Da Milano: Marcelo Arevalo e il coraggio di insistere con il Piano A

26/06/2019 19:51 6 commenti
Riccardo Balzerani nella foto - Foto Francesco Peluso
Riccardo Balzerani nella foto - Foto Francesco Peluso

Nonostante sia numero 70 ATP in doppio, il salvadoregno ha ancora forti motivazioni per il singolare. All’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS si sottopone al doppio impegno e ha vinto due buoni match. “Ecco perché Dimitrov e Goffin hanno avuto più fortuna di me”. L’Italia perde Lorenzi, Moroni, Bonadio e Ocleppo: passa solo Balzerani.

Ci vuole coraggio nel continuare a inseguire il “Piano A” quando la via alternativa offre più soddisfazioni, a maggior ragione quando la carriera non ti ha dato grandi soddisfazioni. C’è però qualcosa che spinge Marcelo Arevalo a tenere duro e inseguire un sogno con la racchetta in mano, nonostante il ranking ATP lo veda al numero 296 (mentre è 70esimo in doppio). Nel caldo asfissiante di Milano, ha raggiunto il terzo turno all’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS (46.600€, terra). Sul Campo 13, ha tenuto a distanza l’australiano Maverick Banes col punteggio di 6-1 6-4, raccogliendo punti preziosi per una risalita che si annuncia difficile. Ma lui, con una storia difficile alle spalle, non si arrende. Da junior è stato numero 8 al mondo, era forte e promettente. Tra i suoi avversari c’erano Grigor Dimitrov e David Goffin, che qualche anno dopo si sarebbero affrontati nella finale del Masters mentre lui era impelagato nei tornei minori. “Qui a Milano, oltre al caldo, c’è grande umidità – racconta Arevalo, che negli ottavi se la vedrà con Alexandre Muller – però è lo stesso per tutti i giocatori. Credo che vincere il primo set mi abbia dato un notevole vantaggio sul piano mentale”. All’ASPRIA Harbour Club, il salvadoregno gioca anche il torneo di doppio, in cui è favorito insieme a Miguel Angel Reyes Varela. Ci si domanda per quanto tempo possa continuare in entrambe le specialità, a maggior ragione quando le differenze di classifica sono così evidenti. “L’anno scorso sono stato numero 139 in singolo, ma poi non è andata come avrei voluto. Ho avuto una serie di infortuni alla schiena e non potevo giocare al 100%. Non ho interrotto l’attività, ma non ero a posto. Purtroppo sono sceso intorno al numero 350 – racconta Arevalo – adesso, grazie a Dio, ho ripreso a fare le cose per bene. Ho un buon allenatore, Yari Bernardo, e in questa fase della stagione sulla terra europea ho vinto un paio di buone partite. C’è grande motivazione per continuare a giocare bene in singolo”.

LE FORTUNE DI GOFFIN E DIMITROV
Non sarà facile, anche in virtù di un passato difficile che lo ha portato da fenomeno junior a semplice studente negli Stati Uniti (si è laureato in Amministrazione d’Impresa alla Rice University, in Texas). Quando gli si chiede cosa ha pensato quando Dimitrov-Goffin si sono affrontati al Masters, i ricordi riaffiorano come un fiume in piena. “Da top-10 junior ero molto motivato, ma purtroppo non ho avuto lo stesso appoggio, i contratti e i manager di Goffin e Dimitrov. Prendi il belga: ci siamo affrontati due volte, con una vittoria per parte, e gli stavo davanti in classifica. Eppure lui aveva un buon contratto, un’agenzia che lo gestiva e gli pagava gli allenatori. Sin da junior viaggiava con coach e preparatore fisico. Accadeva lo stesso a Dimitrov, che all’epoca aveva già firmato con IMG, Nike e Wilson. Io vengo dal El Salvador e non avevo niente, neanche un contratto di abbigliamento. Anche da junior mi sono sempre comprato gli abiti. Non mi hanno fatto firmare neanche un contratto nonostante fossi numero 8 del mondo”. Il problema, per Arevalo, era il paese di provenienza: a El Salvador non c’era una corretta percezione del cammino necessario per diventare un buon giocatore. “Questo elemento culturale mi ha impedito di avere l’appoggio necessario per diventare un professionista. Sono rimasto senza soldi e l’unica scelta possibile è stata l’università”. È passato tanto tempo, la rabbia e la tristezza sono state sostituite da una sana voglia di riscatto. E poi, finalmente, le cose sono cambiate. Da qualche tempo, la federtennis salvadoregna ha lanciato un programma denominato “Tenis Al Alcance de Todos”. “Il progetto si è sviluppato nell’ultimo anno. È cambiata la giunta direttiva, adesso il presidente della FST è mio fratello Rafael, che è stato un ottimo giocatore (ha affrontato Federer alle Olimpiadi di Pechino, ndr) e ha la motivazione di vedere più salvadoregni possibile tra i junior e, perché no, tra i professionisti. Nell’ultimo anno sono state fatte cose che a El Salvador non si erano mai viste: per la prima volta, sono stati coinvolti i ragazzi delle scuole pubbliche. Si danno lezioni, si fanno tornei, finalmente c’è spazio per il pubblico. Prima si consideravano soltanto le realtà private perché pagavano e la federazione ne beneficiava. Adesso facciamo qualcosa di diverso con i bambini, con l’obiettivo di scoprire se ci sono talenti. Tra un paio d’anni vedremo se si sarà creata una nidiata di buoni junior”. Nel frattempo, lui provera a lasciare il segno a Milano.

CADE LORENZI, PER L’ITALIA AVANZA SOLO BALZERANI
C’erano grandi speranze per la giornata di mercoledì, ma la pattuglia azzurra si è decisamente assottigliata. Dei cinque italiani in campo, soltanto Riccardo Balzerani (peraltro entrato in tabellone come lucky loser) ha passato il turno, raggiungendo Lorenzo Musetti negli ottavi. La delusione maggiore è arrivata da Paolo Lorenzi: ammesso in extremis con una wild card, era la testa di serie numero 2 ma si è arreso al tedesco Sebastian Fanselow (n. 315 ATP), autore di una buonissima prestazione e vincitore col punteggio di 6-4 7-5. Lorenzi ha sciupato moltissime occasioni, in particolare nel secondo set, quando si è trovato un paio di volte avanti di un break, trovandosi a servire sul 5-4. Come se non bastasse, si era portato sul 40-15 nell’ultimo game ma ha perso quattro punti consecutivi. Dopo l’ultimo dritto, sparato in rete, ha distrutto la sua racchetta scaraventandola per terra. Davvero inusuale per uno come lui, segno di un vivo nervosismo per i risultati che non arrivano. In precedenza, si era arreso anche Gian Marco Moroni. Il 21enne romano, che da qualche tempo si allena in Spagna, ha ceduto al russo Aslan Karatsev. Fermo da un mese e mezzo, Moroni ha ripreso l’attività a Milano ma ha una struttura fisica che richiede tempo per trovare la forma ideale. Si è visto all’ASPRIA Harbour Club, anche se c’è da recriminare per lo svolgimento della partita: sia pure con qualche difficoltà, aveva rimontato per due volte un break di svantaggio. Avanti 5-4, si è visto interrompere il ritmo da un medical time out di Karatsev per un presunto problema al ginocchio destro. Da lì, ha perso sette giochi consecutivi e nove degli ultimi dieci. Meno rimpianti per Julian Ocleppo e Riccardo Bonadio, chiamati a imprese quasi impossibili. Il primo si è arreso 6-3 7-5 a Pedro Sousa, mentre Bonadio ha lasciato strada a Hugo Dellien, testa di serie numero 1. Il boliviano non è parso irresistibile, ma forse l’azzurro non ci ha creduto fino in fondo, specie in un secondo set in cui aveva ricucito lo svantaggio. Come detto, l’unica soddisfazione è arrivata da Balzerani: ammesso in tabellone dopo il forfait di Quinzi, ha giocato con ordine e non si è disunito dopo che Kuzmanov si era aggiudicato il primo set. Sul finire del secondo set, il bulgaro ha chiesto l’intervento del trainer per un colpo di calore e Balzerani è stato bravo ad approfittarne nel terzo, senza farsi condizionare da cosa accadeva dall’altra parte della rete. Adesso per lui ci sarà un affascinante match contro Tommy Robredo: in chiusura di giornata, l’ex top-5 ATP ha superato Alex Molcan, cogliendo la dodicesima vittoria di fila. A interrompere la serie positiva ci proverà il 20enne di Rieti


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6 commenti

Guido (Guest) 27-06-2019 13:03

Scritto da Prog
Questo ci fa capire come noi italiani ci possiamo ritenere fortunati.
Oltre a sponsor contratti e allenatori abbiamo un circuito future e chalenger praticamente tutto l’anno.
La storia di arevalo è una come tante: un altro esempio di fenomeno vero junior che nn è esploso perché la famiglia vera poverissima è l’indiano bisht.
Pebsate, detiene ancora il record di più giovane giocatore ad aver vinto un set tra i pro (13 anni e 9 mesi)

Certo I mezzi economici aiutano pero c’e’ anche da dire che gli sponsor non scelgono a caso e forse avevano visto in Dimitrov e Goffin qualcosa che Arevalo non ha. Bisht sembrava fortissimo da bambino ma tutti dicevano gia allora che era troppo leggero. Ha provato a giocare pro ma vinceva davvero poco tra I grandi.

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Marcovaldo (Guest) 27-06-2019 09:07

@ Federer.Forever (#2370851)

Penso che un giocatore come Paolo che ha fatto tanto per il tennis italiano abbia il diritto e possieda la piena intelligenza per decidere autonomamente e in piena coscienza se e fino a quando giocare
La sua stessa reazione sanguigna alla sconfitta dimostra ampiamente che si sente tuttora in grado di reggere lo stress della carriera e abbia una voglia matta di mettersi in gioco e dimostrare quanto valga

Sono convinto che ci darà ancora piacevoli sorprese prima di appendere la racchetta al chiodo…..

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Prog (Guest) 27-06-2019 00:33

Questo ci fa capire come noi italiani ci possiamo ritenere fortunati.
Oltre a sponsor contratti e allenatori abbiamo un circuito future e chalenger praticamente tutto l’anno.
La storia di arevalo è una come tante: un altro esempio di fenomeno vero junior che nn è esploso perché la famiglia vera poverissima è l’indiano bisht.
Pebsate, detiene ancora il record di più giovane giocatore ad aver vinto un set tra i pro (13 anni e 9 mesi)

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Federer.Forever 26-06-2019 21:59

Lorenzi si dovrebbe ritirare a fine stagione. Meglio fermare la caduta libera prima di essere costretti a giocare le qualificazioni ai Challenger 🙁

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Roditi (Guest) 26-06-2019 20:55

Un buon terzo turno a Parigi in coppia con Cerretani l anno scorso poi più bassi che alti. Forza Marcelo

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Roditi (Guest) 26-06-2019 20:53

Un buon terzo turno l anno scorso a Parigi in coppia con Cerretani poi stagione di più bassi che alti. Forza Marcelo

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