Elisabetta Cocciaretto:”Devo ancora crescere tanto, in campo e fuori, ma non mi pongo limiti”
Poco più di due anni sono passati da quando abbiamo intervistato per la prima volta Elisabetta Cocciaretto. Avevamo incontrato una ragazza nel pieno della carriera junior, con le idee molto chiare sui suoi obiettivi, partecipare ad uno Slam, e con un infortunio dietro le spalle che non ne aveva però minato le certezze. Abbiamo continuato a seguirla, per la simpatia ma soprattutto perché credevamo nelle sue possibilità. Oggi Elisabetta non è più un prospetto in cui credere ma una bella certezza. Già convocata dalla Garbin nella nazionale di Fed Cup, la tennista di Fermo, 18enne, sta costruendo la sua carriera da professionista ed ha appena conquistato il primo successo in un 25000, a Trieste, battendo in finale la svizzera Bandecchi per 6/3 6/1.
La raggiungiamo telefonicamente dopo la premiazione ed Elisabetta si dimostra disponibile ed allegra, come sempre.
Allora Betta, al secondo tentativo in finale, dopo Torino, porti meritatamente a casa un 25.000. Te lo aspettavi e quali sono le tue sensazioni?
No, sinceramente non me l’aspettavo. Sono arrivata a giocare questo torneo perché, avendo fatto pochi 25000, volevo prendere continuità nel mantenere questo livello. Un’altra priorità era mettere in campo quello su cui sto lavorando in allenamento. Sono molto soddisfatta di questa settimana perché comunque, al di là della vittoria, ho espresso un buon gioco, un buon tennis e quindi sono molto felice.
Alcuni dicono che la vera finale di questo torneo di Trieste sia stata la semifinale con la Caregaro. Raccontaci di questa partita in cui lottavi contro una giocatrice che ti aveva sconfitto una settimana prima a Bagnatica:
Sicuramente è stata una partita molto difficile, sia dal punto di vista mentale che fisico, perché Martina è un’ottima giocatrice che sta crescendo tanto in questo periodo, lo si vede anche dai risultati che sta ottenendo. E’ stata un po’ difficile anche come condizioni meteo, perché aveva piovuto e quindi ci hanno spostato indoor. Diciamo che nel primo set ho avuto molte chance, lei ha recuperato nel punteggio ed ha vinto 7/6. Poi però nel secondo set mi sono ripresa ed ho cercato di non pensare alla settimana scorsa e neanche al primo set, ho pensato ad essere lucida ed a fare il miglior gioco possibile. Sono stata molto più determinata nel trovare le strategie per metterla in difficoltà e quindi sono soddisfatta di questo. Certo poteva essere una finale, ma anche oggi l’avversaria era molto valida.
La tua crescita sembra essere graduale ma costante: quest’anno avevi vinto in doppio nel 60.000 di Roma dove si intuiva la tua maturazione. Su che cosa hai lavorato nella preparazione?
Sì, quando ho vinto il torneo di doppio nel 60.000 di Roma sono stata molto contenta perché non avevo ancora vinto un titolo in questa specialità. Mi sono sentita molto cresciuta nel doppio, anche dal punto di vista del gioco. In generale, sto maturando dal punto di vista mentale, sto cercando di essere un po’ più atleta fuori dal campo ed il fatto di riuscirci mi sta portando benefici in ogni partita. Voglio migliorare anche sulla concentrazione in campo, imponendomi di pensare solo a quello che devo fare io e non pensare a chi c’è dall’altra parte della rete, o a che torneo sto giocando, se è un 25.000 o un altro livello. Insomma devo pensare a ciò che devo fare io nella mia prestazione.
Vedendoti giocare, colpiscono la tua velocità di gambe, l’intelligenza tattica ed il timing che hai nell’impatto con la pallina. Quanto adatti il tuo gioco all’avversaria e quanto cerchi invece di imporre il tuo?
Diciamo che io non sono una giocatrice di quelle che fanno servizio e diritto o che giocano su due colpi. Io gioco anche un po’ in base all’avversaria: per esempio, non posso fare “a gara” con ragazze che hanno leve più grandi di me e che comunque sono più forti e potenti. In quel caso lì, devo giocare un po’ più di intelligenza: ecco nel mio gioco cerco di avere un’intelligenza tattica. Se gioco con una ragazza che sta tanto dietro, cerco di andare più avanti io, di fare più gioco, mi adatto un po’ alla partita secondo le caratteristiche dell’altra giocatrice, cerco di metterla in difficoltà il più possibile. Come ti ho detto, non ho l’identità di un’attaccante, servizio e dritto, oppure di una che difende e basta; Diciamo che sono una giocatrice un po’ a tutto campo, cerco di stare vicino alla rete e di mettere in difficoltà la mia avversaria.
Quanto pensi che tu debba migliorare nella tenuta mentale, soprattutto nei momenti topici di un match?
Tantissimo, devo ancora migliorare tantissimo: piano piano sto cercando di maturare, di pensare al punto su punto, palla su palla, e cercare di giocarmi tutti i punti: ancora devo trovare continuità, nel giocarli tutti allo stesso modo, con la stessa intensità e concentrazione. Però sono sicura che, lavorando e facendo sempre più partite, questa capacità verrà in automatico.
Forse non tutti sanno che sei stata ferma un anno per un’ernia discale da settembre 2015 a settembre 2016 Quanto c’è di quel periodo buio in questa tua crescita?
Sì sono stata ferma quasi un anno e mezzo e questo ha inciso molto su di me. Quel periodo buio, appunto, dovuto all’infortunio è stato molto pesante perché non potevo giocare, non potevo cioè fare la cosa che mi rendeva e mi rende più felice. Quando ho ripreso a giocare, non vedevo l’ora di dare il massimo per poter raggiungere le mie coetanee che intanto avevano fatto già molti passi avanti rispetto a me.
Con questa vittoria ti assesti intorno alla posizione 350 del ranking ma la sensazione è che tu, entro l’anno, possa scalare ancora di tanto. Non dirmi che non guardi il ranking: che risultato ti aspetti prima della fine della stagione?
Si forse andrò anche più sotto della 350esima posizione, dovrei essere 330 o giù di lì. Ovviamente, io lo guardo il ranking… cioè uno gioca per scalare la classifica. Comunque non mi pongo limiti; certo, cerco di giocare sempre più partite, di trovare continuità nelle prestazioni, di fare il massimo ogni giorno senza cedere o sgarrare in alcun modo. E sono sicura che, piano piano, trovando continuità anche fuori dal campo nell’essere atleta, i risultati arriveranno.
Ora alziamo il livello giocando qualche 60000 o vuoi assestarti sui 25000 con qualche altro trofeo?
La prossima settimana andrò in Sardegna per fare due 25000 e poi forse farò il 60.000 di Valencia sperando di entrare.
Nella nostra prima intervista ci hai detto che il vero talento “è essere consapevole dei propri mezzi”. Non hai cambiato idea e quali sono i tuoi mezzi?
Diciamo che il talento non è il saper giocare benissimo a tennis oppure “avere la mano “, una mano straordinaria. Il vero talento sta appunto nell’essere consapevole dei propri mezzi, dare il massimo ogni giornata, ogni minuto della propria vita e pensare sempre che dopo ciascun sacrificio ci sarà poi una ricompensa futura. E quindi, secondo me, sono la tenuta mentale e la consapevolezza dei propri mezzi che determinano il talento.
Fin qui Elisabetta Cocciaretto: chiara, determinata, consapevole delle sue criticità ma anche dei suoi punti di forza, molto cresciuta sul piano della personalità rispetto al nostro primo incontro. La sensazione è che torneremo ad incontrarla a breve: prossima fermata top 200?
Antonio De Filippo
TAG: Elisabetta Cocciaretto, Italiane
veramente ho fatto una domanda. comunque in generale sì, direi che in un forum anonimo di un sito italiano only tennis si fanno chiacchere da bar e non si decidono i destini del mondo.
Sono chiacchiere da bar come quando si parla dell’ingaggio di Ronaldo davanti ad un caffè….discorsi che vanno avanti da anni
Ma tutti questi commenti cosa c’entrano con l’intervista? Fatevi una vita e pensate alle vostre spese.
mi sembra una cifra esagerata io tempo fa avevo parlato con la madre di una nostra (allora) top junior e parlavadi cifre inferiori tra laltro in parte coperte dalla federazione e dal club con cui poi giocava la serie A
Come vuoi che si orienti….si allena mettendoci del suo, con qualche aiuto federale o prestito e spera di migliorare abbastanza da agganciare il livello WTA. Anche la Giorgi ha penato per anni e anni prima di sbarcare il lunario, nonostante avesse il padre come coach…è il destino di quasi tutte rimpolpare il portafogli di qualche coach o accademia…vuoto a perdere….Pensa anche ad un Sinner che rimane brocco….da 14 anni fuori casa in accademia…$$$$
Complimenti all’Australian che fa le magliette con le pezze di sudore già incorporate…
una giocatrice/giocatore che ci prova spende circa 100.000 euro l’anno, e quando uno esce dal livello junior ne ha già spesi circa 500.000 euro.
questo però in generale, magari la nostra spende di più o di meno, mi piacerebbe sapere come si orienta oggi una ragazza che sta provando a uscire dall’inferno dei tornei itf.
Hai scoperto l’acqua calda. Ma che commenti sono?
Tennista nane in Italia ne abbiamo???naturalmente anche la cocciaretto sara’alta si e no 1,60
Spende sicuramente molto di più di quanto incassa e sarà così finchè non arriverà a livello WTA…una volta sbarcata quella soglia in 1 anno si rifarà di quanto speso …se arriverà a buoni livelli potrà mettere anche qualche soldo da parte…se…
l’operaia viene pagata. lei paga. c’è una differenza sottile, due lettere se vuoi, ma c’è.
e che crescerà, lo si spera. il rischio è che non crescerà abbastanza perché quando l’ho vista giocare tirava veramente piano, e sapeva fare davvero poco altro che topponi diagonali. che funzionano benissimo finché sei junior, perché sbagli poco.
poi esci dal mondo dei bimbi, incontri gli adulti, e i tuoi topponi tornano indietro in forma di lavandini.
Purtroppo ha un gioco basato sul modello erraniano. Puo’ funzionare, ma con particolare attenzione a stamina e resistenza fisica. Facile cedere a tentazioni.
Si vedra’.
Ma cosa fa’l’operaia?,e’giovane,ha potenzialita’e si investe.
Prize money crescera’di anno in anno,te ne’dara’un po’ per un buon specialista’in cure di pensieri ossessivi.
Auguri Elisabetta!
Ah quello sicuro…però il fatto che abbia già battuto giocatrici nelle prime 200 e abbia fatto partita pari con la Kuzmova fa ben sperare…
Brava, metti la quarta, acceleratore ben schiacciato e volante dritto…e vediamo dove riesci ad arrivare!
Brava Elisabetta!
Continua così!
Non puo’essere paragonata ne’a quelle piu’grandi ne’a quelle piu’piccole.
Parliamo di una ragazza che ha fatto sempre la differenza con le coetanee da subito diventanto plurivincitrice nazionale.
Dopodiche’il lungo stop ha fatto temere che sarebbe sparita,tipo Peoni o molte altre.
Il suo ritorno coincideva con il confronto internazionale.
Grazie a quei successi nazionali fu’seguita ovviamente con particolare attenzione,fortunatamente i risultati erano positivi,scalando immediatamente il ranking juniores fin quasi a vincere uno slam.
Crescendo non si e’persa ma continua a segnare primati di precocita’dai tempi dell’ultima top 100 Giorgi.
Vincitrice di un itf pro prima dei 18 e un 25.000 con top 300 in arrivo prima dei 19.
Dopodiche’il prossimo anno magari qualche giovanissima dispieghera’improvvisamente potenzialita’superiori ma da 3/4 anni questa ragazza e’l’osservata numero 1.
Da una parte positivo per lei che non si e’persa,d’altra meno perche’nessun’altra e’riuscita ancora a proporsi con risultati ancor piu’rilevanti,sempre in base all’eta’.
A da magna purpette ancora !!!!
bella intervista.
mi sarebbe piaciuto sapere quanto spende e quanto incassa in una stagione.
beh non sapevo di vivere ad Ancona.. neanche la cocciaretto