto interessante. Avremmo set più snelli, ma rispettando la regola fondamentale del tennis (si vince un game sempre con 2 punti di scarto), e con molti momenti “elettrizzanti”. Provare questo formato in tornei veri, e con i campioni in campo, farebbe la differenza, avremmo dati “certi” per scegliere la direzione da prendere.
Dall’anno prossimo Andrea Gaudenzi sarà al timone del tennis maschile. Vedremo se andrà incontro alle pressanti richieste dei giocatori, gli attori che ci fanno appassionare al nostro sport, ma con la forza di preservare l’unicità della disciplina. Cambiare è sintomo di intelligenza; ma ogni rivoluzione, per funzionare, deve intervenire sui problemi senza tagliare le radici alla base, altrimenti l’albero muore…
Marco Mazzoni
@marcomazz
TAG: Andrea Gaudenzi, Marco Mazzoni, NextGenATP, no ad, no adv, Nuove regole, Open Court, regole nextgen, set corti
ma tu hai mai pagato un biglietto per andare a vedere un torneo di tennis?
così, perché di solito a vedere i challenger siamo sempre i soliti 4 gatti, ma anche 3 o 2 il mercoledì mattina, mentre a roma per il 1000 ci sono scolaresche e ragazzini che se passa cilic non lo riconoscono.
@ Ranuccio Tommasoni (#2469510)
Tante idee interessanti… forse troppe per le nostre semplici e retrograde menti.
Mi limito dunque a commentare la più attinente alla discussione odierna, e mi prendo un po’ di tempo per elaborare le altre… 😉
Il deciding point dopo qualche deuce “normale” è intrigante, ma dopo cinque o sei è troppo… rischi di vederne giusto un paio in tutto il torneo. Facciamo dopo 2 o massimo 3?
L’idea di partire da un 2-pari immaginario e cosmetico, invece, non mi convince affatto. Così non stai “correggendo la parte esoterica”, bensì eliminando uno degli elementi più belli, crudeli e indispensabili del tennis: IL BAGEL! (e pure il breadstick!) E no, non è la stessa cosa! Io quello zero, se te l’ho dato, lo voglio vedere sul tabellone!
Quwsta volta Mazzoni mi ha molto deluso. Uno che dice che l’essenza del tennis è la destrezza e la rapidità, senza considerare il fascino dalla tattica e strategia e degli altri aspetti mentali del tennis ha capito poco di questo sport. Spero per lui che si sia solo espresso male.
In ogni caso velocizzare campi e palle non rende certo il tennis più spettacolare e non premia certo la destrezza, a parte quella del servizio. Meglio fare dei set al 4 piuttosto che favorire gente come Opelka o addirittura Olivetti.
Probabilmente ci si riferisce ad un ragionamento eccessivamente fondato su passaggi obbligati ritenuti logici oltre ogni dubbio empirico (ma la logica è logica di chi? esiste una logica neutrale o è soggetta anch’essa a premesse e ad impostazioni preliminari tendenziose?)! Se però ad esempio questa sequenza di cause in sequenza logica con passaggi obbligati (tempo logico-formale) fosse smentita dal divenire storico empiricamente accertato (tempo empirico) questa eccessiva razionalizzazione verrebbe smentita dai fatti e sono i fatti empiricamente realizzatisi nel tempo quelli a dover essere considerati nel porre in essere le politiche economiche!
@ Wimbledon (#2469653)
Una che potenzia il cervello! 😆 Wikipedia!
Ma neanche per sogno i set corti! C’è gente che vuole vedere le partite, i colpi, i campioni e mi fai durare un set meno di 10 minuti?
Ma perfavore 0 rispetto
L’unica modifica regolamentare che mi garbava, il no-let, invece l’hanno già cancellata!
Set a 4 game è un ottima trovata non se ne può più di matches infiniti che premiano solo i giocatori con gambe da body building alla faccia del talento..Sino d’accordo:una partita non dovrebbe durare più di un’ora e mezzo due oltre non serve è così in quasi tutti gli sport ed è assolutamente ragionevole
Senza cambiare nulla ma togliendo la seconda di servizio?
Che droghe usi?…
🙂
Propongo di istituire una petizione/ raccolta firme al fine di bloccare qualsivoglia tentativo insano di cambiamento per il mantenimento dello status quo,il tennis così com è e che tanto ci piace.
@ Ranuccio Tommasoni (#2469510)
Hmmm… tragico dilemma: guardo la partita di Sinner o leggo il commento di Ranuccio?
Scherzo dai, dopo il match me lo sparo di gusto! 😉
Un suggerimento, che è anche una richiesta, per la redazione.
Perchè non proponete un ben studiato sondaggio sul tema? Sarebbe interessante provare a quantificare la tendenza in merito.
n.b …anche buona occasione per tirar via quel “Davis Cup – India vs Italia – Chi dovrà giocare in singolare?” che inizia a far tanfo di muffa 🙂
Questa effettivamente potrebbe comunque essere una buona idea, una sorta di tie-break per le parità.
Anche se poi, come tu stesso dici, situazioni del genere non è che succedano così spesso in una singola partita, a volte anche mai.
Ormai è da un bel pezzo che si parla della necessità (!!!) di introdurre queste benedette (leggasi maledette) nuove regole, e più ne sento parlare, più si consolida in me la seguente considerazione:
mi pare abbastanza consolidata la reazione, tra lo schifato ed il perplesso, della stragrande maggioranza di noi appassionati, al paventato taglio del numero dei giochi, e ancor di più alla scomparsa del sistema dei vantaggi.
Un’altra piccola fetta magari accetterebbe solo qualche parziale esperimento senza stravolgimenti radicali.
Infine, restano quattro amici al bar, amanti delle sveltine, che hanno voglia di cambiare il mondo…
Mi appare anche abbastanza evidente che l’esigenza di cambiamento è strumentale soprattutto ad alimentare gli interessi economici che girano intorno alle manifestazioni; in quanto, oltre alla reazione degli appassionati, anche dalle dichiarazioni dei tennisti, ultima che ho letto quella del nostro Sinner, non mi pare che quanto ci si vorrebbe propinare come progresso, susciti particolare simpatia tra i professionisti…
Per cui mi chiedo, va bene la voglia matta di incrementare i guadagni. Lecita.
Ma visto che i soldini arrivano dal fatto che sono i tennisti (che come detto non è che lascino trasparire, per usare un eufemismo, tutto questo entusiasmo) a offrire lo spettacolo, e noi appassionati (che non gradiremmo proprio che il tennis snaturi la propria essenza) a permettere l’ingresso di tanti bei soldini nella tasche di emittenti televisive, sponsor, siti, ecc. ecc., sono davvero così sicuri che otterranno l’effetto voluto?
Di certo dal sottoscritto ricaveranno un segno meno per i loro bilanci, e sono convinto che l’interesse di una buona parte di chi adesso segue questo bel circo, andrà scemando.
Ma magari sono convinti, e probabilmente hanno ragione, che potranno contare sui figli del nuovo millennio, ai quali potranno propinare sin dalla nascita quello che chiameranno tennis senza che lo sia.
@ Koko (#2469396)
D’accordo su tutto, tranne sul tempo logico. Però non ho capito che cavolo c’entra. È stata comunque una lettura interessante.
@ marco.mazzoni (#2469258)
Caro Marco mi trovi d’accordo quasi su tutto, direi tranne sull’opportunità di mettere dei limit drastici alle attrezzature o velocizzare di molto i campi e tornare alle palle più piccole di una volta (ricordiamo che sul finire del periodo Ivanisevic-Rosset di “serve and return error” furono leggermente aumentate di diametro le palle, mi rendo conto che a qualcuno gli si sono anche ingranditi gli attributi, ma in pochi sanno che negli anni ottanta erano leggermente più veloci anche le palle perché un po’ più piccole).
Allora il NO-AD è un totale controsenso se attuato come adesso, subito sul 40 pari.
Match troppo lunghi non va più bene, ed è vero, ma bisogna corrispondere la durata del match anche al numero di momenti di suspense durante il match, e questi momenti devono essere tanti e succedersi in tempi non troppo lunghi.
Quando si va ai vantaggi si creano i presupposti per un buon numeri di momenti di suspense, quindi eliminare i vantaggi è un bel autogol in termini di marketing.
La cosa migliore è fare un compromesso, mettere un DECIDING-POINT (killer point) dopo il quinto o sesto DEUCE, a quel punto ci sono stati una buon numero di momenti di suspense e l’attenzione dello spettatore (specie se giovane) inizia a calare, perché la cosa risulta ormai ripetitiva.
Qundi un KILLER-POINT dopo il sesto DEUCE rialza l’attenzione (e non è una cosa che avviene molto spesso, normalmente dopo 3 o 4 deuce il game finisce).
L’ultimo a vincere il punto prima del sesto deuce, decide la direzione del servizio.
Sui set con tie break sul 4 pari mi trovi perfettamente d’accordo (ovviamente match con BEST of FIVE), sul 3 pari è troppo presto.
Per correggere la parte di estetica numerica per i tradizionalisti si può semplicemente far partire ogni set con lo score di 2 pari, così i risultati finali rimangono con i 6:2 7:6 4:6 7:5 tradizionali, è pura cosmesi e ad un certo punto, dopo qualche anno si può anche tralasciare e segnare l’equivalente 4:2 5:4 2:4 5:3
Anche io penso che sarebbe meglio giocare un tiebreak al meglio dei 10 punti sul 4 pari, per gli stessi motivi di maggior numero di momenti di suspense (già accennato parlando del NO-AD).
Sono ormai almeno 12 anni che vado scrivendo questo cose, e per assurdo non escludo nemmeno che qualcuno dei responsabili ne abbia preso spunto 😉
…mi rendo conto del pericolo di lapidazione che sto correndo, quindi tralascio altre cose che ho lanciato 10 anni fa come la coppa Piqué and company…
Tornando al discorso di prima, per rendere più sensati questi cambiamenti bisogna anche modulare in qualche modo il sistema a seconda del turno o momento del torneo, o se è un torneo del grande slam o una quali-challenger. Per gli slam, specie in semi e finale il metodo US Open o Wimbledon va bene.
Ma ad esempio per la finale di un torneo a livello ATP 250 o 500 o anche 1000 il quinto set potrebbe essere giocato con tiebreak sul 6 pari o 10 pari, un po’ come a Wimbledon, sempre BEST of FIVE sets (il best of 3 con set accorciati non ha proprio senso, 3 o 4 o 5 set corti sono molto meglio di 2 o 3 set lunghi, perché ci sono più momenti di suspense con il “best of five”).
Per le due semifinali si può giocare il tiebreak sul 4 pari anche nel quinto set, mentre per tutte le partite prima si può anche sostituire il quinto set con un super-tieberak al meglio dei 12 punti, un po’ come avviene alla Laver Cup, e per evitare tiebreak troppo lunghi si può introdurre il DECIDING-POINT sul 20 pari anche nel tiebreak, secondo lo stesso sistema accennato prima per le situazioni di DEUCE. Quindi chi ha vinto il punto per il 20 pari decide la direzione del servizio.
Per la finale (ed anche per le semifinali) invece i tiebreak è meglio lasciarli aperti come ora, altrimenti uno può vincere il torneo grazie ad un singolo colpo fortunoso.
In questo modo i match normali durerebbero circa 90 minuti, quelli delle semifinali sarebbero leggermente più lunghi e le finali possono superare anche le 2 ore.
Io farei anche qualche cambio ulteriore.
– Lascerei la seconda di servizio solo per i tiebreak, così gli ace tornano dei colpi spettacolari.
– Toglierei il LET al servizio, per togliere tempi morti.
– Farei giocare con una sola palla (un palla nuova per ogni game), sempre per tagliare tempi morti che giovani e neofiti non reggono.
– Permetteri ai giocatori di sedersi solo ad ogni secondo cambio campo, gli altri cambi-campo invece dovrebbero essere rapidi e senza pausa come sul punteggio di 1:0 o come nei tiebreak, rispettando la regola originale del tennis: “play must be continuous”.
Per il coaching, la cosa delle cuffie se proprio si vuole si può mettere in semi e finale, io comunque sarei contrario, ma se proprio non c’è verso di evitare questa cosa allora nella fase finale del torneo è tollerabile.
Prima invece limita lo sviluppo dei giocatori dal punto di vista mentale, tattico e strategico, inoltre favorisce troppo i giocatori che già si possono permettere i coach migliori.
Quindi prima delle semifinali il coaching normale non dovrebbe essere permesso, ma piazzerei i coach in prima fila negli angoli del campo (sul lato opposto al giudice di sedia) uno nell’angolo destro l’altro nell’angolo sinistro, da li possono incitare il proprio giocatore, un po’ come avviene nel calcio.
Se poi un giocatore prende un medical time out, allora l’altro giocatore può andare verso l’angolo del suo coach a bordo campo a parlare con il suo coach, un po’ come avviene già nei tornei juniores.
i set a 4 game darebbero un ulteriore vantaggio a chi ha un servizio potente. Già è difficile breakkare un Isner in un set normale, diventa pressochè impossibile in un set dove sul 3 pari vai al tie break. sulle superfici veloci si giocherebbero caterve di tie break. diventerebbe uno sport da lancio della monetina. non so…
E’ vero, Givaldo si esprime in un modo che sembra di tornare indietro nel tempo, anni dei salotti borghesi dell’800. Personalmente piace il suo scrivere perchè ricorda poeticamente cose del passato che avevo dimenticato, tecnicamente è preparato e ha un’ironia molto sottile.
La cosa più orribile è il killer point.
Al resto ci si potrebbe perfino abituare, a patto di rimettere i corridoi del doppio perché così sembra ping-pong
spero non cambi nulla, le regole adottate alla next gen sfiorano il ridicolo
I set ai 4 sono troppo corti. L’unica variazione accettabile sarebbe set ai 5 con tie break ai 7 sul 4 pari e sempre con la regola dei due punti in più per vincere un game. Tutto il resto lo lascerei stare.
Quoto, il no ad proprio non lo sopporto….. Se proprio cambiare toglierei il net sui servizi e tbreak già sul 55
Sono stato lungamente scettico, ma alla fine debbo convenire che il set corto ha un suo perché.
La formula esige dai giocatori massima intensità e attenzione fin dall’inizio, mentre per gli spettatori elimina le fasi “morte” delle partite. Esempio lampante: il big server di turno si porta sul 3-0 con due break di vantaggio. Tutti sappiamo che, salvo rarissime eccezioni, il set è virtualmente finito. Eppure, andando avanti on serve, c’è da sorbirsi ancora cinque game! Col set corto il problema non si pone. Set velocemente archiviato e si riparte col prossimo.
L’idea di Mazzoni (set corto ma senza killer point e tiebreak sul 4-pari invece che sul 3-pari) è un compromesso interessante. Resta da vedere, però, se partite 3 su 5 con tali regole risulterebbero effettivamente più corte, in media, delle attuali 2 su 3. Perché credo che questa sia la condicio sine qua non…
A coloro che si professano scandalizzati, schifati, basiti e pronti non guardare mai più un’altra partita… nessuna offesa, ma sospetto che avreste reagito nello stesso modo nel 1922, quando gli iconoclastici organizzatori di Wimbledon decisero che il campione in carica, dall’anno seguente, avrebbe dovuto partire dal primo turno, anziché essere ammesso direttamente in finale. O quando negli anni 70 si decise di adottare nel circuito maggiore la mostruosa creatura di James Van Alen, introdotta nel 1965 in un’esibizione-pagliacciata in un casino del Rhode Island: il tie-break.
Io stesso mi reputo per certi versi un purista, ma sono anche realista. Gli sport, come ogni cosa, vanno avanti, si evolvono, cambiano per assecondare le esigenze dei tempi. E si, quelle di oggi sono anche esigenze commerciali e mediatiche. Non è né bello né brutto. E’ così e basta. E non accettarlo, a mio avviso, è una presa di posizione sciocca e futile. Detto ciò, non dico che mi piacerebbe se da domani ogni torneo del mondo si disputasse con regole Next Gen. Ma neanche mi dispiacerebbe se, fra un paio d’anni, si giocassero tre o quattro 250, magari tutti su superfici differenti, con i set corti. E poi vediamo…
@ Koko (#2469396)
Meraviglioso 😀
Ci vuole qualcosa di più veloce.
Io farei 30 secondi di riscaldamento per i tennisti.
Riscaldamento spento nei palazzetti per temprare il carattere degli spettatori.
Monoset da 5 minuti, un servizio a testa, al termine dei quali chi è in vantaggio passa il turno.
Ci sono finali che durano meno di un’ora, se hai fretta vedi un altro sport, i vantaggi sono l’essenza del tennis, già è odioso il tiè-break ma almeno è sportivo
Tu non capisci il tennis
D’accordissimo con Mazzoni su tutto. Set corti ma tie-break sul 4 pari e assolutamente nessuno tocchi i vantaggi!
In altre parole sarebbe come ora se i set partissero da 2 game pari e non da 0 game. Già oggi i set sono più avvincenti se non iniziano subito con la fuga di uno dei due
Io lo scrivo da almeno un anno, il tennis con i set a 6 e’ lentissimo. Non riesco piu’ a guardarlo.
Sono ultra favorevole al set a 4 e alla totale eliminazione dei continui vantaggio 40 pari che e’ uno stillicidio.
Con l’introduzione della scuola dell’obbligo sulla carta tutti dovrebbero far parte della casta degli scriba!
Rivoluzione ? Ok qualcosa da cambiare c’e’ sicuramente e comunque non sara’ piu come prima. Nel senso, non varranno piu i confronti con i tornei giocati in precedenza, un torneo vinto con le nuove regole sara’ diverso con quello vinto con le vecchie regole. Solo con il coaching cambia gia’, non dico che si tratterra’ di un nuovo sport ma, la differenza sull’andamento del match pesera’ sul risultato finale.
Il segreto per stancarsi meno? Accorciare il calendario, evitare le esibizioni fini a se stesse (vero Roger?) e, dunque, guadagnare meno. Ah già, ecco il problema.
Il punto è proprio questo. Si doveva puntare su qualcuno con formazione più sul post keynesianesimo che a breve tornerà di moda per evitare rivoluzioni! Una formazione turbo-capitalistica/neoclassica in economia è assai pericolosa ormai!
Quindi i fondamenti dovrebbero essere i seguenti:
Realismo (anziché strumentalismo): l’analisi deve partire dalla realtà, e non da ipotesi astratte o ideali, e descrivere l’effettivo funzionamento dei sistemi economici
Olismo (anziché individualismo): il tutto è più della somma delle parti; l’individuo non è un atomo indipendente, ma è influenzato dall’ambiente sociale; le istituzioni hanno una propria realtà specifica
Razionalità limitata (anziché iper-razionalità): gli agenti spesso dispongono di informazioni insufficienti e hanno capacità limitate di gestirle; perciò agiscono in base a convenzioni o per imitazione
Enfasi sulla produzione (anziché sulla scarsità): conta, più che la quantità di risorse, il grado con cui sono utilizzate (che ad es. aumenta con la piena occupazione)
Intervento dello Stato (anziché del mercato): il mercato non è equo, né efficiente, né si auto-regola; lo Stato deve perciò intervenire direttamente o indirettamente
Ruolo della domanda (anziché dell’offerta): la produzione è trainata dalla domanda, e non dai vincoli dell’offerta, anche nel lungo periodo
Tempo storico (anziché logico): il tempo è irreversibile, e la posizione di equilibrio non è indipendente dal sentiero seguito per raggiungerla.
Etienne de Villiers col suo tennis a gironi durò pochissimo.
Il killer point sul 40 pari lo ritengo veramente demenziale.
Non mi piacciono neanche i set corti….ma ho paura che ci dovremo abituare
Io sono favorevole al no-ad, non sul 40-40, ma dopo il primo vantaggio. In questo modo si è dato abbastanza agio ai giocatori per dirimere la vittoria del gioco, dopo 5 punti per parte basta. Questo evita i game eterni.
E con il no-ad, le cose cambiano. Per esempio Nadal avrebbe vinto molto meno: il suo servizio esterno mancino su palla break gli ha consentito di salvarne direttamente una marea. Con il no-ad, l avversario sceglierebbe di fargli servire la palla break a destra, dove è meno efficace.
diciamo le cose come stanno realmente: gli unici che apprezzano i set corti sono i network televisivi. che sono quelli che ci mettono i soldi. ma da me se cambiano le regole non avranno piu’ un centesimo
La tua prima frase riflette il mio pensiero. Nessun appassionato di tennis può desiderare dei set tagliati a metà e conclusi alla “golden gol”. Cambia totalmente lo sport. È come se nel giro d’Italia si decidesse che le salite devono essere lunghe al massimo 10 km. Sarebbe un altro sport. E non sarebbero certo degli appassionati di ciclismo a decidere un simile “sporticidio”, ma eventualmente bizzarri dirigenti o ciclisti che non hanno la minima chance di vincere una tappa alpina.
Curioso de vedere i dati “sconcertanti”. Cmq il tennis sarà sempre un po’ in crisi fin quando gli usa non avranno un top 10. Sono loro il 1mo mercato.
Per me le regole attuali funzionano benissimo. Se poi c’è qualcuno che preferisce regole strane mi viene il dubbio che non abbia mai giocato a tennis. Quando gioco nei tornei Fit a volte il regolamento prevede il killer point: è qualcosa che non sopporto e come giustamente osserva Mazzoni cambia totalmente l’approccio mentale al game. Il set corto non mi convince, certo meglio il tiebreak ai 4 pari che sul 3 pari, ma il set a sei giochi non lo cambierei. L’unica novità intelligente potrebbe essere l’occhio di falco live. Potrei essere d’accordo anche sul coaching, magari fatto come fanno nel circuito WTA. Per il resto bisogna lasciare tutto com’è.
Cambiassero allora le cose che lo rendono “fastidioso” e poco fruibile. Cose che nn sn di certo i set a 6 o 7 in caso di tie break. Ma sn i ridicoli tempi morti e , modestamente, alcune cose che ho sottolineato giu e che ho condiviso cn alcuni professionisti
@ tacchino freddo (#2469332)
le tue regole sono troppo complicate (es., chiaramente, se piove non si gioca e passa il turno chi ha più followers: la piogga sarebbe un “segno del destino” che andrebbe rispettato, tanto gli spettatori verrebbero dirottati in un palazzo al coperto per godersi lo show a base di musica & co…), però mi hai fatto capire che io forse proponevo partite troppo lunghe. Allora facciamo così: vince chi arriva primo a 7 set, ma ogni set è costituito solo da un game, che a sua volta è costituito da un solo punto (chi ha più followers batte per primo, così ha il vantaggio del servizio sull’eventuale 6 pari). Ovviamente tra un set e l’altro vanno previsti almeno 6/7 minuti di pubblicità (mentre gli spettatori si godono l’animazione dei jeeday ed i tennisti fanno pubblicità assieme al loro coach).
+@Enzo: no le teste di serie sarebbero già fissate (= sempre chi ha più followers), ma hai sollevato un giusto argomento: i giocatori non ancora classificati che hanno i selfie più votati avrebbero le WC per i tornei più importanti…
+@tutti: le mie regole sul punteggio sono migliorabili, ma se non accettate l’obbligo di deejay con musica “pompata” + cheerleader + social media + maggiore pubblicità, il tennis va in malora….
“Un input molto chiaro viene dagli stessi giocatori, che vorrebbero portare le partite sul tour ATP a una durata di 1h e 30, massimo 2 ore. ”
Scommetto che chi ha detto questa pprcata abbia vinto 0 slam!
E una questione di probabilità…se uno è in grado di fare mediamente 1,5 punti ogni game di risposta, ci sarà un game dove ne fa 4 ed altri dove ne fa 1 o nessuno…ci vogliono quindi alcuni giochi in risposta perchè si verifichi la situazione.
Siccome diventa difficile lasciare che il punteggio si dipani facendo emergere la qualità, un po’ alla volta si tenderebbe a provare il tutto per tutto in risposta fino a tiebreak.
Assisteremo a game dove i risponditori tirano missili senza senso…
Ps: mi rifiuto di credere che chi ha inventsto queste regole “taglia tennis” sia un appassionato di tennis.
@ tacchino freddo (#2469332)
Tutto straordinariamente bello. Io opterei per dieci mini tie – break a 5 punti. Perché mai fare dei lunghi set stancanti e noiosissimi.
Se poi si scegliesse come superficie preferita il ghiaccio , senza più giocare sulla terra, sarebbe ancora meglio.
Il tutto ovviamente partendo dal mini tennis così per abituare i ragazzi a rendere al massimo quando saranno grandi. Si dovranno abituare anche i maestri ma che ci vuole, basta solo un poco di pazienza. Basta o vogliamo andare oltre?
Gaudenzi apprezza i set corti. Federer e Nadal no. Basterebbe questo.
Dai siamo seri, i set corti sono da torneo scapoli vs ammogliati.
A me il killer point non dispiace. Mi limiterei a quello
@ fisherman (#2469318)
Un caro saluto.
Se, come dice Gaudenzi, l’equilibrio in campo diminuisce molto di più tra il nono e il dodicesimo game, allora mi sembra contraddittorio il fatto che si voglia accorciare il set rendendolo più televisivo ma più “random” (per non parlare del punto decisivo…).
Mi piace il coaching ma come nel circuito femminile e che i raccattapalle non portino gli asciugamani ai giocatori
Non mintrovi d’accordo sull’obbligo deejay perché porterebbe ad inevitabili discussioni sul tipo di musica da mettere.
Tie break sul 2-2 mi sembra esagerato. Io farei che sul 2-2 si possa fare un killer-point dove chi risponde può anche scegliere di cedere direttamente il set a cambio di poter avere prima, seconda e terza di servizio nel suo primo turno di battuta del set successivo. Ovviamente questa regola non varrebbe per il set decisivo, dove opterei per un super tie-break a 10 ma con possibilità /obbligo di scegliere se servire da destra o da sinistra.
Ottima la tua idea del voto online, però la applicherei solo per i giocatori che abbiano perso al tie-break del set decisivo.
Avrei anche un’altra proposta a mio parere davvero interessante e che piacerebbe anche ai puristi: quando si superano i 20 scambi l’arbitro ferma il gioco ed un giurato sceglie a chi assegnare il punto dando dei voti da 1 a 10 come nella ginnastica o nei tuffi. Chi perda può avere la possibilità di un challenger a set chiedendo voto del pubblico presente(forse sarebbe un po’ costoso perché vorrebbe dire dover dotare di bottoncini tutti i seggiolini). Ovviamente si dovrà obbligatoriamente avere lo stesso numero di tifosi per giocatore, dimostrabile attraverso il test della verità applicato ad ogni spettatore (lo so, lo so, ci sono persone allenate a sconfiggere la macchina del test, ma la perfezione non si può pretendere).
Tuttavia ritengo che il problema principale del tennis siano le interruzioni per pioggia (ovviamente outdoor);io opterei per non interrompere mai su terra o erba (tranne in caso di grandine) ed avrei una splendida idea per il cemento (dove sarebbe pericoloso correre se bagnato): il giocatore in risposta piazzerebbe una bottiglietta di plastica in un punto del settore di servizio (ovviamente ci dovrebbe essere una distanza limite minima dalla rete) ed il battitore dovrà colpire la bottiglietta servendo ad una velocità minima di 185kmh. Se ci riesce si prende il 15,se non la colpisce con la prima perde il 15,se la colpisce con la prima, ma la velocità è inferiore ai 185kmh, ma superiore ai 120kmh (non me ne voglia Sarita) allora avrà una seconda chance.
Che ne dite? A me sembrano piccoli cambiamenti intelligenti che gioverebbero ai giocatori, agli spettatori ed alle tv.
@ GianlucaPozziPerSempre (#2469282)
Perfetta sintesi! In poche parole è il solito volpone spremi soldi
La formula del Next Gen assolutamente bocciata;il tennis sta andando benissimo è uno sport di successo non vedo la necessità di cambiare!
Te lo chiedo,perche hai un modo di esprimerti anticonvenzionale,spesso controcorrente e ti avvali di citazioni e riferimenti letterari o artistici ….molto curioso, tutto qui..
Secondo me i set corti aiutano i grandi servitori, a scapito dei giocatori meno dotati in questo fondamentale che però pazientemente attendono il momento giusto per brekkare.
Gente come Isner, Opelka e simili attualmente puntano ad andare al TB per poi giocarsela su due tre punti.
Gente come il nostro Fabbiano, per andare all’opposto, ma potrei citerne tantissimi, aspettano con tanta, tantissima pazienza il momento giusto per mettere tutto il gas nei turni di risposta.
Con i set a 3 o 4 giochi, in pratica, si limitano le occasioni di brekkare l’avversario in un set e si giocano tanti TB, dove i forti servitori sono chiaramente avvantaggiati.
Le regole della next gen sono orrende. Ma ci sta solo perché è un esibizione che non vale nulla in termini di punti atp.
Il killer point non si può vedere. Il live Hawk eye ci potrebbe stare.
Hanno rovinato già gli Slam con le varie regole del quinto set, non rovinate anche i tornei atp.
Cambierei poco o nulla!
Toglierei il riscaldamento di 10 minuti pre partita, accorcerei il cambio campo ad 1 minuto( togliendo quello subito dopo il primo gioco).
1 solo medical time out.
Stop. Non rovinate la magia del 3/5
@ GianlucaPozziPerSempre (#2469282)
Ma quale scriba, scanagatta è nettamente superiore a mazzoni.
Lo scriba è Gianni clerici
I set sono troppo lunghi, va benissimo accorciarli. Abolirei il net come nella pallavolo, dove mi pare funzioni bene.
Sì infatti, è ovvio che il no ad consente un numero di break maggiore rispetto ai vantaggi…
Non sono un estimatore del sistema di punteggio delle Next Gen ma la cosa che vedo sfugge ai piu’ è che i set sono sì piu’ corti, ma si gioca 3 su 5, quindi alla fine il numero di game totali coincide con quelli di partite tradizionali 2 su 3. La differenza sta nel fatto che si ha meno tempo di recuperare quindi i game hanno piu’ importanza.
Va anche aggiunto che essendo piu’ corti c’è una possibilità maggiore (rispetto ai set tradizionali) di finire al tie break, allungando così la durata del match.
La regola che proprio non mi piace è quella del punto secco, quella sì che fa accorciare i match e impatta troppo il gioco…
Per il resto sono contro alla regola dell’asciugamano fai da te (allunga solo i tempi fra un punto e l’altro e riduce il recupero fisico dei giocatori). Per le palline non vedo che problema ci sia a farle scegliere al giocatore, tanto con lo shot clock i tempi devono essere rispettati…
Si rischia di fare il gioco dei big server. Spero che il futuro non sia Opelka…
@ fisherman (#2469281)
Non sono stato studiato. Ci si illude di studiare quando,a conti fatti,si viene studiati. Ho interrotto presto la scuola ufficiale. Ho fatto da solo. Mi piaceva studiare,ed è per questo che l’ho smessa con la scuola.
@ itf expert (#2469287)
dimentichi il bye al primo turno a chi posta il selfie con più like
Dimenticavo il no let sul servizio mi piace..
Delle regole della next gen salvo solo la regola degli asciugamani e l orologio prima di servire..Il set a 4 fa cagare..Sul veloce le partite potrebbero anche durare meno di ora quasi tutte…Sulla regola dei vantaggi sono perplesso…Certe volte mi piace ..altre no…
Alcuni utenti,quantomeno i più giovani sul forum,ignorano che gia alla fine degli anni 70,in alcuni eventi d esibizione fu tentato l esperimento del killer point,che ai tempi fu ribattezzato come “sudden death” …Io mi ricordo bene dall alto dei miei 50 anni,oo
partite in cui i vari Borg,Connors Vilas, Nastase,tanto per citarne alcuni fra quelli in auge in quel periodo,si fronteggiavano in competizioni non ufficiali.
Alla fine questo provvedimento non fu mai adottato dall Atp e non cambio mai nulla..
Non credo venga adottato neppure con la prossima presidenza Gaudenzi perche in cuor suo in realta sa che andrebbe a stridere con la natura stessa del tennis che vive e si nutre del break classico con i due “15” di differenza sul 40 pari.
l eventuale introduzione dei set corti a 4 games,richiede una riflessione ancora maggiore..
il popolo dei cultori del tennnis è nato e cresciuto con queste regole e cambi radicali non sarebbero di facile digestione.
su quanto detto da mazzoni, non concordo affatto sull’impatto del no ad con i big server.
Oggi, chi gioca contro Isner (o Opelka o Karlovic) fa una fatica terribile ad arrivare a 40 pari. un volta li, senza no ad il big server ha 4 servizi per andare, nella peggiore delle ipotesi, sul vantaggio pari e avere di nuovo 4 servizi. Con le percentiali al servizio di questi ragazzoni significa al 95% vincere coumnque il proprio turno di servizio.
il big server sul 40 pari con il no ad ha solo 2 servizi. Meno possibiità di cavarsela e maggiore pressione.
Secondo me il no ad ridurebbe il vantaggio dei big server.
Capisco che possa non piacere ma evitiamo analisi frettolose e superficiali.
Il no-ad non credo però favorisca i grandi battitori visto che aumenta break e palle break. Un 30-40 sono due pb invece che una, quindi salgono le possibilità del ribattitore.
Velocizzare i campi, ma stiamo scherzando?? Le partite andrebbero avanti solo con i servizi. Io ed il restante 99% della popolazione abbandoneremo il tennis, perchè tutti i sondaggi (che più volte sono stati ricordati dal marketing) dicono che ciò che nel tennis si ama sono i lunghi scambi (paradossalmente, se si aumentasse la velocità dei campi, a quel punto si amerebbe molto di più un “pallettaro” rispetto a chi fosse “solo servizio”).
La soluzione? Tutte le partite (slam compresi) con no let + no advantage + con vittoria al 4° set vinto ma con tutti i set al meglio dei soli 2 games (sul 2 pari tie-break al meglio dei 5 punti).
Inoltre: a) obbligo di deejay (con musica molto “pompata”) e di cheerleaders per ravvivare l’incontro, con possibilità per gli spettatori di muoversi liberamente durante i punti; b)alla fine dell’incontro anche chi ha perso i set potrebbe passare il turno se riuscisse ad ottenere più “voti online”, rispetto al suo avversario, da parte dei suoi followers sui social…
non sono contrario a cambiamenti purchè fatti bene e per i motivi giusti. Se si cambia per compiacere sponsor o per compiacere nuovi potenziali appassionati sarà un disastro.
dalle next gen finals e da alcuni commenti fatti ptima di me:
– no alla paliacciata del microfono ai coach. ATROCE
– il set ai 4 è un’altro sport. Potrei capire fare il tie break sul 5 pari in modo da fare finire tutti i set a 6 (ma capisco che potrebbe non piacere a tutti)
– il no ad mi piace quando lo gioco io (tipo in doppio in coppa italia) ma non mi piace quando lo vedo giocaree dai pro
– assolutamente d’accordo con tutti i provvedimenti che limitino i giochetti prima di servire (dare solo 2 palline, no asciugamano, 25 secondi). io vorrei anche limitare a 3 (o 4 o 5) palleggi prima di servire. Djoko e Cilic lo fanno apposta per “consumare” la concentrazione degli avversari e deve essere messo un limite.
– infine, ma siamo alla fantascienza, vorrei che i tornei dello slam avvessero tutti le stesse regole per il quinto set.
Articolo Condivisibilissimo, complimenti allo Scriba Mazzoni.
Gaudenzi ha avuto una formazione universitaria ultraliberista, sarà difficile che non ne venga influenzato e sarà pertanto difficile che finisca per privilegiare il gusto e la passione per il gioco a scapito del denaro. Perchè, parliamoci chiaro, sono due elementi sempre più in contrasto tra loro.
Givaldo che studi hai fatto?
classici?
Hanno nominato Gaudenzi per “ammazzare “ il tennis, un set al meglio dei 4 giochi non è una rivoluzione , è semplicemente ridicolo … è come se una partita di calcio durasse 45 minuti, follia pura! Purtroppo,ad oggi, si paga questa diffusa cultura americana che cambiare è un bene per forza , ma non è assolutamente così , e non per una posizione conservatrice ma perché la superficialità in cui vengono affrontate le cose è allarmante , cambiare per cambiare è sempre un errore madornale!
Bisognerebbe tornare a giocare 3 slam su 4 su erba, coi giocatori vestiti di bianco in braghe lunghe. Con questa deriva tra non molto il pubblico sarà autorizzato a ululare durante gli scambi rendendo la nobile disciplina identica al wrestling.
Lo sapevo che sarebbe finita così. Quando annunciarono le regole delle Finals Next Gen avevo intravisto che era un cavallo di Troia.
Nel caso riducessero i set a 4 giochi, cambierei immediatamente sport.
Quando è troppo è troppo.
i set corti fanno schifo,il killer point ammazza solo lo spirito del gioco, che disgusto
ciao, ho letto alcuni commenti e ci tengo a sottolineare quel che ho scritto in apertura: Gaudenzi non ha detto “il tennis sarà cambiato con set ai 4 games”. Ha detto di apprezzare il formato. Punto. Da qui a cambiarlo ci corre molto molto molto tempo. Non deciderà solo lui, ha solo espresso un parere personale. Quindi non dovete giudicare con frasi tipo “si parte male Gaudenzi”, al momento non ha fatto un bel niente.
E’ chiaro che tra qualche anno il tennis sarà modificato. A stagione terminata tornerò sull’argomento, e vi riporterò dei dati “sconcertanti” sul panorama del pubblico oggi.
Dati che stanno allarmando l’ATP.
Cambiare non sempre è distruggere, quando si cambia “bene”. Non ha senso arroccarsi su posizioni di chiusura. Vediamo piuttosto di cambiare in modo saggio, senza stravolgere o deprimere la disciplina.
saluti
@ ilpallettaro (#2469238)
Ma quale “strada da indicare”? Avrà mica la sindrome del vigile urbano? Oh sommo,tu si che indichi la direzione giusta. Tutt’e’ prenderla al contrario…
Ciao Marco Mazzoni,
sono in accordo con tutto.
Cambiamenti fatti con intelligenza e soprattutto condivisi con i giocatori a mio parere sono giusti.
Si arriva spesso a fine stagione con risultati falsati da tanti giocatori infortunati o stanchi, in più le partite a volte durano troppo.
Mah? Io tutta sta frenesia non la comprendo.
Forse si potrebbe sostituire il terzo set con un long tiebreak, ma i set a 4 proprio mi sanno di coitus interruptus.
Assolutamente no al no ad!!
Il vantaggio dei 2 punti è fondamentale.
Il tennis corto? MA che scemenza è? vogliamo rovinare il nostro sport?
Partiamo male Caro Gaudenzi
Delle Next Gen non va bene nulla se non shot clock, regola asciugamo e coaching
il nostro vecchio e caro tennis, che però non andiamo a vedere, che nel circuito challenger italiano ci sono una manciata di spettatori per tutta la settimana con qualcosa di più per la finale se c’è un italiano altrimenti manco quello.
durante una partita, il coach evidenzia al giocatore un problema e indica una strada. non deve dare troppi input
Gaudenzi non inizia bene con sta proposta comunque… Come ho già detto l altro giorno I set accorciati e il killer point sono una rovina!
Ragazzi parliamoci chiaro:chi decide sono gli sponsor che pagano!!!e se gli sponsor vorranno un nuovo formato si potrà fare ben poco e addio al nostro vecchio e caro tennis…
Secondo me nel giro di pochi anni anche i tornei dello Slam diventeranno al meglio dei 3 set ………..Il tennis è in brutte mani!!!
Cominciamo male, caro Gaudenzi…
io darei punti ATP, almeno la metà del torneo “dei grandi”, a patto che si torni al meglio dei 3 set di 6 giochi con TB sul 6 pari.
Quindi senza il deciding point del cavolo.
Meno male hanno tolto il “No Let” ❗
Impossibile dare punti ATP giocando Set di 4 giochi.
Io invece sn piu tradizionalista e apporterei solo pochi ma sostanziali cambiamenti, che velocizzerebbero il gioco senza snaturarlo ma evitando scenate ridicole e da primedonne. Andiamo in ordine sparso: 1) eviterei la ridicolaggine di dare 3-4 palline al servitore. Giocassero un intero match cn un set di palle unico potrei capire ma si cambiano ogni 7 game e il rischio di usura, anche ove dovesse esistere, si bilancerebbe tra i due tennisti nell’arco del match intero; 2) un MTO per incontro e chiamabile solo prima del proprio turno di battuta e nn rischiando strategicamente di spezzare il ritmo dell’avversario. Se hai bisogno frequente, sfrutti il minuto e mezzo di cambio campo secondo la logica che se sei veramente rotto ti ritiri, fine dei discorsi;3) nel primo set eliminerei il riposo fino al 2-1 incluso gestendolo cm l’1-0 cn il solo cambio di campo. E ad ogni set stabilirei il riposo solo a partire dal 2-1. Gli scambi sn progressivamente piu brevi e televisamente cn sn troppe pause, il tennis e’ inguardabile cosi persino per un malato cm me; 4) lascerei i set cosi cm sono cm pure il punteggio sul 40-40. Cio che eliminerei e’ il “let” sia sulla prima che sulla seconda. Si perde veramente un casino di tempo; 5) qnd si ripetono i punti per chiamate dubbie o sbagliate poi corrette da occhio di falco, si ripetono partendo dalla prima (in caso fosse in campo) o dalla seconda. Nn ha senso che se il battitore ha servito una seconda il punto si ripeta battendo una prima. Qst solo un piccolo bignami
Qui và a fini’ che se ritrovamo coi Dee Jay al Queen’s e cor live coaching e le majorettes. A proposito : i consigli e i suggerimenti di Piatti ieri sera? Tutto qua quello che aveva da dire? Credo che almeno la metà dei forumisti qua dentro abbia molte più cose da dire,tecnicamente. Escluso me,ovviamente. Io sono nemico della scienza e amico del mistero,come diceva Luis Bunuel grande tennista e prestigiatore aragonese.
Fatelo dimettere !…
bisogna vedere qual è l’obbiettivo.
se l’obbiettivo è fare una cosa che piace a chi già è appassionato, o se l’obbiettivo è rendere il tennis uno sport guardabile anche da chi non è appassionato.
nel primo caso, boh. ognuno può avere la sua idea, come il differenziare le superfici rendendo velocissimo l’indoor e lentissima la terra, per tornare ad avere gli specialisti. è una scelta che dipende solamente dal gusto, che francamente non è il mio perché le partite sul velocissimo dove si gioca a sparare servizi e sul lentissimo dove uno scambio dura un’eternità perché basta alzare la traiettoria che si azzera il vantaggio di chi sta attaccando le trovo di una noia mortale ma appunto è un gusto personale.
nel secondo caso, c’è poco da fare: bisogna ridurre le pause, favorire l’avvio dello scambio premiando chi attacca, aumentare i momenti decisivi. se questo è l’obbiettivo, per il regolamento il killer point e i set brevi sono la strada obbligata. per la superficie, bisogna favorire la media velocità e un rimbalzo ad altezza anca: il servizio deve essere ribattibile, i giocatori devono poter far partire lo scambio, chi accelera deve essere premiato rispetto a chi si mette a 3 metri dalla linea di fondo a tir topponi a 5 metri d’altezza. insomma, il gioco che piace è un servizio che dia un vantaggio ma che non faccia finire subito lo scambio, che nello scambio ci sia un attaccante e un difensore, che ci sia la possibilità di chiudere il punto con una accelerazione piuttosto che con la ricerca degli angoli.
Basterebbe introdurre il super tie break nei tornei su terra (come fanno gia in alcune qualificazioni itf) e vedi come risparmiano le energie
decidere un game sul punto secco,o di qua o di là,non è tennis
far durare un game massimo 7 punti non è tennis
è bim bum bam
Contano solo le esigenze della televisione e, visto il commento di gaudenzi, la strada è gia decisa….
Il set corto non è tennis….è un set, soprattutto nei campi veloci, che non ti permetterà piu il minimo errore…che schifo