ITF Brescia: Il resoconto di giornata. Tre italiane in semifinale
Gli Internazionali femminili di Brescia sono fra i tornei preferiti di Deborah Chiesa. E non è un caso che proprio sulla terra del Forza e Costanza, la 22enne trentina stia ritrovando se stessa dopo mesi di risultati al di sotto delle attese.
L’azzurra ha raggiunto le semifinali vincendo una partita difficile contro l’austriaca Barbara Haas, sua coetanea (classe 1996) ma dallo stile di gioco totalmente diverso: laddove Deborah cercava di conquistare il punto facendo pressione da fondo, la sua avversaria provava a mischiare le carte opponendole una solida regolarità. È stata brava a non perdere la calma, l’allieva dei fratelli Piccari, nei momenti delicati dell’incontro. In particolare nel tie-break del primo set e nelle fasi finali del secondo, un parziale nel quale l’italiana si è trovata in vantaggio per 5-3, ha servito per il match ma si è fatta rimontare e ha rischiato di rimandare tutto al terzo. Invece l’austriaca ha mancato la chance di ottenere il break nell’undicesimo game, e lo ha subìto in quello successivo, complici i colpi pesanti dell’azzurra, che non ha mai smesso di spingere e di rischiare. Una bella rivincita per Deborah dopo tre precedenti tutti negativi, l’ultimo due anni fa proprio a Brescia. “Ho avuto pazienza – ha spiegato la vincitrice a fine gara – e in questo caso ne serviva tanta per riuscire a metterla in crisi. La conosco bene perché abbiamo la stessa età, e ci avevo sempre perso in precedenza perché mi dà fastidio la sua solidità”. Un risultato, la semifinale in Castello, che rappresenta una sorta di ripartenza al termine di un periodo di scarsa fiducia. “Mi ero ritrovata abbastanza rapidamente in un mondo totalmente nuovo: circuito Wta, Fed Cup, avversarie di grande prestigio. Mi sono messa pressione da sola e sono andata in crisi, mi sentivo fuori posto e ho messo in dubbio un sacco di cose. Alla fine però il lavoro duro paga e questa settimana mi dà morale e voglia di ripartire. Tra l’altro siamo a un’oretta da casa e la mia famiglia può venire a sostenermi”.
Adesso per la Chiesa, in semifinale, c’è un’altra sfida possibile contro la lettone Diana Marcinkevica, emersa da una partita altalenante di fronte all’australiana Zoe Hives. Perso il primo parziale, la 26enne di Riga (268 Wta) ha vinto il secondo e sembrava poter dominare il terzo. Ma non aveva fatto i conti con la tenuta mentale della sua avversaria, che l’ha costretta al tie-break prima di arrendersi, dopo due ore e 22 minuti. Giocatrice che predilige il veloce alla terra (superficie sulla quale non ha mai vinto un titolo), la Marcinkevica sta trovando una buona settimana ma sembra alla portata dell’azzurra. Nel terzo incontro di giornata, Martina Trevisan ha confermato di avere feeling con il Forza e Costanza, staccando il pass per la semifinale dopo una partita tutta sostanza contro l’americana Louisa Chirico. La mancina di Firenze non è stata impeccabile e il suo tennis è andato un po’ a strappi, ma è stato sufficiente per mettere una certa distanza di sicurezza con la rivale di turno, che nell’unico precedente aveva raccolto soltanto un game. Stavolta è finita 6-4 7-5 in due ore e tre minuti (con molti rischi in chiusura) e la speranza di ripetere almeno la finale del 2018 è più viva che mai. Nell’ultimo atto di doppio, infine, c’è un’altra traccia di azzurro grazie alla coppia formata da Anastasia Grymalska e Giorgia Marchetti. Le due hanno vinto al match tie-break contro le ungheresi Bondar e Jani, e domani (alle 13.30) andranno a caccia del titolo contro le sudamericane Gamiz e Goncalves. Dalle 16, Chiesa contro Marcinkevica, a seguire l’altra semifinale: Martina Trevisan contro la vincente tra Paolini e Von Deichmann. In mezzo, la consueta festa della scuola tennis del Forza e Costanza. Domenica pomeriggio la finale di singolare, sempre con ingresso gratuito.
Nell’ultimo quarto di finale del singolare, terminato in serata, l’Italia ha colto la terza vittoria di giornata per merito della toscana Jasmine Paolini. L’azzurra ha avuto bisogno di un set per trovare il ritmo contro un’avversaria – Kathinka Von Deichmann (Liechtenstein) – che è dotata di un tennis atipico e ha il pregio di far giocare male le rivali. Perso il parziale d’apertura, Jasmine ha nettamente cambiato marcia nel secondo, e i suoi colpi pesanti hanno cominciato a far male, tanto che l’incontro si è completamente rovesciato. La Von Deichmann ha tentato una timida rimonta quando si è trovata sotto per 5-1 nel secondo set, ma ha ceduto comunque per 6-3, e nel terzo non aveva abbastanza benzina per reggere il ritmo. Dopo un’ora e 42 minuti, la Paolini ha chiuso per 4-6 6-3 6-3, raggiungendo dunque Martina Trevisan in una semifinale tutta italiana. Per la prima volta nella storia del torneo, ci sono tre azzurre ancora in corsa per il titolo nella giornata di sabato.
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3 commenti
@ pablox (#2355782)
Intanto abbiamo nuovamente, da quest’anno, un torneo wta. Speriamo di approfittare, magari non nell’immediato (anche se comunque è un’opportunità) ma nel tempo, di questo importante ritorno. Sarebbe, inoltre, importante avere diversi tornei come Brescia e Roma della prossima settimana: tornei in cui non ci sono giocatrici di prima fascia e le nostre possono fare tanti punti pesanti…
NEl giro di 2 giorni Chiesa prima e Trevisan dopo hanno colto importanti vittorie contro delle tenniste “italoamericane” che qualcuno rimpiange non siano italiane.
Siamo messi male, ma non così male, evidentemente.
PEr il resto 3 italiane su 4 in un torneo italiano conferma la mia idea sul tennis americano (ma anche cinese) se organizzi tanti eventi del genere a casa tua, hai buone probabilità che ad approfittanre siano le giocatrici di casa, e quindi le fai salire in classifica.
Bene che inizino a capirlo anche in Italia.
Ovviamente non produci top 30 in questo modo, però aiuta.
Non per screditare ma onestamente non un campo partecipativo elevato anche per un 50.000.
Teste di serie quasi tutte fuori al primo turno e la Wang unica tennista di prospettiva tolta di mezzo dall’italiana al momento di miglior prospettiva ma che ancora le manca qualcosa per raggiungere le altre 3 italiane di cui si poteva immaginare arrivassero in fondo,anzi Paolini ha sin troppo concesso ,risale invece la Chiesa e potremmo dire la solita Trevisan stazionaria ormai a questi livelli.