Australian Open: benvenuto, Tsitsipas! Dove è cresciuto il greco (di Marco Mazzoni)
Dopo una partita così intensa e ricca di significato come Tsitsipas – Federer di ieri a Melbourne, è bene fermarsi un attimo, e riflettere. Le emozioni che ci ha regalato il campo sono state davvero intense, e sull’entusiasmo del momento il rischio di scrivere considerazioni ardite, smisurate, è alto. “Benvenuto nel grandissimo tennis, Stefanos!”, ecco la mia sensazione a caldo.
Analizzando il match a freddo, rivivendone i momenti più significativi ed il suo svolgimento tecnico-tattico, possiamo affermare che Stefanos Tsitsipas ha realmente compiuto un salto di qualità, anche se per caso domani dovesse perdere vs. Bautista Agut, svuotato di energie più mentali che fisiche. Perché? Intensità. Questa la chiave del successo del greco, e la dimostrazione della sua crescita.
Che Stefanos giocasse bene (tanto bene…) si sapeva da tempo. Che potesse battere i migliori e giocarsela alla pari l’aveva già fatto intravedere la scorsa estate sul cemento di Toronto, quando in una settimana magica sconfisse ben 4 top10 (tra cui Djokovic e Zverev) e solo un Nadal in gran forma riuscì ad arginarlo, in finale. Tuttavia sulla lunga distanza, ancora aveva molto da dimostrare. Anche in quella stupenda settimana estiva, più che la continuità di prestazione l’aveva portato al successo il suo talento, dei momenti top, dei picchi di prestazione assoluti che gli avevano regalato gli strappi decisivi. Stavolta, in quel di Melbourne, la faccenda è cambiata.
Contro Federer, seppur un Roger non al top (evidenti i suoi problemi col dritto, stranamente falloso), Tsitsipas ha sorpreso e incantato non tanto per la qualità del suo tennis ma per la capacità di produrre una quantità di prestazione enorme. Mai una pausa, fisica o mentale; mai uno sbandamento. Ha giocato una partita non solo splendida sul piano tecnico, con giocate bellissime, ma anche estremamente efficace, razionale, continua. Un tennis brillante ma allo stesso pratico. Sapeva cosa fare per giocarsela contro una leggenda vivente, e l’ha fatto in campo, dal primo all’ultimo 15, come un vero “cagnaccio”, uno di quei lottatori acerrimi che non ti concedono nulla. Ma l’ha fatto unendo anche qualità, tocco di palla, potenza, schemi, varietà di gioco. Davvero una partita memorabile, per quello che in molti hanno visto come un passaggio di consegne… Lì personalmente ci andrei molto cauto, ma è indubbio che questo Stefanos è un tennista pronto a vincere.
Con un rendimento così buono al servizio, con una risposta spesso ficcante, è molto insidioso nei colpi di inizio gioco. Nel 2018 a Roma l’avevo criticato per come fosse troppo “attendista”, scambiasse almeno un paio di palle di troppo in manovra prima di affondare, concedendo a rivali veloci e potenti le chance per girare lo scambio a suo sfavore (cosa che puntualmente accadeva…). Oggi Tsitsipas gioca un tennis molto più rapido, non solo con i colpi ma con gli schemi. Scambia, manovra, ma non aspetta, affonda appena c’è lo spazio, lascia correre il braccio e ruba il campo al rivale. Lo fa non tanto con vincenti che ti lasciano fermo quanto con colpi che spaccano lo scambio in suo favore. E’ nettamente migliorato nella copertura del campo, taglia spesso in diagonale nelle difese, anticipando, e soprattutto stazionando in una posizione mediamente più avanzata. Questo è determinante. Inoltre il dritto è più potente, colpito “bello pieno”, e viaggia velocissimo e preciso.
Come è possibile un salto del genere? Con un’ottima condizione fisica, per reggere la spinta e lo sforzo (è arrivato down under davvero in gran forma); e con una consapevolezza mentale notevole. In passato, anche nel recente passato, Stefanos non era così lucido sotto pressione. Tendeva ad accelerare troppo i tempi – quando invece era solito giocare con tempi assai dilatati… – oppure al contrario restava passivo, aspettando l’errore del rivale che magari non arrivava. In questo torneo Tsitsipas è sempre stato artefice del suo destino, ha preso i match “di petto”, andandoli a vincere con il suo tennis, con intensità e qualità.
Un vecchio tecnico, di grande valore, affermava che “il primo segnale di crescita di un talento si misura con l’orologio: quando riesce ad aumentare il minutaggio in cui gioca al suo massimo, e ripete questo per più partite, vuol dire che è cresciuto”. Affermazione semplice quanto veritiera. Calza a pennello per descrivere la crescita di Tsitsipas. Grande qualità, oggi abbinata ad intensità e continuità di prestazione, fisica e mentale. Unica pecca che ancora intravedo è una seconda di servizio aggredibile. Federer lì è stato pessimo, in tutti i sensi. Non è mai riuscito a pungere in quel che era l’unico vero spiraglio, segnale di una sua giornata bigia… Inoltre sarà utile testare questo livello e questa intensità contro tennisti meno brillanti di Roger, ma con un livello “energetico” superiore, abbinato a palle con rotazioni più vigorose, dove il braccio magico di “Tsitsi” troverà qualche problema in più a spingere ed accelerare con sicurezza rispetto alle traiettorie pulite dello svizzero.
Stanotte sarà interessante seguirlo, e vedere come riuscirà ad affrontare il ruolo di favorito, contro un tennista forte ma con precisi limiti (e forse anche un po’ stanco fisicamente). Con tutti gli occhi del mondo puntati addosso, e con ancora in corpo la sbornia di un successo così, in uno Slam. Sarà un test importante, ed un altro passo verso l’Olimpo del tennis, …che un greco dovrebbe conoscere più che bene…
Marco Mazzoni
@marcomazz
TAG: analisi tecnica, Australian Open 2019, Marco Mazzoni, Stefanos Tsitsipas, Tsitsipas
Vorrei dire a Bangla che forse non si ricorda ma nel Rolland Garros un italiano e’ arrivato in semifinale giocandosela. Quello che mi stupisce di questo greco e’ il carattere, ha giocato con Federer senza nessuna remora e con Bautista Agut la prova del nove l’ha passata, Penso anch’io pero’ contro Nadal e’ ancora troppo difficile
berrettini stara sempre intorno ai 50 40 30 , ma nei 20 mai, al max farà un exploit e stop nulla di piu
In italia invece aspettiamo da 50 anni un campione
@ Alex59 (#2249155)
Saluti da Stefanos, si ricorda di te quel giorno a Francavilla…..e ovviamente anche saluti da Ienci….!
@ Alex59 (#2249152)
…SEMPRE DA SFAVORITO…. DIMENTICAVO BERRETTINI ENTRO L’ANNO IN TOP 20
Fognini a fine anno sta fuori dai 50. Cecchinato top 11 dopo Montecarlo e berrettini top 20 dopo wimbledon. Per quanto riguarda gli altri mi aspetto Moroni nei 100 a breve. In generale sarà una stagione dominata da Nole anche sul rosso con parentesi di sua maestà Roger a wimbledon. Per i giovani su tutti tsitsi e Medvedev. Ma occhio a rublev
Scappa nel ranking Tsitsipas…ma FOgnini si potrà riavvicinare con un ottima tournèe sudamericana dove il livello sarà piuttosto modesto, ma i punti sono comunque pesanti (in primis il 500 di Rio potrebbe dare tanti tanti punti al nostro…)…FOgnini potrebbe riavvicinarsi per perseguire il sognoro del BR…alè!!!
@ Luigi (#2248897)
😎
Beh, l’italiano potevi essere tu..
Perché non sei riuscito ad emergere, che problemi ci sono stati?
un grecoooooooooooooooooo
un italiano maiiiiiiiiiiiiiiii
con tutti i praticanti che abbiamo
…e due parole per sottolineare che “questo” Tsitsipas è stato battuto pochi giorni fa dal nostro Seppi, secondo me non guasterebbero
Esame stanotte superato, bravo TsiTsi!
Però contro Nadal sarà molto, molto dura, direi quasi impossibile oggi. Le traiettorie velenose dell’iberico possono disinnescare i punti di forza del greco.
Tsitsi straorinario anche stanotte con un Bautista in grande spolvero. Se questo è il futuro del tennis siamo messi bene :—/)
IENCI, la prima è stata IENCI
Quando questo giocava da jr, TUTTI i tecnici competenti prevedevano che sarebbe diventato FORTE (mentre, ma guarda un po’…, i tecnici, soprattutto STRANIERI, deridevano le possibilità dei super-sopravvalutati italiani nel momento in cui questi dominavano a livello di slam junior). E’ un caso? No,CVD!
@ federes (#2248715)
Il servizio può migliorarlo ancora e non di poco, sia la prima che la seconda.
Il merito è anche il mio, che gli trasmetto tranquillità, la prima persona a cui a rivolto lo sguardo dopo la vittoria, indovinate un po’ chi è stata?
“Il passaggio di consegne..”
MI SENTO MALE
Rovescio ad una mano mai bello quanto quello di Berloq ma meglio di nulla
Servizio e rovescio molto migliorati. migliorata molto anche la gestione della partita punto a punto. ovvio che questi miglioramenti ormai sono acquisiti, indipendentemente dalla partita vinta con Federer.