Open Court: Nick Kyrgios, toccata e fuga da “Bounty Killer” (di Marco Mazzoni)
Mentre il mondo del tennis celebra in pompa magna i 100 titoli di Roger Federer, nella notte in quel di Acapulco Nick Kyrgios chiude una settimana pazzesca vincendo l’ATP 500 messicano. Un successo improvviso, visto il lungo periodo “no” dell’australiano, ottenuto con un tennis clamoroso in un torneo assai competitivo. Sorpresa, ma fino ad un certo punto. Perché? Perché dopo averlo visto sconfiggere Rafa Nadal in quel modo, ho pensato immediatamente “O perde al turno seguente, o vince il torneo…”. Non sono stato un facile profeta, tutt’altro.
Seguo Kyrgios da sempre, croce e delizia…Una persona discutibile. Un “bullo”, troppo sopra le righe. Maleducato. Uno che deve imparare il rispetto ed a vivere. Se non fosse entrato nel mondo dello sport avrebbe difficoltà sociali…Ne sono state scritte di tutte sul suo conto, anche da parte di colleghi e compaesani che gli vogliono bene in modo disinteressato. Di sicuro la sua lingua è veloce e velenosa quanto la sua racchetta… e gli ha procurato boomerang in serie. Molto dolorosi. La sua immagine si è offuscata, di pari passo alla sua ancor giovane carriera. Arrivato ad un passo dalla top 10, considerato da molti come il prossimo “big one”, si è eclissato tra problemi fisici e troppi match buttati al vento, come se non gliene fregasse niente.“Tanto resterò nel mondo del tennis per qualche anno, guadagno bene anche così… Alla fine il tennis è un lavoro, non me ne frega niente di quel che dice la gente di me”. Una delle tante “perle” dichiarate in momenti di grigiore agonistico e altissima frustrazione.
Si è presentato nello splendido impianto di Acapulco al n.72 del ranking ATP, con nessuno o pochissimi che se lo filavano. Ormai sono i nuovi NextGen ad avergli rubato il palcoscenico: Tsitsipas appena entrato nella top10, dopo un inizio di stagione eccellente; Coric in continua crescita; Khachanov, Shapovalov e molti altri, incluso il connazionale De Minaur, uno che piace tanto down under, bel sorriso, gran lavoratore e fedele discepolo del credo di Lleyton Hewitt. Kyrgios? Sta giocando molto male, è più impegnato a litigare col mondo intero e con se stesso…
Invece, Boom! Il sorteggio lo mette sulla strada di Rafa Nadal. Uno che ha già sconfitto a Wimbledon e Cincinnati. Match serale, in Prime Time americano. Scatta qualcosa in Nick.Il talento aussie si sveglia dal suo torpore agonistico e tecnico. Il suo servizio assassino prende ritmo, e non lo molla più. Quei colpi strani, assolutamente personali, tirati senza una regola tecnica, scorrono veloci e precisi. Il suo sguardo indolente torna intenso, feroce. Azzanna la partita ed il rivale con una forza che non si vedeva da tempo. Rafa gioca di brutto, ma Nick eleva il livello, e lo tiene. Questa la novità: anche nei momenti più grigi, Nick la giocata la tira fuori sempre, diverte, fa spettacolo. Ma come un grande artista di strada, appare e scompare, entusiasma e si eclissa. Lo fa per se stesso e nessun altro. Stavolta no, è diverso. Con Nadal non c’è amicizia (e credo nemmeno stima…). Sente la sfida. Sente che di fronte ha un campione vero, e batterlo sarebbe bello, gli da adrenalina. Lo motiva e solletica per davvero.Sente il profumo del sangue. Sente che tutto il pubblico gli è contro, a tratti lo fischia… e questo gli da ancor più carica. Kyrgios annulla match point nel momento decisivo e vince. Rafa esce dal campo furibondo, nel post partita non è affatto morbido col giovane e strafottente rivale, capace di “prenderlo in giro” con un servizio da sotto ed altri atteggiamenti bulleschi… ma anche con una serie di colpi straordinari, che nemmeno un eccellente Nadal è riuscito ad arginare. Dopo la grande vittoria Kyrgios nel torneo è “il nemico”, sente questo ruolo e gli piace un sacco. Adesso è motivato, scende in campo nei match successivi con lo spirito dell’outsider contro il mondo intero, “ora vi faccio vedere io chi sono…”. Nessuno riesce più a fermarlo, non la classe di Wawrinka, gli Ace di Isner (grande match!) o la geometria (…un po’ morbida a dire il vero) di Zverev. Nick Kyrgios vince il torneo. Con un tennis bellissimo, unico, ricco di fantasia ed adrenalina. Ace e grandi servizi alternati a smorzate improvvise, dritti cross violentissimi e rovesci lungo linea tirati quasi senza apertura, di puro timing e talento. Talento sterminato. Si parla moltissimo dei giovani, delle loro qualità. L’eleganza classica di Tsitsipas, la potenza di Khachanov, la consistenza di Coric, l’esplosività di Shapovalov… si potrebbe continuare. Grandi talenti, probabilmente i futuri dominatori del tour. Ma probabilmente nessuno di questi ha le qualità pure di Kyrgios. Al massimo del livello che ognuno di loro può esprimere, nel puro picco di prestazione, Kyrgios è il più forte. Può massacrarti col servizio, diventare inattaccabile con una seconda palla “illegale”… Col dritto coglie ogni angolo, accelera a velocità folli cambiando ritmo all’improvviso, riuscendo pure a gestire i top spin più velenosi (vedi Nadal). Può correre in avanti e chiudere di volo, come spaccare lo scambio con smorzate perfette. Dove è sempre restato indietro è sul piano fisico, e ovviamente quello mentale. Nessuna intensità media, fiammate assolute e tanta, troppa cenere per aver bruciato tutto e subito. Così non vinci tornei con continuità, tanto meno Slam.
Ecco la brutta storia di un talento assoluto che rischia di restar tale. Incompiuto. Anche dopo un successo così importante come quello di Acapulco.
Che succederà da domani, da Indian Wells? Probabilmente niente. Lo scenario più plausibile è quello di un Kyrgios che tornerà ad eclissarsi. Come un Bounty Killer di un film di Sergio Leone: appare dal deserto, senza nome, col suo sguardo di ghiaccio. Uccide in duello il gangster più pericoloso, si prende la taglia e scompare nel vento. Nessuno sa da dove viene, dove andrà e quando tornerà. Il suo nome è leggenda, ma non si concede. E’ un killer solitario, chiuso nel suo mondo e deciso a non farvi entrare nessuno.
Questo è oggi Nick Kyrgios, e probabilmente così resterà. Un personaggio unico, affascinante. Preferisce tener dentro i suoi demoni anziché sfruttare questa rabbia per lottare contro i rivali sportivi. Non riesce a motivarsi se non di fronte ad una grande sfida, e vinta o persa che sia, dopo molla. Un bad boy che potrebbe regalare una ricchezza unica al mondo della racchetta, onestamente un po’ “ingessato” da grandi atleti ma poco ruvidi e troppo “politically correct”. Un po’ di pepe serve allo sport, come la varietà tecnica e follia che l’australiano incarna alla perfezione. Peccato che Kyrgios non voglia diventare un campione.
Marco Mazzoni
@marcomazz
TAG: Acapulco, Giovani talenti, Kyrgios, Marco Mazzoni, Nick Kyrgios, Open Court
Kyrgios..il braccio di un numero uno…. con il cervello di una gallina…
Complimenti per l’articolo. Kyrgios ha doti innate meravigliose, non ci piove. A me spiace vederle buttate, ma è una scelta sua. Il suo carattere è accettabile, tranne qualche punta di troppo che è solo maleducazione (Wawrinka/Vekic). Non c’è bisogno di mancare di rispetto per essere divertenti e sopra le righe, sapere dove si può arrivare è segno di intelligenza. Per il resto, la vita è sua. Ho visto decine di persone in tutti i campi buttare il proprio talento, Kyrgios, in questo, è molto ordinario. Straordinarie sono quelle persone che sanno diventare quel che devono diventare. Ci vuole determinazione, sacrificio, lavoro duro su se stessi e il coraggio di valutarsi con freddezza. Non è per tutti, infatti sono pochi quelli che scrivono la storia. Tutti gli altri la leggono.
“Credo che possa essere una buona tattica, specialmente contro quei giocatori che rispondono molto più giù della riga di fondo. Ovviamente se fallisci fai la figura dello stupido, ma perché non provarci alla fine?” Roger Federer a domanda relativa al servizio “corto” di Kyrgios.
Complimenti per l’articolo veramente molto bello.
Hai reso in maniera splendida quello che è Nick Kyrgios.
Ho apprezzato sopratutto la parte in cui dici che NICK al massimo del suo livello batte tutti i cosidetti NEXTGEN.
Piccolo inciso a parte. Mi pare di vedere che il crucco russo antipatico soffra certi match (Vedasi risultati Slam oppure quando parte male).
Fantastico l’accostamento al Bounty Killer di Sergio Leone!…Però può essere che Kyrgios possa aver trovato il modo definitivo di non eclissarsi più…
bellissimo articolo scritto con talento pari a quello di Nick
d’accordo anche io zverev ieri è stato irriso da kirgios , come lui avrebbero fatto la stessa fine i vari tsitsipas, coric, deminour,shapalov,medvev e altri, nick al 100 per 100 non lo batti , non a caso uno che si chiama roger federer ha dichiarato a precisa domanda “chi non vorresti incontrare mai come avversario” be lui risponde nick Kyrgios..
Comunque il torneo di Acapulco è stupendo, tra i colore blu dei campi e i colori stupendi del cielo al tramonto e di sera è veramente bellissimo
Su Kyrgios la penso anch’io così come ho già scritto
Mi unisco al coro.
Veramente complimenti per il pezzo molto, ma molto centrato.
Spero in cuor mio magari possa leggerlo anche l’interessato.
È bellissimo negli anche azzardati accostamenti.
Ben vengano i funamboli della racchetta cbe uniscono arte e fantasia, oltre allo spettacolo…talvolta unico. Che siano “no politically correct” pet me è.. un merito e un plusvalore.
Bravo Mazzoni, il funambolo della penna !
Bella descrizione di un talento innato
Finalmente si celebra il talento di un giocatore di cui, appena posso, guardo le giocate. Però c’è un grande assente: i suoi problemi fisici. Anche solo dalla postura è uno da mal di schiena perenne, mi sembra abbia avuto anche altri problemi. Insomma, io credo abbia ragione ad incavolarsi perché nessuno considera questa variabile, interpretando il tutto con il fatto che è matto. Che va benissimo, per carità. Ogni volta mi stupisco che nello sport che ha giustamente celebrato McEnroe, Connors, Nastase e tanti altri ci si stupisca che un fuoriclasse sia un tantino fuori le righe. Ma, si sa, il tennis ha sempre preteso di insegnare ai cafoni degli altri sport l’educazione, io invece al talento mi inchino sempre
Complimenti Marco Mazzoni!!!
Pezzo fantastico che descrive al meglio l’essenza del fenomenale Aussie!!!
Come ho gia’scritto:
“Essere” KYRGIOS e saperlo,non e’cosa facile…anche se,ogni amante del tennis come “gioco”,vorrebbe essere KYRGIOS
almeno una volta.Che ricorda terribilmente,la vecchia storia,dei Leoni e delle Pecore.
Buona Domenica a tutti e tanti auguri a Nick.
@ Marco Mazzoni (#2275451)
ho scritto il commento solo perche’ ogni ovolta che qualcuno prova il servizio da sotto di solito viene beccato sia dal pubblico che dagli addetti ai lavori. eppure alla fine non e’ altro che una palla corta giocata a inizio scambio.
Beh se ad ogni sua vittoria fai un articolo del genere, allora speriamo vinca più spesso:-)))
Articolo Top per un Top Player
Complimenti.
@ Haas78 (#2275430)
non l’ho fatto apposta
@ Nicola M (#2275384)
Alt, non lo considero affatto antisportivo. Semmai irriverente. Ma ci sta, e se lo si usa è giusta furbizia sportiva. Niente altro. Ancor più se uno risponde in tribuna….
Davvero un bel leggere. Grazie.
Complimenti, articolo molto bello
@ Nicola M (#2275384)
L’hai avrei scritto un’altra volta 😀
@ eunosio (#2275330)
Esatto, e delinea qualche evidente lacuna nel carattere del giocatore, avrebbe bisogno di aiuto (a livello mentale)
Articolo stupendo grazie Signor Mazzoni
Marco complimenti per l’articolo davvero bello 😉
Leggere gli articoli di Mazzoni è sempre un piacere, anche questa volta ha colto nel segno. Complimenti, analisi eccellente e bellissimo pezzo. Chapeau!
articolo molto bello. mi permetto una osservazione: ancora una volta si parla di un servizio da sotto come di un gesto antisportivo o di una mancanza di rispetto. il colpo e’ perfettamente regolare, anzi logico contro uno come nadal che per rispondere si piazza dietro le tribune. mi stupisce che non venga usato piu’ spesso.
articolo molto bello. mi permetto una osservazione: ancora una volta si parla di un servizio da sotto come di un gesto antisportivo o di una mancanza di rispetto. il colpo e’ perfettamente regolare, anzi logico contro uno come nadal che per rispondere si piazza dietro le tribune. mi stupisce che non venga usato piu’ spesso.
articolo molto bello. mi permetto una osservazione: ancora una volta si parla di un servizio da sotto come di un gesto antisportivo o di una mancanza di rispetto. il colpo e’ perfettamente regolare, anzi logico contro uno come nadal che per rispondere si piazza dietro le tribune. mi stupisce che non venga usato piu’ spesso.
A IW dipenderà dal sorteggio.
Se gli dei del tennis ci vogliono bene, lo mettono nel quarto di Nadal.
Se siamo sfortunati, lo mettono prima con Opelka o Kachanov, che non lo stimolano, e verrà buttato fuori
bellissimo pezzo, complimenti davvero!
Beh in un mondo del tennis, devoto al politically correct ogni tanto un giocatore che destabilizza i soliti cliché diverte, se poi sovverte anche qualche scontato pronostico, ancora meglio…
Su Coric “in continua crescita” ho smesso di leggere.
Non me ne voglia Mazzoni
Grande articolo! Nick si è trovato con l’acqua alla gola e il timore di perdere una classifica decente gli ha forse dato le motivazioni per non affondare del tutto e rientrare in quel mondo da lui tanto detestato ma dal quale non vuole andora andarsene..
Faccio un grande applauso a Mazzoni che ha descritto appieno Kyrgios!
Grande Mazzoni! e Grande Kyrgios……
Da un punto di vista “generale” è la solita esaltazione per una vittoria in tornei minori (con questo criterio, allora, nei giorni immediatamente successivi ai trionfi di Rafa e Nole negli slam, questo sito avrebbe dovuto ospitare esclusivamene dei “peana” nei loro confronti).
Detto questo, non voglio fare alcuna critica all’autore di questo pezzo, anzi, “giornalisticamente” è doveroso trattare del personaggio “K” e concordo assolutamente sul fatto che, nel tennis, come nella vita comune, il troppo “politically correct” è una iattura…
Si sente se stesso nel ruolo di uno contro tutti
Però così è dura reggere a lungo
Complimenti davvero, scritto davvero bene in modo mai banale. Grande!
Bel pezzo..giornalistico!!