Open Court: 15 nuovi vincitori in stagione, 2019 anno della svolta (di Marco Mazzoni)
La settimana tennistica appena conclusa ci ha regalato tonnellate di emozioni. E pensare che molti appassionati (e pure addetti ai lavori!) tendono a “snobbare” gli ATP 250, …mancano i campioni… E allora? Molto spesso sono proprio le week con i tornei ingiustamente chiamati “minori” a darci spunti importanti, grandi match, forti emozioni.
Rublev trionfa a Mosca, strappa il best ranking al n.22 e diverte col suo tennis micidiale in spinta. Se i problemi fisici sono alle spalle, occhio al moscovita… Poi Murray che vince ad Anversa, battendo un Wawrinka tornato ad alti livelli, è la favola che non ti aspetti ma che accogli col sorriso. Una finale splendida, che ci restituisce un tennista ed uomo che pensavamo di aver perso e che invece fa dannatamente bene a tutto il movimento. Oltre ad Andy, la settimana di Sinner nella città dei diamanti è una di quelle che aspetti tutto l’anno e non potrai dimenticare. Jannik ha dimostrato in campo di valere ampiamente questo palcoscenico, di potersela giocare con i migliori. Ha fatto un’esperienza fondamentale alla sua crescita: è spaventosa la maturità con cui sta in campo, affronta le difficoltà ed impara punto dopo punto, match dopo match. A Vienna lo aspetta un esordio non facile contro il gioco a tutto campo dell’esperto “Kohli”, ma la sensazione è che il nostro giovane talento d’ora in avanti scenderà in campo con la consapevolezza di chi può vincere. Sempre. E ogni sconfitta non è altro che un file da salvare nell’hard disk e controllare a freddo per cancellare gli errori, e ripartire più forte di prima.
Consapevolezza è la parola esatta che descrive la svolta di Denis Shapovalov. Il talento canadese finalmente è entrato nel club dei vincitori di un torneo del tour maggiore, dopo diverse semifinali perse. L’ha fatto in un torneo “giusto”, in cui era tra i favoriti e dove le condizioni erano per lui quasi ottimali. Quando si propone un tennis molto complicato e veloce, un campo indoor piuttosto rapido è dove puoi fare la differenza. Ma la vera differenza Denis l’ha fatta sul piano fisico e mentale. Raramente l’avevo visto così esplosivo, presente, veloce. Non mollava una palla, e ci arrivava veloce e preciso, coordinato. Quasi con “ordine”, il lato più carente nella sua straripante esuberanza tecnica e mentale. Mi arrivavano feedback interessanti da Stoccolma, “è carico, lavora alla grande, ci sono le condizioni per fare molto bene”. Boom! Perde solo un set, esalta il pubblico con un tennis clamorosamente bello ed offensivo ma senza strafare. Sostenuto da un servizio eccellente, ha finalmente giocato un tennis brillante ma con estremo focus, in ogni punto. Pochissimi i colpi sparacchiati via, zero pause, sguardo intenso e braccio veloce, a scambiare e prendersi il punto alla prima opportunità. Non un tennis percentuale ma con percentuale di rischio molto minore rispetto al suo solito. Il modo in cui si è salvato nelle (poche) situazioni difficili è la misura di come abbia giocato con intensità e testa, vincendo la tensione e cavalcando la sfida.
Shapovalov è il 15esimo tennista in stagione ad aver vinto per la prima volta un torneo ATP. Non ci sono solo tennisti “giovani” in quest’elenco ma è un segnale evidente di svolta:
Sandgren (Auckland)
De Minaur (Sydney)
Londero (Cordoba)
Opelka (New York)
Djere (Rio de Janeiro)
Albot (Delray Beach)
Pella (San Paolo)
Garin (Monaco)
Sonego (Antalya)
Mannarino (‘s-Hertogenbosch)
Fritz (Eastbourne)
Lajovic (Umag)
Jarry (Bastad)
Hurkacz (Winston Salem)
Shapovalov (Stoccolma)
Il 2019 segna una discontinuità, il ranking rispetto allo scorso anno è molto cambiato, si è anche ringiovanito, ma soprattutto propone con forza nuovi tennisti, soprattutto giovani, competitivi per vincere. A questo elenco dei semplici neo-vincitori dobbiamo aggiungere i moltissimi risultati importanti dei giovani nei grandi tornei, dalle clamorose vittorie e risultati di Daniil Medvedev, al nostro Berrettini, che tra NY e Shanghai è entrato nel club dei migliori ed ha tutto per restarci a lungo.
È presto per parlare di rivoluzione, di ricambio generazionale compiuto. Gli Slam sono stati anche quest’anno una faccenda per i soliti campioni, e con in ballo la corsa al record assoluto di Slam ed a quello di settimane come n.1 del ranking, “Djoker e soci” saranno sempre quelli da battere, faranno l’impossibile per essere al top nei grandi appuntamenti. Ma la sensazione è che Medvedev, Tsitsipas e altri giovani abbiano finalmente raggiunto un livello tale da potersela giocare in ogni torneo. Masters 1000 e Slam inclusi. Rafa ha vinto a NY, ma con grande fatica per merito di Daniil. Djokovic è caduto in Asia, dove era di solito quasi imbattibile. Il vento sta cambiando, e non è affatto una brutta notizia vedendo che razza di match ci hanno proposto recentemente Matteo, Stefanos, Denis, Daniil…
Marco Mazzoni
@marcomazz
TAG: Andrey Rublev, Andy Murray, ATP Stoccolma 2019, Denis Shapovalov, Jannik Sinner, Marco Mazzoni, Open Court, Stan Wawrinka
A me piace discutere e ogni contributo illuminante è il benvenuto, ti invito ad esprimere il tuo punto di vista in modo che si possa comprendere meglio quale sia.
Secondo me la next Gen è già arrivata. Mi spiego: in top ten ci sono Medvedev, Tsitsipas, Thiem, Zverev. Non aggiungo un cognome che inizia per B per scaramanzia. E questo gruppo credo che, a fine carriera, potrà contare su 3/4 slam a testa ; forse qualcuno arriverà a 6/7, che inizia ad essere una quota toccata da super campioni assoluti (Becker ed Edberg, per fare due nomi, ma ce ne sono altri di valore incredibile, come sappiamo). Non si può fare una “colpa” a questi ragazzi di aver incontrato, slam alla mano, la triade più forte della storia del tennis (e neanche a quella precedente…). Sarà interessante vedere gli sviluppi delle gerarchie nei prossimi anni (direi nel quinquennio) : io credo che si vedrà un grande tennis e che sarà bello parlarne.
Esatto devono essere competitivi negli slam dove i big danno il massimo. Lasciamo stare 250 e 500 che contano ben poco. Gia i mille
Sono più attendibili ma
Il vero test sono gli slam. Medevedev a New York e’ stato quasi perfetto ma alla
Fine l’ha spuntata il leone Rafa. Nel 2020 forse avremo uno slam che scappa ai tre big ma non credo più di uno.
Secondo me se quel gioco di spinta costante da fondo “alla Rublev” (per non scomodare Djokovic) che ha fatto vedere annichilendo Monfils diventa il suo standard, e non una giornata di grazia, Kholi va a casa con 4-5 game
@ Air Shapo (#2456087)
@ cataflic
“decimi di secondo…” notte fonda, cataflic. Questa fa il paio con l’adagio popolare secondo cui Fognini che non entrerà mai nei 10 e non vincerà mai nulla di importante a causa del servizio. In entrambi i casi non è neppure necessario conoscere il tennis per trarre conclusioni assennate anziché prendere abbagli clamorosi: è sufficiente aver visto qualche match dei due prodi per sapere che tanto il servizio quanto i due decimi (facciamo centesimi che è meglio…) vanno e vengono. Pertanto, con un minimissimo di Logica applicata alla semplicissimissima osservazione di cui sopra, si arriva drittidritti alla conclusione che servizio (di Fognini) e ‘decimi di secondo’ (di Shapo) non sono la causa di un bel nulla ma al limite solo un effetto secondario. Ma tant’e’: di carretti che spingono buoi o asini a camminare e di effetti scambiati per cause ne sono pieni i libri di ogni disciplina
Ogni torneo è spettacolare
se gioca Sinner 😉
Il 2020 potrebbe essere l’anno della svolta se Medvedev dimostrerà continuità.
Una considerazione statistica:negli anni 70 15 giocatori hanno vinto gli slam, negli anni 80 sono stati 12, negli anni 90 ben 16 giocatori diversi, negli anni 2000 ancora 15, nel decennio 2010 solo 6 giocatori hanno vinto i 40 tornei dello Slam, di cui 33 da Diokovic con 15, Nadal con 13 e Federer con 5 per un totale di 33 tornei su 40 oltre 80%.
Secondo me invece l’anno prossimo sará l’anno della rivoluzione.
Medvedev sará un fortissimo avversario da temere giá dagli AO.
Abbiamo dei giovanissimi gia top20 e in certi casi top 10 che sono sicuro che punteranno alla top5 gia nei primissimi mesi del 2020.
– Tsitsipas, classe 1998 ha fatto una prima parte dell’anno strepitosa, poi si é un po’ perso e ritrovato in quest’ultimo mese. Potrá essere pericoloso l’anno prossimo
– Shapovalov e de Minaur, classe 1999. Due grandi talenti ancora non sbocciati del tutto ma potranno centrare (di nuovo) la top20, minimo.
– Auger-Aliassime, classe 2000 ha un gran talento, giá top20 consolidata. É il piu giovanissimo in forma del momento. Cé da fare attenzione su di lui.
Poi ci sono i non piu giovanissimi (si fa per dire) Zverev, Rublev, Medvedev, Khachanov, Coric e il nostro Berrettini che fra tutti sono dei mostri.
L’anno prossimo i nostri Nole e Rafa dovranno sudare per mantenere il numero 1, ne sono sicuro.
@ RafaNadal9900 (#2455727)
Addirittura, quanta prudenza!
Medvedev è già il più forte al mondo, ovviamente dobbiamo considerarlo in tutto l’arco dell’anno che dovrà venire. È chiaro che anche lui verrà sconfitto più volte anche negli Slam, ma credo che i Big 3 non saranno mai piùcontinui come lo sono stati in passato. il russo è già un potenziale numero uno del mondo che dovrebbe raggiungere intorno alla prossima primavera.
nei 250 e nei 500 il rimescolamento è nelle cose, visto che i migliori non li giocano. anzi ormai non giocano più neppure i 1000. se poi si tiene conto degli infortuni continui dei vari raonic e nishi, per non parlare di quelli di stan e murray, sarebbe stato impossibile il contrario.
stanno venendo fuori nomi nuovi, fino a 2 anni fa nel limbo di quelli bravi ma ancora lontani, uno su tutti berrettini.
la rivoluzione ci sarà quando uno di questi vincerà il suo primo slam.
“Sostenuto da un servizio eccellente”. Il resto è assai meno di un contorno.
Bravo Mazzoni. Pezzo asciutto ma molto valido
Rublev era rimasto indietro solo a causa di un infortunio, ma in teoria era un top10 in pectore già a fine 2017.
Shapovalov …ho visto solo gli HL ma forse si intravvede una maggiore stabilità di esecuzione, anche se potrebbe essere anche una settimana buona…per me se mette a posto di quei 2 decimi di secondo quella cosa lì, diventa ostico a qualsiasi livello e credo che la testa coi risultati si adeguerà di conseguenza e consapevolezza.
Nei 250 e nei 500 si sono visti tanti volti nuovi vincenti fin dallo scorso anno. Questa stagione anche i 1000 hanno visto vincitori nuovi tra cui Medvedev e thiem che sono giovani. Tuttavia per parlare di rivoluzione secondo me le nuove leve devono iniziare a vincere slam. Finché i major saranno dominio dei fab 3, gli altri possono vincere tutti i restanti tornei ma non sarebbe rivoluzione! E io non sono convito che il 2020 sarà l anno 0: nole e rafa puntano a un record ben preciso e se stanno bene sarà durissima batterli. Roger a Wimbledon è ancora il migliore col serbo. Tra i giovani o semi giovani solo Medvedev sul duro e thiem sul rosso sembrano un grado di contrastare i tre fenomeni ma negli slam è un’altra roba
La descrizione di come questa settimana sia stata speciale per Shapo, ci fa capire come spesso la differenza per ottenere un risultato la fa la condizione fisica.
Tecnicamente le differenze fra i giocatori top non sono così tante.
Spesso la differenza fra chi sale di livello e chi rimane più in basso non la fanno i progressi tecnici, ma la capacità di avere un fisico in grado di seguire le caratteristiche tecniche.
Soprattutto, la differenza la fa la capacità di indovinare la settimana giusta. Nel senso che finché si giocano i challenger se si ottiene il risultato una settimana o la successiva, cambia poco.
Già con gli atp la prospettiva cambia. Bisogna essere in condizione nella settimana in cui c’è il torneo che esalta certe caratteristiche. Poi si deve aver la fortuna di non trovare qualcun altro nella “settimana magica”.
Poi, quando si sale ancora ed i risultati vanno fatti nel Master1000 e negli Slam, diventa ancora più dura. Sono in tanti ad essere al top della condizione e non basta avere la settimana magica.
Però mi sembra chiaro che giudicare le prestazioni dei giocatori come se tutte le settimane siano uguali o quasi.
Quoto. Sinner dovra vedersela con la vecchia volpe Philipp Kohlschreiber
(36 anni appena compiuti) ex n°16 ATP, ora n°76. A Mosca ha perso vs Karen Khachanov al TB del terzo, nel giorno del suo compleanno ❗
Jannik non sarà favorito, ma puo’ farcela. Vai Jannik ❗
Concordo sulla quasi totalità degli aspetti. Ho scritto anche io, nell’articolo della vittoria di Andy ad Anversa, che ci aspetta un 2020 scoppiettante, tra i giovani che li aspetto disruptive, I vecchi Leoni che vogliono continuare a ruggire, compresi ritorni ad altissimi livelli degli acciaccati (Murray Wawrinka tsonga Anderson ecc) più gli italiani pronti ad esplodere o consacrarsi. Buon 2020 a tutti sperando di goderci una coda del 2019 inaspettata. P. S. il punto di disaccordo è che i 250 sono tornei minori. Meno soldi, meno punti, più basso parco partecipanti. Non c’è niente di male. Esiste un livello dei tornei proprio per questo